Nuova Discussione
Rispondi
 

COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
Autore
Stampa | Notifica email    
17/10/2013 11:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota



sez. V. Dei diversi gradi di perfezione.

La perfezione ha su questa terra i suoi gradi e i suoi limiti; onde
due questioni:
* 1^ quali sono i principali gradi di perfezione;
* 2^ quali ne sono i limiti sulla terra?

I. Dei diversi gradi di perfezione.

340. I gradi per cui uno si eleva alla perfezione sono numerosi; e
non e` qui il caso di enumerarli tutti ma solo di notare le principali
tappe. Ora, secondo la dottrina comune, esposta da S. Tommaso, si
distinguono tre tappe principali, o, come generalmente si dice, tre
vie, quella degli incipienti, quella dei proficienti, quella dei
perfetti, secondo lo scopo principale a cui si mira.

341. a) Nel primo stadio, la principale cura degli incipienti e` di
non perdere la carita` che possiedono: lottano quindi per evitare il
peccato, sopratutto il peccato mortale, e per trionfare delle male
cupidigie, delle passioni e di tutto cio` che potrebbe far loro perdere
l'amor di Dio 341-1. Questa e` la via purgativa, il cui scopo e` di
mondar l'anima dalle sue colpe.

342. b) Nel secondo stadio si vuol progredire nella pratica positiva
delle virtu`, e fortificar la carita`. Essendo gia` purificato, il cuore
e` piu` aperto alla luce divina e all'amor di Dio: si ama di seguire
Gesu` e imitarne le virtu`, e poiche`, seguendolo, si cammina nella luce,
questa via si chiama illuminativa 342-1. L'anima si studia di
schivare non solo il peccato mortale, ma anche il veniale.

343. c) Nel terzo stadio, i perfetti non hanno piu` che un solo
pensiero, star uniti a Dio e deliziarsi in Lui. Costantemente
studiandosi di unirsi a Dio, sono nella via unitiva. Il peccato fa
loro orrore, perche` temono di dispiacere a Dio e di offenderlo; le
virtu` li attirano, specialmente le virtu` teologali, perche` sono mezzi
d'unirsi a Dio. La terra quindi sembra loro un esilio, e, come
S. Paolo, desiderano di morire per andarsene con Cristo 343-1.

Sono queste brevi indicazioni soltanto che piu` tardi ripiglieremo e
svolgeremo nella seconda parte di questo Compendio, dove seguiremo
un'anima dalla prima tappa, la purificazione dell'anima, all'unione
trasformante che la prepara alla visione beatifica.

II. Dei limiti della perfezione sulla terra.

344. Quando si leggono le vite dei santi e principalmente dei grandi
contemplativi, si resta meravigliati al vedere a quali sublimi altezze
puo` elevarsi un'anima generosa che nulla rifiuta a Dio. Nondimeno vi
sono dei limiti alla nostra perfezione su questa terra, limiti che non
si deve voler oltrepassare, sotto pena di ricadere in un grado
inferiore o anche nel peccato.

345. 1^ E` certo che non si puo` amar Dio tanto quanto e` amabile: Dio
infatti e` infinitamente amabile e il nostro cuore, essendo finito, non
potra` mai amarlo, anche in cielo, che con amore limitato. Possiamo
quindi sforzarci d'amarlo sempre piu`, anzi, secondo S. Bernardo, la
misura d'amar Dio e` d'amarlo senza misura. Ma non dimentichiamo che il
vero amore, piu` che il pii sentimenti, consiste in atti di volonta`, e
che il miglior mezzo d'amar Dio e` di conformare la nostra volonta` alla
sua, come spiegheremo piu` avanti, trattando della conformita` alla
divina volonta`.

346. 2^ Sulla terra non si puo` amar Dio ininterrottamente e senza
debolezze. Si puo` certamente con grazie particolari che non sono
rifiutate alle anime di buona volonta`, schivare ogni peccato veniale
deliberato ma non ogni colpa di fragilita`; ne` si diventa mai
impeccabili, come la Chiesa ha in parecchie circostanze dichiarato.

