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PERSECUZIONI CONTRO I CREDENTI IN CRISTO

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2023 12:13
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03/05/2011 13:26
 
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Sintesi dei documenti che sono stati presi dagli archivi
della ex-polizia politica comunista "Securita dello Stato",
fatta dal Signor DOBOS Danut,
presidente della Comissione storica
 
IL VESCOVO MARTIRE ANDREI DURCOVICI
 
 
OTTOBRE 1947 - 26 GIUGNO 1949: ANNI DI PERSECUZIONE - INSEGUITO DALLA SECURITA
 

Il martirio di dr. Anton Durcovici, vescovo di Iasi, non ha cominciato il 26 giugno 1949, data del suo arresto brutale a Bucarest, ma quasi due anni prima, subito dopo la sua nomina di vescovo di Iasi dal papa Pio XII, il 30 ottobre 1947. In circostanze estremamente difficili nei quali ha dovuto iniziare la sua attivita a Iasi, con il contesto sociale-politico interamente ostile a tutti i cattolici, e specialmente a quelli della diocesi di Iasi, il vescovo Durcovici ha dovuto sopportare le straordinarie pressioni da parte della polizia politica (securita). Dimostreremo, in cio che segue, che il vescovo Durcovici ha rappresentato un caso speciale tra le personalita della Romania, inseguite e arrestate in quel tempo, laici e chierici, perche il fondamento delle accuse che si sono fatte sul suo conto non erano i fatti reali o inventati dalla securita e successi come dicevano loro tra le due guerre mondiali o durante la seconda guerra mondiale, ma i fatti e la sua attivita nel periodo ottobre 1947 - 26 giugno 1949, nella sua qualita di pastore dei cattolici di Moldavia.

Anche se, durante la guerra, si era trovato qualche volta sotto la stretta sorveglianza del Servizio di Informazioni e della Polizia di Sicurezza, solo piu tardi, con la sua nomina di vescovo di Iasi, gli hanno fatto un dossier informativo di sorveglianza. L'intenzione della Polizia politica e stata premeditata dall'inizio, cioe di realizzare non solo un semplice dossier informativo di sorveglianza, ma un dossier di sorveglianza penale, per incriminare, arrestare e condannare il sorvegliato.

Il dossier informativo e stato fatto dalla Direzione regionale di securita di Iasi, principalmente sulla base delle note e rapporti informativi offerti dai servizi provinciali di securita Roman e Bacau, provincie con la piu numerosa popolazione cattolica della diocesi di Iasi. Il dossier personale Anton Durcovici e stato creato dalla securita con il numero 84569. Si deve fare menzione del fatto che l'intenzione della polizia politica era di sorvegliarlo individualmente, una eccezione tra i cherici cattolici cotemporanei che sarebbero stati implicati nelle investigazioni e poi arrestati in "gruppi". Infatti, il dossier penale fatto dalla securita nel periodo della detenzione del vescovo, con il numero 57512, e stato un dossier individuale, il solo accusato essendo il vescovo Durcovici.

Il sistema di pedinamento e di sorveglianza promosso dalla securita nel "caso Durcovici" e stato molto complesso. Gli uffici di informazioni dei servizi provinciali Bacau e Roman hanno seguito ogni passo del vescovo Durcovici durante le sue visite canoniche fatte nei villaggi e le comunita cattoliche delle provincie Bacau e Roman, e a Iasi e stato sempre sorvegliato dai marescialli di securita N. Balanescu e Savel Curariu. A livello di Direzione regionale della Securita Iasi, ufficiali superiori, guidati proprio dal direttore generale N. Pandelea, hanno raccolto le informazioni ricevute dalle diversi fonti, elaborando note e relazioni per la Centrale di Bucarest, o presentando alla stessa centrale le relazioni e le sintesi fatte dai servizi provinciali Roman e Bacau.

