00 11/04/2010 12:56
Nella sua apparizione dopo la resurrezione Gesù dona agli Apostoli lo Spirito Santo. È il primo dono di Cristo risorto alla sua Chiesa, proprio nel momento in cui la istituisce e la invia a prolungare la sua missione nel mondo.

È la sera di Pasqua, dopo le varie apparizioni che abbiamo trattato in questi giorni, Gesù appare nel Cenacolo agli Apostoli ancora traumatizzati per quanto avvenuto. Li incoraggia e trasmette la sua pace, affida a loro la missione ricevuta dal Padre e dona lo Spirito Santo. C’è la conferma della missione e il dono.

Anche se non si tratta di un dono visibile come avverrà per la Pentecoste, è significativo che Gesù dopo la sua Resurrezione abbia effuso il suo Spirito. Li vuole rendere ancora più spirituali, hanno bisogno dell’assistenza dello Spirito Santo.

Il terzo fatto che avviene nell’apparizione è la mancanza di Tommaso. Gesù era apparso durante l’assenza di questo Apostolo e non è affatto un caso, nulla Gesù compie per caso. Egli conosceva i pensieri più segreti di Tommaso, sapeva che non era pienamente convinto della sua Resurrezione.

Tommaso era stato tre anni con Gesù ed aveva visto miracoli straordinari, eppure, la sua ragione lo frena, ci ragiona molto sulla Resurrezione di Gesù e non riesce a convincersi. Dove è la sua Fede? Seguire Gesù è un atto di Fede, credere alle sue parole è obbedienza a Dio che si rivela. Ma i ragionamenti di Tommaso non preoccupavano Gesù, il suo cuore era buono.

Per questo, Gesù appare dopo otto giorni ancora nel Cenacolo ed aiuta Tommaso a credere: “Non essere incredulo, ma credente”. L’incredulo è diffidente, già è prevenuto, ha una sua risposta a tutto. È il suo ragionare a frenarlo, ecco perché quando Gesù dona lo Spirito Santo lui è assente. Gesù non lo considerava pronto a ricevere il suo Spirito, voleva farlo maturare e gli ha lasciato otto giorni per riflettere. E quando riappare proprio per lui e gli dice di toccare mani e fianco, Tommaso fa un atto di Fede verso Gesù mai compiuto prima. Tommaso diventa un Apostolo convinto e pronto a sfidare tutti pur di difendere il Maestro. Gesù non fa mai nulla a caso.

Altro fatto di questa domenica è la festa della Divina Misericordia, come disse Gesù a Santa Faustina. Riporto alcuni brani dal suo diario: «Desidero che questa immagine venga esposta al pubblico la prima domenica dopo Pasqua. Tale domenica è la festa della Misericordia. Attraverso il Verbo Incarnato faccio conoscere l’abisso della Mia Misericordia».

«Figlia Mia, guarda l’abisso della Mia Misericordia e rendi onore e gloria a questa Mia Misericordia e fallo in questo modo: riunisci tutti i peccatori del mondo intero ed immergili nell’abisso della Mia Misericordia. Desidero le anime, figlia Mia. Nel giorno della Mia festa, nella festa della Misericordia, attraverserai il mondo intero e condurrai le anime avvilite alla sorgente della Mia Misericordia. Io le guarirò e le fortificherò».

Santa Faustina annota: «Una volta che il confessore mi ordinò di chiedere a Gesù che cosa significano i due raggi che sono in quest’immagine, risposi: “Va bene, lo domanderò al Signore”. Mentre pregavo udii interiormente queste parole: “I due raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime...

Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio.