00 17/05/2011 18:01
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Maggio

352 Liberio succede a Papa Giulio I
  354 Prima figura sto­rica­mente accertata di eremita cristiano è l'egiziano  Antonio (+356 ca.), il patriarca del monachesimo, uomo di preghiera e lot­tatore contro il demonio, di cui s. Atanasio (+373) scrisse la Vita Antonii, definita da s. Gregorio Nazianzeno una "regola mo­nastica sotto forma di racconto".
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Ottobre

366 Damaso I succede a Papa Liberio
  375 I Visigoti oltrepassano il Danubio e il limes dell'impero cede.
  375-378 l'imperatore Graziano  definì espressamente, con una legge di Stato, la suprema giurisdizione  del vescovo di Roma.
  379 Concilio di Antiochia, i 153 vescovi presenti furono concordi nel confermare l'unità della fede con Roma e coi vescovi occidentali, condannando  sia l'arianesimo,  sia l'eresia di Apollinare, vescovo di Laodicea. Apollinare, pur ritenendosi difensore del credo niceno, negava in Cristo la presenza di un'anima razionale umana e sosteneva che il Logos svolgeva le funzioni di guida e occupava il posto di essa
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Febbraio

380 L’imperatore Teodosio I, per consolidare la fede promulgò un primo editto, seguito nel gennaio 381, da un secondo  con cui si obbligavano tutti i sudditi dell'impero a professare "la religione che l'Apostolo Pietro aveva un tempo assegnato ai Romani e che attualmente seguono il pontefice Damaso e Pietro vescovo di Alessandria".
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Maggio

381 Costantinopolitano I,  fu una condanna dura e determinante dell’arianesimo  che, dalla morte di Costantino, non aveva fatto che prosperare sotto la protezione della politica di Costanzo e ancor più di quella di Valente, colpì anche la nuova eresia: “macedonianismo” o dei “penutomachi”, che, pur concedendo la natura divina al Figlio, la negava allo Spirito Santo. Il canone 2 di questo concilio dà al vescovo di Costantinopoli il primato di onore dopo quello di Roma, infatti Costantinopoli è ora la seconda Roma, e in questo modo supera Alessandria.
  382 La Sinodo romana dichiarò che la santa romana Chiesa ha la precedenza su tutte le altre chiese non per mezzo di una decisione conciliare e neppure per mezzo di una legge imperiale, ma perché essa ha ricevuto il primato dalla parola del Signore Salvatore
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Dicembre

384 Siricio succede a Papa Damaso I
  395 I Vandali con Alarico passano in Grecia e nell'Illirico
  401 I Vandali sono in Italia
  402 Onorio, fratello di Teodosio, trasferì a Ravenna la capitale dell'impero di Occidente- a Roma si cominciò a sentire una situazione di vuoto di potere politico;  abbandonata alle scorribande ostrogote
  410 Roma fu saccheggiata da Alarico re dei Visigoti. Seguì un torbido periodo in cui gli ordina­menti ecclesiastici minacciavano di crollare sotto l'impeto delle forze barbariche; solo il vescovo di Roma fu in grado di dare speranza per un futuro della fede cristiana
  419 I Vandali si stabiliscono in Spagna passando per la Gallia
  428 Nestorio diventa patriarca di Costantinopoli, portatore di una dottrina che crea scandalo e porta alla convocazione del concilio di Efeso
  429 I Vandali sono a Cartagine. L'anno dopo, mentre Ippona è assediata muore s. Agostino
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Agosto

430 Celestino I (423-432) convocò a Roma, per '11 agosto 430, un sinodo che condannò Nestorio, perché si riteneva separasse in Cristo le due nature, ora credendolo un semplice uomo, ora facendolo dimorare con Dio. Nestorio si rivolse allora all'imperatore Teodosio II perché convocasse un concilio ecumenico. Papa Celestino non si oppose, ma dichiarò di non ritrattare la condanna di Nestorio
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Novembre

