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Ultimo Aggiornamento: 26/01/2020 19:42
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08/01/2010 22:26
 
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Molti pensano che il crollo dell'economia mondiale sia venuta in maniera inaspettata e imprevedibile.
Ma ecco un interessante articolo che già nel 2005 annunciava con certezza che si sarebbe verificato quello che si è verificato. Ma nessun governo sembra aver fatto nulla per impedire quello che già si sapeva.

STRANO MA VERO: TUTTA QUESTA CRISI MONDIALE CHE OGGI TUTTI PAGHIAMO A CARO PREZZO POTEVA ESSERE ADEGUATAMENTE PREVENUTA QUANDO ERA ANCORA POSSIBILE. ECCO L'ARTICOLO.



PREPARIAMOCI AL CRACK GLOBALE (OCCHIO ALLA VOSTRA BANCA)
14/03/2005
Gli uffici di consulenza fallimentare stanno assumendo a rotta di collo: in vista dell’imminente esplosione della bolla mondiale del credito facile, prevedono uno tsunami di fallimenti, bancarotte e insolvenze a catena. In Usa, ma anche in Europa.

Lo afferma uno dei massimi giornali finanziari, il britannico Financial Times (1). Il quale spiega:
“le passate condizioni di prestito, a tassi eccezionalmente bassi, hanno incoraggiato il super-indebitamento da parte di aziende, con ‘leveraged buy-out’ e rifinanziamenti del debito in entrambe le sponde dell’Atlantico. Negli ultimi otto mesi, ciò ha portato a ulteriori debiti per 100 miliardi di dollari”.
Ma dalla settimana scorsa qualcosa sta cambiando. Il prezzo dei Buoni del Tesoro Usa è in calo, e molte banche stanno passando brutti momenti nel tentare di piazzare obbligazioni di compagnie a rischio. E ci sono in giro troppi fondi d’investimento speculativi eccessivamente indebitati, e troppe imprese che faticano a servire i loro super-debiti.
Il ciclo del denaro facile può cedere il passo al ciclo del denaro scarso e caro. E di colpo.
Il Financial Stability Forum, un organo che riunisce Banche Centrali e enti di sorveglianza finanziaria (come Consob e SEC) s’è riunito d’urgenza a Tokio per lanciare un allarme: la liquidità è il maggior rischio attuale alla stabilità del sistema finanziario mondiale. Le banche e gli
“investitori” (leggi: speculatori) sono stati invitati a verificare quale sia la loro esposizione (debito) e di condurre prove su quel che potrebbe loro accadere nel caso di un crack dei mercati.

Naturalmente, non vengono avvisati i risparmiatori, che saranno le vittime predestinate del crack: loro hanno i soldi, e saranno loro a pagare. Coi loro risparmi.
In Italia, ci sono decine di bei nomi del business con debiti eccessivi e buchi neri tipo Parmalat, da Gemina a Tronchetti Provera. E non parliamo dello stato delle banche (grazie ancora, Fazio), che hanno prestato ciò che non avevano non a veri imprenditori, ma a compari e amici politici. Tutti costoro sono coalizzati per fare pagare a voi i loro sbagli e delitti speculativi.
Prepariamoci come possiamo.
Chi può, chiuda debiti e mutui, specie se sono a tasso variabile. Evitate di fare debiti nuovi. E ritirate quanto più denaro potete dal vostro conto in banca, per avere contanti a disposizione. In caso di severo crack, sono possibili blocchi dei conti correnti. Ricordate il crack dell’Argentina: fu concesso di ritirare solo 100 dollari a settimana.


di Maurizio Blondet

Note

1) Dan Roberts, “Growing fears credit boom may implode”, Financial Times, 13 marzo 2005.

SULL' ORLO DEL CRACK GLOBALE
Lunedì scorso gli Stati Uniti e il mondo hanno rischiato grosso.
 25 febbraio 2005
[Modificato da AmarDio 17/01/2010 22:07]
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19/01/2010 22:05
 
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SORRIDERE FA SEMPRE BENE
Eccovi dieci motivi per sorridere:
1) Sorridere è contagioso
Quando qualcuno sorride illumina la stanza, cambia l'umore degli altri e rende
le cose più belle. Una persona sorridente porta la felicità con sé.
2) Sorridere vi fa sembrare persone di successo
La gente sorridente sembra più sicura, è più probabile che sia appoggiata dagli
altri. Provate a sorridere mentre siete in una riunione o ad un appuntamento e
le persone si comporteranno con voi in maniera diversa.
3) Sorridere vi rende attraenti
Siamo attratti dalla gente che sorride. Il sorriso infatti è un fattore di
attrazione. Desideriamo conoscere una persona sorridente e capire perché sta
così bene.
4) Sorridere cambia il nostro umore
La volta prossima che vi sentite giù, provate a sorridere. C'è una buona
probabilità che il vostro umore cambierà in meglio. Sorridere può fare in modo
che il vostro corpo aiuti la mente a sentirsi meglio.
5) Sorridere tira la pelle del viso e ci fa sembrare più giovani... Altro
I muscoli che usiamo per sorridere sollevano la pelle del viso e ciò vi farà
sembrare più giovani.
6) Sorridere elimina lo stress
Lo stress si mostra attraverso il volto. Sorridere contribuisce ad evitare di
sembrare stanchi, sopraffati, distrutti. Quando siete stressati provate
sorridere e lo stress svanirà.
7) Il sorriso fa rilasciare nel corpo le endorfine, rimedio naturale al dolore e al cattivo umore.
Sorridere è una droga naturale.
8) Sorridere rinforza il sistema immunitario.
Sorridere aiuta il sistema immunitario a funzionare meglio. Non vi prenderete
mai più il raffreddore e l'influenza!
9) Sorridere abbassa pressione sanguigna
Quando si sorride si ha una riduzione misurabile della pressione sanguigna. Se
avete un casa un apparecchio per misurare la pressione fate questo esperimento:
misuratela, poi sedetevi e sorridete per un minuto leggendo qualcosa di
simpatico, rimisurate la pressione e rimarrete sorpresi (con i miei pazienti
funziona)!
10) Sorridere vi fa essere positivi
Provate questo test: sorridete. Ora provate a pensare a qualcosa di negativo
senza smettere di sorridere. È difficile! Quando sorridiamo il nostro corpo sta
trasmettendo al resto di noi il messaggio che "la vita è bella". Tenete lontani
la depressione, lo stress e i pensieri tristi con un sorriso.
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19/01/2010 22:34
 
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Miriam Stimson, la biologa che individuò i meccanismi del Dna, era
una religiosa domenicana. Esce negli Usa la sua biografia

La suora della doppia elica


www.avvenire.it

Tra clausura e laboratorio, seppe imporsi all'ambiente scientifico
maschile degli anni '50 e scoprì la causa genetica del cancro

Di Filippo Rizzi

Una donna che ha speso la sua vita tra la clausura e il suo
laboratorio di chimica, che come un nuovo Teilhard de Chardin, conciliando la
creazione e le teorie sull'evoluzione di Darwin, ha saputo coniugare il
difficile rapporto tra fede e scienza e soprattutto ha contributo alla scoperta
del XX secolo: la doppia elica del Dna. E con essa ha individuato l'origine
genetica del cancro.

È la storia incredibile di suor Miriam Michael Stimson
(1913-2002), una religiosa domenicana del Michigan negli Usa che nei primi anni
50 usando una soluzione di bromuro di potassio (KBr) e la spettroscopia a raggi
infrarossi permise di scoprire le basi del Dna. Fu una rivoluzione nella
comunità scientifica degli anni '50 rispetto anche ai modelli di Dna proposti da
James Waston, Francis Crick e Linus Pauling.

Dalla sua intuizione si arriverà, negli anni successivi, a
utilizzare la chemioterapia per debellare o almeno curare una malattia mortale
come il cancro o conoscere in modo più appropriato malattie come l'Aids. E un
libro dal titolo The Soul of Dna: the true story of a catholic sister and her
role in the greatest scientific discovery of the twentieth century («L'anima del
Dna: la vera storia di una suora cattolica e il suo ruolo nella più grande
scoperta del XX secolo», Lumina Press, pagine 164) a firma del discepolo della
Stimson, lo statunitense di origini giapponesi Jun Tsuji e ricercatore di
genetica alla Siena Height University, l'ateneo che ebbe per più di 30 anni la
religiosa domenicana come docente, ha tentato di risarcire il contributo di
questa donna nella scoperta scientifica più importante del secolo passato.

«La grandezza della Stimson - racconta l'autore - è stata quella
di imporsi come donna e come suora cattolica in una comunità scientifica, quella
degli anni 50 fortemente dominata dai maschi e da un establishment, che
comprendeva uomini del calibro di James Waston e Francis Crick. Suor Miriam fu
una delle prime scienziate a testare il modello della doppia elica d el Dna. Il
suo metodo e la sua via chimica al Dna è ancora attuale oggi».

Il volume è il frutto di più di 10 incontri con la scienziata e
religiosa ma anche vuole essere un corollario di aneddoti e di racconti sul
difficile ingresso della Stimson nella comunità scientifica Usa degli anni '50.
Il libro, non a caso, ripercorre tutti gli aspetti dalla vita di suor Miriam
dalla precoce vocazione religiosa all'innata passione per la chimica alla
destrezza nel maneggiare il galvanometro in laboratorio, al suo rapporto molto
severo ma anche di «grande fascino per la sua saggezza» che aveva con gli
allievi, alla «grande fatica» che farà la giovane professoressa di liceo del
Michigan, poi divenuta docente universitaria, per ottenere i fondi per la sua
ricerca sul Dna grazie ad istituzioni come la National Cancer Institute o
l'American cancer society.

Ma a introdurre la Stimson alla ricerca scientifica e a
spalancare la strada sullo studio della natura chimica dei cromosomi sarà uno
dei suoi maestri George Sperti e poi, già negli anni della ribalta accademica,
Erwin Chargaff, uno dei chimici collaboratori di Waston e Crick. Il 1945 è un
anno importante per la Stimson perché pubblicherà, per la prima volta, sulla
rivista Nature la sua ricerca sui raggi ultravioletti, il suo studio sulla
cromatografia (paper cromatography) e sull'origine del cancro nelle cellule.

Finalmente nel 1948 ottiene il dottorato in chimica. Da quella
data si susseguiranno con una certa continuità le sue pubblicazioni su riviste
prestigiose come il Journal of the american chemical society. Vera porta
d'ingresso nella comunità scientifica sarà la sua scoperta sul Dna nei primi
anni 50: la sperimentazione della spettroscopia a raggi infrarossi e la tecnica
di una soluzione di potassio e di bromuro attraverso l'utilizzo di una speciale
pressa.

«La cosa sorprendente - confida nel libro suor Stimson - era la
cortina di diffidenza e di ironica leggerezza che si nutriva nei miei confronti
da parte della comun ità scientifica internazionale solo perché ero una donna e
per di più una suora cattolica e quindi incapace a trattare temi così
difficili». Ma da quella scoperta e dalla fatica di tanti anni di studio
arriveranno i primi attestati accademici: dalla sua lezione nel 1951, seconda
donna dopo il Nobel madame Marie Curie, alla Sorbona di Parigi al riconoscimento
ufficiale della sua ricerca come cura per il cancro da parte del Chester Beatty
Institute of Cancer research di Londra.

«Una donna genuina e mite - scrive l'autore nelle pagine
conclusive del libro - che attraverso la sua fede e la sua devozione alla
ricerca è riuscita a entrare nel labirinto del Dna e a fare centro: a capire che
nella via chimica, quella del bromuro di potassio, vi era la soluzione del
problema».

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20/01/2010 23:00
 
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LE STATISTICHE DELLA CHIESA CATTOLICA

 

 

POPOLAZIONE MONDIALE – CATTOLICI

 

ABITANTI E CATTOLICI PER SACERDOTE

 

CIRCOSCRIZIONI ECCLESIASTICHE - STAZIONI MISSIONARIE

VESCOVI

SACERDOTI

DIACONI PERMANENTI

RELIGIOSI, RELIGIOSE, MEMBRI DI ISTITUTI SECOLARI
MISSIONARI LAICI, CATECHISTI
SEMINARISTI MAGGIORI – DIOCESANI E RELIGIOSI
SEMINARISTI MINORI – DIOCESANI E RELIGIOSI
SCUOLE ED ALUNNI
ISTITUTI SANITARI, DI ASSISTENZA E BENEFICENZA

 

 

 

LE CIRCOSCRIZIONI DIPENDENTI DALLA

CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

 

QUADRO GLOBALE

 

 

 

__________________________________________________________________________________

 

 

Questo Dossier è disponibile anche sul nostro sito internet: www.fides.org.

 

LE STATISTICHE DELLA CHIESA CATTOLICA

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Come ogni anno in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, l’Agenzia Fides presenta alcune statistiche scelte in modo da offrire un quadro panoramico della Chiesa nel mondo. Le tavole sono tratte dall’ultimo «Annuario Statistico della Chiesa» pubblicato (aggiornato al 31 dicembre 2006) e riguardano i membri della Chiesa, le sue strutture pastorali, le attività nel campo sanitario, assistenziale ed educativo. Tra parentesi viene indicata la variazione, aumento (+) o diminuzione (-) rispetto all’anno precedente, secondo il confronto effettuato dall’Agenzia Fides.

 

Popolazione mondiale

Al 31 dicembre 2006 la popolazione mondiale era pari a 6.542.824.000 persone, con un aumento di 79.590.000 unità rispetto all’anno precedente. L’aumento globale riguarda tutti i continenti, compresa l’Europa, che negli ultimi anni aveva registrato una diminuzione costante della popolazione: Africa + 28.248.000; America + 7.545.000; Asia + 41.918.000; Oceania + 525.000; Europa + 1.354.000.

 

Cattolici

Alla stessa data il numero dei cattolici era pari a 1.130.750.000 con un aumento complessivo di 15.784.000 unità rispetto all’anno precedente. L’aumento interessa tutti i continenti: Africa + 4.843.000; America + 7.451.000; Asia + 1.894.000; Europa + 1.466.000; Oceania + 130.000.

La percentuale dei cattolici è cresciuta globalmente dello 0,03 %, attestandosi al 17,28%. Riguardo ai continenti, si sono registrati aumenti in America + 0,30; Asia + 0,02; Europa + 0,13; mentre la situazione in Africa è stazionaria e una lieve diminuzione si registra in Oceania (- 0,02).

 

Abitanti e cattolici per sacerdote

Il numero degli abitanti per sacerdote è aumentato complessivamente di 148 unità, raggiungendo quota 12.739. La ripartizione per continenti è simile a quella dello scorso anno: aumenti in America, Europa e Oceania, e diminuzioni in Africa e Asia. Africa - 75; America + 55: Asia - 589; Europa + 36; Oceania + 75.

Il numero dei cattolici per sacerdote è aumentato complessivamente di 33 unità, raggiungendo il numero di 2.776. Anche qui si registrano aumenti in America, Europa e Oceania, diminuzioni in Africa e Asia: Africa - 12; America + 57; Asia - 19; Europa + 20; Oceania + 21.

 

Circoscrizioni ecclesiastiche e stazioni missionarie

Le circoscrizioni ecclesiastiche sono 8 in più rispetto all’anno precedente, arrivando a 2.923, con nuove circoscrizioni create in Africa (+ 5) e in Asia (+ 3). Le stazioni missionarie con sacerdote residente sono complessivamente 2.547 (1.232 in più rispetto all’anno precedente) e sono aumentate in tutti i continenti, con unica eccezione l’Asia (- 9). Le stazioni missionarie senza sacerdote residente sono diminuite complessivamente di 2.389 unità, raggiungendo così il numero di 119.483. Le diminuzioni interessano tutti i continenti, più marcate in America (- 1.082) e in Africa (- 919), quindi seguono Asia (- 316), Europa (- 31), Oceania (- 41).

