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 leggiamo in Mc.9,38

Giovanni gli disse: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri". 39Ma Gesù disse: "Non glielo proibite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. 40 Chi non è contro di noi è per noi.


Vorrei fare una riflessione su questo brevissimo dettaglio evangelico.


In esso troviamo che Giovanni (l'apostolo della Carità e dell'unità) si preoccupa di riferire a Gesù che un tale si permetteva di agire in nome SUO, ma di averlo vietato perchè, egli precisa, : "
NON ERA DEI NOSTRI".

Giovanni, insieme al gruppo apostolico aveva determinato di escludere quel tale da una qualsiasi azione, fosse pure prodigiosa, per il fatto che non agiva UNITARIAMENTE col gruppo ufficiale fondato da Gesù.

Ma Gesù rettifica la loro determinazione, senza rimproverarli, ma semplicemente dando loro un metro di giudizio anche in questa occasione.


Dicendo
NON GLIELO PROIBITE, è come se avesse voluto da una parte riconfermare loro il potere di VIETARE, mentre dall'altra è come se avesse voluto indicare loro di usare il potere di PERMETTERE, lasciando che quel tale facesse ciò che già lo Spirito Santo stava facendo per suo mezzo, e di cui essi non si stavano preoccupando: la loro premura principale era l'UNITA', che non riuscivano a scorgere nell'azione separata di quel tale.

La motivazione conclusiva addotta da Cristo è molto significativa:

Chi non è contro di noi è per noi.


Gesù ha pronunciato diverse volte la parola NOI.

Ora è molto solenne ed indica Lui stesso insieme agli Apostoli, la prima Chiesa visibilmente formata (comprendente Giuda); quel NOI sta a dire IO E VOI.

Dice dunque che chi non è CONTRO quel determinato gruppo da Lui scelto e che forma quel NOI , è come se agisse a suo favore, in quanto pur non appartenendovi, le resta unito invisibilmente.

Ecco che trovo qui una indicazione valida a quanto è stato ribadito dal Concilio Vat.II e da altri atti della Chiesa; e cioè che, se è vero che vi è una Chiesa visibile ed ufficiale, mediante la quale Cristo ci dona i mezzi ordinari per la nostra salvezza, tuttavia non si può escludere che la Grazia di Dio possa debordare al di fuori di essa e condurre le anime alla salvezza.


Troviamo una espressione simile ma non identica nel Vangelo, quando Gesù dice: "chi non è con me è contro di me".

In questo caso esclude categoricamente che si possa essere a suo favore se si è contro di Lui, direttamente.

Ma nel caso del gruppo apostolico Gesù autorizza a pensare che si possa essere per Lui senza essere direttamente uniti a loro.

Naturalmente, però resta necessaria la condizione posta da Cristo:

non bisogna essere CONTRO di loro, altrimenti si rischia di "correre invano" (Gal.2,2) e di disperdere i propri sforzi al di fuori dell'unità, comunque ardentemente desiderata dal Signore, e dagli apostoli.

E in tal caso la salvezza rimane fortemente vincolato alla partecipazione diretta o indiretta alla vita della Chiesa.

In questo senso vanno pure interpretate le parole, spesso ripetute: al di fuori della Chiesa non vi è salvezza.