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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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15/10/2013 12:37
 
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III. Gesu` capo del corpo mistico o fonte di vita 142-1.

142. Questa dottrina si trova gia` sostanzialmente nelle parole di
Nostro Signore: "Ego sum vitis, vos palmites" 142-2. Io sono la
vite e voi i tralci. Egli afferma infatti che noi riceviamo la vita da
lui come i tralci della vite la ricevono dal ceppo a cui sono uniti.
Questo paragone fa dunque risaltare la comunanza di vita che corre tra
Nostro Signore e noi; onde e` facile passare all'idea del corpo mistico
in cui Gesu`, come capo, fa scorrere la vita nelle membra. Chi insiste
di piu` su questa dottrina cosi` feconda di risultati e` S. Paolo.

In un corpo sono necessari un capo, un'anima e delle membra. Appunto
questi tre elementi descriveremo, attenendoci alla dottrina
dell'Apostolo.

143. 1^ Il capo esercita nel corpo umano un triplice ufficio:
ufficio di preminenza, perche` ne e` la parte principale; ufficio di
centro d'unita`, perche` riunisce e dirige tutte le membra; ufficio
d'influsso vitale, perche` da lui parte il movimento e la vita. Ora
appunto questo triplice ufficio esercita Gesu` nella Chiesa e sulle
anime. a) Ha certamente la preminenza su tutti gli uomini egli che,
come uomo, e` il primogenito tra tutte le creature, l'oggetto delle
divine compiacenze, il modello perfetto d'ogni virtu`, la causa
meritoria della nostra santificazione, egli che, pei suoi meriti,
venne esaltato su tutte le creature e al cui cospetto deve piegarsi
ogni ginocchio in cielo, in terra e nell'inferno.

b) Gesu` e` nella Chiesa il centro d'unita`. Due cose sono essenziali in
un organismo perfetto: la varieta` degli organi e delle funzioni che
compiono e la loro unita` in un comune principio; senza questo doppio
elemento non si avrebbe che una massa inerte o un aggregato d'esseri
viventi senza vincolo organico. Ora e` pur sempre Gesu` che, dopo avere
costituito nella Chiesa la varieta` degli organi con l'istituzione
della gerarchia, ne rimane centro d'unita`, poiche` e` lui, capo
invisibile ma reale, che imprime ai capi gerarchici la direzione e il
movimento.

c) Gesu` e` pure il principio dell'influsso vitale che anima e vivifica
tutte le membra. Anche come uomo riceve la pienezza della grazia per
comunicarcela: "Vidimus cum plenum gratiae et veritatis... de cuius
plenitudine nos omnes accepimus, et gratiam pro gratia 143-1".
Non e` infatti causa meritoria di tutte le grazie che riceviamo e che
ci sono distribuite dallo Spirito Santo? Anche il Concilio di Trento
afferma senza esitare quest'azione e quest'influsso vitale di Gesu` sui
giusti: "Cum enim ille ipse Christus Jesus tanquam caput in membra...
in ipsos iustificatos iugiter virtutum influat 143-2".

144. 2^ Ad ogni corpo e` necessario non solo un capo ma anche
un'anima. Ora l'anima del corpo mistico di cui Gesu` e` il capo, e` lo
Spirito Santo (cioe` la SS. Trinita` indicata con questo nome); e` lui
infatti che diffonde nelle anime la carita` e la grazia meritate da
Nostro Signore: "Charitas Dei diffusa est in cordibus nostris per
Spiritum Sanctum qui datus est nobis 144-1". Ecco perche` e`
chiamato Spirito vivificante: "Credo in Spiritum... vivificantem".
Ecco perche` S. Agostino dice che lo Spirito Santo e` per il corpo della
Chiesa cio` che l'anima e` pel corpo naturale: "Quod est in corpore
nostro anima, id est Spiritus Sanctus in corpore Christi quod est
Ecclesia 144-2". Questa espressione, del resto, fu consacrata da
Leone XIII nella Enciclica sullo Spirito Santo 144-3. -- E` pure
questo divino Spirito che distribuisce i vari carismi: agli uni il
discorso della sapienza o la grazia della predicazione, agli altri il
dono dei miracoli, a questi il dono della profezia, a quelli il dono
delle lingue, ecc.: "Haec autem omnia operatur unus atque idem
Spiritus, dividens singulis prout vult 144-4".

145. Queste due azioni di Cristo e dello Spirito Santo non solo non
s'intralciano ma si compiono a vicenda. Lo Spirito Santo ci proviene
da Cristo. Quando Gesu` viveva sulla terra, possedeva nella santa sua
anima la pienezza dello Spirito; con le sue azioni e principalmente
coi suoi patimenti e con la sua morte, merito` che questo Spirito ci
fosse comunicato: e` dunque in grazia sua che lo Spirito Santo viene a
comunicarci la vita e le virtu` di Cristo e a renderci simili a lui.
Cosi` si spiega tutto: Gesu`, essendo uomo, puo` egli solo essere il capo
di un corpo mistico composto di uomini, dovendo il capo e le membra
essere della stessa natura; ma, come uomo, non puo` da se stesso
conferire la grazia necessaria alla vita delle membra onde vi
supplisce lo Spirito Santo compiendo appunto quest'ufficio; ma poiche`
lo fa in virtu` dei meriti del Salvatore, si puo` ben dire che
l'influsso vitale parte in sostanza da Gesu` per arrivare alle membra.

146. 3^ Quali sono dunque i membri di questo corpo mistico? Tutti
coloro che sono battezzati. Di fatti col battesimo veniamo incorporati
a Cristo, come dice S. Paolo: "Etenim in uno Spiritu omnes nos in unum
corpus baptizati sumus 146-1". Ecco perche` aggiunge che fummo
battezzati in Cristo e che col battesimo ci rivestiamo di
Cristo 146-2, vale a dire che partecipiamo alle disposizioni
interne di Cristo: la qual cosa il Decreto per gli Armeni spiega
dicendo che col battesimo diventiamo membri di Cristo e parte del
corpo della Chiesa: "per ipsum (baptismum) enim membra Christi ac de
corpore efficimur Ecclesiae 146-3".

Ne viene che tutti i battezzati sono membri di Cristo ma in grado
diverso: i giusti gli sono uniti per mezzo della grazia abituale e di
tutti i privilegi che l'accompagnano; i peccatori per mezzo della fede
e della speranza; i beati per mezzo della visione beatifica. Gli
infedeli poi non sono attualmente membri del suo corpo mistico, ma,
finche` vivono sulla terra, sono chiamati a divenirlo; i dannati
soltanto sono esclusi per sempre da questo privilegio.

147. 4^ Conseguenze di questo domma. -- A) Su questa incorporazione
a Cristo e` fondata la comunione dei Santi; i giusti che vivono
quaggiu`, le anime del Purgatorio e i Santi del cielo, fanno tutti
parte del corpo mistico di Gesu`, tutti ne partecipano la vita, ne
ricevono l'influsso e devono scambievolmente amarsi e aiutarsi come le
membra d'uno stesso corpo; perche`, dice S. Paolo, "se un membro
soffre, tutte le membra soffrono con lui; e se un membro e`
glorificato, tutte godono con lui: Si quid patitur unum membrum,
compatiuntur omnia membra; sive gloriatur unum membrum, congaudent
omnia membra" 147-1.

148. B) Ecco perche` tutti i cristiani sono fratelli: non vi e` piu`
ormai ne` Giudeo, ne` Greco, ne` uomo libero ne` schiavo; siamo tutti uno
solo in Cristo Gesu` 148-1. Siamo dunque tutti solidarii e cio` che
e` utile ad uno e` utile agli altri, perche`, qualunque sia la diversita`
dei doni e degli uffici, tutto il corpo s'avvantaggia di cio` che vi e`
di buono in ciascun membro, come ciascun membro si avvantaggia a sua
volta dei beni dell'intiero corpo. Con questa dottrina si spiega pure
perche` Nostro Signore pote` dire: Cio` che fate al piu` piccolo dei miei,
a me lo fate; il capo infatti si identifica con le membra.

149. C) Ne viene che, secondo la dottrina di S. Paolo, i cristiani
sono il compimento di Cristo: Dio infatti "lo diede per capo supremo
alla Chiesa, che e` il corpo di lui e la pienezza di lui, il quale
compie tutto in tutti: "Ipsum dedit caput supra omnem Ecclesiam, quae
est corpus ipsius et plenitudo eius, qui omnia in omnibus
adimpletur 149-1". Gesu`, infatti, pur essendo perfetto in se`
stesso, ha bisogno d'un compimento per formare il suo corpo mistico:
sotto questo aspetto, non basta a se` stesso ma ha bisogno di membra
per esercitare tutte le funzioni vitali. Onde l'Olier
conchiude 149-2: "Cediamo le anime nostre allo Spirito di Gesu`
Cristo perche` egli cresca in noi. Se trova soggetti ben disposti, si
dilata, s'accresce, s'espande nei loro cuori, li profuma dell'unzione
spirituale di cui e` egli stesso profumato". E` questo il modo con cui
possiamo e dobbiamo compiere la Passione del Salvatore Gesu`, soffrendo
come ha sofferto lui, affinche` questa passione, cosi` compita in se
stessa, si compia anche nei suoi membri nel corso del tempo e dello
spazio: "Adimpleo ea quae desunt passionum Christi in carne mea pro
corpore eius quod est Ecclesia 149-3". Come si vede, non v'e`
nulla di piu` fecondo di questa dottrina sul corpo mistico di Gesu`.