 

Vescovi

Il numero dei Vescovi nel mondo è aumentato di 57 unità, raggiungendo il numero di 4.898. L’incremento interessa tutti i continenti: Africa (+ 8); America (+ 17); Asia (+ 27); Europa (+ 3); Oceania (+ 2). Complessivamente aumentano anche quest’anno sia i Vescovi diocesani che quelli religiosi. I Vescovi diocesani sono 3.689 (39 in più rispetto all’anno precedente) mentre i Vescovi religiosi sono 1.209 (con un aumento di 18 unità). L’aumento dei Vescovi diocesani interessa in pratica tutti i continenti: Africa (+ 6), America (+ 9), Asia (+ 21), Oceania (+ 3) mentre in Europa la situazione è invariata. Per i Vescovi religiosi si registrano aumenti, sia pure di non grande entità, in quasi tutti i continenti, soprattutto in America (+ 8), seguita da Asia (+ 6), Europa (+ 3) e Africa (+ 2), l’unica lieve diminuzione è in Oceania (- 1).

Sacerdoti

Il numero totale dei sacerdoti nel mondo è aumentato di 851 unità rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 407.262. L’unico continente a segnare una diminuzione è l’Europa (- 1.626) mentre gli aumenti sono in Africa (+ 1.108), America (+ 124), Asia (+ 1.228) e Oceania (+ 17). I sacerdoti diocesani nel mondo sono aumentati globalmente di 1.329 unità, raggiungendo il numero di 271.091, con aumenti in Africa (+ 966), America (+ 675), Asia (+ 797) e Oceania (+ 20), unica diminuzione in Europa (- 1.129). I sacerdoti religiosi sono diminuiti di 478 unità e complessivamente sono 136.171. A segnalare un aumento sono, come accaduto negli ultimi anni, l’Asia (+ 431) e l’Africa (+ 142), mentre le diminuzioni interessano America (- 551), Europa (- 497) e Oceania (- 3).

 

Diaconi permanenti

I diaconi permanenti nel mondo sono aumentati di 1.129 unità, raggiungendo il numero di 34.520. L’aumento più consistente si conferma ancora una volta in America (+ 636) ed Europa (+ 450), seguite da Oceania (+ 36), Africa (+ 5) e Asia (+ 2). I diaconi permanenti diocesani sono nel mondo 33.988, con un aumento complessivo di 1.151 unità. Crescono in America (+ 620), Europa (+ 500) e Oceania (+ 36) mentre diminuiscono, sia pure in misura molto modesta, in Africa (- 4) e Asia (- 1). I diaconi permanenti religiosi sono 532, diminuiti di 22 unità rispetto all’anno precedente, con aumenti in America (+ 16), Africa (+ 9) e Asia (+ 3), l’unica diminuzione continentale è in Europa (- 50), mentre l’Oceania non registra variazioni.

 

Religiosi e religiose

I religiosi non sacerdoti sono aumentati globalmente di 399 unità arrivando al numero di 55.107. Aumenti si registrano in America (+ 187) e Asia (+ 839), mentre le diminuzioni sono in Africa (- 102), Europa (- 489) e Oceania (- 36). La diminuzione globale delle religiose (– 7.129) che sono complessivamente 753.400 è così ripartita: aumenti in Asia (+ 2.382) e in Africa (+ 1.927); diminuzioni in Europa (- 7.014), America (– 4.213) e Oceania (– 211).

Istituti secolari

I membri degli Istituti secolari maschili sono complessivamente 691 con una diminuzione globale di 50 unità. Mentre l’anno precedente si registravano aumenti in tutti i continenti, quest’anno è in crescita solo l’Africa (+ 8), mentre l’Oceania è stabile, con 1 solo membro, e diminuiscono America (- 21), Asia (- 1) ed Europa (- 36).

I membri degli Istituti secolari femminili sono invece diminuiti anche quest’anno, complessivamente di 689 unità per un totale di 27.350 membri. Le diminuzioni riguardano America (- 2) ed Europa (- 783), mentre in tutti gli altri continenti si registrano aumenti: Africa (+ 14), Asia (+ 81), Oceania (+ 1).

 

Missionari laici e Catechisti

Il numero dei Missionari laici nel mondo è pari a 216.768 unità, con un aumento globale di 16.746 unità ed aumenti in Africa (+ 209), America (+ 18.417), Europa (+ 59). Come lo scorso anno, le diminuzioni si trovano in Asia (- 1.934) e Oceania (- 5).

I Catechisti nel mondo sono aumentati complessivamente di 11.986 unità raggiungendo quota 2.986.689. Gli aumenti si registrano in tutti i continenti, ad eccezione dell’Asia (- 21.187), che invece lo scorso anno aveva registrato un incremento notevole. Per gli altri continenti: Africa (+ 9.657), America (+ 15.466), Europa (+ 8.007), Oceania (+ 43).

 

Seminaristi maggiori

Il numero dei seminaristi maggiori, diocesani e religiosi, anche quest’anno è aumentato. Globalmente sono 1.041 in più i candidati al sacerdozio, che hanno così raggiunto il numero di 115.480. Gli aumenti si registrano in tutti i continenti ad eccezione dell’Europa (- 340): Africa (+ 454), America (+ 259), Asia (+ 636), Oceania (+ 32). I seminaristi maggiori diocesani sono 71.878 (- 310 rispetto all’anno precedente) e quelli religiosi 43.602 (+ 1.351). Per i seminaristi diocesani gli aumenti interessano Africa (+ 129) e Asia (+ 80), mentre America (- 141), Europa (- 361) e Oceania (- 17) diminuiscono. I seminaristi religiosi aumentano in tutti continenti: Africa (+ 325), America (+ 400), Asia (+ 556), Europa (+ 21) e Oceania (+ 49).

 

Seminaristi minori

Il numero dei seminaristi minori, diocesani e religiosi, è cresciuto anche quest’anno: globalmente di 607 unità, raggiungendo il numero di 102.649. Sono comunque aumentati complessivamente solo in Africa (+ 789) e in Asia (+ 1.061), mentre altrove sono in diminuzione: America (- 622), Europa (- 557) ed Oceania (- 64). I seminaristi minori diocesani sono 78.803 (+ 548) e quelli religiosi 24.346 (+ 59). Per i seminaristi diocesani e per quelli religiosi si ripete la situazione dell’anno precedente: gli aumenti interessano solo l’Africa (diocesani + 720, religiosi + 69) e l’Asia (diocesani + 506, religiosi + 555), mentre gli altri continenti sono in diminuzione: America (diocesani – 333, religiosi - 289), Europa (diocesani – 289, religiosi - 268) e Oceania (diocesani – 56, religiosi - 8).

 

Istituti di istruzione ed educazione

Nel campo dell’istruzione e dell’educazione la Chiesa gestisce 64.410 scuole materne (con un aumento di 131 istituti rispetto all’anno precedente) frequentate da 6.180.099 alunni; 90.152 scuole primarie (con una diminuzione di 1.328 istituti rispetto all’anno precedente) per 28.595.844 alunni; 39.370 istituti secondari (+ 274) per 16.874.971 alunni. Inoltre segue 1.919.743 giovani delle scuole superiori e 2.799.856 studenti universitari.

 

Istituti di beneficenza e assistenza

Gli istituti di beneficenza e assistenza gestiti nel mondo dalla Chiesa comprendono: 5.244 ospedali (2 in meno rispetto all’anno precedente) con le presenze maggiori in America (1.673) ed Europa (1.255); 17.600 dispensari (con un aumento di 70 unità rispetto all’anno precedente) per la maggior parte in America (5.533), Africa (5.270) e Asia (3.514); 528 lebbrosari (- 49) distribuiti principalmente in Asia (308) ed Africa (178); 15.375 case per anziani, malati cronici ed handicappati (+ 167) per la maggior parte concentrate in Europa (8.363) ed America (3.817); 9.308 orfanotrofi (- 308) per un terzo in Asia (3.242); 11.034 giardini d’infanzia (+ 95); 13.354 consultori matrimoniali (- 131) distribuiti per gran parte in Europa (5.679) ed America (4.828); 33.124 centri di educazione o rieducazione sociale e 10.326 istituzioni di altro tipo.


continua

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TABELLE STATISTICHE

 

Dati dell’ultimo “Annuario Statistico della Chiesa” elaborati dall’Agenzia Fides

Tra parentesi viene indicata la variazione, aumento (+) o diminuzione (-),

rispetto all’anno precedente.

 

POPOLAZIONE MONDIALE – CATTOLICI

 

Continenti

Popolazione

Cattolici

Percentuale

Africa

926.878.000 (+ 28.248.000)

158.313.000 (+ 4.843.000)

17,08 % (=)

America

896.066.000 (+ 7.545.000)

563.035.000 (+ 7.451.000)

62,83 % (+ 0,30)

Asia

3.981.666.000 (+ 41.918.000)

118.466.000 (+ 1.894.000)

2,98 % (+ 0,02)

Europa

704.552.000 (+ 1.354.000)

282.108.000 (+ 1.466.000)

40,04 % (+ 0,13)

Oceania

33.662.000 (+ 525.000)

8.828.000 (+ 130.000)

26,26 % (- 0,02)

Totale

6.542.824.000 (+ 79.590.000)

1.130.750.000 (+ 15.784.000)

17,28% (+ 0,03)

 

 

 

ABITANTI/CATTOLICI PER SACERDOTE

 

Continenti

Abitanti per sacerdote

Cattolici per sacerdote

Africa

27.686 (- 75)

4.729 (- 12)

America

7.398 (+ 55)

4.649 (+ 57)

Asia

51.226 (- 589)

2.310 (- 19)

Europa

3.583 (+ 36)

1.435 (+ 20)

Oceania

7.105 (+ 75)

1.866 (+ 21)

Totale

12.739 (+ 148)

2.776 (+ 33)

 

 

 

CIRCOSCRIZIONI ECCLESIASTICHE – STAZIONI MISSIONARIE

 

Continenti

Circoscrizioni ecclesiastiche

Stazioni Missionarie

con sacerdote residente

Stazioni Missionarie

senza sacerdote residente

Africa

514 (+ 5)

1.577 (+ 1.227)

67.041 (- 919)

America

1.066 (=)

184 (+ 2)

11.358 (- 1.082)

Asia

523 (+ 3)

692 (- 9)

40.491 (- 316)

Europa

741 (=)

43 (+ 8)

58 (- 31)

Oceania

79 (=)

51 (+ 4)

535 (- 41)

Totale

2.923 (+ 8)

2.547 (+ 1.232)

119.483 (- 2.389)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VESCOVI

 

Continenti

Totale

Vescovi

Vescovi

Diocesani

Vescovi

Religiosi

Africa

638 (+ 8)

462 (+ 6)

176 (+ 2)

America

1.849 (+ 17)

1.278 (+ 9)

571 (+ 8)

Asia

720 (+ 27)

529 (+ 21)

191 (+ 6)

Europa

1.563 (+ 3)

1.334 (=)

229 (+ 3)

Oceania

128 (+ 2)

86 (+ 3)

42 (- 1)

Totale

4.898 (+ 57)

3.689 (+ 39)

1.209 (+ 18)

 

 

 

SACERDOTI

 

Continenti

Totale

Sacerdoti

Sacerdoti Diocesani

Sacerdoti Religiosi

Africa

33.478 (+ 1.108)

22.130 (+ 966)

11.348 (+ 142)

America

121.119 (+ 124)

78.801 (+ 675)

42.318 (- 551)

Asia

51.281 (+ 1.228)

30.127 (+ 797)

21.154 (+ 431)

Europa

196.653 (- 1.626)

137.363 (- 1.129)

59.290 (- 497)

Oceania

4.731 (+ 17)

2.670 (+ 20)

2.061 (- 3)

Totale

407.262 (+ 851)

271.091 (+ 1.329)

136.171 (- 478)

 

 

 

DIACONI PERMANENTI

 

Continenti

Totale

Diaconi permanenti

Diaconi permanenti Diocesani

Diaconi permanenti

Religiosi

Africa

379 (+ 5)

353 (- 4)

26 (+ 9)

America

22.358 (+ 636)

22.171 (+ 620)

187 (+ 16)

Asia

143 (+ 2)

95 (- 1)

48 (+ 3)

Europa

11.376 (+ 450)

11.110 (+ 500)

266 (- 50)

Oceania

264 (+ 36)

259 (+ 36)

5 (=)

Totale

34.520 (+ 1.129)

33.988 (+ 1.151)

532 (- 22)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RELIGIOSI (NON SACERDOTI) E RELIGIOSE

 

Continenti

Religiosi

non sacerdoti

Religiose

Africa

7.846 (- 102)

60.708 (+ 1.927)

America

16.644 (+ 187)

211.159 (- 4.213)

Asia

10.005 (+ 839)

155.854 (+ 2.382)

Europa

19.085 (- 489)

315.981 (- 7.014)

Oceania

1.527 (- 36)

9.698 (- 211)

Totale

55.107 (+ 399)

753.400 (- 7.129)

 

 

 

MEMBRI DEGLI ISTITUTI SECOLARI

 

Continenti

Membri di Istituti Secolari

Maschili

Membri di Istituti Secolari

Femminili

Africa

58 (+ 8)

519 (+ 14)

America

199 (- 21)

5.976 (- 2)

Asia

42 (- 1)

1.661 (+ 81)

Europa

391 (- 36)

19.149 (- 783)

Oceania

1 (=)

45 (+ 1)

Totale

691 (- 50)

27.350 (- 689)

 

 

 

MISSIONARI LAICI, CATECHISTI

 

Continenti

Missionari laici

Catechisti

Africa

4.301 (+ 209)

394.036 (+ 9.657)

America

198.222 (+ 18.417)

1.743.355 (+ 15.466)

Asia

9.904 (- 1.934)

298.170 (- 21.187)

Europa

3.929 (+ 59)

534.425 (+ 8.007)

Oceania

412 (- 5)

16.703 (+ 43)

Totale

216.768 (+ 16.746)

2.986.689 (+ 11.986)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SEMINARISTI MAGGIORI – DIOCESANI E RELIGIOSI

 

Continenti

Totale

Seminaristi Maggiori

 

Seminaristi Maggiori

Diocesani

Seminaristi Maggiori

Religiosi

Africa

24.034 (+ 454)

16.518 (+ 129)

7.516 (+ 325)

America

37.150 (+ 259)

25.084 (- 141)

12.066 (+ 400)

Asia

30.702 (+ 636)

15.040 (+ 80)

15.662 (+ 556)

Europa

22.618 (- 340)

14.608 (- 361)

8.010 (+ 21)

Oceania

976 (+ 32)

628 (- 17)

348 (+ 49)

Totale

115.480 (+ 1.041)

71.878 (- 310)

43.602 (+ 1.351)

 

 

 

SEMINARISTI MINORI – DIOCESANI E RELIGIOSI

 

Continenti

Totale

Seminaristi Minori

 

Seminaristi Minori

Diocesani

Seminaristi Minori

Religiosi

Africa

48.030 (+ 789)

43.086 (+ 720)

4.944 (+ 69)

America

16.666 (- 622)

11.521 (- 333)

5.145 (- 289)

Asia

24.869 (+ 1.061)

15.707 (+ 506)

9.162 (+ 555)

Europa

12.800 (- 557)

7.748 (- 289)

5.052 (- 268)

Oceania

284 (- 64)

241 (- 56)

43 (- 8)

Totale

102.649 (+ 607)

78.303 (+ 548)

24.346 (+ 59)

 

 

SCUOLE ED ALUNNI

 

 

MATERNE

istituti

MATERNE

alunni

PRIMARIE

istituti

PRIMARIE

alunni

SECOND.

istituti

SECOND.

alunni

SUPERIORI

alunni

UNIVERSIT

alunni

Africa

11.400

1.201.612

32.505

12.832.607

8.922

4.015.172

49.964

72.888

America

15.316

1.562.332

22.841

7.149.151

10.475

3.687.682

562.839

1.915.929

Asia

12.891

1.623.466

14.741

4.933.104

9.058

5.006.881

1.056.542

532.084

Europa

23.398

1.701.596

17.070

3.025.378

10.214

3.766.964

241.607

267.697

Oceania

1.405

91.093

2.995

655.604

701

398.272

8.791

11.258

Totale

64.410

6.180.099

90.152

28.595.844

39.370

16.874.971

1.919.743

2.799.856

 

 

 

ISTITUTI SANITARI, DI ASSISTENZA E BENEFICENZA

 

Continenti

Ospedali

Dispensari

Lebbrosari

Case per anziani,malati cronici, handicappati

Orfanotrofi

Giardini

infanzia

Consultori

Matrimon.

