00 12/10/2010 11:59
"Io non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede."

Secondo Paolo, il vangelo non può essere messo a confronto con altre religioni o visioni della vita e del mondo, anzi tutte queste le mette in discussione! Sì, perché il vangelo di cui Paolo non si vergogna è Cristo stesso: Cristo crocifisso e risorto.
È questa la potenza di Dio, che diventa salvezza per chi crede. Sì, poiché il ‘totalmente altrò, Dio che viveva in una luce inaccessibile, l'infinitamente Santo, il Creatore, si è rivelato in Gesù. La sua onnipotenza è onnipotenza per la salvezza. Credere, è vivere questa certezza. Ed è nella forza dello Spirito Santo che noi rispondiamo alla fedeltà di Dio che in Cristo Gesù ci libera dalla più grossa schiavitù: il peccato.
È così che, in forza della fede, vivendo di essa, diveniamo ‘giusti', cioè buoni, in armonia con Dio, con noi stessi, con tutti, con tutto: santi.
Fuori di questo vangelo vi è solo stoltezza: chi non crede che il Dio inaccessibile si è reso presente e prossimo in Gesù Cristo vaneggia nei suoi ragionamenti, dice Paolo, fino a scambiare "la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile…", fino a cambiare "la verità di Dio con la menzogna…" venerando e adorando la creatura al posto del Creatore. Quanto è vera oggi questa realtà! Quanto corriamo il rischio di assuefarci a questa tendenza socioculturale del superman, della moda atea e gnostica.

Oggi nel rientro al cuore, cerco un posticino tranquillo e silenzioso, scendo dalla mente al cuore e mi situo davanti a Dio: egli è il Creatore io la creatura, la sua onnipotenza è onnipotenza d'amore!
Gloria a te, Signore, per la potenza del tuo vangelo.