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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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15/10/2013 12:26
 
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IV. DIFFERENZA FRA L'ASCETICA E LA MISTICA.

Quello che abbiamo detto s'applica tanto all'una quanto all'altra.

10. A) Per distingerle, si puo` definire la teologia ascetica quella
parte della scienza spirituale che ha per oggetto proprio la teoria e
la pratica della perfezione cristiana, a partire dai suoi principii
sino alla soglia della contemplazione infusa. Noi facciamo cominciare
la perfezione col desiderio sincero di progredire nella vita
spirituale, e l'ascetica conduce l'anima, per le vie purgativa e
illuminativa, sino alla contemplazione acquisita.

11. B) La mistica e` quella parte della scienza spirituale che ha per
oggetto proprio la teoria e la pratica della vita contemplativa, a
partire dalla prima notte dei sensi e dalla quiete fino al matrimonio
spirituale.

a) Evitiamo quindi, nella nostra definizione, di fare dell'Ascetica lo
studio delle vie ordinarie della perfezione, e della Mistica lo studio
delle vie straordinarie; oggi infatti si riserva questa parola di
straordinario piuttosto a una categoria speciale di fenomeni mistici,
a quelli che sono grazie date gratuitamente e che vengono ad
aggiungersi alla contemplazione, come le estasi e le rivelazioni.

b) La contemplazione e` uno sguardo semplice ed affettuoso di Dio e
delle cose divine: si dice acquisita quando e` frutto della nostra
attivita` aiutata dalla grazia; infusa quando, oltrepassando questa
attivita`, e` operata da Dio col nostro consenso (n. 1299).

c) Di proposito riuniamo in un unico volume la teologia ascetica e la
mistica. 1) Tra l'una e l'altra vi sono certamente differenze
profonde, che a suo tempo additeremo accuratamente; ma vi e` pure tra i
due stati, l'ascetico e il mistico, una certa continuita`, la quale fa
si` che l'uno sia una specie di preparazione all'altro, e che Dio si
giovi, quando lo giudica conveniente, delle disposizioni generose
dell'asceta per elevarlo agli stati mistici. 2) In ogni caso, lo
studio della mistica getta molta luce sull'ascetica e viceversa;
perche` le vie di Dio sono piene di armonia e l'azione cosi` potente
ch'egli esercita sulle anime mistiche, fa meglio cogliere, col rilievo
con cui si mostra, la sua azione meno forte sui principianti; cosi` le
prove passive descritte da S. Giovanni della Croce fanno meglio
intendere le aridita` ordinarie che si provano negli stati inferiori, e
parimenti si intendono meglio le vie mistiche quando si vede a quale
docilita`, a quale pieghevolezza arriva un'anima che per lunghi anni si
e` esercitata nelle rudi fatiche dell'ascesi. Queste due parti d'una
medesima scienza s'illuminano dunque vicendevolmente e ci guadagnano a
non essere separate.

sez. II. Le fonti della Teologia ascetica e mistica.

12. Essendo la scienza spirituale un ramo della Teologia, e` evidente
che le loro fonti sono le stesse: anzitutto le fonti che contengono o
spiegano il dato rivelato, la Scrittura e la Tradizione; poi le fonti
secondarie, ossia tutte le conoscenze che ci vengono della ragione
illuminata dalla fede e dall'esperienza. Non ci rimane dunque qui se
non indicare l'uso che se ne puo` fare nella Teologia ascetica.

I. DELLA SACRA SCRITTURA.

Non vi troviamo certamente una sintesi della dottrina spirituale, ma
ricchi documenti sparsi qua e la` nel Vecchio come nel Nuovo
Testamento, sotto forma di dottrine, di precetti, di consigli, di
preghiere e d'esempi.

13. 1^ Dottrine speculative su Dio, sulla sua natura, sui suoi
attributi, sulla sua immensita` che penetra tutto, sulla infinita sua
sapienza, sulla sua bonta`, sulla sua giustizia, sulla sua
misericordia, sulla provvidenziale sua azione che si esercita su tutte
le creature, ma specialmente sugli uomini per salvarli; sulla sua vita
intima, sulla generazione misteriosa dell'Eterna Sapienza o del Verbo,
sulla processione dello Spirito Santo, vincolo naturale tra il Padre e
il Figlio; sulle sue opere; in particolare su cio` che fece per l'uomo,
per comunicargli una partecipazione della sua vita divina, per
restaurarla dopo la caduta per mezzo dell'Incarnazione del Verbo e
della Redenzione, per santificarla con i sacramenti e per preparargli
in cielo le eterne delizie della visione beatifica e dell'amor puro. E`
evidente che questo insegnamento cosi` nobile e cosi` elevato e` un
potente stimolo per aumentare in noi l'amor di Dio e il desiderio
della perfezione.