Il sistema di sorveglianza e di pedinamento e diventato sempre piu duro nell'autunno dell'anno 1948, in occasione delle visite canoniche fatte dal vescovo Durcovici nelle provincie Bacau e Roman. Riguardo una di queste visite, quella a Luizi Calugara, del 14 settembre 1948, il Servizio provinciale di securita Roman riferiva il 15 settembre 1948: "L'atteggiamento e l'attivita dei sacerdoti cattolici e sorvegliata da vicino da parte nostra...". Durante il viaggio canonico fatto dal vescovo Durcovici in Oltenia in giugno 1949, lui e stato intensamente sorvegliato dagli ufficiali di securita Vistig Eugen e Mircea Malin, che dichiarava:

"Il vescovo Durcovici e i sacerdoti che lo accompagnavano, n.n.> sono stati sempre sotto stretta sorveglianza, avendo in mezzo a loro un doppio numero di informatori...".

Il punto culminante di questo processo di sorveglianza era durante le celebrazioni pontificali, quando gli ufficiali di securita erano molto atenti alle omelie e ai discorsi del vescovo, che erano messi per iscritto per trovare le cercatissime riferenze politiche. "Durante la messa <di Tg. Jiu, il 14 giugno 1949, n.n.) - riferivano gli ufficiali Vistig e Malin - hanno partecipato anche i membri del Servizio provinciale di securita Tg. Jiu, interpreti fino alla fine". La sorveglianza mirava anche rubare alcune delle lettere circolare scritte dallo stesso vescovo Durcovici, considerate da loro "elementi delittuosi". Riguardo una simile impresa, "l'ombra" del vescovo Durcovici a Iasi, il maresciallo N. Balanescu, riferiva il 10 gennaio 1949: "e stata rubata da un informatore <la lettera circolare "Consacrazione della diocesi di Iasi al Cuore Immacolato di Maria", n.n.> il 5 gennaio 1949, dalla sagrestia, senza che qualche sacerdote si acorgesse, anche se e stato molto rischioso per l'informatore, che ha rubato anche La manifestazione".

Ugualmente, sono stati intercettati oggetti di corrispondenza e lettere circolare del vescovo Durcovici, mandate da lui ai sacerdoti della diocesi di Iasi, e la corrispondenza ricevuta dal vescovo dai fedeli o sacerdoti di Ardeal o dall'Arcidiocesi di Bucarest. La securita sperava di scoprire cosi ogni tipo di informazioni cosidette sovversive o aventi carattere "antidemocratico".

Il tentativo della polizia politica di reclutare informatori dai colaboratori o dai sacerdoti cattolici si e dimostrato un insuccesso. Con alcune eccezioni, esemplificati sotto, la popolazione cattolica non ha collaborato con la securita nel suo tentativo di incriminare il vescovo Durcovici. Cosi, il 6 ottobre 1948, l'Ufficio I Informazioni della securita provinciale Roman, riferiva alla Direzione regionale Iasi: "Le penetrazioni informative in mezzo ai cattolici costituisce il piu grave problema, essendo difficile di penetrare, perche sono molto sospettosi, e i sacerdoti lavorano in mezzo alla gente con i piu fidati e degni elementi (...) Si sta cercando l'allargamento della rete informativa, penetrando sempre di piu tra gli elementi clericali, per poter conoscere in tempo le azioni minatori del regime".

Sono state usate contro il vescovo Durcovici 57 dichiarazioni scritte, appartenenti ad alcuni cattolici abitanti dei villaggi Lespezi, Faraoani, Ciughes, Tg. Trotus, Valea Seaca, Nicolae Balcescu, Gioseni, Cleja, Slanic, Daramanesti, Onesti e Pustiana, che non erano contenti del rifiuto del vescovo di introdurre la lingua ungherese nelle chiese. La maggioranza di quei 57 contadini avevano fatto parte delle delegazioni di contadini che hanno parlato con il vescovo Durcovici, identificati e poi interrogati alla securita.

Il 20 aprile 1949, la Direzione regionale di securita Iasi riferiva alla Centrale di Bucarest sul "reclutamento di informatori nel Vescovato cattolico" senza poter stabilire i dati concreti richiesti dai superiori di Bucarest. Questo fatto ci porta alla conclusione che gli informatori non erano chierici o collaboratori vicini del vescovo Durcovici.

