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COMPENDIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2013 13:41
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15/10/2013 12:33
 
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CAPITOLO II.

Natura della vita cristiana

88. Essendo la vita soprannaturale una partecipazione della vita di
Dio per i meriti di Gesu` Cristo, viene talora definita la vita di Dio
in noi o la vita di Gesu` in noi. Queste espressioni sono giuste, se si
bada a spiegarle bene in modo da evitare ogni cenno di panteismo. Noi
infatti non abbiamo una vita identica a quella di Dio o di Nostro
Signore, ma una somiglianza di questa vita, una partecipazione finita,
benche` reale, di questa vita.

Possiamo dunque definirla: una partecipazione della vita divina,
conferita dallo Spirito Santo che abita in noi, in virtu` dei meriti di
Gesu` Cristo, e che noi dobbiamo coltivare contro le tendenza che le si
oppongono.

89. E` chiaro quindi che la vita soprannaturale e` una vita in cui Dio
ha la parte principale e noi la parte secondaria. Dio, la terza
persona della SS. Trinita` (che si chiama anche Spirito Santo), viene
personalmente a conferirci questa vita, perche` egli solo puo` farci
partecipare alla sua stessa vita. Ce la comunica per i meriti di Gesu`
Cristo (n. 78), che e` causa meritoria, esemplare e vitale della
nostra santificazione. E` quindi vero che Dio vive in noi, che Gesu`
vive in noi; ma la nostra vita spirituale non e` identica a quella di
Dio o a quella di Nostro Signore; ne e` distinta ed e` solo simile
all'una e all'altra. La vita nostra consiste nell'utilizzare i doni
divini per vivere in Dio e per Dio, per vivere in unione con Gesu` e
imitarlo; e poiche` resta in noi la triplice concupiscenza, noi non
possiamo vivere che a patto di accanitamente combatterla; e avendoci
inoltre Dio dotati d'un organismo soprannaturale, noi dobbiamo farlo
crescere con gli atti meritorii e con la fervorosa frequenza dei
sacramenti.

E` questo il senso della definizione che abbiamo data; l'intiero
capitolo non ne sara` che la spiegazione e lo svolgimento e ci dara`
modo di trarre delle conclusioni pratiche sulla devozione alla
SS. Trinita`, sulla devozione e sull'unione al Verbo Incarnato, ed
anche sulla devozione alla S. Vergine ed ai Santi che discende dalle
loro relazioni col Verbo Incarnato.

Benche` l'azione di Dio e l'azione dell'anima si svolgano
parallelamente nella vita cristiana, noi, per maggior chiarezza,
tratteremo in due distinti articoli della parte di Dio e della parte
dell'uomo.
* Dio opera in noi
+ 1^ Per se` stesso
o Abita in noi: donde la devozione alla SS. Trinita`.
o Ci dota d'un organismo soprannaturale.
+ 2^ Per mezzo del Verbo Incarnato che e` principalmente
o Causa meritoria della nostra vita.
o Causa esemplare della nostra vita.
o Causa vitale della nostra vita.
o Donde la devozione al Verbo Incarnato.
+ 3^ Per mezzo di Maria che e` secondariamente
o Causa meritoria della nostra vita.
o Causa esemplare della nostra vita.
o Causa distributrice delle grazie.
o Donde la devozione a Maria.
+ 4^ Per mezzo dei Santi e degli Angeli
o Immagini viventi di Dio: venerarli.
o Intercessori: invocarli.
o Modelli: imitarli.
* Noi viviamo e operiamo per Dio
+ 1^ Lottando contro
o la concupiscenza.
o il mondo.
o il demonio.
+ 2^ Santificando le nostre azioni.
o Loro triplice valore.
o Condizioni del merito.
o Mezzi per rendere i nostri atti piu` meritorii.
+ 3^ Ricevendo degnamente i Sacramenti
o La grazia sacramentale.
o La grazia speciale
# della Penitenza.
# dell'Eucarestia.

ART. I. DELLA PARTE DI DIO NELLA VITA CRISTIANA.

Dio opera in noi sia per se stesso, sia per mezzo della SS. Vergine,
degli Angeli e dei Santi.

sez. I. Della parte della SS. Trinita`.

90. Il primo principio, la causa efficiente principale e la causa
esemplare della vita soprannaturale in noi e` la SS. Trinita`, o, per
appropriazione, lo Spirito Santo. Perche` la vita della grazia, benche`
sia opera comune delle tre divine persone, essendo opera ad extra, si
attribuisce specialmente allo Spirito Santo, come opera d'amore.

