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MEDITIAMO LE SCRITTURE (anno A)

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2014 07:14
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15/12/2013 09:21
 
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Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Giacomo 5,7-10

Collocazione del brano

La lettera di san Giacomo è stata attribuita all'apostolo Giacomo "fratello del Signore", un personaggio di spicco nella Chiesa di Gerusalemme, il primo apostolo ad aver subito il martirio, nel 62. E' destinata alle "dodici tribù che sono nella diaspora" (Gc 1,1), quindi ai cristiani di origine ebraica dispersi nelle regioni confinanti con la Palestina.

Che si tratta di ebrei convertiti si vede dal largo uso che l'autore fa dei brani biblici. La lettera è composta da diverse esortazioni morali di tipo molto svariato e legate tra di loro senza un nesso preciso. Due discorsi emergono: il primo esalta i poveri e riprende severamente i ricchi. L'altra insiste sul compimento delle oper buone e mette in guardia da una fede sterile (il famoso "la fede senza le opere è morta"). Il brano di questa III domenica di Avvento fa parte delle esortazioni finali e invita alla perseveranza nell'attesa del Signore.

Lectio

7 Siate dunque costanti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge.

Nel versetto precedente Giacomo aveva terminato le sue minacce ai ricchi: i beni da loro accumulati non avrebbero giovato in nessun modo nel giorno del giudizio finale, soprattutto perché guadagnati con l'inganno e con l'uccisione del giusto. Dunque esorta i fratelli a non riporre la loro fiducia nelle ricchezze di questo mondo, bensì a mantenere ferma la fede fino al ritorno del Signore. Giacomo porta l'esempio dell'agricoltore. La vita del contadino in Palestina non era facile. Si trattava di coltivare una terra arida e pietrosa, tutto dipendeva dalle piogge autunnali e primaverili e l'agricoltore non poteva far altro che attenderle con pazienza.

8 Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina.

La costanza è la virtù che Giacomo consiglia. Costanza è l'atteggiamento fondamentale dell'uomo religioso, il cui spirito è volto alle ultime cose nell'attesa fiduciosa e perseverante di Dio, nonostante le lotte e le prove. Giacomo incoraggia i suoi interlocutori ricordando loro che la Parusia è vicina.

9 Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte.

Il giudice è alle porte, è vicino, non possiamo avere degli atteggiamenti scorretti, soprattutto nei confronti dei nostri fratelli. Tutto in noi sia degno del nostro nome di cristiani, perché di tutto saremo giudicati.

10 Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.

Ora Giacomo pone un nuovo modello dopo quello dell'agricoltore. Si tratta dei profeti che hanno parlato a nome di Dio. Anche il loro compito è stato duro: spesso dovevano lottare contro i falsi profeti, altre volte non erano compresi, venivano spesso osteggiati e uccisi a causa della loro parola. Uno di questi, anzi l'ultimo è stato proprio Giovanni il Battista. Il cristiano ha dunque dei modelli a cui rifarsi, da imitare per conoscere quale sia l'atteggiamento migliore e anche una garanzia della verità delle promesse di Dio.

Meditiamo

- Vi sono ancora delle attività che richiedono pazienza nell'attendere tempi di lavorazione?
- Sono capace di essere costante e di attendere nonostante la fatica?
- Mi capita di lamentarmi dei miei fratelli o sorelle e di parlarne male?
- Cosa penso dei profeti di Dio e delle sofferenze che hanno sopportato?
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