Preghiera e pensiero di oggi

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ulisseitaca
00sabato 11 gennaio 2014 10:24

Il Signore regna: esulti la terra

11.01.2014



Ct 4,7-15.16e-f; Sal 44; Ef 5,21-27; Mt 5,31-32



Cristo sposo della Chiesa, ha dato se stesso per lei. (Ef 5)



Continua il tema dell'unione sponsale, dell'amore assoluto di Dio per la Chiesa e per ogni creatura: il suo è un amore che non viene mai meno.

Così anche uomini e donne devono cercare di fondare e costruire la loro unione di sposi sul modello di Cristo, perchè l'amore coniugale cristiano imita e testimonia il mistero dell'amore e della comunione che sono in atto nella storia della salvezza dove Gesù è unito come sposo alla chiesa.

Prendere a modello l'amore di Cristo vuole dire porsi alla sua sequela, nell'impegno di donarsi all'altro/a fino a dare la vita per il bene e la salvezza altrui.



Preghiamo col Salmo

Tu sei la più bella tra le donne.

Il re è invaghito della tua bellezza.

E' lui il tuo signore: rendigli omaggio.
ulisseitaca
00domenica 12 gennaio 2014 08:21

Della gloria di Dio risplende l'universo

Battesimo del Signore - festa

12.01.2014



Is 55,4-7; Sal 28; Ef 2,13-22; Mc 3,13-17



L'ho costituito testimone fra i popoli, sovrano sulle nazioni; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano. (Is 55)



L’evangelista Marco racconta il battesimo di Gesù con la sua abituale sobrietà. Non ha parlato (e non parlerà) della nascita di Gesù, e nemmeno della sua infanzia. Per lui, tutto ha inizio col battesimo di Gesù. I pochi versetti dedicati alla missione di Giovanni richiamano e riassumono in breve la lunga attesa, da parte dell’umanità, della venuta del Salvatore.

La missione del Salvatore comincia con il far passare in secondo piano il precursore, il quale, potendo proporre soltanto un battesimo d’acqua, lascia il posto a colui che battezzerà nello Spirito Santo. Comincia una nuova era, una creazione assolutamente nuova. Il Creatore prende il posto della creatura.

Il Salvatore scende nel Giordano come un peccatore, il giudice di questo mondo fa la parte di un nuovo Adamo.



Preghiamo col Salmo



La voce del Signore è sopra le acque,

il Signore sulle grandi acque.

La voce del Signore è forza,

la voce del Signore è potenza.

ulisseitaca
00lunedì 13 gennaio 2014 07:37

Della gloria di Dio risplende l'universo

13.01.2014



Sir 24,1-2.13-22; Sal 135; Mc 1,1-8

La voce di Giovanni risuona e ammonisce a disporre il cuore per la venuta del Signore. (Mc 1)


Giovanni, il precursore, ci indica la strada, ci prepara la strada, per l'incontro con il Signore. Riascoltando le parole di Giovanni ripensiamo alla nostra fedeltà al battesimo, alla nostra costanza nella testimonianza del vangelo. Ma anche alla nostra disponibilità ad accogliere i doni del Signore. Il Siracide ci dice infatti che ogni sapienza viene dal Signore, i suoi fiori danno frutti di gloria e ricchezza ed è donata a chi la cerca. Chi si accosta alla sapienza di Dio non esaurisce la sua sete e fame di verità, ma continuamente l'alimenta arricchendola. Chi accoglie la parola e la seguirà non avrà di che vegognarsi e compierà opere di giustizia.


Preghiamo col Salmo

Lui solo ha compiuto meraviglie,
perchè il suo amore è per sempre.
Ha creato i cieli con sapienza,
perchè il suo amore è per sempre.
Ha disteso la terra sulle acque,
perchè il suo amore è per sempre.
ulisseitaca
00martedì 14 gennaio 2014 11:11

Della gloria di Dio risplende l'universo

14.01.2014

Sir 42,22-25; 43, 26b-32; Sal 32; Mc 1,14-20


Per le parole del Signore sussistono le sue opere. (Sir 42)


"Egli è il tutto": è l'essenza di Dio e tutte le sue opere sono amabili, frutto e manifestazione di amore disinteressato; ogni attributo dell'amore è esaltato nel rapporto con Dio e da lui ne riceve ulteriore forza. Noi delle sue opere possiamo contemplarne solo un piccola parte durante la nostra vita terrena, e la condizione per vivere è l'invito di Gesù che chiama a sè i suoi discepoli.
Chi pensa di stabilire da sè il proprio cammino non vive nell'amore, vive nella solitudine, anche se nel decidere autonomamente ci può essere una certa gioia. Chi segue Gesù invece è sempre con lui, con il suo fratello e Signore, ed è in una gioia immensa. "Seguitemi".
Di fronte ad ogni gioia e ad ogni tristezza chiediamoci: "Chi sto seguendo adesso?", così vedremo dove sono le vere gioie e non ci lasceremo ingannare da gioie false. Se seguo il Signore sono nella strada della vera gioia; se seguo il Signore anche le mie pene sono feconde.


