00 27/01/2010 11:03

 In Marco 11 leggiamo:

12 La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame.

13E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si

avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi

sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la

stagione dei fichi. 14E gli disse: <Nessuno possa mai più mangiare

i tuoi frutti>.  E i discepoli l'udirono.


E' spontaneo chiedersi:

1) Perchè Gesù maledice anzichè benedire ?

2) Perchè pretende di trovare fichi fuori stagione e maledice l'albero non trovandone?

3) Perchè non lascia che quell'albero continuasse a produrre i frutti a suo tempo, visto che aveva il fogliame e quindi era ancora vegeto ?

4) Perchè si sfoga contro una pianta per non aver avuto la possibilità di appagare la sua fame ?

5) Perchè non ha fatto il miracolo di far fruttificare istantaneamente il fico invece di fare il miracolo contrario di farlo istantaneamente seccare?


Questo comportamento di Gesù appare assai strano conoscendolo alla luce del resto di tutto il Vangelo: Egli che ha insegnato a benedire e a non maledire, che ha digiunato ben quaranta giorni, che ha sfamato folle intere quando ha voluto, che ha sopportato pazientemente tutte le difficoltà della vita fino alla sua passione e morte;

Gesù spiega il suo gesto dicendo che tutto è possibile a chi crede; ma a ben riflettere ci si chiede anche: a chi crede è proprio così opportuno far seccare un albero?

Cerchiamo perciò di scoprire che tipo di albero era mai quello e il motivo per cui Gesù lo maledisse.

Il significato dell'avvenimento potrebbe essere collegato a un avvenimento apparentemente remoto ma che evidentemente era ben presente a Gesù: Egli, il Signore, nuovo Adamo, cercava su quell'albero il frutto che aveva riservato a se stesso ma che il primo Adamo aveva già mangiato ed ora erano rimaste solo foglie, foglie di fico appunto, che gli erano servite per coprire la propria vergogna. Ecco perchè Gesù non trovò altro che foglie; la fame che Gesù aveva era il suo diritto su quel frutto che aveva riservato per sè; ma Adamo aveva strappato alla fame di Dio, l'unico frutto che in tutto il giardino si era riservato, commettendo la più grande ingiustizia. Gesù non poteva dunque far fruttificare l'albero che simboleggiava il peccato di Adamo ma lo maledice dicendo appunto "nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti" che sono i frutti della ribellione.


C'è ancora un altro particolare del Vangelo che può essere collegato a quanto finora osservato: Gesù infatti non a caso disse a Natanaele: "io ti ho visto quando eri sotto il fico". In Adamo siamo stati tutti scorti sotto il fico.

Ma il miracolo che Gesù non volle fare, cioè far fruttificare l'albero della morte, lo fece invece facendo fruttificare un nuovo albero. E il frutto che doveva maturare su quell'albero, l'albero della croce, doveva essere egli stesso per essere colto e mangiato da tutti per ottenere la salvezza.

Quello che era stato inopportunamente mangiato dal primo Adamo, porto da Eva, Gesù, il frutto benedetto della nuova Eva, Maria, ricollocò sull'Albero della vita, per sfamare tutti noi, lui che da uomo e da Dio, ebbe fame, fame del nostro amore.