Ora questa adorabile Trinita` contribuisce alla nostra santificazione
in due modi: col venire ad abitare nell'anima nostra e col
produrre un organismo soprannaturale che, soprannaturalizzando
l'anima, la abilita a fare atti deiformi.

I. L'abitazione dello Spirito Santo nell'anima 90-1

91. Essendo la vita cristiana una partecipazione della vita stessa
di Dio, e` evidente che egli solo la puo` conferire. E la conferisce
venendo ad abitare nelle anime nostre e dandosi intieramente a noi,
affinche` possiamo rendergli i nostri ossequi, godere della sua
presenza e lasciarci da lui docilmente guidare a praticare le
disposizioni e le virtu` di Gesu` Cristo 90-2: e` cio` che i teologi
chiamano grazia increata. Vedremo:
* 1^ in che modo le tre divine persone vivono in noi;
* 2^ come dobbiamo diportarci verso di loro.

1^ IN CHE MODO LE DIVINE PERSONE ABITANO IN NOI.

92. Dio, come dice S. Tommaso 92-1, abita naturalmente nelle
creature in tre modi diversi: con la sua potenza, nel senso che tutte
le creature stanno soggette al suo dominio; come la sua presenza, in
quanto che vede tutto, anche i piu` segreti pensieri del nostro cuore
"omnia nuda et aperta sunt oculis eius"; con la sua essenza, perche`
opera dappertutto ed e` dovunque la pienezza dell'essere e la causa
prima di tutto cio` che e` di reale nelle creature, comunicando loro
continuamente non solo il moto e la vita ma lo stesso essere: "in ipso
vivimus, movemur et sumus" 92-2.

Ma la sua presenza in noi per mezzo della grazia e` di ordine molto
superiore e piu` intimo. Non e` soltanto la presenza del Creatore e del
Conservatore che regge gli esseri da lui creati ma e` la presenza della
Santissima e Adorabilissima Trinita` quale ci e` rivelata dalla fede: il
Padre viene in noi e vi continua a generare il Verbo; con lui
riceviamo il Figlio, perfettamente uguale al Padre, sua immagine
vivente e sostanziale, che non cessa di infinitamente amare il Padre
come infinitamente ne e` riamato; dal qual mutuo amore procede lo
Spirito Santo, persona uguale al Padre e al Figlio, vincolo reciproco
fra i due eppur distinto dall'uno e dall'altro. Quante meraviglie in
un'anima in stato di grazia!

La particolarita` di questa presenza e` che Dio non solo e` in noi, ma si
da` a noi, perche` noi possiamo godere di lui. Secondo il linguaggio dei
nostri Libri Sacri, possiamo dire che, per mezzo della grazia, Dio si
da` a noi come padre, come amico, come collaboratore, come
santificatore, e che cosi` egli diviene veramente il principio stesso
della nostra vita interiore, la sua causa efficiente ed esemplare.

93. A) Nell'ordine della natura Dio e` in noi come creatore e sovrano
padrone e noi non siamo che suoi servi, sua proprieta`, cosa sua. Ma
nell'ordine della grazia egli si da` a noi come nostro Padre, e noi
siamo i suoi figli adottivi; mirabile privilegio che e` il fondamento
della nostra vita soprannaturale. Questo continuamente ripetono
S. Paolo e S. Giovanni: "Non enim accepistis spiritum servitutis
iterum in timore, sed accepistis spiritum adoptionis filiorum, in quo
clamamus Abba (Pater). Ipse enim Spiritus testimonium reddit spiritui
nostro quod sumus filii Dei 93-1". Dio dunque ci adotta per figli,
ma in modo assai piu` perfetto che non facciano gli uomini con
l'adozione legale. Questi possono bene trasmettere ai figli adottivi
il nome e le sostanze, ma non il sangue e la vita. "L'adozione legale,
dice con ragione il Cardinal Mercier, 93-2 e` una finzione. Il
figlio adottato viene considerato dai genitori adottivi come se fosse
loro figlio e riceve da essi quell'eredita` a cui avrebbe avuto diritto
il frutto della loro unione; la societa` riconosce questa finzione e ne
sancisce gli effetti; tuttavia l'oggetto della finzione non si
trasforma in realta`... Ma la grazia dell'adozione divina non e` una
finzione... e` una realta`. Dio largisce a coloro che credono nel suo
Verbo la divina filiazione, dice S. Giovanni: "Dedit eis potestatem
filios Dei fieri, his qui credunt in nomine eius" 93-3. E questa
filiazione non e` nominale ma effettiva: "Ut filii Dei nominemur et
simus". Noi entriamo in possesso della natura divina, "divinae
consortes naturae".

