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COME FAR TESORO DEI PROPRI SBAGLI

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 18:16
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10/08/2013 09:49
 
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8. - Una caduta, anche grave, non impedisce il progresso nella divozione.

Bisogna ammettere che, dando questi ammaestramenti, S. Francesco di Sales parlava a persone già più o meno avanzate nella perfezione, e che le colpe di cui scongiurava a non scoraggiarsi erano ordinariamente colpe veniali e imperfezioni. Tuttavia egli non esclude dai suoi soavi incoraggiamenti le anime più colpevoli, e a tutte, anche alle più macchiate di colpe gravi, rivolge le seguenti esortazioni, poggiato sempre sugli stessi motivi: “Nutrite la vostra anima di cordiale confidenza in Dio; e a misura che vi trovate circondata di imperfezioni e miserie, rianimate il vostro coraggio a ben sperare” (25). “Abbiate molta umiltà, perché è la virtù delle virtù, ma umiltà generosa e pacifica” (26).
“Voi preferireste certamente vedervi senza difetti, che non dover constatare d'essere sempre in mezzo a imperfezioni: e piacerebbe anche a me, poiché sarebbe come se fossimo in Paradiso. Ma quell'inquietudine che vi prende per non poter giungere già in questa vita a tal segno di perfezione, vi sospinge ad averne un dispiacere che non è puro per il fatto stesso che vi mette in agitazione. Odiate dunque le vostre imperfezioni in quanto sono imperfezioni; ma amatele in quanto vi fan vedere il vostro nulla e sono spinta all'esercizio e al perfezionamento della virtù e della misericordia di Dio” (27).
“Orsù, dobbiam dire (al nostro cuore, dopo una caduta), orsù, cuor mio, amico mio, in nome di Dio, fatti animo; camminiamo, badando bene a noi stessi e invochiamo il soccorso di Dio (28).
“Alcune cadute in peccato mortale, purché non si abbia intenzione di rimanervi a marcire e non si sia fatta acquiescenza nel male, non impediscono il progresso nella perfezione, la quale, benché si perda peccando mortalmente, si riacquista al primo sincero pentimento, specialmente se non si è rimasti a lungo in disgrazia di Dio... Non è bene perdersi di coraggio, ma conviene guardare con santa umiltà la propria debolezza, accusarla, domandarne perdono e invocare l'aiuto del cielo” (29).
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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