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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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15/10/2013 12:42
 
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II. Lotta contro il mondo.

210. Il mondo di cui parliamo non e` il complesso delle persone che
vivono nel mondo, fra cui si trovano ed anime elette ed increduli.
E` il complesso di coloro che si oppongono a Gesu` Cristo e sono schiavi
della triplice concupiscenza. Sono dunque: 1) gli increduli, ostili
alla religione appunto perche` condanna il loro orgoglio, la loro
sensualita`, la loro sete smodata di ricchezze; 2) gl'indifferenti, che
non si curano d'una religione che li obbligherebbe ad uscire dalla
loro indolenza; 3) i peccatori impenitenti, che amano il loro peccato,
perche` amano il piacere e non vogliono distaccarsene; 4) i mondani che
credono ed anche praticano la religione, ma associandola all'amore del
piacere, del lusso, delle lautezze, e che talvolta scandalizzano i
fratelli, credenti o increduli, facendo lor dire che la religione ha
ben poco influsso sulla vita morale. E` questo il mondo che Gesu`
maledisse per i suoi scandali: "Vae mundo a scandalis!" 210-1 e
che S. Giovanni dice immerso tutto nel male: "Mundus totus in maligno
positus est" 210-2.

211. 1^ I Pericoli del mondo. Il mondo che penetra anche nelle
famiglie cristiane e perfino nelle comunita`, con le visite fatte o
ricevute, con le corrispondenze, con la lettura di libri o di giornali
mondani, e` un grande ostacolo alla salvezza e alla perfezione;
risveglia e attizza in noi il fuoco della concupiscenza; ci seduce e
ci atterrisce.

212. A) Ci seduce con le sue massime, con la pompa delle sue vanita`,
coi perversi suoi esempi.

a) Con le sue massime, che sono in opposizione diretta con le massime
del Vangelo. Il mondo infatti vanta la felicita` dei ricchi, dei forti
o anche dei violenti, degli arricchiti, degli ambiziosi, di quelli che
sanno godersi la vita; predica volentieri l'amor dei piaceri:
"Coroniamoci di rose prima che avvizziscano, Coronemus nos rosis
antequam marcescant" 212-1. Non bisogna forse, si dice, godersi
la gioventu`? Non si deve godere un poco la vita? Quanti vivono cosi`, e
il Signore non vorra` poi mandar tutti all'inferno. Bisogna pur campare
la vita. A essere scrupolosi negli affari, non si riuscira` mai ad
arricchire.

b) Con la pompa delle sue vanita` e dei suoi piaceri; la maggior parte
delle riunioni mondane non hanno altro scopo che di sollecitare la
curiosita`, la sensualita` ed anche la volutta`. Per rendere il vizio
attraente, si dissimula sotto forma di divertimenti che si dicono
onesti ma che non lasciano di essere pericolosi, come le vesti
scollacciate, le danze, alcune specialmente che sembra non abbiano
altro scopo che favorire sguardi lascivi e sensuali abbracciamenti. E
che dire della maggior parte delle rappresentazioni teatrali, degli
spettacoli offerti al pubblico, dei libri licenziosi che vengono
esposti dappertutto?

c) I cattivi esempi vengono, ahime`! ad aumentare il pericolo; quando
si vedono tanti giovani divertirsi, tanti sposi diventare infedeli ai
loro doveri, tanti commercianti e uomini d'affari arricchirsi con
mezzi poco scrupolosi, si e` fortemente tentati di lasciarsi trascinare
a simili disordini. -- Del resto il mondo e` cosi` indulgente verso le
umane debolezze che pare che le incoraggi: il seduttore e` una persona
galante; il finanziere, il commerciante che si arricchisce con mezzi
disonesti, e` un uomo svelto; il libero pensatore e` uno spregiudicato
che segue i lumi della sua coscienza. Quanti si sentono incoraggiati
al vizio da giudizi cosi` benigni!