Centri

Educazione o rieducaz.

Altre

Istituzio-

ni

Africa

1.077

5.270

178

769

879

1.276

1.608

2.795

1.683

America

1.673

5.533

38

3.817

2.495

3.966

4.828

13.755

4.256

Asia

1.083

3.514

308

1.976

3.242

3.197

962

6.188

1.710

Europa

1.255

2.779

3

8.363

2.608

2.499

5.679

9.827

2.443

Oceania

156

504

1

450

84

96

277

559

234

Totale

5.244

17.600

528

15.375

9.308

11.034

13.354

33.124

10.326

 

CIRCOSCRIZIONI ECCLESIASTICHE

DIPENDENTI DALLA

CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

 

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli è al servizio del Santo Padre come “centro di promozione, direzione e coordinamento” sia dell’opera evangelizzatrice dei popoli che della cooperazione missionaria in tutto il mondo (cfr.­ Ad gentes, 29; Pastor bonus,85).

La Chiesa, fedele al mandato di Gesù Cristo, fin dalle sue origini ha sempre annunciato il Vangelo a tutte le genti. Di fronte alle nuove esigenze dell’evangelizzazione, nel XVI secolo iniziò a darsi delle strutture specifiche per assolvere all’impegno missionario. Nel 1622 Papa Gregorio XV fondò la “Sacra Congregazione de Propaganda Fide”, assegnandole il compito di “predicare ed annunciare il Vangelo e la dottrina cattolica in tutte le missioni”, investendola anche del potere decisionale necessario per assicurare rapidità ed efficacia a questo grande impegno. Papa Urbano VIII fondò nel 1627 il Collegio Urbano di Propaganda Fide, per la formazione del clero secolare per le missioni, e la Tipografia Poliglotta per stampare documenti e testi nelle diverse lingue dei popoli.

La Costituzione apostolica “Pastor bonus” di Giovanni Paolo II ha confermato il principio generale della giurisdizione, enunciato dal Concilio Vaticano II (cfr. Ad gentes, 29), che afferma: “Compete alla Congregazione dirigere e coordinare in tutto il mondo l’opera medesima dell’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione missionaria” (85).

Tra gli obiettivi principali del Dicastero Missionario: assicurare una adeguata distribuzione dei missionari; curare la formazione del clero secolare e dei catechisti; affidare a Istituti, Società religiose o Chiese particolari, l’evangelizzazione dei territori di missione.

 

Questi i dati complessivi aggiornati delle circoscrizioni ecclesiastiche dipendenti dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Cep):

 

 

Totale delle circoscrizioni dipendenti dalla Cep: 1091

Tra parentesi viene indicata la eventuale variazione rispetto all’anno precedente

 

Continente

AD

D

AT

VA

PA

M

AA

OM

TOTALE

Africa

87 (=)

376 (+2)

-

14 (=)

9 (=)

1 (=)

1 (=)

3 (=)

491 (+2)

America

7 (=)

31 (=)

-

45 (+1)

- (-1)

2 (=)

-

-

85 (=)

Asia

76 (+1)

332 (-1)

1 (=)

15 (=)

36 (=)

3 (=)

4 (=)

2 (=)

469 (=)

Oceania

11 (=)

31 (=)

-

-

1 (=)

2 (=)

-

1 (=)

46 (=)

TOTALE

181 (+1)

770 (+1)

1 (=)

74 (+1)

46 (-1)

8 (=)

5 (=)

6 (=)

1091 (+2)

 

Legenda: Arcidiocesi (AD), Diocesi (D), Abbazie territoriali (AT), Vicariati apostolici (VA), Prefetture apostoliche (PA), Amministrazioni apostoliche (AA), Missioni sui juris (M), Ordinariati militari (OM).

___________________________________________________________________________________

 

Dossier a cura di S.L. - Agenzia Fides 17/10/2008 – Direttore: Luca de Mata

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22/01/2010 23:22
 
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Nuove considerazioni sulla Sindone
   E' di qualche mese fa la notizia che il CICAP, nella persona di Luigi Garlaschelli, avrebbe riprodotto la Sindone in laboratorio. Infatti secondo Simone Angioni: " Dopo tanti anni di ricerche e speculazioni sulla possibilità di riprodurre una copia esatta del telo esposto a Torino, finalmente si è fatta chiarezza: è possibile riprodurre la Sindone con tecniche che esistevano già nel 1300." Così la gran cassa della propaganda positivista cicappina è partita con conferenze stampa, riunioni sttarie e relazioni presso università varie, per far sapere al mondo che loro sono riusciti a chiarirci le idee su quanto poco di misterioso ci sia nel lenzuolo che per molti è ancora il sudario di Gesù Cristo. Infatti grazie a Thor, lui ci ha mostrato quanto siano futili eventuali elucubrazioni sulla possibilità storica dell'autenticità e sull'ipotetica sacralità del lenzuolo di Torino. L'immagine è di Gesù Cristo? Ma per favore, è palesemente un falso medievale. Sarebbe la traccia della resurrezione di Nostro Signore? Ma dai, è un po' di pigmento ocra slavato via! Strano che, tranne per gli amici della bocciofila e i soci CICAP, non ci siano tanti altri scienziati disposti a scommettere sul proprio ateismo fideistico in questo modo, ed è ormai chiaro a tutti come il resto del mondo scientifico rifiuti di pronunciarsi sull'autenticità della Sindone, proprio perchè essa possiede delle caratteristiche davvero peculiari non chiarite, irriproducibili, che in seguito analizzeremo. 

   E se pensate che Garlaschelli sia arrivato là dove emeriti specialisti sindonici non poterono in tanti anni, beh vi sbagliate: purtroppo è la solita mezza verità, la solità tattica da venditori di fumo in cerca della ribalta popolare, per apparire 5 minuti nel tg della rai e prendere gli applausi dei loro amici atteggiandosi a grandi uomini di scienza. Ma veniamo ai fatti: Di per sè la Sindone analizzata al microscopio presenta degli elementi che per anni hanno fatto pendere l'ago della bilancia verso l'autenticità storica, verosimilmente databile ai primi anni del cristianesimo. Questo perchè ci sono particolari così precisi ed imprevedibili, come la trama a lische di pesce, i pollini di piante presenti solo in palestina attorno al primo secolo, nonchè i segni della crocefissione ai polsi, e non nelle mani come nell'iconografia classica medievale, che logicamente punterebbero a tale epoca . Ma perchè allora insinuare ad una truffa proprio risalente a 600-700 anni fa? Perchè Dio non esiste, e su Gesù ci sono poche certezze storiche, ma soprattutto per rispettare il classico stereotipo da reliquia bisogna estirparne il sacro, e dulcis in fundo perchè il test al Carbonio 14 effettuato anni fa impunemente stabilì XIV secolo. Questo è il vero snodo che autorizza i soliti saccenti materialisti convinti a sproloquiare sulla medeivalità della Sindone. Peccato che ormai nessuno lo consideri più valido. Infatti la Sindone è un tormento inaccettabile per le menti squadrate di certi sciettici impenitenti, non era possibile permettere che da questo enigma sgorgasse tutta questa spiritualità e tutta questa superstizione: era troppo pericoloso non razionalizzare il mistero, quindi partì la macchina per la campagna di clunnia, che culminò nella datazione al radiocarbonio. C'è da dire che per quanto lo sforzo di banalizzarne il trucco risultò inutile, chiunque provò a replicarla, con statue incandescenti, pitture varie, vapori e radiazioni, si beccò solo un sacco di pernacchie. Le tesi addotte talvolta riguardavano tecniche ed ipotesi così arzigogolate ed assurde (tra le quali la più bella tirerebbe in ballo addirittura Leonardo Da Vinci) da riempire un bestiario ad hoc. 


   Altre volte quando il metodo poteva essere plausibile è sempre cascato l'asino proprio sulle caratteristiche meravigliose del lenzuolo magico. Infatti come per l'imbrattatura di Garlaschelli, resistono almeno 2 caratteristiche mai eguagliate e non ancora spiegabili da nessuno, senza le quali millantare di aver "riprodotto la Sindone" vuol dire mettersi sullo stesso piano del peggior teleimbonitore truffatore wannamarchiano. Nessuno al mondo è ad oggi riuscito a replicare l'incredibile tridimensionalità dell'immagine sindonica, nè tantomeno a risovere l'enigma dele fibre insanguinate, sotto alle quali non ci sono tracce dell'immagine, che quindi risultano essere precedenti all'"impressione" della figura del corpo. Insomma chiunque avesse "riprodotto" con qualche stratagemma le membra del suppliziato, lo ha fatto senza intaccare in nessun modo la fisiologicità della sostanza ematica: nè con bruciature, nè con acidi, nè tantomeno con pitture varie. Nella versione fallace di Garlaschelli, il quale sostiene che la pittura è scomparsa anche grazie all'invecchiamento del tempo, ma sostanzialmente "lavata" via con procedimenti chimici, non si capisce com mai il sangue sia rimasto integro nonostante questa pulizia chimica. Senza dilungarci sulle inesattezze e sugli altri particolari tralasciati dal drappo di Garlaschelli, (nonostante da bravo scolaro abbia avuto la brillante idea di copiare il compitino a tal punto, da tralasciare sì importantissime caratteristiche, ma facendo quattro bellissime bruciature per riprodurre realisticamente i danni dell'incendio del XVI secolo) come l'approssimazione del suo tentativo di tridimensionalità, e il silenzio tombale sul modo in cui poter risparmiare il sangue dalla contaminazione dell'immagine, sappiate solo che l'aggettivo più gettonato dagli esperti è stato "infantile". Ridicolo sarebbe altrettanto corretto, se non fosse che taluni giornali e una manciata di servizi televisivi degli amici del CICAP, abbiano battuto il ferro fino a farlo diventare caldo, tanto che chissà quante menti impreparate e un po' ignoranti si saranno davvero convinte che quel formidabile scienziato di Garlaschelli, abbia davvero svelato l'arcano della Sindone! Capite l'arguzia e la bassezza di tali buffonate? capite il volume dell'acqua tirata al proprio mulino da questi balbuzienti della scienza, e i vantaggi economici e pubblicitari che ne derivano? Riuscite a comprendere il losco e ingannevole percorso di questi burattinai del sapere, il cui unico senso e scopo è accaparrarsi consenso verso il proprio schieramento? Certo che chi conosce il CICAP, i loro metodi, e soprattutto i personaggi che ne fanno parte, non ne sarà sorpreso, e in fondo non potrà che sorridere ad immaginarsi Garlaschelli e Angioni che di nascosto si pitturano le chiappe di "ocra" (e con con tali penosi risultati!). 

   Ma nel contempo non potrà non dolersi nel capire che un altro gradino è stato salito dalla disinformazione, grazie a questa manovra nichilista bugiarda. Ma non basta. Il CICAP, contando sull'ignorante fiducia, tipica del sentito dire del gregge dei propri sostenitori, espone il proprio capolavoro esordendo così: "La datazione al radicarbonio eseguita nel 1988 ha consentito di confermare che il telo fu prodotto proprio in quel periodo", ovviamente accennando alla datazione medievalista. Ecco! di nuovo mentono sapendo di mentire! Una vera e propria scorrettezza, preambolare il discorso con tale assunto mendace. Qunado fu pubblicato il risultato dei 3 test effettuati su lembi del lenzuolo, gli scettici scoppiarono a ridere di gioia sbandierando ai 4 venti la loro vittoria trionfale: la ragione aveva finalmente prevalso sulla fede e finalmente si poteva compatire con un ampia gamma di derisioni tracotanti, i poveri fessi ancora convinti del fatto che su quel lino antico ci fosse l'impronta del Cristo. E le facce rilassate di negazionisti storici di mezzo mondo brillarono soddisfatte e un po sfottenti, come dire: lo sapevo.. Quando recentemente venne finalmente messo in dubbio questo risultato parziale, il messaggio era ormai passato e il pregiudizio aveva messo in serio pericolo, il giudizio dell'uomo illuminato e logico che vuol capire. Ma la realtà è che il test è stato effetuato quando le tecnologie applicabili a questo tipo di ricerca erano all'inizio, e con gravi vizi di forma. In oltre bisogna ammettere che per la sua storia, la Sindone ha avuto diversi tipi di contaminazioni che potrebbero aver compromesso un esito sereno di tali risultati, come ad esempio incendi, fumigazioni, compromissioni biologiche note e sconosciute, incalcolabili. Inoltre come sostenuto da più parti, ad esempio lo storico dott. Canfora ( strenuo difensore della tesi del manufatto medievale) il quale: ""concorda (...) sulla inattendibilità dell'esame con il carbonio 14, che colloca l'origine del manufatto nel Medioevo: "(...) il carbonio 14 per oscillazioni di tempo brevi è, più che inattendibile, inutile. 

   Serve a stabilire se una certa selce è del Pleistocene o dell'Età del ferro. Ma per oggetti come la Sindone o il Papiro di Artemidoro affidarsi all'esame del carbonio 14 è ridicolo"."" Quindi o si effettua nuovamente il test e si stabilisce un criterio valido per effettuarlo, senza cadere negli inghippi che annullano il risultato di quello precedente, o basta, non si annoveri più tale misurazione tra le prove addotte da chiunque sostenga la tesi medievalista. Piuttosto se ne discuta esclusivamente a livello storico. Chi continua a farlo come i lestofanti per il controllo delle affermazioni sul paranormale, INGANNA SAPENDO DI FARLO! La cosa abominevole e odiosa è però che molti scienziati, in primis quelli del CICAP, sanno queste cose ma continuano a far finta di niente, o peggio a mentire, cadendo nella stessa miopia fuorviante tipica proprio dell'atteggiamento fideistico che vorrebbero combattere, dimostrando una volta di più (ove necessario) la propria inadeguatezza nell'ergersi a misuratori delle cose, obiettivi svelatori di misteri. Esiste qualcosa di peggio di chi in nome della ragione e della verità inganna sapendo di farlo, o presenta i fatti nell'ottica parziale delle proprie convinzioni, per giungere forzatamente prorio a quei risultati voluti in partenza? Per questioni di principio lo squallore che emana da questa vicenda è disdicevole e la bassezza di tale raggiro è spregievole. Con questo non si sta dicendo che la Sindone è sacra o magica, me ne sbatto di cosa rappresenta, ma sappiate che se volessimo far di conto e calcolare le probabilità del fatto che sia autentica e che l'uomo ritratto su di essa sia Gesù di Nazaret.. bè sono davvero molto, mooolto elevate. Seriamente. Ad oggi poi un nuovo elemento è saltato agli occhi degli esperti. Infatti come già notato anni fa, esiste l'immagine delle lettere di un probabile cartiglio, collocato sulla sindone, di cui nessuno vi ha mai parlato. Oggi finalmente la dottoressa B. Frale, esimia ricercatrice, Officiale responsabile degli Archivi Vaticani, ha finalmente aperto una nuova era nello studio storico del lenzuolo più famoso del mondo, traducendo quei pochi brani del probabile cartiglio che giacque sul telo di lino, che ossidatosi col tempo, subendo probabilmente lo stesso fenomeno sconosciuto che impressionò l'immagine della Sindone, lasciò la sua impronta. Secondo la dottoressa Frale (come scritto nel libro "La Sindone di Gesù Nazareno") queste scritte sarebbero l'impronta di documenti per l'identificazione della posizione burocratica della salma, che se autenticate, indubbiamente collocherebbero il lenzuolo all'anno 30 D.C., confermando che al suo interno si trovò il corpo di Gesù Cristo. Tutto combacia. Le scritte sarebbero in latino, ove porterebbero il "visto" del governatore romano riguardante il verdetto del Sinedrio, il quale scritto in aramaico conterrebbe proprio l'accusa di sobillazione del popolo imputata a Gesù. In greco invece sarebbero state riportate le disposizioni legali religiose per il trattamento della salma, la quale a causa del delitto commesso, avrebbe dovuto riposare per un anno in un sepolcro pubblico, per purificarsi e poter essere ospitato in seguito nel sacro sepolcro di famiglia. 

