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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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17/10/2013 11:15
 
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sez. II. Dei motivi che rendono questo dovere piu` facile.

I molteplici motivi che possono stimolare i semplici fedeli a tendere
alla perfezione, si riducono a tre principali:
* 1^ Il bene dell'anima;
* 2^ la gloria di Dio;
* 3^ l'edificazione del prossimo.

362. 1^ Il bene dell'anima e` prima di tutto la sicurezza dell'eterna
salute, la moltiplicazione dei meriti, e finalmente la gioia della
coscienza.

A) L'opera grande che dobbiamo compiere sulla terra, l'opera
necessaria, anzi, a dir vero, l'unica necessaria, e` di salvarci
l'anima. Se la salviamo, quand'anche perdessimo tutti i beni della
terra, parenti, amici, riputazione e ricchezze, tutto e` salvo; perche`
riavremo centuplicato in cielo tutto cio` che abbiamo perduto, e lo
riavremo per tutta l'eternita`. Ora il mezzo piu` efficace per
assicurarci l'eterna salute e` di tendere alla perfezione, ognuno
secondo il proprio stato; quanto piu` cio` facciamo con senno e
costanza, tanto piu` ci allontaniamo dal peccato mortale che solo puo`
dannarci: e` chiaro infatti che, quando uno sinceramente si sforza di
divenire piu` perfetto, schiva per cio` stesso le occasioni di peccato,
fortifica la volonta` contro gli agguati che ci attendono al varco, e,
venuto il momento della tentazione, la volonta`, gia` agguerrita dallo
sforzo verso la perfezione e abituata a pregare per assicurarsi la
grazia di Dio, respinge con orrore il pensiero del peccato grave:
potius mori quam foedari. Chi invece si permette tutto cio` che non e`
peccato grave, s'espone a cadervi quando si presentera` una lunga e
violenta tentazione; abituato a cedere al piacere nelle cose meno
gravi, c'e` da temere che, trascinato dalla tentazione, finisca col
soccombervi, come chi costeggia continuamente l'abisso finisce col
precipitarvi. Per essere sicuri di non offendere gravemente Dio, il
mezzo migliore e` d'allontanarsi dall'orlo del precipizio, facendo piu`
di quel che e` comandato e sforzandosi di progredire verso la
perfezione; quanto maggiore e` la prudenza e l'umilta` con cui vi si
tende, tanto maggiore e` la sicurezza dell'eterna salute.

363. B) Cosi` si accrescono pure ogni giorno i gradi di grazia
abituale che si possedono e i gradi di gloria a cui si ha diritto.
Abbiamo visto infatti che ogni sforzo soprannaturale, fatto per Dio,
da un'anima che e` in stato di grazia, le procura un aumento di meriti.
Chi non si da` pensiero della perfezione e compie il proprio dovere con
maggiore o minore noncuranza, acquista ben pochi meriti, come abbiamo
detto al n. 243. Ma chi tende alla perfezione e si sforza di
progredire, ne acquista un gran numero; accresce quindi ogni giorno il
suo capitale di grazia e di gloria, e i suoi giorni sono pieni di
meriti: ogni sforzo e` ricompensato da un aumento di grazia sulla terra
e piu` tardi da un peso immenso di gloria nel cielo; "aeternum gloriae
pondus operatur in nobis!" 363-1.

364. C) Chi voglia godere un poco di felicita` sulla terra, non vi e`
di meglio che la pieta`: "la pieta`, dice S. Paolo, giova a tutto avendo
promessa della vita presente e della futura: pietas autem ad omnia
utilis est, promissionem habens vitae quae nunc est et
futurae" 364-1. La pace dell'anima, il gaudio della buona
coscienza, la fortuna di essere uniti a Dio, di progredire nel suo
amore, di giungere a una sempre maggiore intimita` con Nostro Signore:
ecco alcune delle ricompense che Dio largisce fin di quaggiu` ai fedeli
suoi servi, in mezzo alle prove, con la gioconda speranza della
beatitudine eterna.

365. 2^ La gloria di Dio. Nulla di piu` nobile che il procurarla,
nulla di piu` giusto, se richiamiamo cio` che Dio ha fatto e fa
continuamente per noi. Ora un'anima perfetta da` a Dio maggior gloria
di mille anime ordinarie: moltiplica infatti ogni giorno gli atti
d'amore, di riconoscenza, di riparazione, e dirige in questo senso
tutta la vita con l'offerta spesso rinnovata delle azioni ordinarie,
glorificando cosi` Dio da mane a sera.

366. 3^ L'edificazione del prossimo. Per far del bene attorno a noi,
per convertire qualche peccatore o incredulo e confermare nel bene le
anime vacillanti, non vi e` nulla di piu` efficace dello sforzo che si
fa per meglio praticare il cristianesimo: se la mediocrita` della vita
attira sulla religione le critiche degli increduli, la vera santita` ne
eccita l'ammirazione per una religione che sa produrre tali effetti:
"dal frutto si giudica l'albero: ex fructibus eorum cognoscetis
eos" 366-1. L'apologetica migliore e` quella dell'esempio, quando
vi si sa unire la pratica di tutti i doveri sociali. Ed e` pure ottimo
stimolo per i mediocri, che s'addormenterebbero nella tiepidezza se il
progresso delle anime fervorose non li scotesse dal loro torpore.

E` una ragione che molte anime oggi capiscono: in questo secolo di
proselitismo, i laici intendono meglio di prima la necessita` di
difendere e di propagare la fede con la parola e con l'esempio. Spetta
ai sacerdoti di assecondare questo movimento, formandosi attorno una
schiera di valorosi cristiani che, non appagandosi d'una vita mediocre
e volgare, si studino di progredire ogni giorno piu` nell'adempimento
dei loro doveri; doveri religiosi prima di tutto ma anche doveri
civili e sociali. Saranno ottimi collaboratori che, penetrando in
posti poco accessibili ai religiosi e ai sacerdoti, li asseconderanno
efficacemente nella pratica dell'apostolato.
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