00 17/05/2011 18:03
  603 Alla morte violenta di Maurizio, i Persiani, guidati dal re sassanide Cosroe II, con il pretesto dell'uc­cisione dell'imperatore,  in­vasero nel 603 le province orientali del­l'impero,  prendendo due di­rettive: verso l'Asia minore, giungendo nel 615 sino a Calcedonia; e verso Sud, occu­pando Edessa, Antiochia
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Ottobre

610 Prese il potere Eraclio, figlio dell'esarca d'Africa, che si era ribellato all'im­peratore Foca, che era succeduto all'imperatore Maurizio ma non stava dando una svolta in questo momento difficile.
  611 Maometto si dichiarò l'inviato di Dio e sommo profeta mandato ad an­nunciare la vera religione. Insieme ai se­guaci pensò di con­quistare alla propria causa la Mecca, il centro religioso degli arabi, dove sorgeva il santuario della Caaba in cui si venerava la pietra nera insieme ad altri idoli.
  614 I persiani entrano a Gerusalemme dove entrano in possesso della Santa Croce
  617 i Persiani si volsero verso l'Egitto, conquistando Alessandria e costrinsero il patriarca a fuggire.
  619 Il patriarca Sergio, basandosi sull'unione ipostatica, ri­tenne di do­ver ammettere una sola energia divino-umana, ritenendo che l'unità di energia non equivalesse all'unità di natura, dottrina mo­nofisita che egli rigettava, bensì fosse la conseguenza dell'unità di per­sona nel Cristo. Lo stesso ragionamento fu appli­cato alla volontà di Cristo. Così affermò che in Cristo sussisteva  un'unica volontà, quella divino-umana -monotelismo- conseguenza dell'unica  persona. 
  622 Eraclio, imperatore d'Oriente, potè prendere l'offen­siva, che ebbe il carattere di guerra religiosa per difendere il cristianesimo  contro i Persiani pagani e riprendere la Santa Croce
  622 L'ostilità dei sacerdoti della Mecca e dei ricchi commer­cianti, costrinse Maometto a fuggire a Medina, la prima città ad aderire al profeta
  623 L'imperatore Eraclio aderì alla dottrina di Sergio e pubblicò un editto in cui proibì di parlare di due energie, lo stesso impera­tore nominò Ciro di Fassi nella Lazia (Colchide),  che era stato conqui­stato dalle idee di Sergio, patriarca di Alessandria, con la speranza di raggiungere, con il mo­noergismo, la pace religiosa
  626 Persiani e Avari assediarono Costantinopoli
  629 Maometto aveva assoggettato le tribù arabe alla nuova re­ligione ed era giunto al limes Syriacus dell'impero
  629 Eraclio passò al contrattacco portando la guerra nel cuore della Persia e costrin­gendo gli avversari alla pace. Con la resa, Siria, Palestina e Egitto tornarono all'im­pero e fu restituita la Santa Croce a Gerusalemme dove, nel 630, con un gesto al­tamente simbolico, Eraclio si portò in solenne pellegrinaggio.
  630 Raccolse dei se­guaci con i quali poté ritornare vittorioso alla Mecca; impadronitosi della Caaba, distrusse gli idoli, eccetto la pietra nera e della Mecca fece la città santa, mentre Medina rimase il centro della sua at­tività di legi­slatore  e di organiz­zatore.
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Giugno

632 Muore Maometto a Medina, senza lasciare eredi maschi. Gli successe  il capo guerriero, Abu-Bakr desi­gnato dallo stesso profeta con l'appel­la­tivo di Califfo
  633

Ciro celebrò un concilio in Alessandria dove fu ema­nato l'atto di unione della Chiesa d'Egitto con l'Impero, in nove ca­pitoli di cui il set­timo riconosceva e spiegava l'espressione  "due nature", aggiungendo: "in questo unico e medesimo Figlio e Cristo ha operato sia quello che era divino che quello che era umano, mediante l'unica attività tean­drica, così come insegna s. Dionigi". Sembrava che il monoergismo avesse avuto il potere di ristabilire l'orto­dossia in Egitto e di procurare la pace religiosa all'Oriente.