   Molti personaggi a livelli trasversali non accettano tali conclusioni, farfugliando di lettere invisibili ed errori grammaticali; fatto stà che a livello storico, tutto sembra più che plausibile. In fatti le 3 lingue erano quelle parlate in Palestina a quei tempi, sotto il dominio dell' Impero Romano all'epoca di Tiberio. Le disposizioni legali burocratiche e l'ipotetico cartiglio , probabilmente applicato al sudario da un ufficiale romano dello Stato Civile , corrispondono a plausibilità storica, e la data del 30 D.C. è quella più verosimile per la morte storica di Gesù. Perchè allora se a livello scientifico tutto punta verso l'autenticita del lenzuolo, e a livello storico tutto sembra richiamare la figura di Gesù Cristo il Nazareno, ancora si esclude scientificamente la possibilità che lo sia? Perchè taluni scienziati si affannano ancora a confutarne le certezze, piuttosto che a confermarne gli elementi peculiari? Di cosa si ha paura??
Uno dei pochi ricercatori sereni è proprio uno della primissima ora, ed è forse il più preparato scienziato che abbia studiato a fondo la Sindone. Questi è il dott. Baima Bollone, docente di Anatomopatologia all'Università di Torino. Egli sostiene che la così detta Sindone è: un lenzuolo funerario che è stato messo sotto il cadavere, poi adagiato sopra e chiuso ai piedi. Se ne vede l'immagine del lato superiore ed inferiore. E' certamente l'immagine di un cadavere. E' la posizione di rigor mortis di un uomo crocifisso, presentante un ampia lesione sul costato da cui è fuoriuscito sangue dopo la morte. Quando ancora vivo deve aver subito diverse lesioni da flagellazione e l' imposizione di un casco di spine sul capo. Per la posizione dei chiodi nelle membra, 'inchiodamento è quello tipico della crocifissione romana. L'uomo a cui appartiene il cadavere era snello, alto e di tipo semitico. Il sangue è vero sangue umano: non è un dipinto, non è un falso. Baima Bollone sostiene che la riproduzione di Garlaschelli, "che è stata così pubblicizzata recentemente" è grossolana, e non riporta le principali caratteristiche peculiari del lenzuolo originale. Infatti sul lenzuolo esiste un divario tra le macchie di sangue e le immagini corporee. Ovvero le macchie di sangue vitale sono state versate prima della produzione delle immagini (come già spiegato in precedenza infatti, al di sotto delle macchie di sangue non vi è traccia delle immagini). 

   Per di più esiste una discrepanza topografica tra le macchie e le immagini: man mano che ci si allontana dal centro del lenzuolo verso la periferia, le macchie ematiche presentano un allargamento, la classica deformazione da contatto, come raddrizzando una superficie curvilinea, mentre le immagini, del volto ad esempio, hanno una caratteristica proiezione lineare, oltre che tridimensionale: pur nascendo da una superficie "curvilinea" (quella del capo) non hanno tale deformazione. Questa enigmatica disposizione dei fattori rimane infalsificata (da Garlaschelli) ed al momento infalsificabile. Secondo l'esimio professore (che la sa lunga) la Sindone non è un manufatto, ma una realtà archeologica. In conclusione non vi sono certezze scientifiche sulla datazione e sull'identità dell'uomo della Sindone, ma tutti gli indizi logici indicano che, per lo meno storicamente, sembra davvero autentica. Le probabilità sono di gran lunga superiori a quelle richiamanti ad un'ipotesi di falsificazione medievale, a maggior ragione se considerato un manufatto. Capisco la frustrazione di Garlaschelli, del CICAP, e di tutti coloro che vorrebbero distruggere ed eliminare il meraviglioso da questo mondo, e razionalizzare il mistero anche di questo oggetto. Ma non è certo con 4 stracci dipinti con sostanze disponibili nel XIV secolo, che si può spiegare un enigma come quello in questione, così come non si può eliminare l'ipotesi che esistano poteri psichici sconosciuti ed eventi metafisici reali per il fatto che nei loro laboratori non si possano provare scientificamente. La mentalità della negazione non paga in questo campo, e fino a quando il CICAP o chi per essi non si renderanno conto che il cosmo non è fatto a misura d'uomo, continueranno a prendere sonore cantonate come in questo caso. La scienza deve essere affascinante, ma soprattutto affascinata dal mistero, non porsi ad esso in posizione di pregiudizievole superiorità. Sciocchezze come questo esperimento verranno presto dimenticate, così come i protagonisti di questa storia, ma possiamo dire lo stesso del messaggio che hanno insinuato? 

   Resta infinita tristezza per la mancanza d'umiltà, ma soprattutto per l'atteggiamento meschino, di chi pur avendo idea della meraviglia insita in certi fatti delle umane esperienze, preferisca temere l'ignoto anzichè percorrerlo nella sua avventurosa ricerca, e guadagnandosi con la paura il diritto di ergersi a giudice assoluto, inganna gli uomini, esaltando la propria cecità a virtù sublime.

tratto da http://insolitanotizia.blogspot.com/2010/01/sindone-le-bugie-del-cicap.html

[Modificato da Credente 22/01/2010 23:29]
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27/01/2010 23:45
 
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Assediati da accuse e polemiche sulla rete, i cattolici riscoprono la vecchia apologetica


di Vittorio Messori


Sbaglierebbe chi si allarmasse dopo aver dato un’occhiata ai titoli dedicati ieri al messaggio di Benedetto XVI per la Giornata delle comunicazioni sociali: cyber-preti, digital Church, web-gospel….

Anche tra non praticanti – la maggioranza, ormai, degli  italiani, eppure, in fondo, contenti che una Chiesa esista e che conservi il suo aspetto di sempre- qualcuno si è inquietato, pensando che un freddo schermo sostituirà il volto rubizzo del parroco o che le confessioni saranno via chat. Non sarà così. Come diceva André Frossard, “il Dio cristiano sa contare solo sino a uno“: il messaggio di Gesù non è una ideologia come quelle moderne, rivolte alle masse, alla umanità, alla classe, alla nazione, al popolo, al partito. E‘ una parola calibrata per ciascuno, non conosce l’anonimato, vuole venire in soccorso a figli di una Padre  per il quale tutti hanno un nome, un cognome, una storia unica.


Il contatto umano, il tete-à-tete, l’ascoltare e il parlare,  sono essenziali per la vita della Chiesa e non verranno mai meno. E’, tra l’altro, un aspetto del cristianesimo che è assai caro proprio a Benedetto XVI, grande intellettuale ma nemico della astrattezze ideologiche e fautore della riscoperta di una fede incarnata, concreta, “tattile“:  a cominciare dalla liturgia che, per lui, deve tornare a dare emozioni e sensazioni del Sacro.

Ciò che il papa ribadisce, con questo documento, è che “anche nel cyberspazio Dio ha diritto di cittadinanza“, che c’è qui una grande occasione di evangelizzazione, offerta  da  un nuovo strumento in grado di valicare ogni frontiera e di giungere subito a tutti. 


Per secoli la Chiesa ha utilizzato il pulpito (soprelevato e munito di apposita tettoia  per fare giungere la voce più lontano) e le pergamene vergate dai monaci negli scriptoria; subito, poi, si impadronì della stampa a caratteri mobili; appena la tecnologia lo permise munì le chiese di altoparlanti elettrici; utilizzò a fondo possibile il cinema, tanto che la rete delle sale parrocchiali fu la più vasta in Italia;  radio e , poi, televisione furono impiegati quanto possibile…

Non ci si è sgomentati di certo per l’arrivo di Internet: anzi, il fervore di iniziative è stato tale che ormai solo poche parrocchie non hanno un loro spazio apposito nella Rete ed è impressionante il continuo aumento dei “ siti cattolici “ schedati dai motori di ricerca. 

Il tradizionale volontariato dei credenti si è riversato qui, mettendo a disposizione competenze e talenti per una presenza capillare. E’ di questa lavoro che il papa si compiace, esortando a non diminuire l’impegno e ribadendone l’importanza per l’apostolato e , in generale, per i rapporti tra le persone.


Certo, come ogni cosa umana, Internet ha due facce: è possibile ad esempio,     seguire ogni giorno il rosario in diretta, in molte lingue, dalla grotta di Lourdes o si può dialogare tra membri delle molte Confraternite di san Giuseppe. Ma, con il clic  su un diverso indirizzo, si accede al maggior spazio pornografico del mondo e della storia, per giunta in parte gratuito, tanto da avere costretto alla chiusura giornali e sale cinematografiche  hard. La natura bifronte della Grande Rete è esemplificata dalle statistiche delle visite, per le quali hanno tre sole lettere le due parole più cliccate dagli internauti: God  e Sex


Ma, per tornare alla prospettiva cattolica, vi è un aspetto che sembra sfuggire agli osservatori: Internet ha favorito un impetuoso ritorno a una “scienza“ che sembrava dimenticata nella Chiesa stessa, mentre sin dagli inizi aveva avuto una grande parte nell’evangelizzazione. Parliamo della apologetica, intesa come difesa dell’accordo tra fede e ragione, tra storia e Bibbia, tra Chiesa e vangelo. Dopo il Vaticano II erano spariti, nei seminari stessi, i vecchi manuali apologetici, giudicati inutili in un mondo dove la verità della fede si sarebbe testimoniate con l’impegno sociale e non con le dimostrazioni logiche o storiche. In realtà anche queste erano –e sono più che mai- necessarie e alla loro riscoperta ha dato grande incremento la Rete. Qui, infatti, molti siti e molti  blog e forum sono dedicati alla demolizione delle basi storiche delle Scritture e alla polemica sulla  storia della Chiesa. Si va da studi universitari a sparate da Bar Sport , da insidiose critiche a bestemmie triviali. Sta di fatto che , punti sul vivo, gli internauti  cattolici (clero e laici, questi in gran numero) hanno reagito, rispolverando i testi apologetici per replicare al vecchio ma sempre rilanciato elenco di accuse: vangelo come mito orientale, miracoli come superstizione, Galileo, inquisizione, crociate, massacro dei catari, notte di San Bartolomeo, conquista delle Americhe, condizione della donna, simonia, rapporti tra cattolicesimo e totalitarismi…


E via sgranando il rosario consueto ma che ora ha una nuova, straordinaria visibilità. Ferve, sul web, la difesa dell’accordo tra fede e ragione, tra fede e storia: un rilancio di cui si compiace Joseph Ratzinger che proprio a questi temi ha dedicato la vita,  prima come professore, poi come Prefetto dell’ex-Sant’Uffizio, infine come Pastore della Chiesa universale.

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03/02/2010 11:09
 
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Storia di Shazia, 12 anni, cristiana

Nessuno a Hollywood le dedicherà un film (che pure sarebbe da Oscar), nessuno scrittore la immortalerà in un romanzo, nessun giornale occidentale – che dedica pagine e pagine al burqa in Francia – ha sollevato clamore.

Perché i cristiani sono tornati come al tempo di san Paolo: “siamo diventati la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti”. Dunque la triste storia di Shazia Bashir, 12 anni, cristiana, non può far notizia.Come non fa notizia che proprio i cristiani siano il gruppo umano più perseguitato del pianeta. Nemmeno i credenti lo sanno e si fanno semmai bersagliare dalle accuse opposte.
La storia di questa ragazzina cristiana, Shazia Bashir, non si può tacere. Oltretutto è solo la punta dell’iceberg.
L’ha fatta emergere dal silenzio, una settimana fa, l’agenzia missionaria Asianews (del Pontificio istituto missioni estere), che fa un lavoro eccezionale, ma come una voce che grida nel deserto. Ha lanciato la notizia così, dal Pakistan: “Lahore, domestica cristiana 12enne torturata e uccisa”. L’agenzia riferisce che viene accusato il padrone musulmano: “La giovane lavorava presso la famiglia di un potente avvocato della città, dove era soggetta a violenze sessuali, fisiche e psicologiche. La morte della ragazza ha scatenato le proteste della comunità cristiana, che chiede giustizia. Attivista per i diritti umani: il 99 per cento delle giovani cristiane che lavorano per musulmani sono vittime di violenze e abusi”.
Vedremo se e come le autorità arriveranno a individuare e punire il o i colpevoli. Ma non ci si possono fare illusioni sulla tutela dei cristiani in un paese come il Pakistan.
L’agenzia Asianews aggiunge: “ ‘I genitori di Shazia non hanno potuto vedere la figlia’ denuncia Razia Bibi, 44 anni, zia della vittima. La 12enne è morta il 22 gennaio scorso in ospedale a causa delle ferite subite. Sohail Johnson, (attivista per i diritti umani, nda) conferma che il cadavere presentava i segni delle torture in 12 punti diversi del corpo ed è stata ricoverata ‘con la mandibola fratturata’. In un primo momento la famiglia dell’avvocato ha proposto un risarcimento di 250 dollari ai genitori per non sporgere denuncia; poi si sono dati alla fuga. La polizia li ha arrestati dietro pressioni del governo federale”.
Il giorno dopo la morte di Shazia i cristiani hanno manifestato di fronte agli uffici dell’Assemblea provinciale del Punjab. “L’associazione dei legali di Lahore, invece, si è schierata a difesa del potente avvocato musulmano. La minoranza cristiana” scrive ancora Asianews “esprime dubbi sull’indipendenza e l’efficacia delle indagini avviate dalla polizia”.
Va detto che non stiamo parlando di un paese marginale: il Pakistan ha 180 milioni di abitanti, è addirittura una potenza nucleare e si trova in una posizione geopolitica strategica, fondamentale nella lotta occidentale al terrorismo islamico.
Ma gli Stati Uniti sbagliano profondamente se si illudono di potere vincere quella guerra solo tramite la via militare, in alleanza col regime pakistano.
Anche perché il Pakistan, che dovrebbe essere un pilastro di questa lotta al terrorismo, è uno dei paesi più integralisti, quello dove è stata inventata ed è tuttora in vigore la vergognosa “legge sulla blasfemia” che dà praticamente diritto di vita o di morte sui cristiani o su chi non si riconosca nel credo coranico.
I cristiani lì sono una minoranza ridotta alla miseria, vessata in ogni modo. Le famiglia cristiane sono così povere che per sopravvivere sono costrette a mandare le figlie a lavorare già da bambine e in genere l’unico lavoro che possono fare è quello delle serve presso le ricche famiglia musulmane.
Dove però – scrive Asianews – “sono sovente vittime di abusi e violenze fisiche, sessuali e psicologiche”.
Secondo un’organizzazione per i diritti umani “in alcuni casi i loro padroni le danno in spose a domestici musulmani, obbligandole a convertirsi all’islam”. In sostanza “queste vulnerabili ragazze cristiane non godono di alcuna protezione”.
La Chiesa italiana e il Vaticano si sono spesso (anche in queste ore) pronunciati in difesa degli immigrati. Giustamente. Ma chi si occupa dei poveri cristiani di quei paesi, così poveri da non poter neanche tentare di emigrare?
Ragazzine come Shazia sono costrette a subire una vita infernale per una paga di 12 dollari al mese, a volte neanche corrisposta: perché la Chiesa, tramite le parrocchie, la Caritas o tante altre organizzazioni, non lancia una grande campagna per le “adozioni a distanza” di queste ragazzine cristiane?
Io credo che tantissimi sarebbero disposti a dare 12 dollari al mese, cioè 8 euro al mese, per salvare queste povere fanciulle da un simile inferno. La vita di una fanciulla cristiana di dodici anni vale almeno 8 euro?
Mi chiedo perché gli stessi cattolici, che nei primi secoli onoravano e veneravano le giovani cristiane martirizzate dai pagani, ignorano la sorte terribile e il martirio di tante fanciulle in molti paesi.
Nei primi secoli addirittura i padri della Chiesa scrivevano pagine immortali in onore di queste fanciulle: penso al caso di sant’Agnese, martire a 16 anni. Sant’Ambrogio, san Girolamo e san Damaso esaltarono il suo esempio, la Chiesa la venera da 1700 anni, a lei ha dedicato chiese e memorie liturgiche.
Mentre noi cristiani del XXI secolo neanche conosciamo i nomi dei martiri di oggi. Nel tempo dell’informazione planetaria globale i cattolici stessi ignorano la vastità e la crudeltà dell’odio anticristiano e delle persecuzioni nel mondo.
Così nessuno ha mai pensato di aiutare le povere famiglie cristiane di questi paesi, né di realizzare un qualche osservatorio internazionale o un’agenzia di difesa sul modello dell’ “Anti defamation league” o di Amnesty international.
Non si potrebbe sostenere di più il lavoro di associazioni come “L’Aiuto alla Chiesa che soffre”? Non si potrebbero moltiplicare gli sforzi e le organizzazioni di questo tipo?
Non  potrebbero i cattolici e il Vaticano, anche in accordo con le organizzazioni cristiane protestanti (questo sarebbe il vero ecumenismo), creare ad esempio un’équipe di avvocati specializzati con la missione di fornire assistenza legale gratuita a livello internazionale, per patrocinare le cause dei cristiani perseguitati in ogni sede giuridica, politica o amministrativa?
Sono domande che personalmente pongo da anni, con articoli, libri e conferenze. Ma non ho mai avuto il barlume di una risposta. Forse perché i molti uffici del Vaticano sono impegnati con tanti altri problemi delicati.
Ma siamo sicuri che la tragedia dei cristiani perseguitati sia una questioncella secondaria? Siamo sicuri che non si possa fare di più?
Si deve sperare che si faccia chiarezza assoluta. E che i cattolici dedichino le loro energie ai poveretti che, nel mondo, soffrono a causa della loro fede cristiana e aspettano aiuto.
 
tratto dal blog di Antonio Socci
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13/02/2010 00:48
 
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"I Venerdì di Propaganda": la Sindone e le sue tracce di scrittura


ROMA, mercoledì, 10 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Questo venerdì 12 febbraio, alle 17.30 presso la Libreria Internazionale Paolo VI in via di Propaganda n. 4, a Roma, verrà presentato il volume "La Sindone di Gesù Nazareno", scritto da Barbara Frale e pubblicato da "Il Mulino".

