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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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17/10/2013 11:26
 
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ART. II. I MEZZI ESTERNI DI PERFEZIONE.

530. Questi mezzi possono ridursi a quattro principali:
* la direzione, che ci da` una guida sicura;
* il regolamento di vita, che ne continua e ne compie l'azione;
* le letture e le esortazioni spirituali, che ci propongono
l'ideale da attuare; e
* la santificazione delle relazioni sociali, che rende
soprannaturali tutte le nostre relazioni col prossimo.

sez. I. Della direzione spirituale 530-1.

Cercheremo di porre bene in luce due cose:
* 1^ la necessita` morale della direzione;
* 2^ i mezzi per assicurarne la buona riuscita.

I. Necessita` morale della direzione.

La direzione, benche` non sia assolutamente necessaria alla
santificazione delle anime, e` per loro il mezzo normale di progresso
spirituale, come viene dimostrato dall'autorita` e dalla ragione
fondata sull'esperienza.

1^ PROVA D'AUTORITA`.

531. A) Dio, avendo costituita la Chiesa come societa` gerarchica,
volle che le anime fossero santificate per mezzo della sottomissione
al Papa e ai Vescovi nel foro esterno, ai confessori nel foro interno.
Quindi quando Saulo si converti`, Gesu`, in cambio di rivelargli egli
stesso i suoi disegni, lo manda ad Anania perche` conoscesse dalla sua
bocca cio` che doveva fare. Partendo da questo fatto, Cassiano, S.
Francesco di Sales e Leone XIII mostrano la necessita` della direzione:
"Troviamo, dice quest'ultimo, alle origini stesse della Chiesa una
celebre manifestazione di questa legge: benche` Saulo, spirante minacce
e carneficine, avesse inteso la voce di Cristo stesso e gli avesse
chiesto: Signore, che volete ch'io faccia? pure fu inviato ad Anania,
in Damasco: Entra in citta` e la` ti sara` dello quel che devi fare." E
aggiunge: "Cosi` fu sempre praticato nella Chiesa; questa e` la dottrina
unanimemente professata da tutti coloro che, nel corso dei secoli,
rifulsero per scienza e santita`" 531-1.

532. B) Non potendo citare tutte le tradizionali autorita`, daremo
uno sguardo ad alcuni testimoni che si possono considerare come i
rappresentanti autentici della teologia ascetica. Cassiano, che aveva
passato lunghi anni fra i monaci della Palestina, della Siria e
dell'Egitto, consegno` la loro e sua dottrina in due opere. Nella
prima, il libro delle Istituzioni, raccomanda vivamente ai giovani
cenobiti di aprire il cuore al vegliardo incaricato della loro
direzione, di manifestargli senza falsa vergogna i piu` segreti
pensieri, e di rimettersi intieramente al suo parere nel discernimento
del buono e del cattivo 532-1. Ritorna su questo punto nelle sue
Conferenze, e, mostrati i pericoli a cui s'espongono coloro che non
consultano gli anziani, conchiude che il miglior mezzo di trionfare
delle piu` pericolose tentazioni e` di manifestarle a un saggio
consigliere, adducendo in cio` l'autorita` di S. Antonio e dell'abate
Serapione 532-2.

Cio` che Cassiano insegna ai monaci d'Occidente, S. Giovanni Climaco
l'inculca ai monaci d'Oriente nella Scala del Paradiso. Agli
incipienti fa notare che coloro che vogliono uscir dall'Egitto e
domare le sregolate passioni, hanno bisogno d'un Mose` che faccia loro
da guida. Ai proficienti dichiara che, per seguir Gesu` Cristo e godere
della santa liberta` dei figli di Dio, bisogna umilmente affidar la
cura dell'anima propria a un uomo che sia il rappresentante del divino
Maestro; e badare a sceglierlo bene, perche` gli si dovra` ubbidire con
semplicita`, nonostante i piccoli difetti che si potessero notare in
lui, l'unica cosa da temersi essendo quella di seguire il proprio
giudizio 532-3.