430 Teodosio II ordinò a tutti coloro che erano stati convocati di trovarsi ad Efeso il 7 giugno 431 (festa di pentecoste). 
  431 Concilio di Efeso, I principali contendenti furono dunque due vescovi patriarchi: Nestorio di Costantinopoli  (già monaco di Antiochia) e Cirillo di Alessandria e il problema in questione era la determinazione teologica e terminologica della maternità divina di Maria di Nazaret.
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Giugno

431 Benché non fossero ancora arrivati né i legati romani, né i vescovi orientali guidati da Giovanni di Antiochia, Cirillo  di Alessandria diede inizio al concilio nella chiesa di Efeso dedicata a Maria Theotokos. La sua dottrina venne esaminata e il concilio si concluse già con la prima seduta del 22 giugno  431 con la condanna, pronunciata nei suoi confronti e sottoscritta subito da 197 vescovi,  ai quali successivamente se aggiunsero altri. Poco dopo arrivarono Giovanni  e il gruppo degli orientali: essi rifiutarono di essere in comunione  con Cirillo 
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Giugno

431 Gli orientali di antioca, diedero vita a un altro concilio,  presieduto da Giovanni e dove fu condannato e deposto Cirillo e il vescovo di Efeso, Memnone.
11 Luglio 431 Arrivarono i legati papali, Arcadio e Proietto vescovi e il presbitero Filippo, questi si unirono a Cirillo  e ci fu una nuova seduta che approvò quanto già svolto e confermò la condanna e la deposizione  di Nestorio. Poi il concilio,  il 17 luglio, nella V sessione, scomunicò Giovanni e i suoi.
  448 Al sinodo endemico di Costantinopoli, del 448, il patriarca Flaviano condannò, come eretico, il monaco Eutiche di Costantinopoli, gli atti furono comunicati a papa Leone I. Eutiche si rivolse allora all'imperatore appoggiato dal successore di Cirillo, Dioscuro, ai legati papali fu impedito l'accesso e non vennero lette le lettere del Papa, il risultato fu scontato, Eutiche venne giudicato ortodosso. Il latrocinium efesinum, come lo chiama Leone I in una lettera all'imperatrice Pulcheria, venne rigettato da tutte le parti e nello stesso tempo si reclamò la convocazione di un nuovo concilio.
  451 Concilio di Calcedonia, convocato prima a Nicea e successivamente trasferito a Calcedonia: Rigettò il latrocinium efesinum; depose Dioscuro, mentre Teodoreto e Iba vennero reintegrati nella carica.
  452 Papa Leone I, riuscì a tenere lontano da Roma Attila, inducendolo a prendere la via del ritorno. Con quel gesto papa Leone si rivelò anche come difensore e salvatore di Roma e della civiltà occiden­tale. Non meno importante l’incontro di questo pontefice con Genserico, re dei Vandali. Così, grazie a papa Leone, cui la storia ha riconosciuto il titolo di Magno, il vescovo di Roma era uscito, dal periodo turbolento delle migrazioni dei popoli e dei brevi regni barbarici, rafforzato sia nel campo religioso sia in quello politico. Roma, sede di Pietro, era tornata ad essere la capi­tale del mondo.
  455 I Vandali guidati da Genserico mettono Roma a sacco
  476 Odoacre, generale sciro che proveniva dal Norico, si trovava in Italia come capo delle truppe mercenarie quando, depose Romolo Augustolo, ultimo imperatore dei romani; non volle però creare un nuovo imperatore e così riconobbe l’imperatore di Oriente, Zenone, limitandosi  a governare come re dei barbari che erano in Italia.
  482 Tentativo, da parte dell'imperatore Zenone (474-491),  di azzerare questo concilio di Calcedonia, mediante un editto (Enotikon)  che è una professione di fede, un editto di unione,  dove venivano ripudiati Eutiche, Nestorio e il Concilio  di Calcedonia, imponendo di tornare al simbolo di Nicea. Felice II condannò e depose il patriarca di Costantinopoli Acacio, consigliere dell'imperatore, ciò provocherà una scisma, lo scisma acaciano.
  484 La Spagna è interamente conquistata dai Visigoti ariani
  489 L'imperatore Zenone, per impedire l'insorgere dell'eresia nestoriana, chiuse la scuola teologica di Edessa. L'eresia proseguì invece in Persia dove si erano ri­fugiati molti nestoriani perseguitati nell'Impero romano, dando vita a una scuola teologica e a una chiesa nazionale persiana nestoriana.
  493 Odoacre fu ucciso da Teodorico che divenne signore d’Italia, come re dei Goti, mentre riconosceva a Costantinopoli una supremazia di onore. Teodorico fu rispettoso della civiltà e delle istituzioni romane, ma inesorabilmente la cultura occidentale si andava barba­rizzando e, dimentica del greco, non riusciva più a dialogare con gli orientali.
  494 Gelasio I, nel 494, si trovò nella necessità di scrivere all'imperatore Anastasio I una lettera,  al fine di distinguere i due poteri e di affermare la soggezione del principe al sacerdote in materia di fede e di costumi:
  496 Clodoveo, con i suoi Franchi, dopo aver battuto gli Alemanni a Tolbiac si converte al cattolicesimo, ma il loro cattolicesimo era poco più di una vernice: erano rimasti infatti ancora profondamente pagani; la vera cristianizzazione avvenne nel secolo VII
  534 Tramonta il regno dei Vandali i quali avevano portato quasi all'annien­tamento delle circa tre­cento chiese cattoliche. Inizia la riconquista di Giustiniano
  543 Giustiniano, scrisse un Trattato contro gli errori di Origene, terminante con dieci anatemismi e lo pubblicò sotto forma di Editto, visto che andavano diffondendosi le dottrine origeniste della preesistenza della trasmigrazione delle anime e della riparazione finale. Questo Editto fu sottoscritto anche da Teodoro Aschida, il quale però si prese una ri­vincita sollevando presso Giustiniano un'altra questione: la condanna degli scritti di tre au­tori, legati a Nestorio (Teodoro di Mopsuestia, mae­stro di Nestorio; Teodoreto di Cirro, suo amico; Iba di Edessa).
  544

