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COME FAR TESORO DEI PROPRI SBAGLI

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2013 18:16
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10/08/2013 09:41
 
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8. - Dopo una caduta non dobbiamo restar sorpresi, ma subito rialzarci.

Oh, come saremmo più indulgenti coi nostri fratelli se meditassimo bene questi pensieri! Come ci sforzeremmo di imitare l'imperturbabile pazienza di Colui che, prima di investire gli Apostoli del potere di rimettere i peccati, raccomandò loro di perdonare non sette volte, ma settanta volte sette!
Evidentemente però, quest'indulgenza per le nostre e l'altrui mancanze non deve spingersi fino a farcele guardare con occhio indifferente, perché altro è non meravigliarsene e altro non detestarle e non ripararle. Così il contadino, non si stupisce se nel suo campo vede crescere delle erbe cattive, ma è forse per questo meno diligente a strapparle? Quindi dopo aver detto che “se commettete delle mancanze, non dovete meravigliarvi in nessun modo” (26), anche se si trattasse di peccati mortali, e che “se sapessimo bene quel che siamo, anziché stupire di vederci a terra, ci meraviglieremmo del come possiamo star ancora in piedi” (27), S. Francesco di Sales ci raccomanda subito di “non adagiarci o rotolarci nel fango in cui siam caduti”, e aggiunge “che se la tempesta ci sconvolge lo stomaco o dà capogiro, non dobbiamo fermarci nello stupore, ma subito riprendere lena e animarci a far meglio” (28).
“Quando dunque il vostro cuore sbaglierà, rianimatelo dolcemente, umiliandovi davanti a Dio per la vostra miseria, senza però stupirvi della caduta; perché non è il caso di meravigliarsi che l'infermità sia inferma, la debolezza debole e miserabile la miseria. Nondimeno detestate con tutte le forze l'offesa che Dio ha ricevuto da voi e, con coraggio e fiducia nella sua misericordia, rimettetevi sul sentiero della virtù che avevate abbandonato ” (29).
Quest'ultimo tratto insinua abbastanza chiaramente quale salutarissima disposizione debba subentrare allo stupore, dopo la caduta. Ne riparleremo più a lungo nella seconda parte di quest'opera. Adesso, dopo aver stabilito che la vista delle nostre mancanze non deve meravigliarci, dimostreremo che non deve nemmeno turbarci.
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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