Preghiamo col Salmo

L'anima nostra attende il Signore:
egli è il nostro aiuto e il nostro scudo.
E' in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.

ulisseitaca
00mercoledì 15 gennaio 2014 06:57

Della gloria di Dio risplende l'universo

15.01.2014

Sir 43,9-18; Sal 103; Mc 1,21-34


Osserva l'arcobaleno e benedici colui che lo ha fatto! (Sir 43)


Il Siracide ci dice che tutto il creato e tutta la storia sono opera di Dio e ci guida ad esplorare le meraviglie dell'universo, dagli astri nel cielo alle nubi che percorrono i cieli, dal rumore del tuono e il turbine dei venti, alla delicatezza della neve che cade: tutto diffonde la gloria del creatore.
Marco mette in evidenza due tratti importanti del ministero di Gesù. Il primo è che "insegnava come uno che ha autorità, e non come gli Scribi", non come i rabbini, che sempre si appellano all'autorità delle Scritture, oppure a quella di un antico maestro, o della tradizione. Gesù parlava con autorità: è il Figlio di Dio e può parlare come un maestro che sopra di sé non ha nessun altro maestro. L'altra cosa che colpisce la gente è che davanti a Gesù i demoni, gli spiriti maligni si sentono in pericolo perciò si sforzano di combatterlo e si smascherano: "Un uomo posseduto da uno spirito immondo si mise a gridare: "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci".
Gesù non possiede soltanto l'autorità di un maestro che insegna una dottrina, ma ha potere sopra gli spiriti maligni e la gente è sbigottita: "Che è mai questo?". Eppure Gesù risana, risolleva, opera il bene.



Preghiamo col Salmo

Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
ulisseitaca
00giovedì 16 gennaio 2014 10:41

Della gloria di Dio risplende l'universo

16.01.2014

Sir 44,1.15-18; Sal 111; Mc 1,35-45


Beato l'uomo che teme il Signore. (Sal 111)


Nella lettura del libro del Siracide troviamo l'elogio dei nostri padri, di quegli uomini saggi ed onesti di cui i popoli mantengono la memoria, che hanno lasciato un segno nella storia, e furono artefici del disegno di alleanza di Dio con l'umanità: le loro opere giuste non sono dimenticate, la loro discendenza è una preziosa eredità.
Beato è dunque chi teme il Signore e a Lui chiede la salvezza, come il lebbroso che Gesù risana lungo la via esaudendo la sua domanda fiduciosa. Gesù si manifesta come l'inviato da Dio a cercare, incontrare e sanare le sofferenze umane, predicando la grande notizia di un Dio che è amore e scacciando il demone del male.


Preghiamo col Salmo

Beato l'uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta
ulisseitaca
00venerdì 17 gennaio 2014 09:08

Della gloria di Dio risplende l'universo

17.01.2014

Sir 44,1.19a.22-23; Sal 104; Mc 2,13-14.23-28


Abramo fu grande padre di una moltitudine di nazioni. (Sir 44)


L'importanza di rileggere la propria storia fino all'inizio dell'alleanza con Dio, riconoscendo i padri delle nostre generazioni. si scopre che Dio promise con giuramento di benedire le nazioni e di dare loro il possesso della terra. In tempi di oscurità e di depressione è ben importante ritrovare la forza della benedizione di Dio sulla storia umana.
Gesù insegna che la legge non può venire prima della carità. Così il rispetto del sabato insegna a guardare e riconoscere il primato dell'opera di Dio su ogni azione umana, ma è Dio il signore anche del sabato e il sabato non è un condizionamento o un impedimento al disegno della salvezza che viene prima di ogni altra cosa. Fondamentalismo ed osservanza rigida della religione non portano alla via dell'amore.




Preghiamo col Salmo

Dio si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell'alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

[Giornata nazionale per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei]
ulisseitaca
00sabato 18 gennaio 2014 21:25

Della gloria di Dio risplende l'universo

Cattedra di S. Pietro, apostolo - festa

18.01.2014



1Pt 1,1-7 (oppure 1Pt 5,1-4); Sal 17; Gal 1,15-19;2,1-2; Mt 16,13-19



L'amore deve sostenere gli anziani della Chiesa nel loro ministero. Essi non sono i padroni del gregge. Il gregge è di Dio, i pastori ne sono i servitori e custodi. (1Pt 5)



La liturgia di oggi è illuminata dal pensiero della paternità di Dio. E' dal Padre che viene ogni cosa buona, e in particolare è dal Padre che viene la vita soprannaturale, il cui inizio e fondamento è la fede in Gesù. E anche Gesù è docile al Padre. Non sceglie di sua iniziativa il primo fra gli Apostoli, ma aspetta che il Padre manifesti la sua scelta e soltanto dopo, quando il riconoscimento di Pietro indica la scelta del Padre, dice a Simone, a Pietro: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa". C'è dunque un riconoscimento reciproco, basato sull'iniziativa del Padre. Simone riconosce in Gesù il Figlio di Dio, Gesù riconosce in Simone la pietra fondamentale della sua Chiesa.

Dio si è di nuovo manifestato Padre per noi; già ci aveva dato la vita, ora ci ha nuovamente generati, "mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti". Il Padre si è di nuovo rivelato tale donandoci una vita al di là della morte, una vita, dunque, eterna. Questa generosità che il Padre ci ha dimostrato nel passato è evidentemente promessa di una altrettanto grande generosità per il futuro. Infatti Pietro continua: "Ci ha rigenerati per una speranza viva". Realmente tutte le difficoltà, le contrarietà, le tribolazioni della vita, che spesso occupano tutto il nostro orizzonte soffocandoci, Pietro le vede come qualcosa quasi trascurabile, un breve momento di afflizione fra due manifestazioni indescrivibili della bontà e generosità divine.