Giustiniano, nel 544, pubblicò  un altro Editto, costituito da Tre anatemi contro i tre autori incriminati: onde il nome dato all'editto di Chefàlaia -Capitula in latino- nome che poi designò il con­tenuto degli anatemastismi stessi. Nell'editto dei Tre Capitoli si condan­nava:  la persona e gli scritti di Teodoro di Mopsuestia; gli scritti di Teodoreto di Cirro in favore di Nestorio e contro Cirillo ed il Concilio di Efeso; le lettere di Iba di Edessa inviate a Mari, vescovo di Ardashir dopo il 433. Questa condanna, in Oriente fu accolta con esitazione, poi­ché non portava la pace sperata. In Occidente ci fu invece una violenta re­azione perché la con­danna sembrava andasse contro il Concilio di Calcedonia (451), cui gli occidentali  erano molto attac­cati.

  545 Decreto emesso da Giustiniano, in forza del quale il vescovo di Costantinopoli -primate d'Oriente- aveva il secondo posto, dopo quello del vescovo di Roma mentre aveva la precedenza su tutti gli altri vescovi. In seguito l'appellativo di ecumenico ebbe un'interpretazione ortodossa -significando il patriarca dell'Impero d'Oriente- anche se lesiva del prestigio del papa in oriente.
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Aprile