L'opera verrà presentata dall’'autrice, coordinata dalla dott.ssa Neria De Giovanni.

Nel 1978, un latinista dell'Università Cattolica di Milano si accorse che su alcune foto della Sindone si intravvedevano tracce di scrittura in caratteri greci, latini ed ebraici.

Nel 1994 questi segni sono stati sottoposti ad accurati esami da parte di un'équipe di scienziati francesi dell'Institut Superieur d'Optique d’'Orsay, che è riuscita a mettere in luce alcune parole. Le tracce di scrittura sono state fatte risalire all'epoca paleocristiana.

Oggi, grazie a confronti con papiri del I secolo e con le testimonianze dei graffiti di Pompei, precedenti al 79 d.C., molte prove rivelerebbero che queste scritture risalgono agli inizi del I secolo. Sembrano parte di un documento relativo alla morte e sepoltura di un uomo chiamato Gesù di Nazareth.

Barbara Frale, laureata in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico e storico, ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia all'università "Ca' Foscari" di Venezia e la specializzazione post-lauream in Paleografia e Diplomatica latina e greca presso la Scuola Vaticana di Paleografia.

Attualmente è Ufficiale dell'Archivio Segreto Vaticano e ha scritto sette saggi storici con gli editori Viella e Il Mulino, sulla storia dei Templari e sul culto della Sindone nel medioevo.


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23/02/2010 23:25
 
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Ernest Renan, l’ex-seminarista che -con la sua Vie de Jésus, uno dei maggiori best seller dell’Ottocento- si propose egli pure di smascherare la credulità cristiana. Anche per lui, Lourdes costituiva un imbarazzante problema e, per cercare di rimuoverlo ricorse, pure stavolta, al denaro. In effetti, un suo intermediario (gli archivi ne hanno conservato il nome) offrì ben 40.000 franchi a Dominique Jacomet. Costui era il commissario di polizia a Lourdes al tempo delle apparizioni e, attiratosi il malcontento popolare, era stato trasferito. Aveva dunque del rancore e Renan, saputolo, gli propose la grossa somma se lo avesse aiutato a scrivere un pamphlet contro quanto era avvenuto e avveniva attorno sotto i Pirenei . Ma Jacomet era cattolico, Renan per i cattolici era una sorta di “anticristo“ e i 40.000 franchi furono rifiutati.
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24/02/2010 12:23
 
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Oggi su alcuni quotidiani, è stata pubblicata una notizia di un fatto avvenuto in India, che dispiace i cristiani, una notizia scioccante, ma non è la prima volta che avviene questo bestemmia. Una immagine del Sacro Cuore di Gesù è stata ritoccata con l’inserimento di una sigaretta tra le dita e un boccale di birra nell’altra mano.

È stato fatto di peggio in passato contro Gesù, una irriverenza incresciosa e sgradevole, anche se gli autori affermano di non credere nella divinità del Signore. Le stesse irriverenze non le compiono contro Maometto e i musulmani, hanno paura di ritrovarsi senza più la testa sulle spalle. I musulmani non conoscono il perdono che pratichiamo noi cristiani, loro tagliano la testa senza discutere.

Anche se questa immagine ritoccata e blasfema non cambia nulla nella percezione che hanno i CREDENTI sulla Persona di Gesù, ci dispiace assai per Lui, perché certamente è molto dispiaciuto, addolorato. Gesù è una Persona viva e vera, presente ovunque nel mondo come Dio ma anche come Uomo (Egli ha promesso infatti: io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo). Egli vede e sente tutto, anche questo episodio lo conosce bene. Se l’uomo si deprime quando è calunniato, Gesù si addolora profondamente. Dio che dona la vita e tutto ciò che esiste, non può essere tradito da chi riceve incalcolabili aiuti.

Gli autori di questa bestemmia un giorno si troveranno davanti a Gesù nel Giudizio e si sorprenderanno molto, non avranno alcuna possibilità di riparare, perché una cosa è non credere in Gesù, altra cosa è bestemmiarlo.

Il segno richiesto, Gesù lo darà ai suoi calunniatori al momento del Giudizio.

Nel Vangelo i nemici chiedono un segno a Gesù, ignorando tutti i miracoli che Egli aveva compiuto davanti ai loro occhi, e lo chiedono per beffeggiarlo. “Questa generazione è una generazione malvagia”, risponde Gesù a chi pretendeva di vedere le sue opere.


[Modificato da AmarDio 24/02/2010 12:24]
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03/03/2010 13:30
 
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Gli atei insultano e si allontanano dal loro paladino Richard Dawkins

nel 2008 Dawkins è andato in pensione ammettendo:

"Ho fallito, ho perso la mia battaglia per l'ateismo"

Da quando è in pensione però, dalla sua poltroncina e con la sua pipa in bocca, sta cercando di recuperare quel che non è riuscito a fare mentre era accademico a Oxford. Tutte le mattine, dopo una breve passeggiata col cagnolino e dopo una breve preghierina a san Charles Darwin, pensa intensamente a Dio cercando il metodo infallibile per sconfiggerlo.
Ha avviato anche un forum dove i suoi discepoli possono celebrarlo intervenendo e citando i suoi libri per confermare le loro opinioni antimetafisiche.


Gli insulti, la scissione e l'inizio della fine per Dawkins.
Ultimamente però qualcosa si è inceppato. Dawkins si è accorto dei continui insulti che dal suo forum venivano fatti ai credenti e ai cristiani e i rigurgiti tipici dei frequentatori, standardizzati sui quei 5 luoghi comuni, ampiamente smentiti e ridimensionati, come le Crociate, l'Inquisizione, la conolizzazione spagnola, Galilei e Giordano Bruno.

Ha voluto allora (forse pensando di diventare più credibili) moderare i suoi piccoli darwiniani avvertendo:
"Gli utenti sono da ora in poi pregati di presentare soltanto nuove discussioni che siano davvero rilevanti per la ragione e la scienza". (vedi qui)

Non lo avesse mai fatto! Il suo sito è stato sepolto da migliaia di messaggi di utenti registrati e anonimi arrabbiatissimi che lo accusano di essere un moralizzatore e un censuratore e annunciano di aver perso la stima e la fiducia.

Il Times riporta: "Uno scisma sembra essersi aperto all'interno della comunità atea che lo sostiene" (vedi qui)
Un ex fedelissimo di Dawkins ha scritto di essersi sentito ferito e sfrattato, come "chi torna a casa e trova le serrature cambiate. Il mio rispetto per il lavoro di Richard è ancora intatto, ma il mio rispetto per lui come una persona è a brandelli"

Qualcuno lo ha chiamato "deficiente assoluto", altri "ano di un topo in suppurazione". Gli atei più moderati gli hanno augurato di ricevere "una manciata di chiodi giù per la gola".

Peter Harrison, ex moderatore del sito, ha detto al Times:
"Un sacco di persone hanno perso rispetto e stima per Dawkins dopo questo, anche se io continuo a sostenere il lavoro che fa" (vedi qui)

Dawkins stesso è, ancora una volta depresso, deluso e basito. Afferma:
"Anche alcuni di quelli che hanno un linguaggio più temperato stanno rispondendo alle modifiche proposte in un modo che è a dir poco isterico".
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07/03/2010 19:58
 
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Una persona ha chiesto al CICAP:

Vorrei sapere qualcosa a proposito del Miracolo eucaristico di Lanciano.


Egregio dottor...,
volevo chiederle un'opinione su quello che è considerato il primo Miracolo Eucaristico della Chiesa Cattolica, ovvero il Miracolo Eucaristico di Lanciano. La ringrazio, un saluto cordiale
..


Queste sono due tra le diverse mail che abbiamo ricevuto a proposito del Miracolo di Lanciano. Poichè è un argomento che da tempo ci incuriosisce, abbiamo deciso di istituire un gruppo di studio che si occupi del caso. Per il momento, ecco un breve testo di Silvano Fuso, realizzato quale scheda conoscitiva in vista della costituzione del gruppo di lavoro.



"Circa gli anni del Signore Settecento in questa Chiesa allora sotto il titolo di S.Legutiano de' monaci di S.Basilio dubitò un monaco sacerdote se nell'hostia consecrata fusse veramente il corpo di N.S., se nel vino il Sangue. Celebrò messa e dette le parole della consacrazione vidde fatta carne l'hostia e sangue il vino. Fu mostrata ogni cosa a' circostanti ed indi a tutto il popolo. La carne è ancora intiera ed il sangue diviso in cinque parti disuguali che tanto pesano tutte unite quanto ciascuno separata. Si vede oggidì nello stesso modo in questa cappella fatta da Giovanni Francesco Valsecca a sue proprie spese l'anno del Signore MDCXXXVI".

Questa è l'iscrizione che accoglie i pellegrini che visitano ogni giorno il "Miracolo Eucaristico" custodito nella Chiesa di San Francesco in Lanciano (CH). Per maggiori informazioni sul presunto miracolo si può visitare questo sito. Nell'iscrizione balza subito agli occhi l'incongruenza logica secondo la quale ciascuna parte del sangue peserebbe quanto l'insieme di tutte. Ora un miracolo per definizione può violare una legge fisica, ma difficilmente può violare la logica. Al di là di questo, sul presunto miracolo sono stati effettuati nel passato diversi studi che possono essere divisi in due filoni: studi di tipo storico e studi di carattere scientifico. Diciamo però subito che nessuno di questi studi ha consentito finora di giungere a conclusioni certe né a favore dell'ipotesi miracolistica né a favore dell'ipotesi secondo la quale la reliquia sarebbe un falso deliberatatamente costruito. Quindi sono sicuramente necessarie ulteriori indagini e il CICAP sta organizzando un gruppo di lavoro che si occuperà del caso. Dal punto di vista storico le prime fonti sul miracolo risalgono al massimo al 1574, anno in cui Monsignor Rodriguez effettuava la requisizione delle reliquie (di cui la stele citata ne è l'attestato) ed iniziava un'indagine sulle fonti storiche del miracolo. Non vi sono documentazioni certe più antiche e le ricerche storiche non consentono al momento di raccogliere elementi significativi per comprendere la natura e l'origine del presunto miracolo.

Dal punto di vista scientifico è evidente che non si possono fare indagini sulla presunta trasformazione dell'ostia e del vino rispettivamente in carne e sangue. Il credere in una simile trasformazione rimane quindi un puro atto di fede. Le uniche analisi che si possono condurre sono quelle sullo stato attuale della reliquia, sulla sua reale natura e sulle modalità della sua conservazione. Gli unici studi compiuti in tal senso sono stati effettuati dal Prof. Odoardo Linoli, libero docente in Anatomia e Istologia Patologica, in Chimica e Microscopia Clinica, Primario Direttore del Laboratorio di Analisi cliniche e di Anatomia Patologica dell'Ospedale "S. Maria sopra i Ponti" di Arezzo. Il Prof. Linoli eseguì i primi studi agli inizi degli anni Settanta e li riprese poi nel 1981.

Le conclusioni essenziali che il Prof. Linoli raggiunse sono le seguenti: 1. La "carne miracolosa" è veramente carne costituita dal tessuto muscolare striato del miocardio. 2. Il "sangue miracoloso" è vero sangue: l'analisi cromatografica lo dimostra con certezza assoluta e indiscutibile. 3. Lo studio immunologico manifesta che la carne e il sangue sono certamente di natura umana e la prova immunoematologica permette di affermare con tutta oggettività e certezza che ambedue appartengono allo stesso gruppo sanguigno AB. Questa identità del gruppo sanguigno può indicare l'appartenenza della carne e del sangue alla medesima persona, con la possibilità tuttavia dell'appartenenza a due individui differenti del medesimo gruppo sanguigno. 4. Le proteine contenute nel sangue sono normalmente ripartite, nella percentuale identica a quella dello schema siero-proteico del sangue fresco normale. 5. Nessuna sezione istologica ha rivelato traccia di infiltrazioni di sali o di sostanze conservatrici utilizzate nell'antichità allo scopo di mummificazione.

Certo, la conservazione di proteine e dei minerali osservati nella carne e nel sangue di Lanciano non è né impossibile né eccezionale: le analisi ripetute hanno permesso di trovare proteine nelle mummie egiziane di 4 e di 5.000 anni. Ma è opportuno sottolineare che il caso di un corpo mummificato secondo i procedimenti conosciuti, è molto differente da quello di un frammento di miocardio, lasciato allo stato naturale per secoli, esposto agli agenti fisici atmosferici e biochimici. 6. Nel Sangue sono risultati sensibilmente ridotti il sodio, il potassio, i cloruri, il fosforo e il magnesio, mentre il calcio è risultato aumentato. (Tali informazioni sono state tratte dai siti indicati nell mail del Sig.Flavio Campitelli) Il prof. Linoli sembra propenso a escludere l'ipotesi di un falso compiuto nei secoli passati: "Infatti -dice- supponendo che si sia prelevato il cuore di un cadavere, io affermo che solamente una mano esperta in dissezione anatomica avrebbe potuto ottenere un "taglio" uniforme di un viscere incavato (come si può ancora intravedere sulla "carne") e tangenziale alla superficie di questo viscere, come fa pensare il corso prevalentemente longitudinale dei fasci delle fibre muscolari, visibile, in parecchi punti nelle preparazioni istologiche. Inoltre, se il sangue fosse stato prelevato da un cadavere, si sarebbe rapidamente alterato, per deliquescenza o putrefazione".

Purtroppo gli studi del Prof. Linoli lasciano aperti ancora molti interrogativi. Ad esempio nulla dicono circa l'età della reliquia e non escludono completamente la possibilità che un reperto anatomico si sia conservato naturalmente in quelle condizioni, anche senza l'aggiunta di sostanze conservanti. Dal punto di vista scientifico questo aspetto è sicuramente quello di maggiore interesse, sul quale vale la pena intraprendere ulteriori ricerche. Quindi, come affermavo in apertura, ulteriori indagini sono quindi sicuramente necessarie. Purtroppo però come sempre accade, è molto difficile ottenere l'autorizzazione da parte delle autorità ecclesiatiche a compiere studi su reliquie nei confronti delle quali esiste una forte devozione popolare.
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Al CICAP però hanno preferito ignorare che:
Il caso interessò anche l'OMS che formò una commissione scientifica apposita. L'analisi durò 15 mesi, nei quali vennero compiuti circa 500 esami per verificare quelli di Linoli. Oltre ad essere confermati gli esami italiani, venne appurato con certezza scientifica che non vennero utilizzate sul pezzo di miocardio sostanze conservanti, antisettiche, antifermentative o mummificanti. I risultati della commissione medica vennero pubblicati a New York e a Ginevra nel 1976, senza pervenire a una spiegazione definitiva.[6]
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07/03/2010 20:57
 
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Esiste qualche prova fisica della presenza reale di Cristo nell'Ostia Consacrata?