Tra il 18 e il 25 gennaio di ogni anno si svolge la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Le Chiese cristiane di Milano promuovono iniziative di preghiera e dibattiti per tenere vivo il dialogo ecumenico. Lo stesso avviene in moltissime parrocchie della diocesi. Sono giorni, questi, in cui ci si incontra per pregare l’unico Signore, ciascuno con la propria storia e la propria tradizione, ma tutti insieme uniti nella gioia di una ritrovata fraternità e comunione. Il tema di quest'anno è: «Cristo non può essere diviso! (1Cor 1,1-17)»



Preghiamo col Salmo



Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,

la tua destra mi ha sostenuto,

mi hai esaudito e mi hai fatto crescere.

Hai spianato la via ai miei passi,

i miei piedi non hanno vacillato.
ulisseitaca
00domenica 19 gennaio 2014 10:30

Noi crediamo, Signore, alla tua parola

19.01.2014



Nm 20,2.6-13; Sal 94; Rm 8,22-27; Gv 2,1-11



Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. (Rm 8,22)



L'apostolo Paolo riflette le nostre angosce, i dubbi e le insicurezze, come gemiti di chi ancora non è nella pienezza della propria vita, ma ancora attende che si perfezioni in sè il vero destino, essere figli di Dio.

Una realtà promessa, non un sogno o un'illusione, ma la redenzione piena e concreta di tutto noi stessi. E nel frattempo cosa accade? La continua vicinanza di Dio che ci sollecita a non perderci d'animo, a non ribellarci alla sua parola, perchè lui provvede a ciò che deve avvenire, e mantiene la sua alleanza.

Come l'acqua donata a Meriba agli israeliti che si erano scoraggiati o l'acqua tramutata in vino da Gesù a Cana perchè la gioia dei commensali non venisse meno.



Preghiamo col Salmo



Venite, cantiamo al Signore,

la roccia della nostra salvezza.

Accostiamoci a lui per rendergli grazie,

a lui acclamiamo con canti di gioia.

ulisseitaca
00lunedì 20 gennaio 2014 08:50

Noi crediamo, Signore, alla tua parola

20.01.2014



Sir 44,1.23g-45,1.6-13; Sal 98; Mc 3,7-12



"Allora egli disse ai suoi discepoli di tenegli pronta una barca, a causa della folla, perchè non lo schiacciassero". (Mc 3 )



Gesù guarisce gli infermi e la fama di quanto va operando tra i bisognosi lo precede: addirittura quando arrvia in un luogo già è atteso da molta gente. Ha paura di essere schiacciato. Curiosa questa immagine di Gesù che teme la pressione della folla e cerca una via di fuga andando in mezzo al lago coi discepoli. Gesù non vuole svelare la sua identità anzitempo, in qualche modo cerca il riserbo, predilige l'incontro personale, la relazione viva tra persone entro cui la sua opera può esprimersi al meglio, sanando le infermità. Forse anche la nostra testimonianza e la espressione della nostra fede verso il Cristo deve nutrirsi nel riserbo di una relazione personale, senza clamori nè eccessi di folla. Per non schiacciare o ostacolare l'intervento salvifico di Gesù.



Preghiamo col Salmo



Parlava loro da una colonna di nubi:

custodivano i suoi insegnamenti

e il precetto che aveva loro dato.

Signore, nostro Dio, tu li esaudivi.
ulisseitaca
00martedì 21 gennaio 2014 16:45

Noi crediamo, Signore, alla tua parola

21.01.2014



Sir 44,1;45,23-46; Sal 77; Mc 3,22-30



Diremo alla generazione futura le lodi del Signore. (Sal 77)



La fede passata dai padri ai figli, dai grandi profeti ai giovani d'oggi, perchè le virtù dei padri non scompaiano, è l'intento del Siracide che ci tramanda le figure degli uomini illustri che hanno servito il Signore e si sono mantenuti a lui fedeli.

Mentre l'evangelo di Marco ci porta alla più sottile ostilità al Cristo, alla bestemmia contro lo Spirito: consiste nel giudicare Cristo posseduto da spirito demoniaco anzichè dallo Spirito di Dio. E' una question molto seria perchè Gesù la affronta apertamente e contrasta la posizione di quegli scribi che lo dicevano 'posseduto da Beelzebul' affermando che uno non potrebbe andare contro la sua stessa natura e lui, Gesù, i demoni li combatte e li sconfigge. quindi non può essere risanato chi vuole a tutti i costi identificare Gesù con un demonio.



Preghiamo col Salmo



Il Signore li fece entrare nei confini del suo santuario,

questo monte che la sua destra si è acquistato.

Scelse la tribù di Giuda,

il monte Sion che egli ama.