  634 Subentra il califfo Omar
  634 Il patriarca Sergio chiede l'approvazione di Roma alla dottrina delle due energie in una lettera in cui spiega la raggiunta unità. Onorio I aderì genericamente a Sergio senza condividere monofisismo e monoenergismo, e per evitare scandalo suggerì che si evitasse di parlare di una o due energie. La decisione di papa Onorio I sarà esplicitamente anatemizzata dal VI concilio  ecumenico (Costantinopoli, 681, Concilio Trullano),  dove "Onorio, l'ex vescovo della vecchia Roma" fu ritenuto colpevole  di eresia.
  636 Il califfo Omar con la battaglia  di Cadesia, pose fine al regno persiano; quindi scacciò i Bizantini da Siria e Palestina.
  638 Omar poté entrare nella Città santa e andare a pregare sul luogo del tempio di Salomone: era stato lo stesso patriarca Sofronio a consegnargli  la città di cui per ben due anni ne aveva diretto la resistenza; lo fece dove aver prima assicurato la reliquia della croce che inviò a Costantinopoli.
  638 Morte di Onorio I
  639 Eraclio pubblicò la Ecthesis -documento composto da Sergio- in cui veniva lasciata da parte la dottrina meno preoccupante del monoergismo, mentre veniva affermata e imposta ai sudditi la dottrina più perico­losa del monotelismo (en télema),  cioè della doppia natura e dell’unica volontà di Cristo. I vescovi orientali accetta­rono l'Ectesis quasi all'umanità
  640 Eletto Giovanni IV successe a Onorio I
  641 Un concilio romano condannò l'Echtesis come gravemente nociva. L'imperatore Eraclio, dopo la condanna papale, sfidu­ciato per la sua politica religiosa e sotto l'incubo dell'inva­sione araba, non cercò di difendere l'Ecthe­sis, ma piuttosto si scusò di averla promul­gata, per istigazione  del patriarca Sergio
  642 Gli Arabi dilagarono in Egitto, dove favorirono i ve­scovi copti, che rappresentavano l'opposizione al go­verno imperiale.
  642 Papa Teodoro I (642-649) -di origine orientale, succede a Giovanni IV
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Luglio

645 Disputa pubblica tra Pirro e Massimo, alla pre­senza dell'esarca e di molti vescovi. E Massimo fece una bril­lante dimo­strazione della dottrina ortodossa. Pirro si dichiarò vinto e pronto a condannare il sinodo di Costantinopoli che aveva approvata l'Ecthesis. Recatosi a Roma Pirro fece l'a­biura della dottrina monotelita nella basi­lica di S. Pietro.
  646 Papa Teodoro I su richiesta dei vescovi del­l'A­frica, mandò allora un'amba­sceria a Paolo, patriarca di Costantinopoli, con l'ordine  di abiurare il monoteli­smo. Di fronte al diniego Teodoro depose Paolo il quale, ritenendo quell'intervento come un immischiarsi negli affari interni di altra Chiesa, si vendicò facendo di­struggere la cappella del Palazzo di Placida, dove ri­siedevano gli apocrisari papali.
  648 Costante II (641-68), nipote di Eraclio, divenne capo dell'im­pero,  credette di ristabilire la pace con Roma ritirando l'Ecthesis, ma contemporanea­mente, su consiglio di Paolo, patriarca di Costantinopoli, pubblicò nel 648 un nuovo editto dogmatico, chiamato Typos, che non prendeva alcuna posi­zione  dot­trinale, ma im­poneva il silenzio sulla controversia mi­nacciando severe pene a chi non avesse obbedito; il che fu altret­tanto negativo per la pace.
  649 Martino I successe a Teodoro I. Nello stesso 649 si preoc­cupò di riunire al Laterano un grande concilio  (lo fece senza il consueto permesso del'imperatore Costante II; vi parteciparono 105 vescovi, in gran parte italiani e africani). Si ten­nero cinque sessioni,  al termine delle quali fu emanato un simbolo di fede che ri­peteva quello di Calcedonia, dichiarando che in Cristo c'e­rano due volontà natu­rali e due modi di operare e si colpirono di scomunica gli autori e i so­stenitori della nuova eresia, cioè i patriarchi Sergio, Pirro e Paolo di Costantinopoli   e Ciro di Alessandria.
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Giugno

