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07/09/2016 09:46 | |
Mercoledì 7 Settembre 2016
*Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».*
Il mondo ci dice: la gioia, la felicità, il divertimento, quello è il bello della vita!. E ignora, guarda da un’altra parte, quando ci sono problemi di malattia, problemi di dolore nella famiglia. Infatti il mondo non vuole piangere: preferisce ignorare le situazioni dolorose, coprirle. Invece soltanto la persona che vede le cose come sono, e piange nel suo cuore, è felice e sarà consolata: con la consolazione di Gesù e non con quella del mondo. Questo è il programma di vita che ci propone Gesù. Un programma tanto semplice ma tanto difficile allo stesso tempo. E se noi volessimo qualcosa di più, Gesù ci dà anche altre indicazioni, in particolare quel protocollo sul quale noi saremo giudicati che si trova al capitolo 25 del Vangelo di Matteo: *“Sono stato affamato e mi hai dato da mangiare; ero assetato e mi hai dato da bere; ero ammalato e mi hai visitato; ero in carcere e sei venuto a trovarmi”.* Ecco la strada per vivere la vita cristiana a livello di santità. Del resto i santi non hanno fatto altro che vivere le beatitudini e quel protocollo del giudizio finale. Sono poche parole, semplici parole, ma pratiche a tutti, perché il cristianesimo è una religione pratica, da praticare, da fare, non solo da pensare. (Papa Francesco) |