548 Papa Vigilio, dopo essere rimasto a lungo incerto di fronte a quella condanna, emise la propria sentenza che prese il nome di Iudicatum con il quale condannò Teodoro, gli scritti di Teodoreto e la lettera di Iba, ma allo stesso tempo manifestò la sua piena adesione al Concilio di Calcedonia.
  550 Papa Vigilio ritirò lo iudicatum. Lo iudicatum fu male accolto dai vescovi del­l'occidente e quelli del­l'Illirico, delle Gallie e dell'Africa giunsero a rompere la comunione con il papa fino a quando non avesse fatto peni­tenza. Di fronte all'opposizione suscitata dal suo Iudicatum Papa Vigilio lo ritirò
  553 Tramonta il regno degli Ostrogoti. Nel 552 Narsete sconfigge Totila e l'anno successivo  con la guerra greco-gotica assoggetta il resto dell'Italia a Giustiniano I, imperatore bizantino (527-565). La riscossa bizan­tina, ri­conquistando gran parte dei territori italiani e africani, aveva po­sto fine ad ogni tentativo di far prevalere l'ariane­simo. Ma la ri­conquista dei territori italici durò lo spazio del regno di Giustiniano.
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Maggio

553 Concilio Costantinopolitano II, condannò Teodoro, Teodoreto e Iba
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Maggio

553 Il papa inviò all'im­peratore una sua di­chiara­zione , sui Tre Capitoli, firmata da 16 vescovi e che prese il nome di Constitutum Vigilii papae de tribus capitulis. Il Constitutum condannava gli er­rori di Teodoro e di Teodoreto, ma non le persone, per il principio  canonico che non si condannava una per­sona morta nella comunione  ecclesia­stica; mentre per Iba accettava la giustificazione presentata al concilio di Calcedonia. Giustiniano consi­derò il Constitutum un volta­faccia del papa. Perciò non volle ricono­scerlo e comunicò al concilio gli atti prece­denti di Vigilio.
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Giugno

553 Il concilio terminò disinteressandosi del papa, L'imperatore chiede  che il nome di Vigilio fosse tolto dai dit­tici. E poiché non intendeva creare uno scisma, usò l'abile formula, dicendo che Vigilio stesso si era sepa­rato dalla comunione dei ve­scovi di­fendendo quanto i Tre Capitoli ave­vano condannato; men­tre si mante­neva l'unione con la Sede apostolica. I vescovi accetta­rono l'ordine dell'impera­tore
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Dicembre

533 Papa Vigilio approvò il concilio che divenne così ecumenico, le pressioni dell'imperatore sul papa alla fine ebbero la meglio.il 23 febbraio 554, a Costantinopoli,  pubblicò un nuovo Constitutum in cui giustificava la condanna dei Tre Capitoli.
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Giugno

555 Papa Vigilio lasciò Costantinopoli per tornare a Roma dopo 10 anni di assenza, ma morì durante il viaggio, a Siracusa. Le condizioni  di Roma durante l'assenza del papato erano tri­stis­sime. Governava un certo Marea (+555), contrario, come tutti, alla condanna dei Tre Capitoli.
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Aprile