653 Martino, arrestato dall'esarca Calliopa, fu tra­scinato a Costantinopoli, condannato per presunto alto tradimento ed esiliato a Cherson in Crimea, dove morì il 16 settem­bre 653. L'imperatore indignato contro il papa, anche perchè si era fatto consacrare senza la sua approvazione, fece ricorso alla forza. Sorte simile toccò ai seguaci della dot­trina diotelita in Oriente. Fra questi l'abate Massimo, il più impor­tante teologo del suo tempo
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Agosto

654 A Martino I successe Eugenio I, il quale mandò a Costantinopoli, per la con­ferma imperiale, i suoi apocrisari. Questi tor­narono a Roma con una nuova pro­posta del patriarca Pirro, il quale era tornato alla sua antica sede, una formula che attribuiva a Cristo una volontà come ipostasi e due volontà secondo le sue due nature.
  668 Costante II moriva assassinato a Siracusa, gli succedete suo figlio Costantino IV
  672 Nasce San Bonifacio, a Crediodunum, nell'Inghilterra sud-occidentale, cresce fin da piccolo nelle abbazie di Exeter e di Nhutschelle.; il suo nome era Vinfrido
  673 Costantinopoli fu in serio pericolo, la capitale fu salva grazie all'eroica difesa di Costantino IV che per l'occa­sione utilizzò contro le navi il fuoco marino o fuoco greco.
  678 Costantino IV concluse la pace con gli Arabi e gli Avari
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Novembre

680 Concilio Costantinopolitano III. Il nuovo Concilio si aprì il 7 novem­bre 680 nel palazzo imperiale, nella sala a cupola (Trullos da cui Concilio Trullano),  con 170 partecipanti. Si qualificò,  sin da prin­cipio,  come ecumenico (sesto della serie).  Monoteliti e dioteliti si fronteggia­rono. I delegati papali chiesero ragione sulla novità introdotta qua­ranta sei anni prima dai patriarchi di Costantinopoli, con l'accordo di Ciro d'Antiochia, sull'unica operazione e unica volontà di Cristo. Risposero i due patriarchi, Giorgio di Costantinopoli e Macario di Antiochia, asse­rendo che la dottrina non era nuova e che era stata anche asserita da papa Onorio. Il concilio condannò il monotelismo affermando due volontà in Cristo
  685 Giustiniano II successe a Costantino IV, entrambi grandi difensori del sesto concilio ecumenico
  692 Costantino IV riunì un altro Concilio per ag­giungere canoni disciplinari ai due precedenti che avevano trattato solo questioni di fede e, in quanto integratorio dei due con­cili, fu chiamato Quinsesto. Fu presa in esame solo la situazione greco-orien­tale e furono emanati 102 canoni, molti dei quali contrastavano con la prassi romana. Così il can. III, che con­dannava la regola oc­cidentale della castità dei preti e diaconi e impo­neva di rimanere nella vita coniu­gale iniziata prima dell'ordinazione. Il can. XXXVI, rife­rendosi al can. XXVIII  di Calcedonia, rigettato però dai papi, ri­conosceva al pa­triarcato di Costantinopoli un grado pari a quello del papa e ne sanciva la premi­nenza su tutti gli altri patriarcati di Oriente.
  693 Papa Sergio I si rifiutò di sottoscrivere quegli atti anzi li condannò come contrari alla legislazione romana. Giustiniano II pensò di usare la forza, ma in aiuto del papa accorsero le milizie civi­che di Ravenna e delle terre vicine, per cui l'inviato impe­riale dovette lasciare Roma.
  708 A Papa Sergio I succedette Costantino
  710 Costantino chiamato per trattare della questione. l’imperatore Giustiniano II lo fece venire a Costantinopoli, nel 710, per trattare la questione; così il papa dovette accettare una parte dei canoni.
  711 Giustiniano II fu assassinato e il potere fu preso da Bardane, uno stratega armeno di nome Filippico
  711 Gli arabi sconfissero i visigoti di Spagna, ai cristiani rimase così solo il nord-est della Spagna. Quindi i musulmani valicarono i Pirenei e scesero nell'Aquitania e in Provenza
  712 Filippico, educato nel monotelismo, fece rigettare in un sinodo il VI concilio ecumenico
  713 L'imperatore Anastio II succeduto a Filippico riconobbe di nuovo il VI concilio ecumenico
  713 Editto di Rotari, Liutprando re dei Longobardi si qualifica come principe cristiano e cattolico
  716 Bonifacio parte con alcuni suoi amici, il suo pensiero è rivolto soprattutto ai sassoni, alle popolazioni germaniche. In questi anni sono proprio le isole, prima l'Irlanda con san Colombano e poi l'Inghilterra, a cominciare da san Willibrord, a riversare sul continente straordinari gruppi di monaci che battezzarono l'Europa.
  717 Leone III, l'impera­tore-soldato detto l'Isaurico, o il Siro, sale al trono
  717 Dopo il 717 quasi tutte le chiese nei territori conquistati furono trasformate in moschee e di fatto scomparvero tutti i vescovati, an­che se a lungo i titoli continuarono ad essere dati a vescovi non residenti.
  717 I Longobardi di Benevento occuparono il 'Castrum' di Cuma, intervenne papa Gregorio II che sti­molò il duca di Napoli a ricon­quistarla e contribuì alla sua liberazione dando ai Longobardi una somma di denaro.
  718 Leone III si era acquistato dei meriti nella vittoriosa difesa di Costantinopoli , contro gli attacchi pericolosi degli arabi (717-718), costringendo la loro flotta ad allontanarsi da Costantinopoli; una vittoria da associare a quella che Carlo Martello conseguì nel 731, fermando l’avanzata araba a Poitiers.
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Maggio

