00 27/02/2010 23:34
Gesù spiega che amare gli altri non è qualcosa di scontato o meccanico, non è naturale nell’uomo praticare comportamenti che richiedono la partecipazione interiore.

Considerate che molti salutano le persone che incontrano in strada o in altri luoghi con ipocrisia e con ostentazione, oppure salutano per la conoscenza che c’è, il buon senso, anche per rispetto. E non è sbagliato questo saluto, è sintomo di buona educazione.

Invece Gesù ci chiama a qualcosa di più elevato, ci dice che dobbiamo fare tutto con amore, anche salutare gli altri deve essere fatto con affetto, desiderando il bene di tutti. Non basta il buon senso o la buona educazione, perché si conoscono persone che sono bravissimi nel salutare con gioia e cordialità, mentre pensano brutte parole. “Con la bocca benedicono e nel loro cuore maledicono”, ci ricorda il Salmo (61,5).

È un atteggiamento fondato sull’ipocrisia e un cristiano non può praticarlo, anche perché un volto non sincero si riconosce sempre. L’ipocrisia è una brutta pianta, bisogna estirparla dal cuore e sforzarsi di essere sempre sinceri e cordiali.

Non è facile sorridere a chi non ci ama, o a chi ci ha calunniato nelle tenebre, o altri che non ci stanno simpatici. Occorre uno sforzo, è indispensabile la presenza dello Spirito di Gesù, che è Santo e vuole farci diventare Santi.

Tutti siamo chiamati alla santità, cioè, a diventare buoni cristiani.

Ogni giorno incontriamo molti conoscenti, poveri e benestanti, simpatici e poco simpatici, noiosi ed interessanti, come ci comportiamo? Cosa avviene in noi non appena ci accorgiamo che li stiamo incrociando? Proviamo gioia o disgusto, amore o fastidio?

Il seguace di Gesù ama e rispetta tutti, senza fare una classifica, senza distinguere tra vantaggio e svantaggio. È vero amore quando salutiamo e rispettiamo gli altri senza aspettarci nulla in cambio, senza lasciarci guidare dai calcoli.

Amare indistintamente tutti è la legge del Vangelo, Gesù ci aiuta a viverla.