Certamente, ci sono molte prove. C'è molto da leggere sui miracoli eucaristici avvenuti nella storia della Chiesa.

Qualche esempio. Teresa Neumann di Konnersreuth si nutrì per 36 anni solo delle particole della S. Comunione e di acqua, pur aumentando di peso ed invecchiando. Oggi c'è una donna che vive in una regione a nord di Parigi che si nutre solo dell'Ostia Consacrata da cinquanta o sessant'anni. Un po' di tempo fa il Suo Vescovo la fece rinchiudere per due settimane in una stanza d'ospedale per controllarla. Alla fine ne uscì sana come era entrata. Il Vescovo aveva fatto solo il suo dovere nell'insistere per questo ricovero e la donna il suo, nell'ubbidire. Gesù permette tali miracoli per mostrare all'umanità che èveramente presente nel Pane di Vita. Può anche leggere del Miracolo Eucaristico di Lanciano, in Italia, dove molti secoli fa un'ostia divenne un pezzo di carne e di sangue al momento della Consacrazione. Il fenomeno fu studiato, oltre che nel 1970, anche di recente: si confermò ancora una volta che si tratta di un pezzo fresco di muscolo del cuore umano.

Uno dei miracoli eucaristici che preferisco, accadde a Langewiese, in Germania, quando alcune ostie consacrate furono rubate da una chiesa. Il ladro, nonostante fosse un cristiano, si era lasciato corrompere per pochi soldi perché aiutasse a sottrarre le ostie per atti sacrileghi. All'atto di prenderle, tuttavia, improvvisamente le ostie incominciarono a sanguinare. Per lo shock e per paura della giustizia umana, i complici avvolsero frettolosamente le ostie in un telo e le seppellirono in un bosco vicino a Langewiese. Poco dopo un aristocratico polacco passò di lì su una carrozza tirata da quattro cavalli. Improvvisamente i suoi cavalli si fermarono e si inginocchiarono. Per quanto si sforzasse, non riusciva assolutamente a farli rialzare e ripartire, neppure con la frusta. A quel punto egli incominciò a guardarsi intorno e vide il telo contenente le ostie sanguinanti. La notizia si sparse velocemente nel territorio circostante. Presto giunse sul posto, a guida di una processione, il Parroco di Langewiese, il quale raccolse le ostie e le riportò nella sua chiesa al suono delle campane in festa.

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In Italia Luisa Piccarreta ha vissuto solamente nutrendosi dell'Ostia.
La Chiesa ha sempre visto con sospetto queste situazioni, non ci ha mai marciato, anzi è il contrario, ma poi si è dovuta arrendere all'inspiegabilità scientifica. Consiglio su Teresa Neumann di leggere i referti della commissione medica circa i quattordici giorni di ospedale (i medici avevano fissato in undici giorni il limite massimo) nei quali controllata giorno e notte non ha assunto cibo nè acqua e alla fine dei giorni non solo era ancora viva, ma non aveva perso peso. E' interessante mettere in evidenza come la quasi assenza di urina (mezzo litro in 15 giorni) avrebbe dovuto portarla alla morte e invece....
Invece questi sono i fatti, i responsi scientifici, e di questo c'è traccia.
Questi fatti bisogna analizzare seriamente, il resto sono chiacchiere che non ci aiutano a cercare la verità.
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10/03/2010 09:18
 
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Se 500 cristiani macellati non fanno notizia

Posted: 09 Mar 2010 02:09 AM PST

Sui mass media la censura delle persecuzioni contro i cristiani continua in modi nuovi. E non parlo solo delle persecuzioni dei regimi comunisti o di quelli islamici.

Nei giorni scorsi, per esempio, in India, quindi in uno dei pochi stati democratici dell’Asia, sono stati arrestati centinaia di cristiani e addirittura tre vescovi cattolici, rei di aver promosso una marcia pacifica di 800 chilometri per sensibilizzare le autorità contro le discriminazioni ai danni dai “dalit” cristiani.

I “dalit”, cosiddetti “fuori casta” o “intoccabili”, sono quei 300 milioni di indiani che in base alla teologia induista da secoli sono considerati nulla e non hanno diritti.

Ebbene, i dalit convertiti al cristianesimo sono ancora più diseredati e discriminati degli altri, proprio perché cristiani. Alla pacifica richiesta di giustizia e uguaglianza da parte della Chiesa le autorità rispondono col pugno di ferro.

Questa vicenda però non buca le pagine delle cronache. Bisogna che scorra sangue cristiano – come l’anno scorso, proprio in India, nello stato dell’Orissa, con i feroci pogrom di fondamentalisti indù contro i cristiani – perché i perseguitati cristiani possano essere un po’ considerati dai nostri mass media.

Ma anche in questo caso c’è modo e modo. Ieri, per esempio, dalla Nigeria è arrivata la notizia di 300 cristiani (perlopiù donne e bambini) ammazzati da islamici a colpi di machete nel villaggio di Dogo Nahawee (poi si è appreso che le vittime sono almeno 500).

Su alcuni giornali – compreso il Corriere della sera – la notizia del massacro è stata data per quello che è, in quanto da qualche anno si è cominciato ad aprire gli occhi: ricordo che quando, dieci anni fa, pubblicai il mio libro-denuncia sul martirio in corso dei cristiani (“I nuovi perseguitati”, edizioni Piemme), molti colleghi, anche autorevoli direttori (ricordo in particolare Paolo Mieli), mi confessarono il loro stupore per un fenomeno che neanche avevano mai immaginato.

Ma c’è chi continua a disinteressarsene e privilegia la propria ostilità pregiudiziale. Così l’Unità ieri ha dedicato al massacro Doko Nahawee una breve e remota notiziola presentandola con questo titolo: “Nigeria. Oltre 100 morti in disordini tra musulmani e cristiani”.

Una mattanza di cristiani, perpetrata a freddo, diventa un generico “disordine” dove non sembrano esserci né vittime né carnefici.

In questo modo ovviamente non si comprende nulla nemmeno del quadro geopolitico generale, dove un vasto tentativo di islamizzazione dell’Africa da parte dei Paesi arabi trova spesso un sorprendente alleato nella Cina interessata al petrolio. Connubio evidente in Sudan.

Ma anche il genocidio del Sudan, dove il regime islamista del Nord per venti anni ha massacrato le popolazioni cristiane e animiste del Sud per imporre la sharia, facendo circa due milioni di vittime, può essere rappresentato come un generico scontro fra cristiani e musulmani, in quanto i cristiani col tempo hanno organizzato una loro resistenza al genocidio.

E in effetti talora si è rappresentata la situazione sudanese così, come un’interminabile serie di scontri fra musulmani e cristiani.

In realtà, per capire cos’è il Sudan basti riportare una dichiarazione di Peter Hammond, direttore di Frontline Fellowship, intervistato da WorldNetDaily (27.5.2001): “Qualche tempo fa, la Corte Suprema sudanese ha stabilito che la crocifissione degli apostati, cioè di persone che erano musulmane praticanti e che si sono convertite al cristianesimo, è costituzionale. E questo (sudanese) è lo Stato che ha rimpiazzato quello statunitense nella Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite”

Ma – per tornare alla Nigeria – ieri c’è pure chi ha fatto peggio dell’Unità. La Repubblica, addirittura in prima pagina, ha titolato alla maniera dell’Unità, confondendo vittime e carnefici: “Nigeria, massacro infinito tra cristiani e musulmani”.

Poi l’articolo di Guido Rampoldi, che stava sotto, ha superato l’Unità, perché non si è limitato a scolorire il macello del giorno, contro i cristiani, in una indefinita sequela di disordini e di scontri. Ha fatto molto di più. Ha realizzato un reportage dove si rappresentano i cristiani (soprattutto loro) nella parte dei feroci carnefici.

E com’è possibile, visto che le 300 vittime di Dogo Nahawee sono cristiane? Semplice. Rampoldi non fa un reportage da lì, dov’è la notizia del giorno, ma da Kuru Karama, dove due mesi fa vi è stato un assalto di cristiani con vittime musulmane.

Ora, che la Nigeria sia un paese diviso a metà fra cristiani e musulmani e che molti cristiani abbiano cominciato a rispondere alla violenza con la violenza, è purtroppo vero. E le violenze sono tutte egualmente da condannare: i vescovi cattolici infatti non si stancano di implorare i fedeli di non rispondere agli attacchi con le armi.

Ma la scelta di Repubblica è davvero singolare, perché il fatto del giorno, secondo le più elementari leggi del giornalismo, è l’eccidio di cristiani avvenuto a Doko Nahawee.

E fa una certa impressione che il reportage di Rampoldi liquidi il massacro, ancora caldo, di trecento o “forse cinquecento” cristiani in tre righe tre, rappresentando poi per tutta la pagina i cristiani come sanguinari sterminatori.

In genere sui mass media quello che si vuole evitare di vedere e di riferire è che in tutti i paesi islamici i cristiani e le altre religioni sono discriminate e perseguitate, mentre da nessuna parte i cristiani perseguitano i musulmani.

Dove sta il problema? Nell’establishment intellettuale dell’Occidente che pretende di vedere i cristiani sempre sul banco degli accusati e che non sopporta di riconoscerli come vittime.

E’ il pregiudizio anticristiano – soprattutto anticattolico – che ha impedito finora di accorgersi di una clamorosa e dolorosa verità: che, cioè, i cristiani (e specialmente i cattolici), negli ultimi 50 anni, sono stati e sono il gruppo umano più discriminato del pianeta, perché sono perseguitati sotto tutti i regimi e a tutte le latitudini, mentre loro non perseguitano alcuna religione o ideologia, ma, anzi, con un esercito pacifico di missionari e opere di carità, aiutano tutti i sofferenti e i diseredati, dovunque, di qualsiasi credo o idea o etnia, senza nulla chiedere in cambio.

Solo per amore. Chi altro predica e testimonia l’amore e l’amore anche per i nemici?

Uno dei pochi coraggiosi intellettuali a denunciare questa assurda situazione dei cristiani è stato lo scrittore ebreo-americano Michael Horowitz in un suo memorabile scritto nel libro di Paul Marshall e Lela Gilbert, Their Blood cries out (Dallas 1997).

Horowitz afferma che per governi e mass media l’idea che i Cristiani siano oggi delle vittime “semplicemente non è concepibile. Armati della conoscenza dei peccati commessi nel nome della Cristianità e orrendamente inconsapevoli del ruolo fondamentale della Cristianità nella storia dell’Occidente, le élite dei giorni nostri sono indotte a pensare ai Cristiani come coloro che perseguitano, non come le vittime”.

Così “un’élite intellettuale che nei suoi interventi ha avuto a cuore i Buddisti del Tibet, gli Ebrei della passata Unione Sovietica e i Musulmani di Bosnia, trova facile respingere l’idea che i Cristiani possano essere egualmente vittime”.

E quando nella cronaca tracima il loro sangue, si può sempre parlar d’altro o confondere le acque. Perché in fondo nemmeno i cattolici conoscono veramente le dimensioni della persecuzione alla Chiesa. E difficilmente si attivano per aiutare i propri perseguitati.

Alla fine però resta sempre in sospeso un inquietante interrogativo: perché, nel mondo, tanto odio contro i cristiani?

E perché, in Italia, la Sinistra giornalistica e politica è così acrimoniosa contro la Chiesa e ostile ai cattolici, se poi pretende di avere il loro consenso e il loro voto?

Antonio Socci

Da Libero, 9 marzo 2010
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11/03/2010 21:19
 
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Padre Lombardi ha citato l’inchiesta svolta in Austria dal governo: “Diciassette casi di molestie o violenze ascrivibili a religiosi cattolici, 510 in altri ambienti. Non sarebbe giusto, innanzitutto per le vittime, che ci si occupasse almeno un poco anche di loro?“. In America, nella nebulosa delle innumerevoli chiese, chiesuole, sette, comunità religiose non ve ne è alcuna che non debba affrontare denunce di fedeli, maschi e femmine, per le attenzioni riprovevoli di ministri del culto. Neanche le istituzioni della vasta e variegata comunità ebraica americana sono esenti dal dilagare del contagio. Preti, pastori, rabbini si ritrovano spesso insieme nelle aule dei tribunali. E altrettanto avviene per tanti che lavorano negli ambienti più laici e più lontani da prospettive religiose.

Eppure, solo la Chiesa cattolica sembra fare notizia. Ma a ben pensarci, un simile “privilegio“ non dovrebbe spettare solo alla CHiesa. Chi si sdegna per la malefatte di un prete, più che per quelle di chiunque altro, è perché vorrebbe far apparire la Chiesa come il ricettacolo di tutti i mali e quindi per additarla come la responsabile di tutti i mali. Chi considera più gravi le colpe “romane“, rispetto a ogni altra, è perché vengono da una pretesa che gli uomini di Chiesa debbano essere perfetti , mentre tutti gli altri possono spassarsela come vogliono. Molte invettive anticlericali sono in realtà un pretesto per poter fare il peggio a proprio piacimento. E’ scomodo, per i cattolici, che il bersaglio privilegiato sia sempre e solo “il Vaticano“. Ma chi denuncia indignato le bassezze, il più delle volte è perché non perde l'occasione per demolire la Chiesa e solo raramente misura l’altezza del messaggio che da lì viene annunciato al mondo e che, credenti o no che si sia, non si vorrebbe infangato.
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12/03/2010 22:46
 