Egli scelse Davide suo servo

e lo prese dagli ovili delle pecore.
ulisseitaca
00mercoledì 22 gennaio 2014 09:46

Noi crediamo, Signore, alla tua parola

22.01.2014

Sir 44,1;46,6e-10; Sal 105; Mc 3,31-35



Nei tempi della storia ci furono sempre personaggi coerenti e retti di cuore, fedeli ai comandi del Signore e giusti versi i fratelli: costituiscono fari luminosi per tutte le generazioni. (Sir 46)



Il legame con Cristo si stabilisce mediante il compimento della volontà di Dio: non conta la relazione diretta di parentela. Non ci sono privilegi, nè situazioni prestabilite che ci rendono figli, fratelli e sorelle di Gesù: vale l'ordine della grazia, della fede e della volontà di vivere in Cristo. Ciascuno sceglie di porsi alla sequela di Gesù, in obbedienza al Padre. Obbedire a Dio significa essere disponibili ad ascoltare la sua Parola, ad aderire al suo piano di salvezza, fidarsi pienamente di lui.



Preghiamo col Salmo



Ricordati di me, Signore, per amore del tuo popolo,

visitami con la tua salvezza,

perchè io veda il bene dei tuoi eletti,

gioisca della gioia del tuo popolo,

mi vanti della tua eredità.
ulisseitaca
00giovedì 23 gennaio 2014 09:48

Noi crediamo, Signore, alla tua parola

23.01.2014

Sir 44,1; 46,13a.19 - 47,1; Sal 4; Mc 4,1-20





Samuele, amato dal suo Signore,/ prima dell’ora del suo sonno eterno / attestò davanti al Signore e al suo unto:/ «Né denari né sandali/ ho preso da alcuno»,/ e nessuno poté contraddirlo. (Sir 46)



Il profeta Samuele può vantare di non aver preso nulla per il suo servizio al Signore, ma ogni sua parola e atto sono stati connotati da generosità e dedizione. E questa è l'eredità di un grande testimone.

Così è la piena dedizione di Gesù al disegno salvifico di Dio verso l'umanità. L'atto redentore di Cristo, morto sulla croce e risorto, ci libera dal peccato e ci apre l'accesso a Dio: ci libera dal peccato e ci dà una vita nuova. Grazie all'azione dello Spirito Santo noi diventiamo figli di Dio. Il seme della parabola è simbolo della Parola di Dio; i diversi terreni su cui cade il seme rappresentano le differenti disposizioni d'animo con cui accogliamo o meno la Parola. L'invito del vangelo è di essere attenti nell'ascolto, docili nella messa in pratica e impegnati a tradurre l'insegnamento in opere buone.



Preghiamo col Salmo



Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;

il Signore mi ascolta quando lo invoco.

Tremate e più non peccate,

nel silenzio, sul vostro letto,

esaminate il vostro cuore.
ulisseitaca
00venerdì 24 gennaio 2014 13:24

Noi crediamo, Signore, alla tua parola

24.01.2014

Sir 44,1;47,2.8-11; Sal 17; Mc 4,10b.21-23



Davide aveva invocato il Signore, l'Altissimo, che concesse alla sua destra la forza di eliminare un potente guerriero e innalzare la potenza del suo popolo. (Sir 47)



Gesù utilizza alcune sentenze per far comprendere come meglio accogliere la Parola: il suo vangelo deve essere annunziato e deve brillare e diffondere luce come una lampada. La pienezza della fede non è soltanto un atto con cui l'intelligenza aderisce a delle verità rivelate, ma è soprattutto un atto complesso che impegna tutto l'uomo di fronte alla manifestazione di Dio in Cristo Gesù. Forte della fedeltà di Dio alle sue promesse, il cristiano si impegna ed è perseverante nel seguire la volontà del Padre.



Preghiamo col Salmo



Viva il Signore e benedetta la mia roccia,

sia esaltato il Dio della mia salvezza.

Per questo, Signore, ti loderò tra le genti

e canterò inni al tuo nome.

ulisseitaca
00sabato 25 gennaio 2014 10:45

Noi crediamo, Signore, alla tua parola

25.01.2014

Conversione di S. Paolo, apostolo

At 9,1-18; oppure At 21,40; 22,3-16 ; Sal 116; 1Tim 1,12-17; Mt 19,27-29



La conversione di Paolo è la storia della grazia di Cristo, la quale trasforma un persecutore del vangelo in un apostolo appassionato del Signore risorto. (At 22)



San Paolo si preoccupava al massimo dell'unità del popolo di Dio. Fu proprio questo il motivo che lo spingeva a perseguitare i cristiani: egli non tollerava neppure il pensiero che degli uomini del suo popolo si staccassero dalla tradizione antica, lui che era stato educato, come egli stesso dice, alla esatta osservanza della Legge dei Padri ed era pieno di zelo per Dio. Ai Giudei che lo ascoltano dopo il suo arresto egli paragona appunto il suo zelo al loro: "... pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi".

E' dunque possibile essere pieni di zelo per Dio, ma in modo sbagliato. San Paolo stesso lo dice nella lettera ai Romani: "Essi hanno molto zelo, ma non è uno zelo secondo Dio", è uno zelo per Dio, ma concepito secondo gli uomini (cfr. Rm 10,2). Ora, mentre Paolo, pieno di zelo per Dio, usava tutti i mezzi e in particolare quelli violenti per mantenere l'unità del popolo di Dio, Dio lo ha completamente "convertito", rivolgendogli quelle parole che rivelano chiaramente quale sia la vera unità. "Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti".