556 Eletto Papa Pelagio, dopo aver combattuto la con­danna, l'aveva egli pure accettata, riconcilian­dosi con l'imperatore. Ma a Roma questa scelta non fu gradita per­ché si accusava Pelagio di aver provocato la morte di Vigilio. La sua consacrazione ebbe luogo dopo dieci mesi e fu compiuta non dal ve­scovo di Ostia, ma da due ve­scovi, con l'assistenza  di Andrea prete di Ostia, mentre il clero, i monaci e il popolo si tennero lontani dal nuovo papa.
  568 Per i Visigoti prese il potere Leovigildo, questi si ammalò, e invitato dalla moglie e dal figlio cattolici si mise a pregare, si convertì così al cattolicesimo. I Visigoti erano ariani
  568 I Longobardi, venendo dalla Pannonia e guidati dal re Alboino, attraversano le Alpi e invadono la penisola. A differenza degli altri popoli invasori i Longobardi non ave­vano mai avuto contatti con il mondo romano e bi­zantino e conservavano pres­soché intatta la loro barbarie
  574 Gregorio (futuro Gregorio Magno) lascia gli abiti di lusso per prendere quelli del monaco
  574 Nasce Maometto alla Mecca
  579 Papa Pelagio II promosse Gregorio all'ordine del diaconato, la sua esperienza di monaco fu breve, e lo inviò a Costantinopoli, dove rimase fino al 586
  586 Recaredo successe a Leovigildo re dei Visigoti, lui e la moglie si convertirono al cattolicesimo e di qui seguì una conversione di massa dei Visigoti
  586 Gregorio richiamato a Roma divenne segretario divenne consigliere e segretario di Papa Pelagio II. Vigendo la tregua tra l'esarcato e i Longobardi, vennero rinnovati i tentativi diretti a ricondurre all'u­nità e alla co­munione i vescovi della Venezia e dell'Istria che ne erano sepa­rati per la questione dei Tre Capitoli. Gregorio probabilmente scrisse di sua mano la terza lettera
  587 Giovanni il Digiunatore, patriarca di Costantinopoli negli atti di un concilio tenuto nel 587 a Costantinopoli, sotto la sua presidenza, si sottoscrisse con il titolo di patriarca ecume­nico, tradotto in occidente come universale -in realtà significava solo patriarca dell'Impero- giudi­cato, pertanto, come "titolo nefando e arrogante"
  589 Il concilio di Toledo sancì il passaggio al cattolicesimo dei Visigoti
  590 Alle distruzioni dei Longobardi si aggiungevano piogge torrenziali prolungate che provocarono lo straripamento dei fiumi. Tra le città inondate vi fu anche Roma, su cui il Tevere riversò grandi masse di ac­qua che tra l'altro distrus­sero tutti i depo­siti del grano. All'inondazione seguì la peste bub­bonica che fece moltissime vit­time, tra cui anche il papa Pelagio II
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Settembre

590 Eletto nel febbraio e consacrato nel settembre 590, Gregorio si dedicò subito ai bisogni della città, colpita dalla peste e affa­mata. Inizialmente rifiutò l'elezione scrivendo anche una lettera all'imperatore per non accettare la sua elezione.
  592 L'imperatore Maurizio emanò una legge che proibiva ai curiali e agli uomini d'arme di farsi monaci e per i primi pure di entrare nel clero. S. Gregorio vi si oppose apertamente
  592 Gregorio Magno respinse Ariulfo, duca di Spoleto, in una sua incursione a Roma
  593 Gregorio Magno respinse Agilulfo, re dei longobardi che avanzò verso Roma e la strinse di asse­dio. Il papa, senza nessun aiuto da parte dell'esarca di Ravenna, allontanò allora il pericolo trattando con il re e dandogli un forte tributo (500 libbre d'oro).
  596 Invio di Agostino, abate di Roma e di 40 compa­gni monaci, per la conquista alla fede del­l'ultimo gruppo di popoli ancora pagani immigrati nelle antiche pro­vince occidentali dell'impero: gli anglosassoni
  597 Ethelbert, che era bretvaldo (capo dei re) dell'eptarchia  anglosassone, si fece battezzare
  598

Gregorio Magno Sicut ludaeis ita (598), secondo questo documento, gli ebrei dovevano in qualche modo essere protetti, i loro diritti tutelati, dietro a questa preoccupazione del papato per gli ebrei c'è l'idea che il popolo ebreo nonostante tutto è il testimone della rivelazione, tuttavia in una situazione di oggettiva subordinazione rispetto ai cristiani, non voleva dire questa idea di protezione rivalutare la loro religione, che era vista come una superstizione. La religione ebraica rimaneva per la chiesa una superstizione, dovevano rimanere in una posizione inferiore, nell'attesa della conversione finale.