719 Bonifacio va a Roma e incontra papa Gregorio II, vuole che la sua missionarità si appoggi solidamente alla cattedra di Pietro. Gregorio II invia Bonifacio tra i pagani di Germania. Da questo momento Winfrido prende il nome di un martire romano: Bonifacio.
  722 Dopo esser stato fino all'anno prima ad evangelizzare i Frisoni, ora Bonifacio passa all'Assia. Comincia a fondare un primo monastero ad Amöneburg, sempre cercando l'appoggio del re franco, Carlo Martello. Del resto era tipico dei monaci cercare innanzitutto la conversione dei re, che nella tradizione di quelle tribù era un evento decisivo.
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Novembre

722 Bonifacio stende la sua prima relazione per il Papa, il quale lo chiama di nuovo a Roma e lo consacra vescovo. Bonifacio adesso è ufficialmente legato del Papa. Il Papa a sua volta gli affida di nuovo una quantità di lettere: per principi, per vescovi e soprattutto per Carlo Martello, invitato dal successore di Pietro ad aiutare l'opera del monaco anglico in terra germanica.
  723 Bonifacio sfiderà le tribù germaniche abbattendo nel 723, a Gheismar, la quercia sacra al dio Thor e costruendo, con quel legno, una cappella dedicata a san Pietro
  724 Col 724  si può considerare conclusa la vera e propria evan­gelizzazione  dei pagani ad opera Bonifacio; dopo di che egli si de­dicò a purificare e rinvigorire la vita cristiana, servendosi di sinodi provinciali come strumento di riforma.
  726 Leone III, dopo aver invano chiesto l’assenso del patriarca Germano emanò un editto con cui si disponeva l'allontanamento , o il coprimento delle immagini sacre
  728 L'intervento papale per la resti­tuzione di Sutri, al confine settentrionale del ducato romano. Gregorio II dovette ricorrere ai donativi per convin­cere Liutprando ad abbandonare Sutri: il re cedette "fecendone dona­zione e restituendo ai beatissimi apostoli Pietro e Paolo", come si legge nel Liber Pontificalis.
  730 La reazione di Gregorio II all'editto di Leone III fu violenta: pose infatti Roma fuori del­l'au­torità im­periale  e dichiarò di non riconoscere più Leone III come impera­tore; non giunse però a nominare un altro imperatore, per non attirare l'esercito  bizantino  a Roma
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Febbraio

731 Elezione di Gregorio III che succede a Gregorio II
  731 Carlo Martello ferma l'avanzata araba a Poitiers, le forze occidentali riuscirono a tener lontana dalla Gallia l'ondata degli in­fedeli
  732 Gregorio II consacra arcivescovo Bonifacio, conferendogli il potere di consacrare vescovi sulla riva destra del Reno.
  733