14. 2^ Un insegnamento morale composto di precetti e di consigli: il
Decalogo, che si compendia tutto nell'amor di Dio e nell'amor del
prossimo e quindi nel culto divino e nel rispetto dei diritti altrui;
il cosi` nobile insegnamento dei Profeti, che, ricordando continuamente
la bonta`, la giustizia e l'amor di Dio pel suo popolo, lo allontana
dal peccato e specialmente dalle pratiche idolatriche, gli inculca il
rispetto e l'amor di Dio, la giustizia, l'equita`, la bonta` verso
tutti, ma specialmente verso i deboli e gli oppressi; i saggi consigli
del libri sapienziali, che gia` contengono un'intiera esposizione delle
virtu` cristiane; sopra tutto poi l'ammirabile dottrina di Gesu`, la
sintesi ascetica condensata nel discorso del Monte; e la dottrina piu`
alta ancora che troviamo nei discorsi riferiti da S. Giovanni e che
egli commenta nelle sue Epistole; la teologia spirituale di S. Paolo,
cosi` ricca di idee dommatiche e d'applicazioni pratiche. Il pallido
compendio che tosto ne daremo ci mostrera` che il Nuovo Testamento e`
gia` un codice di perfezione.

15. 3^ Preghiere per nutrire la nostra pieta` e la nostra vita
interiore. Ve ne sono forse delle piu` belle di quelle che troviamo nei
Salmi e che la Chiesa giudico` cosi` atte a glorificar Dio e a
santificarci, che le trasporto` nella sua liturgia, nel Messale e nel
Breviario? Altre pur ve ne sono che si trovano sparse qua e la` nei
libri storici o sapienziali; e c'e` soprattutto il Pater, la preghiera
piu` bella, piu` semplice, piu` compita nella sua brevita`, che si possa
trovare; e poi la preghiera sacerdotale di N. Signore, senza parlare
delle dossologie che si trovano gia` nelle Epistole di S. Paolo e
nell'Apocalisse.

16. 4^ Esempi che ci conducono alla pratica della virtu`. a) Il
Vecchio Testamento ci fa sfilare dinanzi una serie di patriarchi, di
profeti e d'altri personaggi illustri, che non sono stati certo senza
debolezze, ma le cui virtu` furono celebrate da S. Paolo 16-1 e
ampiamente descritte dai Padri, che li propongono alla nostra
imitazione. Chi infatti non ammira la pieta` di Abele e di Enoch, la
soda virtu` di Noe` che pratica il bene in mezzo ad una generazione
corrotta, la fede e la confidenza d'Abramo, la castita` e la prudenza
di Giuseppe, il coraggio, la saviezza, la costanza di Mose`,
l'intrepidezza, la pieta`, la saggezza di Davide, la vita austera dei
Profeti, il valore dei Maccabei, e tanti altri esempi che sarebbe
troppo lungo il ricordare? b) Nel Nuovo Testamento, ecco innanzi tutto
Gesu` che ci appare come il tipo ideale della santita`, e poi Maria e
Giuseppe, suoi fedeli imitatori, poi gli apostoli che, prima
imperfetti, si consacrano poi corpo e anima alla predicazione del
Vangelo e alla pratica delle virtu` cristiane ed apostoliche, cosicche`
assai piu` eloquentemente con l'esempio che con le parole ci dicono
"Imitatores mei estote sicut et ego Christi". Se molti di questi santi
personaggi ebbero delle debolezze, il come le hanno poi riparate da`
anche maggior valore ai loro esempi, mostrandoci il modo di riparare
le proprie colpe con la penitenza.

Per dare un'idea dei tesori ascetici che si trovano nella Sacra
Scrittura, faremo nell'Appendice un compendio sintetico della
spiritualita` dei Sinottici, di S. Paolo e di S. Giovanni.
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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