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Il falsario della Sindone? Doveva essere Superman

di Andrea Tornielli

Ipotizziamo per un momento che davvero la Sindone sia un manufatto di epoca medioevale – come riscontrato dalla datazione al radiocarbonio – e dunque un clamoroso quanto sacrilego falso.
Ipotizziamo pure che il suo sconosciuto autore, questo abilissimo falsario, abbia cosparso il telo con pollini di sicura provenienza mediorientale, con fiori che sbocciano a Gerusalemme in primavera, perfettamente congruenti con quelli che saranno ritrovati nei sedimenti fossili del lago di Genesareth.
Ipotizziamo che vi abbia aggiunto tracce di aloe e mirra, nonché lo abbia «impolverato» con un tipo di carbonato di calcio (aragonite) del tutto simile a quello ritrovato nelle grotte di Gerusalemme, e sia riuscito anche a procurarsi due piccole monete coniate nel 29 dopo Cristo sotto Ponzio Pilato da mettere sugli occhi del cadavere. Ammettiamo ancora che lo straordinario truffatore abbia esplicitamente richiesto, a chi lo aiutava nell’impresa, di realizzare sul telo una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada, un’altura vicino al Mar Morto.
Anche ammettendo tutto questo, però, il nostro ipotetico truffatore rimane una figura piuttosto evanescente. \ Nel Medio Evo nessuno poteva avere le nostre conoscenze archeologiche e storiche sulle modalità della flagellazione romana e della crocifissione. La memoria delle circostanze e delle tecniche utilizzate nel I secolo per castigare i condannati alla morte in croce era del tutto perduta mille anni dopo. L’eventuale falsario medievale non avrebbe potuto raffigurare Cristo con particolari in aperto contrasto con l’iconografia della sua epoca. Ad esempio la corona di spine, che sul lenzuolo è del tipo «a casco», mentre la tradizionale iconografia ce la presenta come una corona aperta sopra. O il fatto che nella Sindone vi siano i segni del trasporto sulle spalle della sola trave orizzontale, il patibulum, mentre la tradizionale Via Crucis rappresenta sempre il Nazareno mentre porta la croce tutta intera. O ancora il particolare dei chiodi infissi sui polsi e non sul palmo delle mani come si vedono invece in tutta l’iconografia.
L’autore dell’eclatante «falso» avrebbe poi dovuto immaginare o prevedere con notevole anticipo l’invenzione del microscopio, avvenuta alla fine del XVI secolo, per poter aggiungere elementi invisibili ad occhio nudo, i quali sarebbero stati scoperti soltanto diversi secoli dopo: i più volte citati pollini mediorientali, terriccio, il siero, gli aromi per la sepoltura, l’aragonite con lo stesso tasso di impurità che si riscontra nelle grotte di Gerusalemme. Tutti elementi invisibili all’occhio del pellegrino medioevale, destinatario del presunto inganno.
Lo stesso falsario, la cui esistenza stiamo ora ipotizzando, avrebbe dovuto anche conoscere in anticipo la fotografia, inventata com’è noto solo nel XIX secolo, e pure l’olografia realizzata negli anni Quaranta del XX secolo. Avrebbe dovuto saper inoltre distinguere tra circolazione sanguigna venosa e arteriosa, studiata per la prima volta nel 1593, vale a dire molti anni dopo la comparsa del telo sindonico, nonché essere in grado di macchiare il lenzuolo in alcuni punti con sangue uscito durante la vita e in altri con sangue fuoriuscito post-mortem. Avrebbe inoltre dovuto sapere rispettare, nella realizzazione delle colature ematiche, la legge della gravità, che è stata scoperta soltanto nel 1666.
Che dire, dunque? Come minimo, questo nostro ipotetico falsario medioevale doveva essere dotato di poteri paranormali. Un vero «superman», in possesso di conoscenze scientifiche, mediche, anatomiche, storiche e archeologiche che sarebbe riduttivo definire al di fuori del comune. Avrebbe dovuto avere capacità e mezzi davvero eccezionali per produrre l’immagine sul telo. Com’è concepibile che un uomo di tale sovrumana intelligenza, di ingegno così elevato, inventore con così largo anticipo del microscopio, della fotografia, dell’olografia nonché scopritore della legge di gravità, sia rimasto completamente sconosciuto ai suoi contemporanei come pure ai posteri, dato che non ne conosciamo il nome? \ E perché mai una persona così straordinariamente intelligente, che si era spinta persino a «spolverare» la Sindone con minerali simili a quelli presenti nelle grotte di Gerusalemme, così raffinata da saper riprodurre, fin nei particolari più piccoli, gli usi e i costumi della Palestina del I secolo, avrebbe commesso un errore madornale e grossolano: quello di servirsi per la sua falsa reliquia di un telo tessuto fresco fresco in epoca medioevale?
Come si concilia la diabolica intelligenza del nostro falsario superuomo, capace di procurarsi i pollini tipici della primavera palestinese, capace di riprodurre le macchie di sangue dimostrando conoscenze di un anatomopatologo moderno, con una «svista» di tali dimensioni? Un perfezionista con qualità sovrumane sarebbe dunque caduto su di un’ovvietà, dimostrandosi all’improvviso non più un mostro di bravura, ma di sbadataggine: invece di procurarsi del tessuto antico, coevo all’epoca di Gesù, invece di cercare stoffe del I secolo sulle quali sbizzarrirsi per riprodurre l’immagine del corpo crocifisso, si sarebbe accontentato di servirsi di una Sindone appena tessuta. Ma c’è di più. Siccome è indubbio che quel lenzuolo abbia avvolto per un numero determinato di ore un cadavere, sarebbe stato impossibile per lo spregiudicato falsario omicida – sì omicida, perché doveva ammazzare il povero Cristo usato come modello allo stesso modo in cui era stato ammazzato Gesù – riuscire a trovare una vittima il cui volto fosse congruente in diverse decine di punti con le icone di Cristo diffuse nell’arte bizantina \.
Egli avrebbe soprattutto dovuto pestare a sangue il suo malcapitato modello in maniera adeguata, in modo da ottenere determinati gonfiori del viso riprodotti nelle icone. Ne avrebbe probabilmente dovuti uccidere parecchi prima di raggiungere il suo scopo. Non dunque un falsario assassino, ma un falsario serial-killer. Non soltanto un mostro di bravura, ma un mostro e basta, capace di riprodurre sul cadavere della sua vittima, colpevole soltanto di assomigliare a Gesù, particolari difficilmente ottenibili, come i pollici ripiegati all’interno del palmo e la posizione più flessa di una gamba rispetto all’altra.
Anche procurare alla vittima, ormai deceduta, una ferita del costato con una lancia romana, facendone uscire sangue e siero separati, non è assolutamente un esperimento facile da compiere. Altrettanto arduo sarebbe stato mantenere il cadavere avvolto nel lenzuolo per una trentina di ore impedendo il verificarsi del fenomeno della putrefazione. Infine, sarebbe stato impossibile togliere il corpo dal lenzuolo senza il minimo strappo o il più lieve spostamento che avrebbero alterato i contorni delle tracce di sangue. Possiamo dunque concludere che la realizzazione artificiale della Sindone ci appare impossibile ancora oggi, o meglio ancor di più oggi, come onestamente riconosceva al termine della sua vita il professor Luigi Gonella, affermando «la Sindone è un oggetto che non dovrebbe esistere», e nessuno di coloro che hanno creduto di smascherare il presunto «falso» è mai riuscito a ottenere un’immagine davvero simile per ricchezza di particolari.
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13/03/2010 14:34
 
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17/03/2010 22:42
 
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17 Marzo 2010
LA FEDE NEGATA
Cristiano ucciso a Mosul
Un cristiano è stato ucciso questa mattina a sangue freddo nella città settentrionale irachena di Mosul, da dove nelle settimane precedenti alle elezioni del 7 marzo circa mille famiglie cristiane erano fuggite dopo una serie di omicidi che avevano colpito la loro comunità.

Secondo quanto ha riferito una fonte di polizia citata dall'agenzia di stampa irachena Nina, «uomini armati non identificati hanno aperto il fuoco con pistole munite di silenziatore e hanno ucciso un uomo, Sabah Mahmoud Adim, nei pressi di una chiesa nella parte occidentale della città». La vittima, hanno aggiunto le stesse fonti, aveva 55 anni.

Anche alla fine del 2008, oltre diecimila famiglie cristiane di Mossul fuggirono all'estero o in altre zone dell'Iraq in seguito all'assassinio di numerosi membri della loro comunità, compiuti in strada o nelle abitazioni, con vere e proprie "spedizioni punitive".
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21/03/2010 22:30
 
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18 Marzo 2010
IL CASO
Cosa c'è dietro gli scandali?
Si ritorna a parlare di preti pedofili, con voci e accuse che si riferiscono insistentemente alla Germania e tentativi di coinvolgimento di persone vicine al Papa, e credo che anche la sociologia abbia molto da dire e che non debba tacere per il timore di scontentare qualcuno. La discussione attuale sui preti pedofili – considerata dal punto di vista del sociologo – rappresenta un esempio tipico di «panico morale». Il concetto è nato negli anni 1970 per spiegare come alcuni problemi siano oggetto di una «ipercostruzione sociale».

Più precisamente, i «panici morali» sono stati definiti come problemi socialmente costruiti, e caratterizzati da una amplificazione sistematica dei dati reali, sia nella rappresentazione mediatica sia nella discussione politica. Altre due caratteristiche sono state citate come tipiche dei «panici morali». In primo luogo, problemi sociali che esistono da decenni sono ricostruiti nelle narrative mediatiche e politiche come «nuovi», o come oggetto di una presunta e drammatica crescita recente. In secondo luogo, la loro incidenza è esagerata da statistiche folkloriche che, benché non confermate da studi accademici, sono ripetute da un mezzo di comunicazione all’altro e possono ispirare campagne mediatiche persistenti.

Philip Jenkins ha sottolineato il ruolo nella creazione e gestione dei panici di «imprenditori morali» le cui agende non sono sempre dichiarate. I «panici morali» non fanno bene a nessuno. Distorcono la percezione dei problemi e compromettono l’efficacia delle misure che dovrebbero risolverli. A una cattiva analisi non può che seguire un cattivo intervento. Intendiamoci: i «panici morali» hanno ai loro inizi condizioni obiettive e pericoli reali. Non inventano l’esistenza di un problema, ma ne esagerano le dimensioni statistiche. In una serie di pregevoli studi lo stesso Jenkins ha mostrato come la questione dei preti pedofili sia forse l’esempio più tipico di un «panico morale». Sono presenti infatti i due elementi caratteristici: un dato reale di partenza, e un’esagerazione di questo dato ad opera di ambigui «imprenditori morali».

Anzitutto, il dato reale di partenza. Esistono preti pedofili. Alcuni casi sono insieme sconvolgenti e disgustosi, hanno portato a condanne definitive e gli stessi accusati non si sono mai proclamati innocenti. Questi casi – negli Stati Uniti, in Irlanda, in Australia – spiegano le severe parole del Papa e la sua richiesta di perdono alle vittime. Anche se i casi fossero solo due – e purtroppo sono di più – sarebbero sempre due casi di troppo. Dal momento però che chiedere perdono – per quanto sia nobile e opportuno – non basta, ma occorre evitare che i casi si ripetano, non è indifferente sapere se i casi sono due, duecento o ventimila. E non è neppure irrilevante sapere se il numero di casi è più o meno numeroso tra i sacerdoti e i religiosi cattolici di quanto sia in altre categorie di persone. I sociologi sono spesso accusati di lavorare sui freddi numeri dimenticando che dietro ogni numero c’è un caso umano.

Ma i numeri, per quanto non siano sufficienti, sono necessari. Sono il presupposto di ogni analisi adeguata. Per capire come da un dato tragicamente reale si sia passati a un «panico morale» è allora necessario chiedersi quanti siano i preti pedofili. I dati più completi sono stati raccolti negli Stati Uniti, dove nel 2004 la Conferenza episcopale ha commissionato uno studio indipendente al John Jay College of Criminal Justice della City University of New York, che non è un’università cattolica ed è unanimemente riconosciuta come la più autorevole istituzione accademica degli Stati Uniti in materia di criminologia.

Questo studio ci dice che, dal 1950 al 2002, 4392 sacerdoti americani (su oltre 109.000) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni. Di questi poco più di un centinaio sono stati condannati da tribunali civili. Il basso numero di condanne da parte dello Stato deriva da diversi fattori. In alcuni casi le vere o presunte vittime hanno denunciato sacerdoti già defunti, o erano scattati i termini della prescrizione. In altri, all’accusa e anche alla condanna canonica non corrisponde la violazione di alcuna legge civile: è il caso, per esempio, in diversi Stati americani del sacerdote che abbia una relazione con una – o anche un – minorenne oltre i 16 anni e consenziente.

Ma ci sono anche stati molti casi clamorosi di sacerdoti innocenti accusati. Questi casi si sono anzi moltiplicati negli anni 1990, quando alcuni studi legali hanno capito di poter strappare transazioni milionarie anche sulla base di semplici sospetti. Gli appelli alla «tolleranza zero» sono giustificati, ma non ci dovrebbe essere nessuna tolleranza neanche per chi calunnia sacerdoti innocenti. Aggiungo che per gli Stati Uniti le cifre non cambierebbero in modo significativo se si aggiungesse il periodo 2002-2010, perché già lo studio del John Jay College notava il «declino notevolissimo» dei casi negli anni 2000.

Le nuove inchieste sono state poche, e le condanne pochissime, a causa di misure rigorose introdotte sia dai vescovi statunitensi sia dalla Santa Sede. Lo studio del John Jay College dice forse, come si legge spesso, che il 4% dei sacerdoti americani sono «pedofili»? Niente affatto. Secondo quella ricerca il 78,2% delle accuse si riferisce a minorenni che hanno superato la pubertà. Avere rapporti sessuali con una diciassettenne non è certamente una bella cosa, tanto meno per un prete: ma non si tratta di pedofilia. Dunque i sacerdoti accusati di effettiva pedofilia negli Stati Uniti sono 958 in 42 anni, 18 all’anno.

Le condanne sono state 54, poco più di una all’anno. Il numero di condanne penali di sacerdoti e religiosi in altri Paesi è simile a quello degli Stati Uniti, anche se per nessun Paese si dispone di uno studio completo come quello del John Jay College. Si citano spesso una serie di rapporti governativi in Irlanda che definiscono «endemica» la presenza di abusi nei collegi e negli orfanotrofi (maschili) gestiti da alcune diocesi e ordini religiosi, e non vi è dubbio che casi di abusi sessuali su minori anche molto gravi in questo Paese vi siano stati. Lo spoglio sistematico di questi rapporti mostra peraltro come molte accuse riguardino l’uso di mezzi di correzione eccessivi o violenti. Il cosiddetto Rapporto Ryan del 2009 – che usa un linguaggio molto duro nei confronti della Chiesa cattolica – su 25.000 allievi di collegi, riformatori e orfanotrofi nel periodo che esamina riporta 253 accuse di abusi sessuali da parte di ragazzi e 128 da parte di ragazze, non tutte attribuite a sacerdoti, religiosi o religiose, di diversa natura e gravità, raramente riferite a bambini prepuberi e che ancor più raramente hanno condotto a condanne.

Le polemiche di queste ultime settimane riguardanti situazioni sorte in Germania e Austria mostrano una caratteristica tipica dei «panici morali»: si presentano come «nuovi» fatti risalenti a molti anni or sono, in alcuni casi addirittura a oltre trent’anni fa, e in parte già noti. Il fatto che – con una particolare insistenza su quanto tocca l’area geografica bavarese, da cui proviene il Papa – siano presentati sulle prime pagine dei giornali avvenimenti degli anni 1980 come se fossero avvenuti ieri, e ne nascano capziose polemiche, nella forma di un attacco concentrico che ogni giorno annuncia in stile urlato nuove «scoperte», mostra bene come il «panico morale» sia promosso da «imprenditori morali» in modo organizzato e sistematico.

Il caso che – come alcuni giornali hanno titolato – «coinvolge il Papa» è a suo modo da manuale. Si riferisce a un episodio in cui un sacerdote di Essen, già colpevole di abusi, fu accolto nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, di cui era arcivescovo l’attuale Pontefice, risale infatti al 1980. Il caso è emerso nel 1985 ed è stato giudicato da un tribunale tedesco nel 1986, accertando tra l’altro che la decisione di accogliere nell’arcidiocesi il sacerdote in questione non era stata presa dal cardinale Ratzinger e non gli era neppure nota, il che non è strano in una grande diocesi con una complessa burocrazia.

Perché oggi un quotidiano tedesco decida di riesumare il caso, e sbatterlo in prima pagina 24 anni dopo la sentenza, dovrebbe essere messo in questione. Una domanda sgradevole – perché il semplice porla sembra difensivo, e non consola le vittime – ma importante è se essere un prete cattolico sia una condizione che comporta un rischio di diventare pedofilo o di abusare sessualmente di minori – le due cose, come si è visto, non coincidono perché chi abusa di una sedicenne non è un pedofilo – più elevato rispetto al resto della popolazione.

Rispondere a questa domanda è fondamentale per scoprire le cause del fenomeno e quindi per prevenirlo. Secondo gli studi di Jenkins, se si paragona la Chiesa cattolica degli Stati Uniti alle principali denominazioni protestanti si scopre che la presenza di pedofili è – a seconda delle denominazioni – da due a 10 volte più alta tra i pastori protestanti rispetto ai preti cattolici. La questione è rilevante perché mostra che il problema non è il celibato: la maggior parte dei pastori protestanti è sposata. Nello stesso periodo in cui un centinaio di sacerdoti americani era condannato per abusi sessuali su minori, il numero di professori di ginnastica e allenatori di squadre sportive giovanili – anche questi in grande maggioranza sposati – giudicato colpevole dello stesso reato dai tribunali statunitensi sfiorava i seimila.

