00 11/03/2010 21:19
Padre Lombardi ha citato l’inchiesta svolta in Austria dal governo: “Diciassette casi di molestie o violenze ascrivibili a religiosi cattolici, 510 in altri ambienti. Non sarebbe giusto, innanzitutto per le vittime, che ci si occupasse almeno un poco anche di loro?“. In America, nella nebulosa delle innumerevoli chiese, chiesuole, sette, comunità religiose non ve ne è alcuna che non debba affrontare denunce di fedeli, maschi e femmine, per le attenzioni riprovevoli di ministri del culto. Neanche le istituzioni della vasta e variegata comunità ebraica americana sono esenti dal dilagare del contagio. Preti, pastori, rabbini si ritrovano spesso insieme nelle aule dei tribunali. E altrettanto avviene per tanti che lavorano negli ambienti più laici e più lontani da prospettive religiose.

Eppure, solo la Chiesa cattolica sembra fare notizia. Ma a ben pensarci, un simile “privilegio“ non dovrebbe spettare solo alla CHiesa. Chi si sdegna per la malefatte di un prete, più che per quelle di chiunque altro, è perché vorrebbe far apparire la Chiesa come il ricettacolo di tutti i mali e quindi per additarla come la responsabile di tutti i mali. Chi considera più gravi le colpe “romane“, rispetto a ogni altra, è perché vengono da una pretesa che gli uomini di Chiesa debbano essere perfetti , mentre tutti gli altri possono spassarsela come vogliono. Molte invettive anticlericali sono in realtà un pretesto per poter fare il peggio a proprio piacimento. E’ scomodo, per i cattolici, che il bersaglio privilegiato sia sempre e solo “il Vaticano“. Ma chi denuncia indignato le bassezze, il più delle volte è perché non perde l'occasione per demolire la Chiesa e solo raramente misura l’altezza del messaggio che da lì viene annunciato al mondo e che, credenti o no che si sia, non si vorrebbe infangato.