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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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15/10/2013 12:46
 
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III. Disposizioni per trar profitto dal sacramento della
Penitenza 262-1.

Il sacramento della Penitenza, come abbiamo detto, ci purifica l'anima
nel sangue di Gesu` Cristo, purche` siamo ben disposti, la nostra
confessione sia leale e la nostra contrizione vera e sincera.

1^ DELLA CONFESSIONE.

262. A) Una parola sui peccati gravi. Solo di passaggio parliamo
dell'accusa delle colpi gravi, di cui abbiamo trattato a lungo nella
nostra Teologia morale 262-2. Se un'anima che tende alla
perfezione ha la disgrazia di commettere, in un momento di debolezza,
qualche peccato mortale, bisogna accusarlo con tutta sincerita` e in
modo chiaro fin dal principio della confessione senza nasconderlo fra
la moltitudine dei peccati veniali, farne conoscere bene il numero e
la specie con sincerita` e umilta`, indicare le cause delle nostre
cadute e premurosamente chiedere i rimedi necessari alla nostra
guarigione. Bisogna sopra tutto averne profonda contrizione, col fermo
proposito d'evitare per l'avvenire non solo le colpe commesse ma anche
le occasioni e le cause che ci condussero all'abisso. Perdonato che
sia il peccato, si deve alimentare nell'anima un vivo e abituale
sentimento di penitenza, un cuore contrito ed umiliato, col sincero
desiderio di riparare il male commesso con una vita austera e
mortificata, con un amore ardente e generoso. A questo modo una colpa
grave isolata, e immediatamente riparata, non e` durevole ostacolo al
progresso spirituale, perche` non lascia quasi traccia nell'anima.

263. B) Delle colpe veniali deliberate. Di colpe veniali vi sono due
specie: quelle che si commettono di proposito deliberato, ben sapendo
di dispiacere a Dio ma preferendo nel momento il proprio piacere
egoista alla volonta` divina; e quelle che si commettono di sorpresa,
per leggerezza, per fragilita`, per mancanza di vigilanza o di
coraggio, di cui uno subito si pente con la ferma volonta` di non piu`
commetterle. Le prime sono molto serio ostacolo alla perfezione,
principalmente quando sono frequenti e vi si e` attaccati, per esempio
se si nutrono volontariamente piccoli rancori o l'abitudine del
giudizio temerario e della maldicenza, se si fomentano affezioni
naturali, sensibili, oppure l'attacco al proprio giudizio e alla
propria volonta`. Sono vincoli che ci attaccano alla terra e
c'impediscono di prendere lo slancio verso l'amor divino. Quando, di
proposito deliberato, si rifiuta a Dio il sacrifizio dei propri gusti
e delle proprie volonta`, e` chiaro che non si possono aspettare da Lui
quelle grazie speciali che sole ci possono condurre alla perfezione.

E` quindi necessario correggersi ad ogni costo di questo genere di
colpe. A meglio riuscirvi, bisogna prenderne una dopo l'altra le varie
specie o categorie; per esempio, prima le colpe contro la carita`, poi
quelle contro l'umilta`, contro la virtu` della religione, ecc.;
accusarci a fondo di cio` che si e` notato, massima di quelle che
maggiormente ci umiliano, delle cause che ci fanno cadere in questi
peccati, puntando le nostre risoluzioni su queste cause e proponendoci
di volerle assolutamente evitare. Allora ogni confessione sara` un
passo avanti verso la perfezione, principalmente se uno si studia di
ben esercitarsi nella contrizione, come presto diremo.

264. C) Delle colpe di fragilita`. Vinti i peccati veniali
deliberati, si prendono di mira quelli di fragilita`, non gia` per
schivarli intieramente (il che e` impossibile), ma per diminuirne il
numero. E qui pure bisogna ricorrere alla divisione del lavoro. Si puo`
certo accusare il grosso delle colpe di cui uno si ricorda, ma si fa
rapidamente per potere insistere su un genere di colpe in particolare.
Si procedera` gradatamente, per esempio, prima si battera` sulle
distrazioni nelle preghiere, poi sulle colpe contrarie alla purita`
d'intenzione, poi sulle mancanze di carita`.

Nell'esame di coscienza, e nella confessione non ci contentiamo di
dire: ho avuto delle distrazioni nelle preghiere (il che non apre
nulla al confessore), ma diremo: sono stato specialmente distratto o
negligente in tale esercizio di pieta` e cio` perche` non mi ero ben
raccolto prima di cominciarlo, -- o perche` non ebbi il coraggio di
respingere prontamente ed energicamente le prime divagazioni, -- o
perche` avendolo fatto, mancai poi di costanza e di continuita` nello
sforzo. Un'altra volta uno si accusera` d'essere stato distratto a
lungo a causa di piccoli attacchi allo studio o a un confratello, o
per ragione di un piccolo rancore non combattuto, ecc. L'indicazione
del motivo spiega la causa del male e suggerisce il rimedio e la
risoluzione da prendere.