213. B) Quando non puo` sedurci, il mondo tenta di atterrirci.

a) Talora e` una vera persecuzione ordita contro i credenti: in certe
amministrazioni, si nega l'avanzamento a quelli che compiono
pubblicamente i doveri religiosi o a quelli che mandano i figli alle
scuole cattoliche.

b) Talora si cerca di distogliere dalle pratiche religiose i timidi
col burlarsi piacevolmente dei devoti, dei Tartufi, dei semplicioni
che prestano ancor fede a vieti dommi, canzonando le madri di famiglia
che continuano a vestire modestamente le figlie, con ironiche
interrogazioni se e` cosi` che sperano di maritarle. E quante infatti,
per rispetto umano e non ostante le proteste della coscienza, si fanno
schiave di quelle mode tiranniche che non hanno piu` rispetto alcuno al
pudore!

c) In altre circostanze si usano minacce: se fate tanta mostra della
vostra religione, non c'e` piu` posto per voi nei nostri uffici; se
siete cosi` schifiltoso, e` inutile che veniate nei nostri saloni; se
siete scrupoloso, non posso prendervi al mio servizio; bisogna fare
come fanno tutti e ingannare il pubblico per guadagnare di piu`.

E` molto facile lasciarsi cosi` sedurre o atterrire, perche` il mondo
trova un complice nel nostro cuore e nel naturale desiderio che tutti
abbiamo dei buoni posti, degli onori e delle ricchezze.

214. 2^ Il rimedio 214-1. Per resistere a questa pericolosa
corrente, bisogna porsi animosamente in faccia dell'eternita` e
considerare il mondo alla luce della fede. Allora ci apparira` come il
nemico di Gesu` Cristo che bisogna combattere energicamente per
salvarci l'anima, e come il teatro del nostro zelo ove dobbiamo
portare le massime del Vangelo.

215. A) Essendo il mondo il nemico di Gesu` Cristo, noi dobbiamo far
tutto il rovescio delle massime e degli esempi del mondo, ripetendo il
dilemma di S. Bernardo 215-1: "O Cristo s'inganna o il mondo e` in
errore; ma e` impossibile che la sapienza divina s'inganni: Aut iste
(Christus) fallitur aut mundus errat: sed divinam falli impossibile
est sapientiam". Essendovi opposizione aperta tra il mondo e Gesu`
Cristo, bisogna assolutamente far la scelta, perche` non si puo` servire
nello stesso tempo due padroni. Ora Gesu` e` sapienza infallibile; chi
dunque ha le parole di vita eterna e` Lui, ed e` il mondo che s'inganna.
La nostra scelta sara` quindi presto fatta; perche`, dice San Paolo, noi
abbiamo ricevuto non lo spirito di questo mondo, ma lo Spirito che
viene da Dio: "Non spiritum huius mundi accepimus, sed Spiritum qui ex
Deo est" 215-2. Voler piacere al mondo, aggiunge, e` voler
spiacere a Gesu` Cristo: "Si hominibus placerem, servus Christi non
essem" 215-3. E S. Giacomo afferma che "chi vuol essere amico del
mondo si fa nemico di Dio: Quicumque ergo voluerit amicus esse saeculi
huius, inimicus Dei constituitur" 215-4. Dunque in pratica:

a) Leggiamo e rileggiamo il Vangelo, ripensando dentro di noi che qui
ci parla l'eterna verita`, e pregando colui che l'ha ispirato di
farcene ben intendere, gustare e praticare le massime; solo a questa
condizione si e` veramente cristiani ossia discepoli di Cristo. Quindi,
leggendo o ascoltando massime contrarie a quelle del Vangelo, diciamo
coraggiosamente; questo e` falso perche` opposto alla infallibile
verita`.

b) Evitiamo le occasioni pericolose che cosi` spesso s'incontrano nel
mondo. Certamente coloro che non vivono in clausura, sono fino a un
certo punto obbligati a mescolarsi col mondo, ma devono preservarsi
dallo spirito del mondo, vivendo nel mondo come se non fossero del
mondo; perche` Gesu` chiese al Padre di non togliere i suoi discepoli
dal mondo ma di preservarli dal male: "Non rogo ut tollas eos de
mundo, sed ut serves eos a malo" 215-5. E San Paolo vuole che
usiamo del mondo come se non ne usassimo: "Qui utuntur hoc mundo
tanquam non utantur" 215-6.