533. Per il Medioevo basteranno due autorita`. S. Bernardo vuole che
i novizi nella vita religiosa abbiano una guida, un pedagogo che li
istruisca, li diriga, li consoli e li animi 533-1. Alle persone
piu` avanzate in eta`, per esempio al canonico Ogier, dichiara che chi
prende se` stesso a maestro o direttore, si fa discepolo d'uno stolto:
"qui se sibi magistrum constituit, stulto se discipulum facit"; e
aggiunge: "Non so che cosa pensino gli altri di se` stessi su questo
argomento; io parlo per esperienza, e quanto a me dico che mi e` piu`
facile e piu` sicuro comandare a molti che guidar me solo" 533-2.
Nel secolo XIV, S. Vincenzo Ferreri, eloquente predicatore domenicano,
dopo avere affermato che la direzione fu sempre praticata dalle anime
che vogliono progredire, ne da` questa ragione: "Chi ha un direttore al
quale obbedisce senza riserva e in tutte le cose, arrivera` molto piu`
facilmente e piu` presto che non farebbe da solo, anche se fornito di
vivissima intelligenza e di dotti libri in materia
spirituale" 533-3.

534. Non nelle sole comunita` ma anche nel mondo si sentiva il
bisogno d'una guida spirituale: ne sono prova le lettere di
S. Girolamo, di S. Agostino e di molti altri Padri a vedove, a
vergini, a secolari 534-1. Ha dunque ragione S. Alfonso di dire,
spiegando i doveri del confessore, che uno dei principali e` quello di
dirigere le anime pie 534-2.

Del resto la ragione stessa, illuminata dalla fede e dall'esperienza,
ci mostra la necessita` d'un direttore per progredire nella perfezione.

2^ PROVA DI RAGIONE FONDATA SULLA NATURA DEL PROGRESSO SPIRITUALE.

535. A) Il progresso spirituale e` lunga e penosa ascensione per
ripido sentiero, fiancheggiato da precipizi: grave imprudenza sarebbe
l'avventurarvisi senza un'esperta guida. E` cosi` facile illudersi sul
conto proprio! Non e` possibile che vediamo intieramente chiaro quando
si tratta di noi stessi, dice S. Francesco di Sales, non possiamo
essere giudici imparziali in causa propria, per una certa compiacenza
"cosi` segreta ed impercettibile che, se non si ha buona vista, non si
puo` scoprire, e quelli stessi che ne son presi, non la conoscono se
non la si fa loro vedere" 535-1. Onde conchiude che abbiamo
bisogno d'un medico spirituale per fare una diagnosi imparziale sullo
stato dell'anima nostra e prescrivere i rimedii piu` efficaci: "Oh!
perche` vorremmo essere maestri di noi stessi per cio` che riguarda lo
spirito, quando non lo siamo per cio` che riguarda il corpo? Non
sappiamo forse che i medici, quando sono infermi, chiamano altri
medici per farsi indicare i rimedi buoni per loro?" 535-2

536. B) A capir meglio questa necessita`, basta esporre brevemente i
principali scogli che s'incontrano in ognuna delle tre vie che
conducono alla perfezione.

a) Gli incipienti hanno da temere le ricadute e, per evitarle, devono
fare lunga e laboriosa penitenza, proporzionata al numero e alla
gravita` delle colpe. Ora gli uni, dimenticando presto il passato,
vogliono entrar subito nella via dell'amore, e questa presunzione e`
presto seguita dal ritiro delle consolazioni sensibili, dallo
scoraggiamento e da nuove cadute; gli altri si danno con eccesso alle
mortificazioni esteriori compiacendosene vanamente, onde si guastano
la salute, e, volendo poi curarsi, cadono nel rilassamento. E` quindi
necessario che un esperto direttore tenga gli uni nello spirito e
nella pratica della penitenza, e calmi l'intempestivo ardore degli
altri.

Altro scoglio e` l'aridita` spirituale che succede alle consolazioni
sensibili: si teme allora essere abbandonati da Dio, si omettono gli
esercizi di pieta` perche` paiono sterili, e si cade nella tiepidezza.
Chi dunque fara` schivare questo pericolo se non un saggio direttore,
il quale, nel tempo delle consolazioni, avvertira` che non durano
sempre, e al venire dell'aridita`, consolera`, rassicurera`, fortifichera`
queste anime, mostrando che non c'e` nulla di meglio per rassodarci
nella virtu` e purificare il nostro amore?

