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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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17/10/2013 11:20
 
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II. Sua necessita` ed efficacia.

414. 1^ Necessita`. Il desiderio e` il primo passo verso la
perfezione, la condizione sine qua non per arrivarci. Arduo e` il
cammino della perfezione, e suppone sforzi energici e costanti poiche`,
come dicemmo, non si puo` progredire nell'amor di Dio senza sacrifici,
senza lottare contro la triplice concupiscenza e contro la legge del
minimo sforzo. Ora uno non si avvia per cammino difficile e ripido se
non ha ardente desiderio di giungere alla meta; e, avviatosi, presto
l'abbandonerebbe se non fosse sorretto nello sforzo dallo slancio
dell'anima verso la perfezione.

A) Tutto quindi nella Sacra Scrittura tende a eccitare in noi questo
desiderio. Nel Vangelo come nelle Epistole e` una continua esortazione
alla perfezione. Come gia` dimostrammo parlando dell'obbligo di tendere
alla perfezione, i testi che provano questa necessita` hanno per iscopo
di stimolare in noi il desiderio del progresso. Se ci si da` come
ideale l'imitazione delle divine perfezioni e come modello lo stesso
Gesu`, se ce se ne narrano le virtu` e siamo sollecitati ad imitarlo,
non e` forse per eccitare in noi il desiderio della perfezione?

415. B) La Sacra Liturgia non procede altrimenti. Richiamando nel
corso dell'anno le varie fasi della vita di Nostro Signore, ci fa
esprimere i piu` ardenti desiderii: per la venuta del regno di Gesu`
nelle anime nel tempo d'Avvento; pel suo accrescimenti nei nostri
cuori da Natale all'Epifania; per gli esercizi di penitenza, come
preparazione alle grazie della Risurrezione, dalla Settuagesima a
Pasqua; per l'intima unione con Dio nel tempo pasquale; per i doni
dello Spirito Santo a partire dalla Pentecoste. Cosicche`, durante
tutto l'anno liturgico, non fa che stimolare in noi il desiderio di
progresso spirituale ora sotto una forma ora sotto un'altra.

416. C) L'esperienza che si acquista leggendo le vite dei Santi o
dirigendo le anime, ci mostra che, senza il desiderio della perfezione
frequentemente rinnovato, le anime non progrediscono nelle vie
spirituali. E` cio` che dice S. Teresa: 416-1 "E` cosa di grande
importanza che non rimpicciniamo i nostri desideri. Crediamo
fermamente che, con l'aiuto divino e per via di sforzi, potremo col
tempo acquistare anche noi cio` che tanti santi, aiutati da Dio,
riuscirono ad ottenere. Se non avessero messi adagio adagio in
pratica, non sarebbero mai saliti cosi` in alto... Oh! quanto importa
nella vita spirituale di animarsi a grandi cose!" La Santa stessa ne e`
notevole esempio: finche` non si risolvette a spezzare tutti i legami
che ne ritardavano lo slancio verso la vetta della perfezione, si
trascino` penosamente nelle mediocrita`; ma dal di` che risolvette di
darsi intieramente a Dio, fece mirabili progressi.

417. La pratica della direzione conferma l'insegnamento dei santi.
Quando si incontrano anime generose che hanno umile e perseverante
desiderio di progredire nelle vie spirituali, gustano e praticano i
mezzi di perfezione che loro si suggeriscono. Se invece nullo o debole
e` questo desiderio, presto si vede che anche le piu` premurose
esortazioni fanno poco effetto; l'alimento dell'anima, come quello del
corpo, non reca profitto se non a coloro che ne hanno fame e sete: Dio
ricolma dei suoi beni quelli che se ne mostrano affamati, ma non li
distribuisce che parcamente a coloro che non se ne curano: "Esurientes
implevit bonis et divites dimisit inanes" 417-1.

Il che risulta pure dall'efficacia di questo desiderio.

418. 2^ Efficacia del desiderio della perfezione. Questo desiderio e`
una vera forza ce ci fa avanzare verso una vita migliore.

a) La psicologia infatti dimostra che l'idea, quando e` profonda, tende
a provocar l'atto che le corrisponde. Cio` che e` anche piu` vero quando
il pensiero e` accompagnato dal desiderio: perche` il desiderio e` gia` un
atto della volonta` che mette in moto le nostre facolta` esecutive.
Desiderare quindi la perfezione e` gia` un tendervi; e il tendervi e` un
principio di attuazione. I ldesiderare d'amar Dio e` gia` un amarlo,
perche` Dio vede il fondo del cuore e ci tien conto di tutte le buone
intenzioni. Di qui` quel profondo detto di Pascal: "Tu non mi
cercheresti, se non m'avessi gia` trovato". Ora il desiderare e` un
cercare e chi cerca trova: "Omnis enim qui quaerit, invenit" 418-1.

419. b) Inoltre, nell'ordine soprannaturale il desiderio e` una
preghiera, un'ascensione dell'anima verso Dio, una specie di comunione
spirituale con Lui, che inalza l'anima a Dio e l'attira a noi. Ora Dio
si compiace d'esaudire le nostre preghiere, massimamente quando hanno
per fine la nostra santificazione che e` il desiderio piu` ardente del
suo cuore: "haec est enim voluntas Dei, sanctificatio
vestra" 419-1. E` questa la ragione per cui Dio nel Vecchio
Testamento ci sollecita a cercare, a inseguire la sapienza, cioe` la
virtu`, fa le piu` belle promesse a quelli che ne ascoltano la voce e
generosamente la concede a quelli che la desiderano: "propter hoc
optavi, et datus est mihi sensus; et invocavi, et venit in me spiritus
sapientiae" 419-2. E nel Vangelo, Nostro Signore c'invita a saziare
in Lui la nostra sete spirituale: "Si quis sitit, veniat ad me et
bibat" 419-3. Quanto dunque sono piu` ardenti i nostri desideri
tanto maggiori grazie riceviamo, perche` inesauribile e` la sorgente
dell'acqua viva.

420. c) Finalmente il desiderio, dilatando l'anima, la rende piu`
atta alle divine comunicazioni. Da parte di Dio c'e` tale pienezza di
bonta` e di grazie, che la misura che ci viene concessa e` largamente
proporzionata alla nostra capacita` a ricevere. Quanto piu` dunque con
sinceri e ardenti desideri dilatiamo l'anima, tanto piu` ella e` atta a
ricevere della divina pienezza: "Os meum aperui et attraxi spiritum...
Dilata os tuum et implebo illud..." 420-1.
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