L'imperatore bizantino constatando che la sovranità bizantina su Roma era di pura forma e l'ltalia del Sud seguiva Roma, nel 732/733  staccò i Balcani e l'lta­lia del Sud dalla giuri­sdizione  ecclesiale romana per annet­terli alla giurisdizione  costantino­politana. Nello stesso tempo staccò l'Isau­ria dalla giurisdizione di Antiochia, per annetterla an­cora alla giu­risdizione della capitale. Così le frontiere dell'Impero e quelle del patriarcato di Costantinopoli veni­vano a coincidere. Raf­forzando la coesione dell'Impero e allontanando tutti coloro che contestavano la sua politica,  a cominciare dal patriarca Germano, costretto a di­mettersi e sostituito nella sede costantinopolitana con Anastasio, un iconoclasta, gettava così le premesse per creare una specie di Chiesa nazionale.

  739 I rapporti del papa col re longobardo si fecero tesi nel 739, quando i Romani accolsero Trasmondo II, duca di Spoleto, ribelle a Liutprando. Le truppe del re allora invasero lo Stato romano e occuparono quattro città del confine settentrio­nale: Amelia, Orte, Bomarzo e Blera, giungendo vicino a Roma. Papa Gregorio III, incapace di resistere a questa pressione mili­tare, insieme al Senato romano si rivolse allora a Carlo Martello, mag­giordomo della corte e vero capo del regno dei Franchi. Carlo Martello, maggiordomo di Childerico, non accettò l'in­vito di Gregorio III, poichè riteneva i Longobardi un valido alleato nella lotta contro i Saraceni.
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Giugno

740 Muore Leone III
  741 Costantino V successe a Leone III
  741 Muore Carlo Martello, gli succedet­tero i due figli Carlomanno e Pipino II: il primo per l'Au­strasia (la regione orientale della Gallia, con al centro Aquisgrana), l'altro per la Neustria (la regione occidentale). 
  743 Concilio Franco-Orientale. Fino a quel tempo infatti la chiesa franca era com­pletamente li­bera da Roma, ossia del tutto staccata dalla cattolicità ed in pessime condizioni morali. Bonifacio, quale primo passo, fece prestare un giu­ramento di fedeltà al papa da parte dei vescovi di que­sta provincia riuniti in questo concilio
  745 Bonifacio indisse il primo Sinodo di tutta la Chiesa franca
  747 Carlomanno abdicò nel 747 per farsi chierico e monaco in Italia. Suo fratello, Pipino il breve, per evitare la concorrenza dei figli di Carlomanno, ormai maggio­renni, riunì allora nella propria mano tutto il potere nella terra dei Franchi e quindi si rivolse al papa chiedendogli  "se colui che posse­deva il potere del re non do­vesse an­che essere re". Con ciò riconosceva al papa un'autorità obbligante  sul piano politico-sta­tale.
  751 Papa Zaccaria ac­con­sentì al­l'e­levazione del maggior­domo franco a re. A seguito dell'avallo pa­pale, in un'adunanza dei grandi del regno, tenutasi a Soisson, Pipino si fece accla­mare re, al posto di Childerico, ultimo Merovingio che fu internato in un mona­stero; quindi Pipino ri­ce­vette, forse dallo stesso s. Bonifacio, l'unzione regia.
  751 Astolfo re dei Longobardi, aveva posto fine nel 751 al­l'Esarcato di Ravenna e alla Pentapoli e ora stava per conquistare anche il Ducato romano. Suo in­tento era quello di riunire, sotto il proprio scettro, tutta l’Italia. Il du­cato, con le sole sue forze non avrebbe potuto resistere ai Longobardi e, d'altra parte, poiché da Costantino V, imperatore d'Oriente, non giungeva nessun aiuto, papa Stefano II decise allora di rivolgersi a quel sovrano che do­veva, in gran parte, al papato la sua corona
  752 A Papa Zaccaria succede Papa Stefano II
  753 In se­guito ad un ordine imperiale, ven­nero organizzate delle riunioni in numerose città per dibattere la questione icono­clasta. L'imperatore si rese conto che l'iconoclasmo era ben radicato e che gli iconocla­sti avevano gli occhi volti verso di lui; perché divenisse dottrina ufficiale occorreva tuttavia un concilio che condannasse  il culto delle icone.
  753 Papa Stefano II si mise in viaggio verso la Francia, passando per Pavia (fine di ot­tobre), fece un ulte­riore tentativo presso il sovrano longobardo "perché rila­sciasse le pecorelle del Signore che aveva rapite e restituisse a ognuno il suo". Ricevuto un diniego,  pro­seguì per la corte dei Franchi.
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Febbraio

