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COME FAR TESORO DEI PROPRI SBAGLI

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 18:16
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10/08/2013 09:49
 
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6. - Il cuore di Dio è sempre largo e pronto al perdono.

Ora il santo Dottore cerca di guarire queste disposizioni generatrici di scoraggiamento, suggerendo altre disposizioni contrarie. All'anima desiderosa di santificarsi, fa comprendere che si mette per un cammino lungo e faticoso, che la sua debolezza è in completa sproporzione con le difficoltà del viaggio; ma nello stesso tempo le insegna che può tutto. in Colui che la fortifica, tanto prima come dopo le cadute, e le mostra un Dio dal cuore largo e sempre pronto al perdono e dal braccio potente per sostenerla.
“La solitudine ha i suoi pericoli e il mondo ha le sue molestie: dappertutto occorre molto coraggio e dappertutto l'aiuto celeste è pronto a soccorrere quelli che han confidenza in Dio e implorano con umiltà e dolcezza la sua paterna assistenza” (18).
“Dovete rinnovare tutti i propositi fatti finora per correggervi; e benché abbiate constatato d'essere ancor impigliata nelle imperfezioni, nonostante le buone risoluzioni, non dovete abbandonar l'impresa, ma fondarla maggiormente sull'assistenza di Dio. Finché vivrete, troverete sempre delle imperfezioni e sempre molto da correggere. E’ perciò necessario che impariate a non stancarvi mai” (19).
“Orsù, state in pace !... Quando ci succede di violare la legge della santa indifferenza o per improvviso impeto dell'amor proprio o per altra passione, prostriamo subito il cuore davanti a Dio e diciamogli con spirito di confidenza e di umiltà: Signore, abbiate misericordia di me, perché son debole (Sal 6, 3). Indi rialziamoci con pace e tranquillità, riannodiamo il filo della santa indifferenza e continuiamo la nostra opera. Non bisogna strappar le corde o buttar addirittura via il liuto perché ci si accorge che è scordato; ma basta prestare orecchio per vedere donde proviene il disaccordo e pian piano tendere o rallentare le corde, secondo che l'arte richiede” (20).
“Vedendo che il monte della perfezione cristiana è altissimo, vi verrà voglia di esclamare: - Ah, mio Dio, come potrò salirlo? Coraggio, Filotea, le api nascenti, quando cominciano a prender forma, si chiamano ninfe, e, così come sono, non potrebbero volare sui fiori dei monti e dei colli vicini, per raccogliere miele; ma a poco a poco, nutrendosi del miele delle api madri, queste piccole ninfe mettono le ali e si rinforzano, in modo che poi volano per tutta la campagna in cerca di altro miele. Così è di noi: siamo nella divozione come api appena nate, né potremmo alzarci, secondo il nostro desiderio, a toccare le cime della perfezione cristiana; ma se cominceremo a concepire desideri e propositi santi, ci spunteranno presto le ali, e potremo sperare di essere un giorno api spirituali e di poter prendere il volo. Intanto però, viviamo del miele degli ammaestramenti lasciatici dagli antichi devoti, e preghiamo Dio a donarci ali di colomba, per poter volare non solamente nel tempo di questa vita, ma anche riposarci nell'eternità della vita futura” (21).
“Non si giunge mai a termine, e conviene sempre ricominciare, e ricominciare di buona voglia. La Scrittura dice che quando l'uomo avrà finito, sarà ancora da capo (Ecli 18, 6). Quel che abbiam già fatto è buona cosa, ma quello che cominceremo sarà migliore; e quando avremo finita questa, ne cominceremo un’altra che sarà ancora migliore, e così sempre, fin quando usciremo da questo mondo, per iniziare la nuova vita che non avrà termine, perché non ci potrà sopraggiungere nient'altro di meglio. Vedete dunque, mia buona Madre, che non c'è motivo di piangere quando l'anima si trova bisognosa; ma invece occorre essere risoluti ad andar sempre avanti senza mai fermarsi e tagliar netto, affondando il coltello, fino alle divisioni dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla (Eb 4, 12)” (22).
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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