00 15/09/2010 22:02
Paolo Curtaz


Ben ritrovati cari amici, spero abbiate passato un'estate di riposo e di vacanza e che abbiate trovato tempo e cuore per custodire la vostra fede. Ebbene sì, anche quest'anno mi è stato chiesto di accompagnarvi in quest'appuntamento quotidiano di ascolto della Parola. E così – volentieri –dall'alto delle mie montagne, vicino come sono al Paradiso, condivido con voi quella Parola del vangelo di oggi che, messa "prima di tutto" all'interno della giornata, ci scava il cuore, ci cambia la vita. Ieri abbiamo celebrato solennemente l'esaltazione della croce di Cristo La croce non è da esaltare, la sofferenza non è mai gradita a Dio; toglietevela dalla testa, da subito, quella tragica inclinazione all'autolesionismo che troppe volte crogiuola il cristiano nel proprio dolore pensando che questo lo avvicini a Dio. Religione che rischia di fermarsi al venerdì santo la nostra, perché tutti abbiamo una sofferenza da condividere e ci piace l'idea che anche Dio la pensi come noi. No, lo ripeto alla nausea: la felicità cristiana è una tristezza superata, una croce abbandonata perché ormai inutile e questa croce vuota – oggi - viene esaltata. La croce non è il segno della sofferenza di Dio, ma del suo amore. La croce è epifania della serietà del suo bene per ciascuno di noi. Fino a questo punto ha voluto amarci, perché altro è usare dolci e consolanti parole, altro inchiodarle a tre chiodi sospeso fra cielo e terra. E oggi, riprendendo la nostra trasmissione, ci viene proposto l'atteggiamento di Maria, discepola del Signore, irremovibile sotto la croce. Maria sta sotto la croce, incrollabile nella fede davanti alla morte di suo figlio. Tale sia oggi il nostro atteggiamento: irremovibile e saldo nella fede, malgrado i venti contrari, malgrado la stanchezza del lunedì, malgrado le difficoltà che possiamo custodire nel cuore. Buon anno pastorale a tutti voi, amici, che sia un anno in cui scopriamo il volto sorridente e consolante del Dio di Gesù manifestato nel paradosso della croce!

Come Maria, Signore, resto ai piedi della croce e contemplo l'inaudito mistero del tuo amore. Rendimi saldo nella fede di fronte alla difficoltà, come lo fu Maria tua e nostra madre, donami di fissare lo sguardo sul tuo amore per me.