754 Costantino convocò un si­nodo che ebbe luogo a Hieria, località presso Calcedonia. Né Roma né gli altri patriarcati d'Oriente parteciparono. Per Costantino l’unica vera icona di Cristo era l’Eucarestia perché, illustrando la natura umana del Cristo si cade nel nestorianesimo, che separa le due nature, o nel monofisismo che le con­fonde. Il sinodo anatema­tizzò  poi il pa­triarca Germano e Giovanni Damasceno
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Aprile

754 Pipino convocò a Kierzy la grande assemblea del regno e il 14 aprile 754 fu decisa la guerra riu­scendo a persuadere i pro­ceres ad accogliere la richie­sta del papa e, per iscritto, promise non solo di difen­dere la Chiesa di Roma e i suoi diritti, ma anche la 'restituzione' (reddere) dei ter­ritori imperiali occupati dai Longobardi, in particolare l'Esarcato di Ravenna.
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Gennaio

754 Giunto a Ponthion, nella Champagne si presentò in veste di penitente, ma fu ricevuto da Pipino con tutti gli onori, prestan­dogli il servizio di palafreniere (servitium stra­tonis), servizio che, nel ceri­mo­niale  bizantino  di corte, poteva essere prestato solo al­l'imperatore.  Stefano II chiese a Pipino che, per i meriti del Principe degli Apostoli, lo salvasse dalle mani dei Longobardi.
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Luglio

754 Fu suggellata l'alleanza tra la Chiesa e i Franchi, nell'ab­bazia reale di Saint-Denis, il papa consa­crò di nuovo Pipino (a consacrarlo in precedenza era stato Bonifacio, vescovo missionario),  que­sta volta con la sposa e i suoi figli Carlomanno  e Carlo -futuro Carlo Magno- e gli conferì il titolo di Patricius Romanorum, titolo  che, prima di allora, l'imperatore bizantino aveva conferito all'esarca di Ravenna e al duca di Roma (ma era stato anche dato ad alcuni generali e principi germanici).
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Giugno

755 Una gran folla di uomini, convertiti da Bonifacio, raccolta vicino a Dokkum, si prepara a ricevere il sacramento della cresima. Ma improvvisamente piomba su di loro un'orda di banditi. Bonifacio fa appena in tempo a incoraggiare i suoi che viene raggiunto da un colpo di spada. I suoi 52 compagni vengono massacrati come lui. Ha indissolubilmente ancorato alla guida di Pietro le Chiese d'Europa
  756 Durante la sua se­conda di­scesa dei Franchi in Italia, giunse  a Roma una missione bizan­tina, con a capo il si­lenziario Giovanni,  allo scopo di chiedere a Pipino la restituzione all'impero dei territori invasi dai Longobardi. La risposta di Pipino fu che egli era entrato in guerra "per amore di s. Pietro e a peni­tenza dei suoi peccati" e non si sarebbe la­sciato corrompere dai dona­tivi che l'inviato bizantino prometteva.Sconfitto Astolfo defi­nitivamente, Pipino consegnò alla Sede Apostolica i territori conquistati "iure proelii",  cioè l'Esarcato e la Pentapoli
  756 Re Astolfo morì. Come suo successore era stato designato Rachis, uscito dal suo monastero, ma poi gli fu pre­ferito Desiderio, duca di Tuscia, che aveva l'appoggio del papa perché aveva promesso di restituirgli le terre conquistate da Liutprando. Desiderio riuscì ad avere il regno, ma restituì solo Faenza e Ferrara.
  757 A papa Stefano II succedeva suo fratello, il diacono romano Paolo I