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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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15/10/2013 12:35
 
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A) Esistenza e natura.

119. La vita soprannaturale inserita nell'anima nostra per mezzo
della grazia abituale richiede, per operare e svilupparsi, delle
facolta` di ordine soprannaturale, che la liberalita` divina
generosamente ci concede sotto nome di virtu` infuse e di doni dello
Spirito Santo: "L'uomo giusto, dice Leone XIII, che vive della vita
della grazia e che opera per mezzo delle virtu`, che tengono in lui il
posto di facolta`, ha pure bisogno dei doni dello Spirito Santo: Homini
iusto, vitam scilicet viventi divinae gratiae et per congruas virtutes
tamquam facultates agenti, opus plane est septenis illis quae proprie
dicuntur Spiritus Sancti donis 119-1". Conviene infatti che le
nostre facolta` naturali, le quali da se` stesse non possono produrre
che atti del medesimo ordine, siano perfezionate e divinizzate da
abiti infusi, che le elevino e le aiutino ad operare
soprannaturalmente. E Dio, infinitamente liberale qual e`, ce ne da di
due specie: le virtu`, che, sotto la direzione della prudenza, ci
abilitano a operare soprannaturalmente col concorso della grazia
attuale; e i doni che ci rendono cosi` docili all'azione dello Spirito
Santo che, guidati da una specie di divino istinto, siamo, per cosi`
dire, mossi e diretti da questo divino Spirito. Bisogna pero` notare
che questi doni, i quali ci sono conferiti colle virtu` e colla grazia
abituale, non vengono esercitati con frequenza ed intensita` se non
dalle anime mortificate che, con una lunga pratica delle virtu` morali
e teologali, acquistarono quella soprannaturale pieghevolezza, onde
rendonsi intieramente docili alle ispirazioni dello Spirito Santo.

120. La differenza essenziale tra le virtu` e i doni deriva dunque
dal loro diverso modo di operare in noi; nella pratica delle virtu`, la
grazia ci lascia attivi, sotto l'influsso della prudenza; nell'uso dei
doni, raggiunto che abbiano il loro pieno sviluppo, richiede da noi
piu` docilita` che attivita`, come esporremo meglio trattando della via
unitiva. Intanto un paragone ci aiutera` a capire: quando una madre
insegna a camminare al figlio, ora si contenta di guidarne i passi
impedendogli di cadere, ora lo prende tra le braccia per fargli
superare un ostacolo o per farlo riposare; nel primo caso si ha la
grazia cooperante delle virtu`, nel secondo si ha la grazia operante
dei doni.

Ma da cio` risulta che, normalmente, gli atti compiti sotto l'influsso
dei doni sono piu` perfetti di quelli che si compiono solamente sotto
l'influsso delle virtu`, appunto perche` l'azione dello Spirito Santo
nel primo caso e` piu` attiva e piu` feconda.

B) Delle virtu` infuse.

121. E` certo, secondo la dottrina del Concilio di Trento, che nel
momento stesso della giustificazione riceviamo le virtu` infuse della
fede, della speranza e della carita` 121-1. Ed e` dottrina comune,
confermata dal Catechismo del Concilio di Trento 121-2, che anche
le virtu` morali della prudenza, della giustizia, della fortezza e
della temperanza ci sono comunicate nello stesso momento. Non
dimentichiamo pero` che queste virtu` ci danno, non la facilita`, ma il
potere soprannaturale prossimo di fare atti soprannaturali; saranno
necessari ripetuti atti per aggiungervi quella facilita` che viene
dall'abitudine acquisita.

Vediamo come queste virtu` rendono soprannaturali le nostra facolta`.

a) Le une sono teologali, perche` hanno Dio per oggetto materiale e
qualche attributo divino per oggetto formale. La fede ci unisce a Dio,
suprema verita`, e ci aiuta a veder tutto e a tutto giudicare alla
divina sua luce. La speranza ci unisce a Colui che e` la sorgente della
nostra felicita`, sempre pronto a versare su noi le sue grazie per
compiere la nostra trasformazione ed aiutarci col suo potente soccorso
a fare atti di confidenza assoluta e di filiale abbandono. La carita`
ci eleva a Dio sommamente buono in se stesso; e, sotto il suo
influsso, noi ci compiacciamo delle infinite perfezioni di Dio piu` che
se fossero nostre, desideriamo che siano conosciute e glorificate,
stringiamo con Lui una santa amicizia, una dolce familiarita` e cosi`
diventiamo ognor piu` a lui somiglianti. Queste tre virtu` teologali ci
uniscono dunque direttamente a Dio.