A) Nel Medio Evo, i Beguardi avevano preteso che "l'uomo, nella vita
presente, e` capace d'acquistare tal grado di perfezione da divenire
affatto impeccabile e da non potere crescere di piu` in
grazia" 346-1. Ne concludevano che colui il quale ha conseguito
questo grado di perfezione, non deve piu` ne` digiunare ne` pregare,
perche` in questo stato la sensualita` e` talmente assoggettata allo
spirito e alla ragione ch'egli puo` concedere al suo corpo ogni
diletto; non e` piu` obbligato ad osservare i precetti della Chiesa, ne`
ad obbedire agli uomini, ne` anche a praticare gli atti delle virtu`,
tutte cose proprie dell'uomo imperfetto. Sono dottrine pericolose che
finiscono poi nell'immoralita`; quando uno si crede impeccabile e non
si esercita piu` nella virtu`, diventa presto preda delle piu` vili
passioni. Ed e` cio` che avvenne ai Beguardi, che il Concilio ecumenico
di Vienna dovette poi giustamente condannare nel 1311.

347. B) Nel secolo XVII, Molinos rinnovo` quest'errore, insegnando
che "con la contemplazione acquisita si arriva a un tal grado di
perfezione che non si commettono piu` peccati ne` mortali ne` veniali".
Ma mostro` troppo bene col suo esempio che, con massime apparentemente
cosi` alte, si e` pur troppo esposti a cadere in scandalosi disordini.
Fu giustamente condannato da Innocenzo XI il 19 novembre 1687, e
quando si leggono le proposizioni che aveva osato sostenere, si resta
inorriditi delle orribili conseguenze a cui conduce questa pretensione
d'impeccabilita` 347-1. -- Siamo dunque piu` modesti e pensiamo
soltanto correggerci delle colpe deliberate e diminuire il numero di
quelle di fragilita`.

348. 3^ Sulla terra non si puo` amar Dio costantemente o anche
abitualmente con amore cosi` perfettamente puro e disinteressato che
escluda ogni atto di speranza. A qualunque grado di perfezione si sia
giunti, si e` obbligati a fare di tanto in tanto degli atti di
speranza, e non si puo` quindi in modo assoluto restare indifferente
alla propia salvezza. Vi furono, e` vero, dei santi che, nelle prove
passive, s'acconciarono momentaneamente alla loro riprovazione in modo
ipotetico, cioe` se tale fosse la volonta` di Dio, pur protestando che
in tal caso non volevano cessare d'amar Dio, ma sono ipotesi che si
devono ordinariamente scartare, perche` di fatto Dio vuole la salvezza
di tutti gli uomini.

Si possono pero` fare, di quando in quando, atti di amor puro senza
alcuna mira a se` stesso e quindi senza attualmente sperare o
desiderare il cielo. Tal e`, per esempio, questo atto d'amore di
S. Teresa: 348-1 "Se vi amo, O Signore, non e` per il cielo che
m'avete promesso; se temo d'offendervi, non e` per l'inferno di cui
sarei minacciata; cio` che m'attira verso di voi, o Signore, siete voi,
voi solo, che vedo inchiodato alla croce, col corpo straziato, tra
agonie di morte. E il vostro amore si e` talmente impadronito del mio
cuore che, quand'anche non ci fosse il paradiso, io vi amerei lo
stesso; quand'anche non ci fosse l'inferno, pure io vi temerei. Nulla
voi avete da darmi per provocare il mio amore; perche`, quand'anche non
sperassi cio` che spero, pure io vi amerei come vi amo".

349. Abitualmente vi e` nel nostro amor di Dio un misto d'amor puro e
d'amore di speranza, il che significa che noi amiano Dio e per se`
stesso, perche` e` infinitamente buono, e anche perche` e` la fonte della
nostra felicita`. Questi due motivi non si escludono, perche` Dio volle
che nell'amarlo e nel glorificarlo troviamo la nostra felicita`.

Non ci affanniamo quindi di questo misto e, pensando al paradiso,
diciamo soltanto che la nostra felicita` consistera` nel posseder Dio,
nel vederlo, nell'amarlo e nel glorificarlo; cosi` il desiderio e la
speranza del cielo non impediranno che il motivo dominante delle
nostre azioni sia veramente l'amor di Dio.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 4 5 6 7 8 9 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:33. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com