Nelle tre narrazioni della conversione di Paolo molti dettagli cambiano: alcuni vengono aggiunti, altri scompaiono, ma queste parole si trovano sempre, perché sono veramente centrali. Paolo evidentemente non aveva coscienza di perseguitare Gesù, caricando di catene i cristiani, ma il Signore in questo momento gli rivela l'unità profonda esistente fra lui e i suoi discepoli: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". Forse proprio allora Paolo ebbe la prima rivelazione del corpo di Cristo, del quale ha parlato poi nelle sue lettere. Tutti siamo membra di Cristo per la fede in lui: in questo consiste la nostra unità. Gesù stesso fonda la sua Chiesa visibile.



Preghiamo col Salmo



Lodate il Signore popoli tutti,

voi tutte nazioni, dategli gloria.

Forte è il suo amore per noi

e la fedeltà del Signore dura in eterno.

ulisseitaca
00domenica 26 gennaio 2014 10:06

Benedetto il Signore, Dio d'Israele

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE - Festa

26.01.2014



Sir 7,27-30.32-36; Sal 127; Col 3,12-21; Lc 2,22-33



Rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri. (Col 3)



C'è un modo propriamente cristiano di condurre la vita familiare e anche sociale, che ha alla sua origine la carità. Quasto è il tratto che distingue il discepolo del Signore e comporta umiltà, pazienza, perdono e comprensione nei rappori con gli altri, a partire dalla famiglia. Il principio di riferimento è sempre Gesù Cristo perchè è da lui che scaturisce la ragione di novità della vita. Anche nella società di oggi sembra un annuncio controtendenza quello che ci porta il vangelo, come fu per i tempi di Gesù in cui apparve alquanto strano quanto si andava dicendo di quel piccolo bimbo che nulla aveva di diverso rispetto agli altri neonati. Bisogna avere la capacità di Simeone, uomo giusto e pio, di accogliere la profezia e vedere nel bimbo la salvezza promessa da Dio al mondo.



Preghiamo col Salmo



Ecco com'è benedetto chi teme il Signore.

Ti benedica il Signore da Sion.

Possa tu vedere il bene di Gerusalemme

per tutti i giorni della tua vita!
ulisseitaca
00martedì 28 gennaio 2014 18:41

Benedetto il Signore, Dio d'Israele

28.01.2014



Sir 44,1;48,15b-21; Sal 77; Mc 4,26-34



"Invocarono il Signore misericordioso, tendendo le mani verso di lui, e il Santo li ascoltò subito da cielo e li liberò per mezzo di Isaia". (Sir 48)



Le vicende della vita delle singole persone e dei popoli, sono da leggere entro il grande disegno di Dio che a tutti provvede e a tutti chiede fedeltà e giustizia.

Ma il regno di Dio ha una sua legge di crescita e di maturazione, non segue i tempi brevi della nostra aspettativa, talora si estende su archi di spazio temporale molto ampi e che noi non riusciamo a scorgere interamente. Gesù ci insegna questa pazienza e tenacia nell'attesa: il disegno del Padre progredisce nel silenzio e infallibilmente con una sua energia nascosta, come il seme nella terra che si trasforma e diventa pianta. Gesù ci insegna ad avere la pazienza dell'attesa e la forza della speranza: entrambe scaturiscono dalla parola di Dio che non muta e non tradisce. Insieme alla fiduca che la sua grazia ci sostiene anche nei momenti di incertezza o di oscurità.



Preghiamo col Salmo



Ricordarono che Dio è la loro roccia

e Dio, l'Altissimo, il loro redentore;

lo lusingavano con la loro bocca,

ma gli mentivano con la lingua:

il loro cuore non era costante verso di lui

e non erano fedeli alla sua alleanza.
ulisseitaca
00mercoledì 29 gennaio 2014 08:27

Benedetto il Signore, Dio d'Israele

29.01.2014



Sir 44,1;48,22-25; Sal 140; Mc 4,35-41



Cristo ha il potere misterioso di placare il vento e di sedare le onde del mare. (Mc 4)



I discepoli di fronte al pericolo imminente scuotono Gesù e lo accusano di non preoccuparsi della loro salvezza. Poi di fronte al miracolo sono quasi sconcertati, e Gesù li rimprovera perchè ancora non credono e non capiscono quale sia la missione del Signore. E' necessaria la fede per essere liberati dalla furia del vento e delle vicende storiche.

Il miracolo della tempesta sedata simboleggia la presenza di Cristo che continua a governare le sorti della Chiesa nelle ricorrenti difficoltà ed è pronto ad intervenire per rasserenare ogni anima nelle sue agitazioni quando rischia di affondare.



Preghiamo col Salmo



Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;

porgi l'orecchio alla mia voce quando t'invoco.

La mia preghiera stia davanti a te come incenso,

le mie mani alzate come sacrificio della sera
ulisseitaca
00giovedì 30 gennaio 2014 09:50

Benedetto il Signore, Dio d'Israele

30.01.2014



Sir 44,1;49,8-10; Sal 104; Mc 5,1-20



Gesù scaccia una legione di spiriti immondi. Essi non sono una fantasia, ma la triste e spaventosa realtà che continuamente ci incalza e da cui è venuto a liberarci. (Mc 5)



In questo passo del Vangelo, per tre volte, incontriamo il verbo “supplicare” usato nel rivolgersi a Gesù. In primo luogo sono gli spiriti malvagi - essi sono molte legioni - a supplicare Gesù di non cacciarli via da quella regione. In effetti, nel paese dei Geraseni, paese pagano, essi regnano padroni. Supplicano dunque Gesù di mandarli via sotto le sembianze di un branco di porci. E Cristo li esaudisce, perché per lui la liberazione di una persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, è molto più preziosa dell’eventuale perdita di un branco.