265. A meglio assicurare il buon esito della confessione, si tratti
di colpe deliberate o no, si terminera` l'accusa dicendo: la mia
risoluzione, per questa settimana o quindicina, e` di energeticamente
combattere questa fonte di distrazioni, questo attacco, questo genere
di pensieri. E alla prossima confessione non si manchera` di dar conto
degli sforzi fatti: avevo preso la tal risoluzione, l'ho mantenuta per
tanti giorni o fino a tal segno; non l'ho mantenuta invece su questo o
quell'altro punto. E` evidente che una tal confessione non sara` fatta
per abitudine ma segnera` invece un passo avanti; la grazia
dell'assoluzione, venendo a confermare la presa risoluzione, non solo
aumentera` la grazia abituale che e` in noi, ma ci decuplichera` le
energie per farci evitare nell'avvenire un certo numero di colpe
veniali, e farci piu` efficacemente acquistare le virtu`.

2^ DELLA CONTRIZIONE.

266. Nelle confessioni frequenti bisogna insistere sulla contrizione
e sul proponimento che ne e` la conseguenza necessaria. Bisogna
istantemente chiederla ed esercitarvisi con la considerazione dei
motivi soprannaturali, che, pur essendo sostanzialmente gli stessi,
varieranno secondo le anime e le colpe accusate.

I motivi generali si desumono da parte di Dio e da parte dell'anima.
Non facciamo altro che indicarli.

267. A) Da parte di Dio, il peccato, per quanto sia leggiero, e`
sempre un'offesa a Dio, una resistenza alla sua volonta`,
un'ingratitudine verso il piu` amante e il piu` amabile dei padri e dei
benefattori, ingratitudine che tanto piu` lo ferisce in quanto che noi
ne siamo gli amici privilegiati. Volgendosi quindi a noi, ci dice:
"Non e` un nemico che m'oltraggia, che` allora lo sopportere`i.... ma tu,
tu che eri come un altro me stesso, il mio confidente e il mio amico;
vivevamo insieme in una dolce intimita`!" 267-1... Ascoltiamo con
frutto questi rimproveri cosi` ben meritati e sprofondiamoci
nell'umiliazione e nella confusione. -- Ascoltiamo pure la voce di
Gesu` e pensiamo che le nostre colpe resero piu` amaro il calice che gli
fu presentato nel giardino degli Ulivi, e ne intensificarono l'agonia.
E allora, dal fondo della nostra miseria, domandiamo umilmente
perdono: Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam...
Amplius lava me ab iniquitate mea 267-2...

268. B) Da parte dell'anima, il peccato veniale, senza diminuire in
se` la divina amicizia, la rende meno intima e meno attiva; oh! quale
perdita l'intimita` con Dio! Arresta o per lo meno impaccia
considerevolmente la nostra attivita` spirituale, gettando polvere
entro il meccanismo cosi` delicato della vita soprannaturale; ne
diminuisce le energie per il bene, aumentando l'amor del piacere; e
sopra tutto predispone, se si tratta di colpe deliberate, al peccato
mortale; perche` in molte materie, specialmente in cio` che riguarda la
purita`, la linea di confine tra il mortale e il veniale e` cosi` tenue e
l'attrattiva al piacere cattivo e` cosi` seducente, che il confine e`
presto passato. Quando si pensa a questi effetti, non e` difficile
pentirsi sinceramente delle proprie negligenze e concepire il
desiderio di schivarle per l'avvenire 268-1. Per meglio
determinare questo buon proponimento e` opportuno volgerlo sui mezzi da
usare per diminuire le ricadute, come gia` abbiamo indicato al
n. 265.

269. Intanto per essere piu` sicuri che non manchi la contrizione, e`
bene accusare un peccato piu` grave della vita passata, di cui si e`
sicuri d'avere la contrizione, specialmente se e` della stessa specie
dei peccati veniali che furono accusati. Qui pero` bisogna schivare due
difetti: l'abitudine, che trasformerebbe quest'accusa in una vana
formola senza un vero sentimento di contrizione; e la negligenza, che
indurrebbe a non darsi pensiero del dolore dei peccati veniali
accusati nella presente confessione.

Praticata con questo spirito, la confessione, a cui vengono ad
aggiungersi i consigli d'un savio direttore e principalmente la virtu`
purificatrice dell'assoluzione, sara` un potente mezzo per liberarci
dal peccato e progredire nella virtu`.

IV. Disposizioni per trar profitto dall'Eucaristia 270-1.

270. -- L'Eucaristia e` insieme sacramento e sacrifizio; i quali due
elementi sono intimamente collegati, perche` e` proprio durante il
sacrifizio che si consacra la vittima con cui ci comunichiamo. La
comunione non e`, secondo la dottrina comune, parte essenziale del
sacrifizio ma ne e` parte integrante, perche` per lei veniamo a
partecipare ai sentimenti della vittima e ai frutti del sacrificio.

La differenza essenziali tra l'uno e l'altro e` che il sacrifizio si
riferisce direttamente alla gloria di Dio, e il sacramento ha per
scopo diretto la santificazione dell'anima nostra. Ma questi due fini
non ne costituiscono veramente che un solo perche` conoscere e amare
Dio e` glorificarlo, onde l'uno e l'altro contribuiscono al nostro
progresso spirituale.
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