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FENOMENI INSPIEGABILI: SEGNI DEL SOPRANNATURALE

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2023 09:59
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20/03/2010 17:52
 
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di Vittorio Messori

Caro Direttore,

un docente di letteratura francese non accetta quanto da me scritto sul Corriere del 23 febbraio su Emile Zola. Costui osservò il pellegrinaggio nazionale francese del 1892 e ne trasse un romanzo che, a quanto dichiarò, doveva essere di “storia, di cronaca, di verità“. Un reportage, dunque, travestito da romanzo. In realtà, lo scrittore ebbe la ventura di assistere a due guarigioni clamorose, le constatò nella sede stessa del Bureau medico ma ne scrisse, poi, come se si fosse trattato solo di momentanei miglioramenti dovuti a cause psichiche e seguiti da fatali ricadute. Una delle miracolate, Marie Lebranchu (che Zola chiama “La Grivotte“) non si rassegnò al falso e protestò pubblicamente, tanto che tre anni dopo lo scrittore andò a trovarla e le promise di aiutarla economicamente se si fosse tolta di torno, andando in Belgio da dove veniva il marito.

Ora,il docente cui accennavo all’inizio, invade il web con un testo dai toni francamente offensivi, chiamando in causa anche il Corriere,“giornale laico e serio“, che avrebbe pubblicato una vecchia calunnia cattolica. Ebbene, ho qui sul tavolo L’Oeuvre de Lourdes (Paris, 1908) di Gustave Boissarie. Non un dottorucolo di provincia ma uno specialista stimato, uscito dalla Università di Parigi, attivo in una clinica della Capitale, che –buon cattolico- accettò a 50 anni di dirigere l’Ufficio medico di Lourdes. Fu lui ad accogliere Zola e ne fu mal ricompensato, ridotto nel romanzo a una macchietta. Ebbene, in questo rigoroso saggio di 400 pagine,Boissarie ricorda (pp. 315 ss.) le sue visite alla Lebranchu guarita, che gli disse: << Ho visto Zola tre anni dopo la mia guarigione. Venne da noi per chiederci di andare in Belgio. Ci assicurò che, se andavamo all’estero, non ci sarebbe mancato niente>>. Il dr Boissarie organizzò celebri incontri pubblici a Parigi,dove la Lebranchu dava la sua testimonianza, ma Zola, sempre invitato, non volle mai partecipare. La stampa, anche non cattolica, fece clamore sulla proposta alla miracolata di espatriare ma lo scrittore, pur attentissimo alla sua immagine sui media, non volle ma replicare, ripetendo solo che dei suoi personaggi faceva quel che voleva. Il libro del medico di Lourdes divenne un clamoroso best seller ma nessuno tra gli amici, i familiari, i critici di Zola, morto da poco, smentì quell’episodio. Un silenzio che seguì un altro best seller, pubblicato nel 1958 (Cent ans de miracles a Lourdes) da Michel Agnellet: non un cronista corrivo, ma uno stimato saggista, responsabile di una delle maggiori agenzie di stampa. La visita alla Lebranchu era ampliata con ancor maggiori particolari, frutto di inchiesta, ma le ristampe si susseguirono senza alcuna precisazione. René Laurentin, il maggior storico di Lourdes, docente in varie università, anche americane mi disse di essere certo del tentativo di Zola presso la donna. François Mauriac (Pèlerins de Lourdes, 1932): “Meglio sarebbe stato, per quell’uomo, non vedere ciò che ha visto“. Da parte “laica“ , tra le ammissioni, significative quella di un devoto di Zola, l’anticlericale Henri Guillemin (Zola, légende ou vérité?, Julliard,1960) che , preso dal dubbio che non si tratti di un ragot, un pettegolezzo, fa un ipotesi: lo scrittore sarebbe andato sì dalla “miracolata“, ma sarebbe stato frainteso, in realtà nel suo buon cuore voleva portare un aiuto economico a questa commessa di grande magazzino. Ma in realtà anche il marito, operaio, guadagnava e non si vede il perché di un’elemosina, per giunta dopo tre anni. In ogni caso, vista la folla di testimonianze da una parte e il silenzio secolare, totale, se non l’imbarazzo dall’altra, non è accettabile l’accusa di aver scritto “sciocchezze“, pubblicate per giunta da un giornale prestigioso. Lo sdegno del docente “zoliano“ andrebbe indirizzato verso altre direzioni.
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Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle...Lu 21,25
 
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