Duemila porci si precipitano nel mare: una tragedia per i Geraseni. Essi inviano dunque una delegazione a supplicare Gesù di andarsene dalla loro regione. Essi non sono disposti a sacrificare i loro beni materiali come riscatto per la liberazione di un uomo. Gesù, che predica che non si possono servire due padroni - Dio e il denaro -, è per loro un guastafeste. Essi preferiscono i loro beni a Gesù: lo supplicano di lasciare il loro paese. E' triste vedere Gesù messo alla porta.

E' ancora più triste vedere oggi Gesù messo alla porta per le stesse ragioni. Alla fine è il posseduto, una volta guarito, a supplicare: egli chiede a Gesù di poterlo seguire. Ma il Signore non accetta; lo manda in missione, a casa sua. Poiché non tutti coloro che hanno incontrato Cristo hanno la stessa vocazione. Ma tutti devono annunciare la misericordia del Signore.



Preghiamo col Salmo



Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Cercate il Signore e la sua potenza,

ricercate sempre il suo volto.
ulisseitaca
00venerdì 31 gennaio 2014 08:14

Benedetto il Signore, Dio d'Israele

31.01.2014



Sir 44,1;49,13-16; Sal 47; Mc 5,21-24a.35-43



Senza la fede nessun rapporto con Cristo è possibile; solo chi crede si mette in relazione salvifica con lui. (Mc 5)



Giairo, un dei capi della sinagoga, si rivolge a Gesù e lo supplica con insistenza perchè intervenga a favore della figlia morente. Un gesto pieno d’umiltà. Il Signore commosso conferma la sua fede. A Giairo, che apprende all’improvviso che sua figlia è appena morta, egli dice: “La bambina non è morta, ma dorme”.

Il Signore non si accontenta di essere gentile, vuole molto di più: chiede la fede pur nel bel mezzo dell’indifferenza e della incredulità degli stessi discepoli e della folla. E la folla si burla del Signore quando egli dice che la bambina dorme. Ma è lui il Signore della vita.



Preghiamo col Salmo



Come il tuo nome, o Dio,

così la tua lode si estende

sino all'estremità della terra:

di giustizia è piena la tua destra.
ulisseitaca
00sabato 1 febbraio 2014 10:14

Benedetto il Signore, Dio d'Israele

1.02.2014



Es 19,3-8; Sal 95; 2Cor 1,18-20; Gv 12,31-36a



Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte. (Es 19)



I testi della liturgia odierna insistono sul movimento: dall'uomo a Dio e da Dio all'uomo.

Siamo chiamati a salire, come Mosè, a lasciare le cose dell'ordinaria attività per guardare più alto, per ascoltare, per rispondere alla chiamata di Dio che ci innalza. "Ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me", dice il Signore a Mosè. Dal'alto Dio indica agli uomini il senso e la vera consistenza del creato.

Ma Dio è sceso sulla terra per innalzare l'umanità dal regno del peccato al suo regno e lo ha fatto lasciando che il Cristo venisse innalzato sulla croce. "Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me" dice Gesù alla folla che fatica a capire. Dio non vuole un'umanità prostrata, ma la chiama a salire il monte, ad ascolatare la sua parola: è il grande cammino dell'alleanza di Dio con il suo popolo e l'intera umanità.



Preghiamo col Salmo



Gioiscano i cieli, esulti la terra,

risuoni il mare e quanto racchiude,

davanti al Signore che viene,

che viene a giudicare la terra;

giudicherà il mondo con giustizia

e nella sua fedeltà i popoli.

ulisseitaca
00domenica 2 febbraio 2014 12:39

Entri il Signore nel suo tempio santo

Presentazione del Signore al Tempio

2.02.2014

Ml 3,1-4; Sal 23; Rom 15,8-12; Lc 2,22-40



La liturgia trova avverata la profezia del profeta Malachia sul Signore che entra nel tempio, giudica i sacerdoti infedeli, purifica dalla colpa e ristabilisce l'alleanza e l'offerta di un'obbligazione giusta, quando Gesù è presentato al tempio di Gerusalemme. (Ml 3)



A Gesù che viene presentato al tempio e offerto a Dio come primogenito, si fa incontro Simeone, quale sintesi e immagine di tutta la speranza messianica d'Israele. Il vecchio Simeone, certo della promessa ricevuta, riconosce Gesù e la salvezza di cui il Cristo è portatore e accetta il compiersi della sua esistenza.

Anche Anna, questa profetessa ormai avanti negli anni, che aveva però passato quasi tutta la sua vita in preghiera e penitenza riconosce Gesù e sa parlare di lui a quanti lo attendono. Anna e Simeone, a differenza di molti altri, capiscono che quel bimbo è il Messia perché i loro occhi sono puri, la loro fede è semplice e perché, vivendo nella preghiera e nell’adesione alla volontà del Padre, hanno conquistato la capacità di riconoscere la ricchezza dei tempi nuovi.

Prima ancora di Simeone e Anna è la fede di Maria che permette all’amore di Dio per noi di tramutarsi nel dono offertoci in Cristo Gesù.



Preghiamo col Salmo



Vieni, Signore nel tuo tempio santo.