c) Questo debbono fare specialmente gli ecclesiastici; debbono, come
S. Paolo, poter dire che sono crocifissi al mondo e il mondo ad essi:
"Mihi mundus cruxifixus est et ego mundo" 215-7. Il mondo, sede
della concupiscenza, non puo` avere attrattive per noi; non puo`
ispirarci che ripugnanza, come noi siamo a nostra volta cosa
ributtante per lui, essendo il nostro carattere e il nostro abito una
condanna dei suoi vizi. Dobbiamo quindi evitare le relazioni puramente
mondane, dove noi ci troveremmo fuori posto. Abbiamo, e` vero, visite
di cortesia, d'affari e specialmente d'apostolato da fare e da
ricevere; ma queste visite dovranno essere brevi, e non dobbiamo
dimenticare cio` che e` detto di Nostro Signore dopo la sua
risurrezione, cioe` che non faceva piu` ai suoi discepoli che rare
apparizioni e soltanto per dare l'ultima mano alla loro formazione e
parlar loro del regno di Dio: "Apparens eis et loquens de regno
Dei" 215-8.

216. B) Non andremo quindi nel mondo se non per praticarvi
direttamente o indirettamente l'apostolato, vale a dire per portarvi
le massime e gli esempi del Vangelo. a) Non dimenticheremo che siamo
la luce del mondo: "Vos estis lux mundi" 216-1; e senza
convertire le nostre conversazioni in prediche (cio` che sarebbe
inopportuno) giudicheremo tutto, persone, avvenimenti e cose, alla
luce del Vangelo; invece di proclamare beati i ricchi e i forti,
faremo notare con tutta semplicita` che ci sono altre sorgenti di
felicita` fuori della ricchezza e della fortuna; che la virtu` trova gia`
la sua ricompensa fin di questa terra; che le gioie pure gustate in
seno alla famiglia sono le piu` dolci; che la soddisfazione di aver
fatto il proprio dovere consola molti sventurati e che una buona
coscienza vale anche meglio dell'ebbrezza del piacere. E potremo
citare qualche fatto particolare per far meglio intendere queste
osservazioni. Ma specialmente con l'esempio un prete edifica nella
conversazione; quando tutto, nel suo contegno e nelle sue parole,
rispecchia la semplicita`, la bonarieta`, una schietta allegria, la
carita`, in una parola la santita`, produce su quanti lo vedono e lo
sentono una impressione profonda; non si finisce mai di ammirare
quelli che vivono secondo le proprie convinzioni, e si stima una
religione che sa ispirare cosi` sode virtu`. Mettiamo dunque in pratica
quanto dice Nostro Signore: "Splenda la vostra luce dinanzi agli
uomini, affinche` vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre
vostro che sta nei cieli: Sic luceat lux vestra coram hominibus ut
videant opera vestra bona et glorificent Patrem vestrum qui in caelis
est" 216-2. Ma non sono solo i preti che praticano questo genere
d'apostolato, i laici convinti vi riescono anche meglio in quanto che
si e` meno diffidenti contro l'efficacia del loro esempio.

217. b) Spetta a questi uomini scelti e ai sacerdoti di ispirare ai
cristiani piu` timidi il coraggio di lottare contro la tirannia del
rispetto umano, della moda o della persecuzione legale. Uno dei mezzi
migliori e` la formazione di leghe o societa` composte di cristiani
autorevoli e coraggiosi che non temono di parlare e d'operare secondo
le proprie convinzioni. A questo modo i Santi riformarono i costumi
dei loro tempi 217-1. E a questo modo si fondarono nelle nostre
Scuole superiori e persino in Parlamento dei gruppi compatti che sanno
far rispettare le loro pratiche religiose e trascinare gli esitanti.
Il giorno in cui questi gruppi si saranno moltiplicati non solo nelle
citta` ma anche nelle campagne, il rispetto umano sara` presto ucciso e
la vera pieta`, se non sara` praticata da tutti, sara` per lo meno
rispettata.

218. In pratica dunque nessun compromesso col mondo nel senso che
l'abbiamo definito, nessuna concessione per piacergli o attirarsene la
stima. A ragione dice S. Francesco di Sales 218-1: "Comunque da
noi si operi, il mondo ci fara` sempre guerra... Lasciamo questo cieco,
o Filotea; strida pure come il gufo per molestare gli uccelli diurni.
Stiamo saldi nei nostri disegni, invariabili nei nostri propositi; la
perseveranza mostrera` se davvero e di buona voglia ci siamo consacrati
a Dio e dati alla vita devota".
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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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