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Ogni uomo ha una naturale inclinazione verso il male, anche se è una persona onesta e buona. Dipenderà dai suoi valori morali o dalla mancata educazione religiosa, il tipo di comportamento che utilizza dinanzi l’occasione di peccato. L’occasione fa l’uomo ladro, per questo, una delle prime regole della vita spirituale, è di fuggire le occasioni di peccato.

L’uomo ha innata la superbia, se la ritrova nella sua persona senza avere alcuna colpa, e per questa ragione è necessario compire sforzi e sacrifici, agendo in modo opposto alla superbia.

Senza questo sforzo spirituale, l’uomo è pieno di presunzione, presume sempre e in ogni cosa, è convinto di avere capito tutto e solo lui possiede la verità.

L’esempio classico lo dà il fariseo nel Tempio, senza umiltà e moralità pretende con le sue parole che sia Dio a ringraziarlo per le tasse che paga. Non riconosce i suoi peccati, perché come uomo ed ogni uomo, è debole e può cadere in peccato.

La vera preghiera è quella del pubblicano, esattore delle tasse e poco amato dal popolo. Ma egli ha un cuore, una coscienza, è capace di riconoscere i suoi peccati. Ed ottiene perdono per la sua umiltà, mentre il superbo ha la presunzione o l’arroganza o la tracotanza di non dover chiedere perdono a nessuno, neanche a quel Dio che lo ha creato.