Chi è questo re della gloria?

Il Signore degli eserciti e' il re della gloria.
ulisseitaca
00lunedì 3 febbraio 2014 08:35

Entri il Signore nel suo tempio santo

3.02.2014

Sir 24,30-34; Sal 102; Mc 5,24b-34



La sapienza è come un corso d'acqua che irriga un giardino. (Sir 24)



La sapienza è dono e messaggero di Dio; non è riservata solo a pochi prescelti, ma si espande e raggiunge quanti la cercano. Non soffoca nessuno, nè si ritrae se mancano le giuste condizioni di accoglienza, ma cerca di irrigare ogni terreno perchè si trasformi in giardino.

Quasi una forza di bene che può essere 'sottratta' quasi di nascosto a Gesù dalla donna malata che tanto desiderava guarire, e che fidava nella certa possibilità di ricevere salute e grazia da quel Maestro che parlava alla folla

Una guarigione che quasi va oltre la stessa volontà di Gesù che non aveva scorto quella donna, ma che da lei è sollecitato a rispondere alla sua missione di salvezza. Sapienza e fede si congiungono e producono un atto di grazia da parte del Signore.



Preghiamo col Salmo

L'amore del Signore è da sempre,

per sempre su quelli che lo temono,

e la sua giustiza per i figli dei figli,

per quelli che custodiscono la sua alleanza

e ricordano i suoi precetti per osservarli.

ulisseitaca
00martedì 4 febbraio 2014 13:15

Entri il Signore nel suo tempio santo

4.02.2014

Sir 36,1-19; Sal 32; Mc 6,1-6 a



L'incredulità è sempre il grande ostacolo alla salvezza, all'efficacia della presenza e dell'opera di Cristo. (Mc 6)



Con gioia Gesù ritorna a casa sua, nel suo villaggio. In quella sinagoga dove ha così spesso ascoltato commentare le Scritture, egli, a sua volta, le spiega. Lo fa con semplicità e profondità, con “autorità”. Ma coloro che lo ascoltano sono sbalorditi. Non capiscono come il bambino, il giovane uomo, l’operaio che hanno conosciuto durante gli anni della vita comune, possa essere un profeta. È uno di loro, dunque non è possibile. Gesù “si stupisce” della loro mancanza di fede e non può compiere miracoli.

Vi è nell’essere umano, colpito dal peccato, una strana cecità e, nello stesso tempo, una forte tendenza alla gelosia, spesso camuffata in zelo per la giustizia e in ricerca dell’uguaglianza. Noi accettiamo la diversità con difficoltà. Il diverso, soprattutto se ci è vicino, ci fa paura. Quando è lontano, viene accettato. Colui che ci assomiglia ed è nostro vicino non può essere migliore di noi.

Ecco perché il Signore non ha mai detto: “Amate tutti”. Egli ha detto: “Ama il tuo prossimo”. Cioè il tuo vicino, chi è di fianco a te, chi incroci per la strada, chi incontri in metropolitana... Colui che ti sembra diverso, colui che non pensa come te, colui che ti dà fastidio.



Preghiamo col Salmo



Il Signore annulla i disegni delle nazioni,

rende vani i progetti dei popoli.

Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,

i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.

ulisseitaca
00mercoledì 5 febbraio 2014 08:24

Entri il Signore nel suo tempio santo

5.02.2014

Sir 40,1-8a; Sal 8; Mc 6,30-34



Grandi pene sono destinate a ogni uomo e un giogo pesante sta sui figli di Adamo. (Sir 40)



Non c'è distinzione di tempo nè di ceto sociale, ogni essere umano è sottoposto a paure e timori, conflitti e angosce; sono questi elementi della vita e della psiche umane: così è per ogni essere umano. Dio lo sa. Tanto che Gesù accoglie i suoi apostoli dopo un tempo intenso di insegnamento e di annuncio alla gente e li porta con sè a riposare, in disparte, per un tempo di calma e di giusta ripresa, perchè possano mangiare e rifocillarsi.

Ma in qualche modo l'ansia di verità e di grazia da parte della folla ha la meglio: così non possono sottrarsi alla pressione di donare loro la parola. E' Gesù stesso che ha pietà di quella folla venuta da ogni parte in cerca di una luce e di un guida, così non li lascia senza una risposta, senza dare loro il sostegno e indicare la via per un nuovo cammino.



Preghiamo col Salmo



O Signore, Signore nostro,

quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza,

con la bocca di bambini e di lattanti:

hai posto una difesa contro i tuoi avversari,

per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
ulisseitaca
00giovedì 6 febbraio 2014 12:47

Entri il Signore nel suo tempio santo

6.02.2014

Sir 26,1-16; Sal 127; Mc 6,33-44



Fortunato il marito di una brava moglie, il numero dei suoi giorni sarà doppio. (Sir 26)



Il testo del Siracide traccia un ritratto di uomo rasserenato e in armonia con se stesso e con gli altri nella misura in cui riconosce l'apporto e il sostegno che la donna può dargli: è nella vita quotidiana che si costruisce la storia di felicità e di salvezza di ogni essere umano.

E Dio usa attenzione e cura per coloro che lo seguono come ha fatto Gesù nei confronti della folla che lo aveva preceduto sulla riva del lago, dimentica di ogni bisogno e di ogni altra attività. Gesù provvede con delicatezza e premura perchè nessuno soffra la fame mentre è con lui e lo accompagna nel cammino; come il popolo d'Israele che fu nutrito con la manna durante il cammino nel deserto. E si prepara a dare se stesso in cibo per tutto il popolo.