94. Questa vita divina e` certamente in noi soltanto una
partecipazione, "consortes", una somiglianza, un'assimilazione che fa
di noi, non gia` degli de`i, ma degli esseri deiformi. Non e` pero` men
vero che essa non e` una finzione ma una realta`, una vita nuova, non
uguale ma simile a quella di Dio, e che, a detta della Sacra
Scrittura, suppone una nuova generazione o rigenerazione: "Nisi quis
renatus fuerit ex aqua et Spiritu Sancto... per lavacrum
regenerationis et renovationis Spiritus Sancti... regeneravit nos in
spem vivam... voluntarie enim genuit nos verbo veritatis" 94-1.
Tutte queste espressioni ci mostrano che la nostra adozione non e`
puramente nominale ma vera e reale, benche` molto bene distinta dalla
filiazione del Verbo Incarnato. Ed e` per questo che noi diventiamo di
pieno diritto eredi del regno celeste, coeredi di Colui che e` nostro
fratello maggiore: "haeredes quidem Dei, cohaeredes autem Christi... ut
sit ipse primogenitus in multis fratribus" 94-2. O non e` dunque il
caso di ripetere le cosi` soavi parole di S. Giovanni: "Videte qualem
caritatem dedit nobis Pater, ut filii Dei nominemur et
simus?" 94-3.

Dio quindi avra` per noi la premura, la tenerezza d'un padre. Egli
stesso si paragona a una madre che non potra` mai dimenticare il
figlio: "Numquid oblivisci potest mulier infantem suum, ut non
misereatur filio uteri sui? Et si illa oblita fuerit, ego tamen non
obliviscar tui 94-4". E l'ha ben dimostrato davvero, poiche`, per
salvare i figli decaduti, non esito` a dare e a sacrificare l'unico suo
Figlio: "Sic Deus dilexit mundum ut Filium suum unigenitum daret, ut
omnis qui credit in eum non pereat, sed habeat vitam
aeternam 94-5". Ed e` questo stesso amore che lo spinge a darsi
intieramente, fin d'ora e in modo abituale, ai figli adottivi,
abitando nei loro cuori: "Si quis diligit me, sermonem meum servabit,
et Pater meus diliget eum, et ad eum veniemus, et mansionem apud eum
faciemus 94-6". Egli abita dunque in noi come Padre amantissimo e
premurosissimo.

95. B) Dio si da` pure a noi come amico. L'amicizia aggiunge alle
relazioni di padre e di figlio una certa uguaglianza, "amicitia
aequales accipit aut facit", una certa intimita`, una scambievolezza
d'affetto che porta seco le piu` dolci comunicazioni. Relazioni appunto
di questo genere la grazia pone tra Dio e noi; e` vero che quando si
tratta di Dio e dell'uomo non si puo` parlare d'uguaglianza vera, ma
solo d'una certa somiglianza che pero` basta a stabilire una vera
intimita`. Dio infatti ci apre i suoi secreti; ci parla non solo per
mezzo della Chiesa, ma anche interiormente per mezzo del suo Spirito:
"Ille vos docebit omnia et suggeret vobis omnia quaecumque dixero
vobis 95-1". Quindi e` che nell'ultima cena Gesu` dichiara agli
Apostoli che ormai non saranno piu` servi ma amici, perche` egli non
avra` piu` segreti per loro: "Iam non dicam vos servos, quia servus
nescit quid faciat dominus eius; vos autem dixi amicos, quia omnia
quaecumque audivi a Patre meo, nota feci vobis 95-2". Sara` quindi
una dolce familiarita` quella che governera` ormai le loro relazioni, la
familiarita` che corre tra amici che siedono alla stessa mensa: Ecco
che io sto alla porta e picchio; se alcuno udira` la mia voce e mi
aprira` la porta, io entrero` da lui, cenero` con lui ed egli con me:
"Ecce sto ad ostium et pulso; si quis audierit vocem meam et aperuerit
mihi januam, intrabo ad illum et coenabo cum illo, et ipse
mecum 95-3". Mirabile intimita` a cui noi non avremmo mai osato
aspirare se l'Amico divino non si fosse fatto avanti lui per il primo.
Eppure una tale intimita` si e` avverata e si avvera ogni giorno, non
soltanto presso i santi, ma anche in quelle anime interiori che
acconsentono ad aprire le porte dell'anima all'ospite divino. E` cio`
che ci attesta l'autore dell'Imitazione, quando descrive le frequenti
visite dello Spirito Santo alle anime interiori, le sue dolci
conversazioni con loro, le consolazioni e le carezze di cui le colma,
la pace che fa regnare in loro, la stupenda familiarita` con cui le
tratta: "Frequens illi visitatio cum homine interno, dulcis
sermocinatio, grata consolatio, multa pax, familiaritas stupenda
nimis 95-4". Del resto la vita dei mistici contemporanei, di Santa
Teresa del Bambin Gesu`, di Suor Elisabetta della Trinita`, di Gemma
Galgani e di tanti altri, ci prova che le parole dell'Imitazione si
avverano tutti i giorni. E` dunque vero che Dio vive in noi come un
intimo amico.

