00 28/04/2010 12:31
Gesù si sforzava di far capire e continua a cercare di fare comprendere che è stato il Padre a mandarlo in mezzo a noi, come atto di misericordia. Gesù esalta sempre il Padre, Lo fa conoscere come l’Essere sussistente, Colui che esiste da sempre, e che Lui è Figlio, quindi, ripete le parole ascoltate dal Padre.

Per spiegare chi è il Padre, afferma che Lui esce dall’eternità dal Padre, che è stato sempre con il Padre e il loro Spirito, che è l’Amore.

Quanti ascoltavano potevano vedere Gesù ma non il Padre, ecco lo sforzo per fare alzare la mente verso il cielo e riconoscere che tutto viene dal Padre. “Gesù è nato dal Padre prima di tutti i secoli”, così recitiamo la domenica nel Credo. Un Padre sconosciuto anche ai cattolici, già in difficoltà nel conoscere un po’ meglio il Figlio divino.

La consolazione che lascia Gesù è l’affermazione che Lui non è venuto per condannare, ma per salvare. Da questo si comprende come è infinita la sua misericordia. Egli è la Luce, solo chi entra in comunione con Lui viene illuminato dalla presenza dello Spirito Santo e trova le spiegazioni esatte sulla realtà che vive.

Non è Gesù a condannare l’uomo, si distacca da Lui l’uomo che rifiuta le sue parole, quelle scritte nel Vangelo. L’errore di chi travisa il Vangelo è dannoso per sé e per chi ascolta. Non si può cambiare il Vangelo per il piacere di commettere i peccati che si vogliono. Gesù non condanna, è l’uomo che cambia il Vangelo a condannarsi.