Preghiamo col Salmo



Beato chi teme il Signore

e cammina nelle sue vie.

Della fatica delle tue mani ti nutrirai,

sarai felice e avrai ogni bene.
ulisseitaca
00venerdì 7 febbraio 2014 07:16

Entri il Signore nel suo tempio santo

7.02.2014

Sir 37,1-6; Sal 54; Mc 7,1-13



"Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me!". (Mc 7)



Gesù contesta ai farisei e agli scribi un attaccamento formale alla legge e alle tradizioni, e li giudica ipocriti perchè hanno dimenticato il significato profondo di quei gesti e di quei comportamenti. Un culto così è reso invano ed è rifiutato da Dio perchè si limita a ripetere dei gesti e delle formule ma non impegna il cuore nel riconoscere la presenza di Dio e vivere nella carità.

Ciò che conta non sono le tradizioni umane, ma la Parola di Dio: Dio non si preoccupa dei modi esteriori, ma guarda e valuta l'intimo di ognuno, a prescindere dalle sue pratiche e consuetudini. Dio è come l'amico sincero che non viene mai meno che non cambia atteggiamento a seconda delle situazioni o convenienze: il Signore non permetterà che il giusto vacilli, ci fa ripetere il Salmo.



Preghiamo col Salmo



Io invoco Dio e il Signore mi salva.

Di sera, al mattino, al mezzogiorno

vivo nell'ansia e sospiro,

ma egli ascolta la mia voce.
ulisseitaca
00sabato 8 febbraio 2014 07:29

Entri il Signore nel suo tempio santo

8.02.2014

Es 25,1-9; Sal 96; Eb 7,28-8,2; Gv 14,6-14



Il Signore Gesù disse a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». (Gv 14)



Le letture di oggi ci guidano a una riflessione profonda che si ritrova in diversi passi biblici: è il Signore a costruire il santuario a Israele. E' Dio che stabilisce come deve essere il suo tempio, e lo fa gradualmente, a partire dalle pietre e dagli arredi, per arrivare a Gesù che è "sommo sacerdote così grande che si è assiso alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e della vera tenda, che il Signore, e non un uomo, ha costruito". Null'altro c'è da agiungere alla risposta di Gesù a Filippo che gli chiede di mostrare loro il volto del Padre:"Chi ha visto me, ha visto il Padre".



Preghiamo col Salmo



Tu, Signore, sei l'Altissimo su tutta la terra,

eccelso su tutti gli dei.

Odiate il male, voi che amate il Signore:

egli custodisce la vita dei suoi fedeli,

li libererà dalle mani dei malvagi.
ulisseitaca
00domenica 9 febbraio 2014 21:04

Signore, mio Dio, tu sei il mio aiuto

9.02.2014

Is 66,18b-22; Sal 22; Rm 4,13-17; Gv 4,46-54



Così dice il Signore: "Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria". (Is 66)



La grande promessa del Signore è di rendere tutti i popoli in pace e riconoscenti dell'opera divina. Sarà lui a venire e compiere la promessa, però sarà la fede a sostenere quanti, ancora nella storia, debbono attendere il compimento della promessa.

Abramo ebbe fede sperando contro ogni speranza e paer questo divenne padre di molti popoli; così noi diventiamo eredi della promessa se entriamo a far parte dell'atteggiamento di fede di Abramo e ci manteniamo fermi anche in assenza di segni evidenti.

Questo insegna Gesù al funzionario del re che gli chiede di intervenire per salvare il figlio da morte: la risposta di Gesù è "Va', tuo figlio vive", e rimprovera chi pretende sempre di vedere segni e prodigi.



Preghiamo col Salmo



Il Signore annulla i disegni delle nazioni,

rende vani i progetti dei popoli.

Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,

i progetti del suo cuore per tutte le generazio
ulisseitaca
00lunedì 10 febbraio 2014 09:54

Signore, mio Dio, tu sei il mio aiuto

10.02.2014

Sir 35,5-13; Sal 115; Mc 7,14-30



Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine sirofenicia". (Mc 7)



Due insegnamenti importanti di Gesù ai discepoli. Ciò che contamina l'uomo non sono i cibi che introduce nel suo corpo, ma quanto cova nel suo cuore, sono i suoi sentimenti e i suoi pensieri profondi. E Gesù elenca le cose malvage che vengono dall'interno. poi distoglie l'attenzione dai suoi per sottolineare un altro importante aspetto che è la pietà verso chi è nella sofferenza, allora non ci sono differenze di lingua nè di appartenenza. Per la sua grande fede, anche la donna fenicia ottiene la guarigione perpretata per la figlia e la liberazione dal male. E' una donna pagana, ma la fede e la piena fiducia nelle parole e nell'azione di Gesù fa superare ogni confine e induce Gesù a dimenticare i confini del suo popolo per condividere la fatica di quella donna e della sua figlioletta. Anche l'opera storica di Gesù si modula su territori ben più vasti del suo paese d'origine.



Preghiamo col Salmo



Che cosa renderò al Signore

per tutti i benefici che mi ha fatto?

Alzerò il calice della salvezza

e invocherò il nome del Signore.
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