96. C) Ne` vi resta ozioso ma vi opera come il piu` potente dei
collaboratori. Sapendo bene che non possiamo coltivare da noi quella
vita soprannaturale che pone in noi, egli supplisce alla nostra
impotenza, collaborando con noi per mezzo della grazia attuale.
Abbiamo bisogno di luce per afferrare le verita` della fede che
dovranno ormai guidare i nostri passi? Verra` lui, che e` il Padre dei
lumi, a illuminare il nostro intelletto sul nostro ultimo fine e sui
mezzi per conseguirlo, e ci suggerira` buoni pensieri ispiratori di
buone opere. Abbiamo bisogno di forza onde voler sinceramente dirigere
la nostra vita verso il nostro fine, volerlo energicamente e
costantemente? Ed egli ci dara` quel concorso soprannaturale che ci
abilita a volere e ad eseguire le nostre risoluzioni, "operatur in
vobis et velle et perficere 96-1". Se si tratta di combattere le
nostre passioni o di disciplinarle, di vincere le tentazioni che
talora ci assediano, egli pure ci dara` la forza di resistervi e di
trarne profitto per rassodarci nella virtu`: "Fidelis est Deus qui non
patietur vos tentari supra id quod potestis, sed faciet etiam cum
tentatione proventum 96-2". Quando, stanchi di fare il bene, ci
sentiremo tratti allo scoraggiamento e alla fiacchezza, egli ci si
avvicinera` per sorreggerci e assicurare la nostra perseveranza; Colui
che in voi comincio` l'opera della vostra santificazione, la
perfezionera` fino al giorno di Cristo Gesu`; "qui coepit in vobis opus
bonum, ipse perficiet usque in diem Christi Jesu 96-3". Insomma,
noi non saremo mai soli, anche quando, privi di consolazione, ci
crederemo abbandonati; la grazia di Dio sara` sempre con noi a patto
che noi acconsentiamo a lavorar con lei: "Gratia eius in me vacua non
fuit, sed abundantius illis omnibus laboravi: non ego autem, sed
gratia Dei mecum 96-4..." Appoggiato su questo onnipotente
collaboratore, saremo invincibili, perche` tutto noi possiamo in colui
che ci conforta: "Omnia possum in eo qui me confortat 96-5".

97. D) Questo collaboratore e` nello stesso tempo un santificatore:
venendo ad abitare nell'anima nostra, la trasforma in un tempio santo
ornato di tutte le virtu`: "Templum Dei sanctum est: quod estis
vos 97-1". Il Dio infatti che viene in noi colla grazia, non e` il
Dio della natura, ma il Dio vivente, la SS. Trinita`, sorgente infinita
di vita divina, e che altro non chiede che farci partecipare alla sua
santita`; e` vero che talora questa abitazione e` attribuita, per
appropriazione, allo Spirito Santo, perche` e` opera d'amore; ma,
essendo operazione ad extra, e` comune alle tre persone divine. Ecco
perche` S. Paolo ci chiama indifferentemente tempii di Dio e tempii
dello Spirito Santo: "Nescitis quia templum Dei estis et Spiritus Dei
habitat in vobis? 97-2".

L'anima nostra diviene dunque tempio del Dio vivente, un sacro recinto
riservato a Dio, un trono di misericordia donde si compiace di
distribuire i suoi favori celesti e che egli adorna di tutte le virtu`.
Descriveremo presto l'organismo soprannaturale di cui ci dota. Ma e`
evidente che la presenza in noi del Dio tre volte santo, quale abbiamo
descritta, non puo` essere che santificante, e che l'Adorabile Trinita`
che vive e opera in noi diviene veramente il principio della nostra
santificazione, la sorgente della nostra vita interiore. E ne e` pure
la causa esemplare, poiche`, essendo figli di Dio per adozione,
dobbiamo imitare il Padre. Il che del resto intenderemo meglio
spiegando come dobbiamo diportarci verso le tre divine persone che
abitano in noi.
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