00 07/04/2010 19:42
Lo stesso giorno di Pasqua, Gesù risorto si unisce a due viandanti che si recano ad Emmaus. Siamo verso sera, la voce della sua Risurrezione si era sparsa ovunque, e c’era incredulità, stupore, fiducia e cattiveria. Tra gli Apostoli, scribi, farisei e pagani, c’erano atteggiamenti diversi, chi aveva Fede, altri diffidenza e ostilità.

Ieri abbiamo visto che Maria Maddalena non ha riconosciuto Gesù risorto, forse per l’aspetto glorioso che mostrava il Signore o perché nella mente della donna non era presente la possibilità della Risurrezione. La donna, che tra i discepoli ha più amato Gesù, non Lo riconosce, vuol dire che veramente l’aspetto del Signore doveva essere trasfigurato.

Oggi leggiamo che ai due discepoli di Emmaus succede la stessa cosa, non riconoscono il Maestro. Questo però succede anche a noi, non ci deve stupire. Possiamo avere il Signore vicino, camminargli al fianco e non riconoscerlo, non cogliere il senso corretto delle sue parole.

È questo il motivo per cui molti non riescono a fare il salto tra il conoscere e il credere, tra il sapere tante cose e cogliere la cosa più importante del Vangelo.

Anche il diavolo conosce Dio, ma non crede in Lui. Conosce benissimo le Scritture ma non riesce a cogliere la verità, perché lui è l’ingannatore.

Bisogna fare chiarezza nella nostra Fede, capire se questa Fede è solo conoscenza o vera credenza. Allo stesso modo bisogna fare chiarezza tra il sapere e la volontà di attuare il senso degli insegnamenti.

I discepoli di Emmaus amavano Gesù, ma accanto a Lui non riescono a riconoscerlo lungo la strada, dove c’è confusione e dissipazione. Solo nell’intimità, quando Gesù spezza il pane, Lo riconoscono e si commuovono. I loro occhi si aprono quando si raccolgono in preghiera e guardano il volto di Gesù.

Significa che possiamo tante cose in parrocchia o nelle nostre preghiere, ma se non fissiamo il volto di Gesù, non metteremo mai in pratica le sue parole.

Oltre a conoscere Gesù, bisogna credere alle sue parole.