122. b) Le virtu` morali, che hanno per oggetto un bene onesto
distinto da Dio e per motivo l'onesta` stessa di quest'oggetto,
favoriscono e perpetuano questa unione con Dio, regolando le nostre
azioni in modo che, non ostante gli ostacoli che si trovano dentro e
fuori di noi, tendano continuamente verso Dio. Cosi` la prudenza ci fa
scegliere i mezzi migliori per tendere al nostro fine soprannaturale.
La giustizia, facendoci rendere al prossimo cio` che gli e` dovuto,
santifica le nostre relazioni coi nostri fratelli in modo da
avvicinarci a Dio. La fortezza arma l'anima nostra contro la prova e
la lotta, ci fa sopportare con pazienza i patimenti e intraprendere
con santa audacia le piu` rudi fatiche per procurare la gloria di Dio.
E, poiche` il piacere colpevole ce ne distoglierebbe, la temperanza
modera il nostro ardore pel piacere e lo subordina alla legge del
dovere. Tutte queste virtu` hanno dunque per ufficio di allontanare gli
ostacoli e anche di somministrarci mezzi positivi per andare a
Dio 122-1.

C) Dei doni dello Spirito Santo.

123. Senza descriverli in particolare (cosa che faremo piu` tardi) ci
basti qui dimostrarne la corrispondenza colle virtu`.

I doni, senza essere piu` perfetti delle virtu` teologali e specialmente
della carita`, ne perfezionano l'esercizio. Cosi` il dono
dell'intelletto ci fa penetrare piu` addentro nelle verita` della fede
per scoprirne i reconditi tesori e le arcane armonie; quello della
scienza ci fa considerare le cose create nelle loro relazioni con Dio.
Il dono del timore fortifica la speranza, staccandoci dai falsi beni
di quaggiu`, che potrebbero trascinarci al peccato e ci accresce quindi
il desiderio dei beni celesti. Il dono della sapienza, facendoci
gustare le cose divine, aumenta il nostro amore per Dio. La prudenza e`
grandemente perfezionata dal dono del consiglio, che ci fa conoscere,
nei casi particolari e difficili, cio` che e` o non e` espediente di
fare. Il dono della pieta` perfeziona la virtu` della religione, che si
connette colla giustizia, facendoci vedere in Dio un padre che siamo
lieti di glorificare per amore. -- Il dono della fortezza compie la
virtu` dello stesso nome, eccitandoci a praticare cio` che vi e` di piu`
eroico nella paziente costanza e nell'operare il bene. Infine il dono
del timore, oltre che facilita la speranza, perfeziona pure in noi la
temperanza, facendoci temere i castighi e i mali che risultano
dall'amore illecito dei piaceri.

Tal e` il modo con cui armoniosamente si sviluppano nell'anima le virtu`
e i doni, sotto l'influsso della grazia attuale, di cui ci resta ora a
dire una parola.

3^ DELLA GRAZIA ATTUALE 124-1.

Come nell'ordine di natura abbiamo bisogno del concorso di Dio per
passare dalla potenza all'atto, cosi` nell'ordine soprannaturale non
possiamo porre in atto le nostre facolta` senza il soccorso della
grazia attuale.

124. Ne esporremo:
* 1^ la nozione;
* 2^ il modo di operare;
* 3^ la necessita`.

A) La nozione. La grazia attuale e` un aiuto soprannaturale e
transitorio che Dio ci da` per illuminare la nostra intelligenza e
fortificare la nostra volonta` nella produzione degli atti
soprannaturali.

a) Opera quindi direttamente sulle nostre facolta` spirituali,
l'intelligenza e la volonta`, non piu` soltanto per elevarle all'ordine
soprannaturale, ma per metterle in moto e far loro produrre atti
soprannaturali. Diamone un esempio: prima della giustificazione o
dell'infusione della grazia abituale, ci illumina sulla malizia e sui
terribili effetti del peccato per farcelo detestare. Dopo la
giustificazione, ci mostra, alla luce della fede, l'infinita bellezza
di Dio e la misericordiosa sua bonta` per farcela amare con tutto il
cuore.

b) Accanto pero` a queste grazie interne, ve ne sono altre che si
chiamano esterne, le quali, operando direttamente sui nostri sensi e
sulle nostre facolta` sensitive, indirettamente influiscono sulle
nostre facolta` spirituali, tanto piu` che sono spesso accompagnate
anche da veri aiuti interni. Cosi` la lettura della Sacra Bibbia o d'un
libro cristiano, l'ascoltazione d'una predica, d'un pezzo di musica
religiosa, d'una buona conversazione, sono grazie esterne: di per se`
non fortificano la volonta`, ma producono in noi delle impressioni
favorevoli che scuotono l'intelletto e la volonta` e li inclinano verso
il bene soprannaturale. Dio, del resto, vi aggiungera` spesso dei
movimenti interni che, illuminando l'intelletto e fortificando la
volonta`, ci aiuteranno potentemente a convertirci o a divenir
migliori. E` quanto possiamo dedurre dalle parole del libro degli Atti,
che ci mostrano lo Spirito Santo che apre il cuore d'una donna
chiamata Lidia, per renderla attenta alla predicazione di
S. Paolo 124-2. Dio poi, il quale sa che noi ci eleviamo dal
sensibile allo spirituale, s'adatta alla nostra debolezza e si serve
delle cose visibili per portarci alla virtu`.

