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27/05/2013 10:25 | |
La terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione. E' proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all'ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale. A tali questioni ho fatto più volte riferimento nella mia ultima Enciclica Caritas in veritate, richiamando "l'urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà" (n. 49) non solo nei rapporti tra i Paesi, ma anche tra i singoli uomini, poiché l'ambiente naturale è dato da Dio per tutti, e il suo uso comporta una nostra personale responsabilità verso l'intera umanità, in particolare verso i poveri e le generazioni future (cfr ivi, 48). Avvertendo la comune responsabilità per il creato (cfr ivi, 51), la Chiesa non solo è impegnata a promuovere la difesa della terra, dell'acqua e dell'aria, donate dal Creatore a tutti, ma soprattutto si adopera per proteggere l'uomo contro la distruzione di se stesso. Infatti, "quando l'«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l'ecologia ambientale ne trae beneficio" (ibid.). Non è forse vero che l'uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è emarginato o addirittura se ne nega l'esistenza? Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia è ridotta a possesso egoistico, l'uomo ne diventa "l'ultima istanza" e lo scopo dell'esistenza si riduce ad essere un'affannata corsa a possedere il più possibile. Il creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato dunque alla responsabilità dell'uomo, il quale è in grado di interpretarlo e di rimodellarlo attivamente, senza considerarsene padrone assoluto. L'uomo è chiamato piuttosto ad esercitare un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti. Con l'aiuto della stessa natura e con l'impegno del proprio lavoro e della propria inventiva, l'umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che anch'esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (cfr Caritas in veritate, 50). Perché ciò si realizzi, è indispensabile lo sviluppo di "quell'alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell'amore creatore di Dio" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 7), riconoscendo che noi tutti proveniamo da Dio e verso Lui siamo tutti in cammino.
Udienza generale, Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, 26 agosto 2009 |