537. b) Entrando nella via illuminativa, non occorre forse ancora
una guida per discernere le principali virtu` che convengono a questa,
o a quella persona, i mezzi per esercitarvisi, il metodo da seguire
per fruttuosamente esaminarsi sui progressi fatti e sulle debolezze
commesse? E quando sorga quel sentimento di stanchezza, che presto o
tardi si prova accorgendosi che la via della perfezione e` piu` lunga e
piu` penosa di quanto uno s'immaginava, chi fara` che questa impressione
non degeneri in tiepidezza se non l'affetto paterno d'un direttore che
sapra` indovinare l'ostacolo, prevenire lo scoraggiamento, consolare il
penitente, stimolarlo a sforzi novelli e fargli intravedere i frutti
di questa prova sopportata valorosamente?

538. c) Piu` necessaria ancora e` la direzione nella via unitiva. Per
entrarvi, e` necessario coltivare i doni dello Spirito Santo con
generosa e costante docilita` alle ispirazioni della grazia. Ora, per
discernere le ispirazioni divine da quelle che vengono dalla natura o
dal demonio si ha spesso bisogno degli avvisi di un savio e
disinteressato consigliere. Piu` indispensabile ancora e` quando si
entra nelle prime prove passive, quando le aridita`, le noie, i timori
della divina giustizia, le insistenti tentazioni, l'impossibilita` di
meditare in modo discorsivo e le contraddizioni del di fuori vengono a
rovesciarsi addosso a una povera anima e a gettarla in profondo
turbamento; e` chiaro che ci vuole allora una guida che prenda a
rimorchio questa sperduta navicella. Avviene lo stesso quando si
godono le dolcezze della contemplazione: questo stato suppone tanta
discrezione, umilta`, docilita`, e principalmente tanta prudenza per
saper ben conciliare la passivita` con l'attivita`, che e` moralmente
impossibile non smarrirsi senza i consigli d'una guida molto accorta.
Ecco perche` Santa Teresa apriva l'anima con tanta semplicita` ai suoi
direttori; ecco perche` S. Giovanni della Croce ritorna spesso sulla
necessita` di aprirsi tutto al direttore: "Dio, dice, brama talmente
che l'uomo si assoggetti alla direzione d'un altro uomo, che non vuole
assolutamente vederci prestar piena credenza alle verita`
soprannaturali da lui stesso comunicate prima che siano passate per il
canale d'una bocca umana" 538-1.

539. A compendiare quanto abbiamo detto, non c'e` di meglio che
citare le parole del P. Godinez: "Su mille persone che Dio chiama alla
perfezione dieci appena corrispondono, e su cento che Dio chiama alla
contemplazione, novantanove mancano all'appello... Bisogna riconoscere
che una delle cause principali e` la mancanza di maestri spirituali...
Costoro sono, dopo la grazia di Dio, i nocchieri che guidano le anime
attraverso lo sconosciuto mare della vita spirituale. E se nessuna
scienza, nessuna arte, per semplice che sia, puo` essere imparata senza
un maestro che l'insegni, tanto meno si potra` imparare quell'alta
sapienza della perfezione evangelica ove s'incontrano cosi` profondi
misteri... Stimo quindi cosa moralmente impossibile che, senza
miracolo o senza maestro, un'anima possa per lunghi anni passare per
cio` che vi e` di piu` alto e di piu` arduo nella vita spirituale senza
correr rischio di perdersi".

540. Si puo` dunque dire che la via normale per far progressi nella
vita spirituale sta nel seguire i consigli d'un saggio direttore.
Infatti la maggior parte delle anime fervorose ne sono persuase e
praticano la direzione al santo tribunale della penitenza. Quando, in
questi ultimi anni, si volle formare una schiera di anime elette,
nessun altro mezzo fu giudicato migliore della direzione
premurosamente praticata nei patronati, nelle colonie estive e
principalmente nei ritiri chiusi. Nulla dunque di piu` efficace per
santificar le anime, a patto che vi si osservino le regole che ora
richiameremo.

II. Regole per assicurare la buona riuscita della direzione.

Perche` la direzione sia proficua, e` necessario:
* 1^ determinarne bene l'oggetto;
* 2^ procurare la collaborazione del direttore e del diretto.