CONCLUSIONE: DEVOZIONE AL VERBO INCARNATO 150-1.

150. Da tutto il fin qui detto sulla parte di Gesu` nella vita
spirituale risulta che, per coltivare questa vita, dobbiamo vivere in
unione intima, affettuosa, abituale con lui, o, in altri termini,
praticare la devozione al Verbo Incarnato: "Qui manet in me et ego in
eo, hic fert fructum multum; Chi resta in me ed io in lui, produce
frutti abbondanti 150-2." E` quello che c'inculca la Chiesa,
ricordandoci verso la fine del Canone della Messa, che per Lui noi
riceviamo tutti i beni spirituali, per Lui siamo santificati,
vivificati e benedetti, per Lui, con Lui e in Lui dobbiamo rendere
ogni onore e ogni gloria a Dio Padre onnipotente, nell'unita` dello
Spirito Santo 150-3. Ecco un intiero programma di vita
spirituale: avendo ricevuto tutto da Dio per mezzo di Cristo, per Lui
dobbiamo pure glorificar Dio, per Lui dobbiamo chiedere nuove grazie,
con Lui e in Lui dobbiamo fare tutte le nostre azioni.

151. 1^ Essendo Gesu` il perfetto adoratore del Padre, o, come dice
l'Olier, il religioso di Dio, il solo che gli possa offrire omaggi
infiniti, e` evidente che per rendere i nostri ossequi alla
SS. Trinita`, non possiamo far di meglio che unirci intimamente a lui
ogni volta che vogliamo compiere i nostri doveri di religione. Il che
e` tanto piu` facile in quanto che, essendo Gesu` il capo d'un corpo
mistico di cui noi siamo le membra, adora il Padre non solo in nome
suo ma anche in nome di tutti coloro che gli sono incorporati, e mette
a nostra disposizione gli omaggi che rende a Dio, permettendoci di
appropriarceli per offrirli alla SS. Trinita`.

152. 2^ Con Lui e per Lui noi possiamo pure chiedere con la massima
efficacia nuove grazie; perche` Gesu`, Sommo Sacerdote, prega
incessantemente per noi, "semper vivens ad interpellandum pro
nobis" 152-1. Anche quando abbiamo la disgrazia d'offendere Dio,
egli perora la nostra causa, con tanto maggior eloquenza in quanto
offre nello stesso tempo il sangue versato per noi: "Si quis
peccaverit, advocatum habemus apud Patrem Jesum Christum iustum, et
ipse est propitiatio pro peccatis nostris" 152-2. Inoltre da` alle
nostre preghiere tal valore che, se noi preghiamo in suo nome, cioe`
appoggiandoci sugli infiniti suoi meriti, siamo sempre sicuri d'essere
esauditi: "Amen, amen, dico vobis, si quid petieritis Patrem in nomine
meo, dabit vobis" 152-3. Infatti il valore dei suoi meriti viene
comunicato ai suoi membri, e Dio non puo` rifiutar nulla a suo Figlio:
"exauditus est pro sua reverentia" 152-4.

153. Bisogna in ultimo fare tutte le nostre azioni in unione con
Lui, avendo abitualmente, secondo una bella espressione
dell'Olier, 153-1 Gesu` davanti agli occhi, nel cuore e nelle
mani: davanti agli occhi, vale a dire considerandolo come modello che
dobbiamo imitare e chiedendoci, come S. Vincenzo De Paoli: Che cosa
farebbe Gesu` se fosse al mio posto? Nel cuore, attirando in noi le sue
interne disposizioni, la sua purita` d'intenzione, il suo fervore, per
fare le nostre azioni secondo il suo spirito; nelle mani, eseguendo
con generosita`, energia e costanza le buone ispirazioni che ci
suggerisce.

Allora le nostra vita sara` trasformata e noi vivremo della vita di
Cristo: "Vivo autem, iam non ego, vivit vero in me Christus: vivo, non
piu` io, ma vive in me Cristo" 153-2.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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