125. B) Suo modo di operare. a) La grazia attuale influisce su di
noi in modo morale e fisico nello stesso tempo: in modo morale, con le
persuasioni e le attrattive, come una madre che, per aiutare il
bambino a camminare, dolcemente lo chiama e lo invita a se`
promettendogli una ricompensa; in modo fisico 125-1, aggiungendo
nuove forze alle nostre facolta`, troppo deboli per operare da sole,
come fa una madre che prende per le braccia il suo bambino e l'aiuta,
non solo con la voce ma anche col gesto, a fare qualche passo innanzi.
Tutte le Scuole ammettono che la grazia operante opera fisicamente,
producendo nell'anima nostra dei movimenti indeliberati; quando pero`
si tratta della grazia cooperante, vi e` tra le diverse scuole
Teologiche qualche disparere, che del resto per la pratica non ha
grande importanza: non entriamo in queste discussioni, perche` non
vogliamo fondare la nostra spiritualita` su questioni controverse.

b) Sotto un altro aspetto, la grazia previene il nostro libero
consenso o l'accompagna nel compimento dell'atto. Cosi` mi nasce, per
esempio, il pensiero di fare un atto d'amor di Dio senza che io abbia
fatto nulla per suscitarlo: e` una grazi preveniente, e` un buon
pensiero che Dio mi da`; se io l'accolgo bene e mi studio di produrre
quest'atto d'amore, io lo faccio con l'aiuto della grazia adiuvante o
concomitante. -- Pari a questa distinzione e` quella della grazia
operante, per mezzo della quale Dio opera in noi senza di noi, e della
grazia cooperante, per mezzo della quale Dio opera in noi e con noi,
cioe` colla nostra libera collaborazione.

126. C) Sua necessita`. 126-1 Il principio generale e` che la
grazia attuale e` necessaria per ogni atto soprannaturale, perche` vi
dev'essere proporzione tra l'effetto e il suo principio.

a) Cosi`, quando si tratta della conversione, vale a dire del passaggio
dal peccato mortale allo stato di grazia, abbiamo bisogno d'una grazia
soprannaturale per fare gli atti preparatorii di fede, di speranza, di
penitenza e d'amore; e anche per l'inizio della fede, cioe` per quel
pio desiderio di credere che ne e` il primo passo. b) Ed e` pure per la
grazia attuale che perseveriamo nel bene nel corso della nostra vota
sino all'ora della morte. Per questo infatti: 1) si deve resistere
alle tentazioni che assalgono anche le anime giuste e che sono
talvolta cosi` insistenti e ostinate che non possiamo resistervi senza
l'aiuto di Dio. Ecco perche` Nostro Signore raccomanda agli apostoli,
anche dopo l'ultima Cena, di vigilare e pregare, vale a dire di
appoggiarsi non sui propri sforzi soltanto ma sulla grazia per non
soccombere alla tentazione^126-2. 2) Si devono inoltre adempiere
tutti i propri doveri, e lo sforzo energico, costante, richiesto da
questo adempimento non puo` farsi senza l'aiuto della grazia: solo
colui che incomincio` in noi l'opera della perfezione, puo` condurla a
buon fine 126-3; solo l'autore della nostra vocazione all'eterna
salute ha diritto di darvi l'ultima mano 126-4.

127. E cio` e` specialmente vero per la perseveranza finale che e` dono
speciale e grande dono 127-1: morire nello stato di grazia, non
ostante tutte le tentazioni che vengono ad assalirci in quell'ultimo
momento, o sfuggire a queste lotte con una morte dolce o repentina che
ci addormenti nel Signore, e`, a detta dei Concilii, la grazia delle
grazie che non si potra` mai chiedere abbastanza, che non si puo`
strettamente meritare, ma che si puo` ottenere con la preghiera e con
la fedele cooperazione alla grazia, suppliciter emereri
potest 127-2. c) E quando si vuole non solo perseverare, ma
crescere ogni giorno piu` in santita`, schivare i peccati veniali
deliberati e diminuire il numero delle colpe di fragilita`, non si
dovra` pure far assegnamento sui divini favori? Pretendere che si possa
stare a lungo senza commettere qualche peccato che ritardi il nostro
avanzamento spirituale, e` un andare contro l'esperienza delle anime
migliori che si rimproverano cosi` amaramente le loro debolezze, e` un
contradire S. Giovanni, che dichiara illusi quelli che pensano di non
commettere peccati: "Si dixerimus quoniam peccatum non habemus, ipsi
nos seducimus, et veritas non est in nobis" 127-3; e` un contradire
il Concilio di Trento, il quale condanna chi dicesse che l'uomo
giustificato puo`, senza uno speciale privilegio divino 127-4,
evitare in tutta la vita i peccati veniali.

128. La grazia attuale ci e` dunque necessaria anche dopo la
giustificazione; ed ecco perche` la S. Scrittura insiste tanto sulla
necessita` della preghiera, con cui quella si ottiene dalla
misericordia divina, come spiegheremo piu` tardi. Possiamo pure
ottenerla con atti meritori o, in altre parole, con la libera
cooperazione alla grazia; perche` quanto piu` siamo fedeli ad
approfittarci delle grazie attuali che ci vengono largite, tanto piu`
Dio si sente inclinato a concedercene delle nuove.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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