1^ OGGETTO DELLA DIREZIONE.

541. A) Principio generale. L'oggetto della direzione e` tutto cio`
che riguarda la formazione spirituale delle anime. La confessione
tocca soltanto l'accusa delle colpe; la direzione va molto piu` in la`.
Risale alle cause dei peccati, alle inclinazioni profonde, al
temperamento, al carattere, alle abitudini contratte, alle tentazioni,
alle imprudenze; e cio` per poter trovare i veri rimedii, quelli che
mirano alla radice stessa del male. Per meglio combattere i difetti,
si occupa delle opposte virtu`, virtu` comuni a tutti i cristiani e
virtu` speciali a ogni categoria di persone; dei mezzi per meglio
praticarle; degli esercizi spirituali che, come la meditazione,
l'esame particolare, la devozione al SS. Sacramento, al Sacro Cuore,
alla SS. Vergine, ci forniscono armi spirituali per avanzarci nella
pratica delle virtu`. Tratta della vocazione, e, regolata che sia
questa partita, dei doveri particolari di ogni stato. L'oggetto
dunque, come si vede. ne e` molto esteso.

542. B) Applicazioni. a) Per ben dirigere un'anima, il direttore
deve conoscere cio` che vi e` di principale nella sua vita passata, le
colpe abituali, gli sforzi gia` tentati per correggersene e i risultati
ottenuti, a fine di veder bene cio` che resta da fare; poi le
disposizioni presenti, le inclinazioni, le ripugnanze, il genere di
vita che si mena, le tentazioni che si provano e la tattica tenuta per
vincerle, le virtu` di cui si sente maggior bisogno e i mezzi usati per
acquistarle; tutto cio` per poter dare piu` opportuni consigli.

b) Solo allora si puo` piu` facilmente stendere un programma di
direzione; programma pieghevole che s'adatti allo stato attuale del
penitente per renderlo migliore. Non si puo` infatti guidare tutte le
anime allo stesso modo; bisogna prenderle al punto in cui si trovano,
per aiutarle a salire gradatamente, senza far troppi salti, il ripido
sentiero della perfezione. E poi le une sono piu` ardenti e generose,
le altre piu` calme e piu` lente; non tutte sono chiamate allo stesso
grado di perfezione.

543. Vi e` pero` un ordine progressivo da seguire, onde si puo` avere
una certa unita` di direzione. Diamone alcuni esempi.

1) Da principio si deve inseenare alle anime a santificar bene tutte
le azioni ordinarie, offrendole a Dio in unione con Nostro Signore
(n. 238). E` questa una pratica da osservare per tutta la vita e
su cui bisogna ritornare assai spesso, collegandola collo spirito di
fede che e` cosi` necessario in tempi di tanto naturalismo.

2) La purificazione dell' anima con la pratica della penitenza e della
mortificazione non deve mai smettersi intieramente e bisogna
richiamarvi spesso le anime dirette, tenendo conto delle loro
spirituali disposizioni per variare opportunamente gli esercizi di
questa virtu`.

3) L'umilta`, come virtu` fondamentale, dev'essere inculcata quasi fin
da principio e richiamata spesso ai penitenti in tutti gli stadii
della vita spirituale.

4) La carita` verso il prossimo viene frequentemente violata anche
dalle persone devote, onde vi si insistera` molta negli esami di
coscienza e nelle confessioni.

5) Essendo l'unione abituale con Nostro Signore, modello e
collaboratore, uno dei mezzi piu` efficaci di santificazione, non si
deve temere di ritornarvi sopra di frequente.

6) La forza di carattere, fondata su convinzioni profonde e` virtu`
particolarmente necessaria ai di` nostri, onde bisogna diligentemente
coltivarla e aggiungervi l'onesta` e la lealta` che ne sono
inseparabili.

7) L'apostolato e` specialmente richiesto in un secolo di proselitismo
come il nostro, e il direttore deve mirare a formar schiere di anime
elette, che possano aiutare il sacerdote nelle mille occorrenze
dell'evangelizzazione delle anime.

Quanto al resto, non c'e` che da tener conto di quanto diremo spiegando
le tre vie.
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