Nel periodo 1947-1949, hanno lavorato contro il vescovo Durcovici gli informatori "Fleur", "Toiu", "Joseph", "Has" e "X", ancora non identificati dall'indagine storica.

II. GLI ANNI DELLA PERSECUZIONE: 1947-1949. LE ACCUSE PORTATE DALLA SECURITA ROMENA

Le relazioni e le note informative scritte dagli ufficiali di securita contengono decine di accuse al vescovo Durcovici, per incriminarlo e mandarlo dinanzi alla Giustizia comunista.

Sulla base delle dichiarazioni di quei 57 contadini cattolici ricordati sopra, gli ufficiali di securita hanno accusato il vescovo Durcovici di "istigazione in blocco contro l'ordine e la securita dello Stato", "stimolo fatto alla popolazione di non rispettare le leggi dello Stato comunista", "esortazione della popolazione di non partecipare alla vita politica della Romania comunista", istigazioni tra gli abitanti cattolici dei villaggi della provincia Bacau "esortandoli di non obbedire all'insegnamento democratico che proppone la Repubblica Popolare Romania", istigazioni all'odio razziale, propaganda anti-sovietica, critiche fatte alle misure intraprese dal governo, attivita di propaganda contro gli ebrei e contro la forma di governo di Romania. Secondo l'oppinione degli accusatori, in tutte le messe nelle localita cattoliche, il vescovo Durcovici abrebbe "incoraggiato la popolazione di essere fedele e di non avere paura di quello che succedera nella vita perche cosi vinceranno".

Per esempio, nei "substrati dell'omelia" fatta dal vescovo Durcovici a Luizi Calugara il 15 settembre 1948, gli ufficiali della securita scoprivano "la tendenza dei fedeli cattolici di approfondire il sentimento religioso fino al fanatismo (...) Il sentimento religioso nella massa di contadini cattolici e molto sviluppato, e queste omelie tenute dal clero cattolico hanno un grande effetto...".

In un'altra relazione redigita dalla securita di Roman, il vescovo Durcovici era accusato di aver tracciato, con le sue omelie, "una linea di condotta dei sacerdoti cattolici, incoraggiandoli ad azioni di istigazione mirante il regime democratico", o che le parole del vescovo fossero "una precisazione della posizione anti-comunista e anti-governamentale della Chiesa cattolica".

Le visite canoniche fatte dal vescovo Durcovici nelle provincie Bacau e Roman e, con queste occasioni, le solennita religiose sono state considerate dalla securita come "rafforzamento del misticismo religioso nelle masse, fino all'assurdo, e consolidamento dei rapporti con il papa", fatti "incompatibili con la linea politica del regime democratico popolare". Piu volte, la securita ha espresso la sua preoccupazione sui stati di fatto provocati dalle visite canoniche del vescovo Durcovici, riferendosi alle manifestazioni religiose dei paesani in favore del loro vescovo, sullo "spirito agitato" provocato nei sacerdoti e sulle azioni di istigazione dei paesani e sulle possibile provocazioni, nel futuro, contro il regime.

Il 14 ottobre 1948, la Direzione regionale della securita Iasi riferiva alla Centrale di Bucarest il fatto che le visite del vescovo Durcovici avessero determinato che "il fenomeno delle manifastazioni cattoliche diventi un problema sempre piu accentuata" e che puo creare "un ambiente impossibile" nei villaggi cattolici, diventati veri "focolai cattolici di istigazione anti-democratica".

La lista di accuse portate contro il vescovo Durcovici e stata completata con alcuni brani dei discorsi o omelie che questo avesse fatto ai contadini nei villaggi cattolici visitati nell'autunno dell'anno 1948. Sono stati considerati citati delittuosi l'esortazione fatta ai bambini di Sabaoani e Pildesti il 6 ottobre 1948: "Ragazzi! Non perdete la fede in Dio! Anche se le chiese saranno chiuse e tutti noi moriremo, altri dall'Italia ci sostuiranno", o la critica fatta ai sette paesani di Pustiana, il 18 settembre 1948: "Se foste stati buoni cristiani, avreste lottato contro quelli che hanno chiuso le nostre scuole di preti e le scuole teologiche dove crescevano veri cristiani, e non avreste chiesto la lingua ungherese". Queste parole del vescovo sono stati considerate dalla securita come una vera esortazione alla resistenza anti-comunista!

Le lettere circolare mandate dal vescovo Durcovici ad alcuni sacerdoti delle parrocchie della diocesi di Iasi, a loro volta, sono state considerate dalla securita come stimolo alla "resistenza mediante il fanatismo religioso".

Verso la fine dell'anno 1948, l'azione di sorveglianza e persecuzione della polizia politica verso il vescovo Durcovici e diventata piu intensa, e le accuse sono arrivate al parossismo. Le relazioni della securita parlano chiaramente dei casi di "istigazione" dei sacerdoti cattolici "al comando di Durcovici" e degli "atti di ribelione della popolazione cattolica". Cosi si faceva diretto riferimento alle misure efficienti di difesa della liberta dei sacerdoti nella loro lotta contro il regime comunista, anche con la promozione delle "Guardie parrocchiali" e la "mobilizzazione della popolazione", tutte e due messe sul conto del vescovo Durcovici. Le visite canoniche sono ridotte solo ad una presupposta "campania propagandista disordinata, fatta dal vescovo Durcovici all'aperto e con un svergognato coraggio..."; lui avesse esortato la popolazione cattolica alla renitenza al regime comunista.

La partecipazione dei cattolici alle messe pontificali e ad alcune vere azioni di ribelione e renitenza alle truppe di securita (i casi di Oteleni) sono state considerate dalla securita "movimenti di massa successi nei villaggi cattolici all'istigazione dei sacerdoti e del vescovo Durcovici". L'assurdita di alcune accuse puo essere esempificata con l'aiuto di una nota della securita di Iasi, del 6 ottobre 1948, che, riferendosi alle visite canoniche nelle provincie Bacau e Roman, incriminavano il vescovo Durcovici del fatto di aver creato un "ambiente ostile al regime, cosi che si puo pensare che e fatta con l'intenzione di sabotare la campania di seminagione autunnale".

Senza lasciarsi superata, la securita di Craiova accusava il vescovo Durcovici dopo le sue visite canoniche fatte da lui nelle parrocchie di Oltenia nel giugno 1949. Secondo gli ufficiali di securita di Craiova, in queste visite il vescovo Durcovici avesse incontrato in particolare la gioventu cattolica, considerata "fanatica del culto cattolico", con l'intenzione di mantenere cosciente la fede cattolica e "l'attenzione verso il papa", ma anche la renitenza al regime.

Queste note qualificano gia il vescovo Durcovici come "uno dei nemici della clase lavoratrice e dell'attuale regime della R.P.R.". Nel modulo personale fatto dalla securita di Iasi, hanno fatto il seguente ritratto politico del vescovo Durcovici: "Atteggiamento forte; non rinuncia al papato, esortando alla resistenza verso le misure del M.C. (Ministero dei culti, n.n.) anche gli altri sacerdoti sudditi. Un elemento ostile al regime, ha istigato le masse, ha dato disposizioni per organizzare mezzi di difesa, ha canalizzato il clero suddito sulla linea anti-democratica, ha dato disposizioni di rinunciare allo stipendio". Un secondo modulo personale, fatto sempre dalla securita di Iasi, completa il ritratto politico del vescovo Durcovici: "Essendo molto abile, non parla, non critica, lasciando che si comprenda dal suo atteggiamento e comportamento che non e in consenso con l'attuale governo".

Per sostenere l'accusa di anti-sovietismo, la maggioranza delle relazioni della securita contenevano una delle frasi dette dal vescovo Durcovici il 28 dicembre 1948, dopo la messa pontificale nella cattedrale di Iasi: "Come si puo ottenere la pace, quando i nostri vicini (girando la testa verso est) turbano la tranquillita e la pace della nostra anima?, dichiarava il vescovo Durcovici alla fine dell'omelia <Sulla pace>"

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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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