Gli esempi potrebbero continuare, e non solo negli Stati Uniti. Soprattutto, stando ai periodici rapporti del governo americano, due terzi circa delle molestie sessuali su minori non vengono da estranei o da educatori – preti e pastori protestanti compresi – ma da familiari: patrigni, zii, cugini, fratelli e purtroppo anche genitori. Dati simili esistono per numerosi altri Paesi.
Per quanto sia poco politicamente corretto dirlo, c’è un dato che è assai più significativo: per oltre l’80% i pedofili sono omosessuali, maschi che abusano di altri maschi. E – per citare ancora una volta Jenkins – oltre il 90% dei sacerdoti cattolici condannati per abusi sessuali su minori e pedofilia è omosessuale. Se nella Chiesa cattolica può esserci stato effettivamente un problema, questo non riguarda il celibato ma una certa tolleranza dell’omosessualità, in particolare nei seminari negli anni Settanta, quando veniva ordinata la grande maggioranza di sacerdoti poi condannati per gli abusi. È un problema che Benedetto XVI sta vigorosamente correggendo.

Più in generale il ritorno alla morale, alla disciplina ascetica, alla meditazione sulla vera, grande natura del sacerdozio sono l’antidoto ultimo alle tragedie vere della pedofilia. Anche a questo deve servire l’Anno sacerdotale. Rispetto al 2006 – quando la Bbc mandò in  onda il documentario-spazzatura del parlamentare irlandese e attivista omosessuale Colm O’Gorman – e al 2007 – quando Santoro ne propose la versione italiana su Annozero – non c’è, in realtà, molto di nuovo, fatta salva l’accresciuta severità e vigilanza della Chiesa.

I casi dolorosi di cui più si parla in queste settimane non sono sempre inventati, ma risalgono appunto a venti o anche a trent’anni fa. O, forse, qualche cosa di nuovo c’è. Perché riesumare nel 2010 casi vecchi o molto spesso già noti, al ritmo di uno al giorno, attaccando sempre più direttamente il Papa – un attacco, per di più, paradossale se si considera la grandissima severità del cardinale Ratzinger prima e di Benedetto XVI poi su questo tema? Gli «imprenditori morali» che organizzano il panico hanno un’agenda che emerge sempre più chiaramente, e che non ha veramente al suo centro la protezione dei bambini. La lettura di certi articoli ci mostra come lobby molto potenti cercano di squalificare preventivamente la voce della Chiesa con l’accusa più infamante e oggi purtroppo anche più facile, quella di favorire o tollerare la pedofilia.
Massimo Introvigne
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23/03/2010 11:47
 
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Dalla prolusione tenuta dal Card.Angelo Bagnasco

C’è bisogno allora di conversione e di preghiera per raccogliere i messaggi intrinseci agli accadimenti, per maturare ogni volta comportamenti più congrui e solidali, in grado di creare sintonia con chi soffre, e per essere meno indegni nella domanda di intercessione. Ebbene, mentre comincia qua e là a farsi largo la convinzione che la comunità internazionale debba attrezzarsi per rispondere in modo non improvvisato né episodico alle tragedie che si presentano in questa o quella parte del mondo, va sottolineato come la nostra comunità nazionale e la sua opinione pubblica in occasione degli eventi menzionati siano state in debita allerta, e certo sollecite negli interventi. Non di meno la nostra comunità ecclesiale ha prontamente reagito con stanziamenti sostenuti e poi rafforzati attraverso raccolte assai significative di mezzi indispensabili per offrire – in via diretta e attraverso la Caritas – l’aiuto che serve nell’immediato e quello, forse più meritorio ancora, del post-emergenza. I credenti, le loro famiglie, le nostre comunità continuino a sentire il morso della disperazione altrui e si facciano prossimi ai loro bisogni. L’aver noi, come popolo italiano, ripetutamente sperimentato in prima persona le conseguenze di dolore e disagi collegate alle calamità naturali, come l’essere tuttora sotto sforzo per il terremoto che un anno fa ha colpito l’Aquila e l’Abruzzo, mentre gravi smottamenti hanno, nell’ultimo inverno e fino ad oggi, colpito numerose località in particolare del Meridione, fa sì che non possiamo farci trovare mai estenuati, bensì attenti e solleciti quando un fratello è nel bisogno.

Ma c’è un’altra tipologia di situazioni dolenti, che ci interpella anzitutto sul piano interiore, ed è quella delle popolazioni tormentate perché sono calpestati i diritti umani fondamentali, primo dei quali la libertà religiosa. Nelle ultime stagioni si registra una recrudescenza degli attacchi ai cattolici. Non sono finiti ad esempio in India, paese in cui nonostante tutto la comunità cattolica cresce grazie alla stima di cui gode, ma dove ultimamente si è giunti a manifestazioni blasfeme dell’immagine di Gesù, così da umiliare e forse anche provocare i nostri fratelli di fede, già sotto tiro con chiese bruciate e sacerdoti e credenti fatti oggetto di persecuzione. Ma pensiamo anche agli scontri molto gravi avvenuti in Nigeria e in precedenza in Malaysia, in Egitto e in Algeria. Nelle ultime settimane, in vista delle elezioni locali, era tornata a salire la tensione in Iraq, e i cristiani sono scesi in piazza per manifestare la loro mite resistenza a fronte di incursioni condotte a loro danno. A motivo delle perduranti discriminazioni, costituiscono oggi una ancor più ridotta minoranza, senza tuttavia che possa mutare lo status di componente religiosa certo non estranea a quella regione, avendo lì il cristianesimo radici quasi bimillenarie. La mitezza che contrassegna in generale la risposta cattolica non può essere però fraintesa: nessuno ha il diritto di farsi padrone degli altri in nome di Dio. Noi siamo effettivamente vicini a questi nostri fratelli di fede, solidali con il loro patire, ammirati della loro perseveranza, impegnati a far sì che la politica a livello internazionale voglia assumere con crescente autorevolezza iniziative urgenti ed efficaci per assicurare a tutti gli uomini, entro qualunque confine, il sacrosanto rispetto della libertà di credo e di culto. Ai missionari, alle suore, ai volontari laici che, come è accaduto anche di recente, di fronte a discriminazioni e violenze di ogni tipo non si staccano dalla terra in cui operano, va la nostra assidua vicinanza: sono nel cuore della nostra preghiera. Vogliamo, anzi, essere degni di loro, e per questo non cesseremo di interrogarci sul nostro vivere la fede, perché crescano in noi la testimonianza e l’annuncio evangelico nel segno di una gioia più limpida e di una convinzione più coraggiosa.
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24/03/2010 14:06
 
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Oltre 600 scienziati di tutto il mondo hanno firmato di recente una dichiarazione che esprime pubblicamente il loro scetticismo sulla teoria contemporanea di evoluzione darvinista. La dichiarazione afferma: “Siamo poco sicuri sul fatto che ci sia una continua mutazione a caso delle specie animali e vegetali. Dovremmo avere prove più valide sulla teoria darvinista, anzi dovrebbe essere un nostro dovere denunciarne la non veridicità.““Ho firmato il Documento di Dissenso Scientifico dalla dichiarazione di darvinismo, perché sono assolutamente convinto della mancanza di vera prova scientifica nel favore del dogma darvinista,“ ha affermato Raul Leguizamon, patologo e professore di medicina all’Università Autonoma di Guadalajara, Messico, ed ha aggiunto che “Nessuno nelle scienze biologiche o nella medicina ha bisogno del darvinismo”.

Il darvinismo ha certamente avuto bisogno di una tacita accettazione scientifica a livello mondiale per diventare così comunemente creduta.

La presa che ha nei cerchi accademici non è dovuta alla prova empirica che apparentemente lo sostiene, ma alle sue presupposizioni filosofiche e alle implicazioni che ne seguono.

La TEORIA darvinista è pian piano diventata DOGMA a causa dell’inerzia intellettuale del mondo accademico in generale.

L’elenco dei 610 firmatari include scienziati e membri delle Accademie Nazionali di Scienza in Russia, Repubblica Ceca, Ungheria, India (Hindustan), Nigeria, Polonia,

e Stati Uniti. Molti dei firmatari sono dei professori o dei ricercatori delle maggiori università e istituzioni di ricerca internazionali come l’Università di Cambridge, il British Museum di storia naturale, l’Università di Stato di Mosca, quella di Masaryk nella Repubblica Ceca, quella di Hong Kong, di Turku in Finlandia, l’Autonoma di Guadalajara in Messico, di Stellenbosch in Sud Africa, l’Institut de Paléontologie Humaine in Francia, l’Istituto di Chitose di Scienza & Tecnologia in Giappone, l’Università di Ben-Gurion in Israele, il MIT, lo Smithsonian e Princeton.

“Il dissenso da darvinismo è diventato globale,” ha detto Bruce Chapman ex ambasciatore americano alle Nazioni Unite a Vienna.

Uno dei problemi maggiori nel modello evoluzionistico moderno si trova nell’accanimento dei suoi presupposti. Il vero contesto di questa teoria infatti non è rigorosamente scientifico quanto filosofico. La realtà era che l’uomo non voleva che ci fosse un Dio creatore e cercava un modello alternativo a quello creazionista per spiegare l’origine delle cose. Richard Dawkins, uno zoologo di Oxford e ateo bellicoso, afferma nel suo trattato The Blind Watchmaker (un testo di biologia che somiglia di più ad un’apologetica per l’ateismo) che: “Darwin ha reso possibile la realizzazione intellettuale degli atei“. Egli prosegue affermando che “… chiunque dice di non credere nell’evoluzione è una persona ignorante, stupida o folle (o forse malvagia)”. L’inchiostro non era ancora asciutto sull’Origine della Specie, che chi non voleva credere in Dio intuì l’alibi formidabile rappresentato dall’evoluzionismo.

La comunità scientifica anziché agire in modo scientifico cercò allora, e cerca tuttora, semplicemente di sostenere acriticamente una teoria rivoluzionaria e comoda a chi da tanto cercava, e cerca, di dare un tono di scientificità al proprio scetticismo riguardo ai racconti della Creazione contenuti nella Bibbia. Infatti quando fu teorizzato l’evoluzionismo la comunità scientifica dell’epoca non si caratterizzò per l’obiettività e per lo scrupolo a cui avrebbe dovuto attenersi. La National Academy of Sciences ha decretato che l’ipotesi della creazione è da considerarsi non scientifica in quanto si appella a spiegazioni soprannaturali non comprensibili dalla mente umana. Il presupposto è evidente: solo la scienza ci può dire la verità sulla realtà; se la mente umana non può comprendere determinati aspetti non può essere scientifico. Il problema è che non esistono molte altre teorie sulle origini. Se non è l’evoluzione, è la creazione. Se non è la creazione, è l’evoluzione o qualcosa del genere.

Ciò rende difficile fare una valutazione obiettiva sul valore dell’evoluzione, in quanto appena si minano alcune delle affermazioni evoluzionistiche, o si producono evidenze che mettono in serie difficoltà la teoria, si alzano gli scudi di coloro che rifiutano di credere. L’opinione prevalente è che l’ipotesi dell’evoluzione, per quanto imperfetta, è la migliore di cui si dispone (leggi: “l’unica che ci permette di non credere in Dio”) per cui va insegnata come la verità. In senso legale, è come mettere in carcere un imputato senza evidenze a suo carico, in attesa che egli riesca a dimostrare chi sia il vero colpevole.
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27/03/2010 21:45
 
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AsiaNews) L'odio verso Cristo cresce nel mondo
Data: Marted�, 23 marzo @ 08:00:00 CET
Argomento: Notizie


AsiaNews 22/03/2010 13:02
PAKISTAN
Cristiani pakistani rifiutano di convertirsi: marito bruciato vivo, moglie stuprata dalla polizia
di Fareed Khan

La coppia lavorava alle dipendenze di un ricco uomo d’affari musulmano a Rawalpindi. I tre figli – dai 7 ai 12 anni – costretti con la forza ad assistere alle violenze. L’uomo è ricoverato con ustioni sull’80% del corpo. I sanitari: “non sopravviverà”. Organizzazioni cristiane hanno indetto marce di protesta.

Islamabad (AsiaNews) – Combatte ancora fra la vita e la morte Arshed Masih, 38enne cristiano pakistano ricoverato da tre giorni all’ospedale della Sacra famiglia a Rawalpindi, città poco distante dalla capitale Islamabad. Egli è stato bruciato vivo da un gruppo di estremisti musulmani, con la connivenza della polizia, perché si è rifiutato di convertirsi all’islam. Fonti locali rivelano ad AsiaNews che la moglie “è stata stuprata dagli agenti”. L’incidente è avvenuto il 19 marzo scorso, in una tenuta situata di fronte alla caserma di polizia.
 
Dal 2005 Mashid e la moglie lavoravano alle dipendenze di un ricco uomo d’affari musulmano della città, come autista l’uomo e domestica la moglie. Negli ultimi tempi erano emersi dei dissapori fra il datore di lavoro e la coppia, a causa della loro fede cristiana.
 
Fonti locali riferiscono che la donna, Martha Arshed, è stata “stuprata dagli agenti di polizia”. I tre figli della coppia, inoltre, di età fra i 7 e i 12 anni, hanno dovuto assistere – costretti con la forza – alle violenze commesse ai danni dei genitori. “Masih e la moglie sono attualmente sottoposti a trattamento sanitario” confermano fonti interne dell’ospedale della Sacra Famiglia. Il sito BosNewsLife aggiunge che “l’uomo è in condizioni gravissime, con ustioni sull’80% del corpo”.
 
Ieri il governo del Punjab ha ordinato l’apertura di un’inchiesta per far luce sulla vicenda. “Il caso è sottoinvestigazione – conferma Rana Sanaullah, Ministro della giustizia del governo del Punjab – e i colpevoli saranno arrestati”. Nel frattempo i sanitari dell’ospedale della Sacra famiglia, a Rawalpindi, sottolineano che Arshed Masih (nella foto), 38 anni, presenta ustioni sull’80% del corpo e “non sopravviverà” all’incidente.
 
La coppia cristiana viveva con i figli nella tenuta di Sheikh Mohammad Sultan, ricco uomo d’affari musulmano, nella zona riservata ai domestici. Nel gennaio scorso leader religiosi locali e il datore di lavoro hanno imposto alla famiglia – genitori e figli – di convertirsi all’islam. Al rifiuto opposto da Mashid e la moglie, i fondamentalisti li hanno minacciati avvertendoli che avrebbero subito “conseguenze terribili”.
 
L’uomo ha proposto di lasciare il lavoro e la casa dell’uomo d’affari musulmano, ma questi gli ha risposto che lo avrebbe “ucciso” nel caso in cui fosse partito. La settimana scorsa le tensioni sono aumentate a causa di un furto subito da Sheikh Mohammad Sultan: dei ladri avrebbero fatto irruzione nella sua abitazione, rubando denaro contante per 500mila rupie (circa 6mila dollari).
 
La polizia ha aperto un’indagine sul furto, ma non ha iscritto la coppia cristiana nel registro degli indagati. Tuttavia, l’uomo d’affari musulmano ha offerto di lasciar cadere le accuse contro Masih nel caso in cui si fosse convertito all’islam. L’uomo ha inoltre aggiunto: “altrimenti non vedrete più i vostri figli”. Il resto è cronaca degli ultimi giorni: Arshed Masih è rimasto saldo nella fede cristiana; il 19 marzo scorso egli è stato bruciato vivo e la moglie stuprata dalla polizia.
 
Shahbaz Batti, cattolico, Ministro federale per le minoranze, ha rifiutato di commentare la vicenda dicendo di essere “impegnato”. Egli ha promesso di rilasciare dichiarazioni sul caso nei prossimi giorni. Oggi diverse organizzazioni cristiane a Rawalpindi e Lahore hanno indetto una serie di manifestazioni di protesta.  
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31/03/2010 19:01
 
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SINDONE: LE FALSE NOTIZIE SUL SUDARO DEL LEBBROSO

Come creare una falsa notizia? Basta prendere un po’ di paccottiglia pseudoscientifica e pseudoarcheologica, appiccicarla ai risultati di uno studio di archeomedicina e lanciarla su tutti i giornali del mondo come se si trattasse di una sconvolgente novità!
Mi riferisco alla falsa notizia della scoperta di un sudario dell’epoca di Cristo in una tomba di Gerusalemme. Oggi questa notizia è rilanciata dai principali quotidiani mondiali i quali non si sono presi la briga nemmeno di indagare in merito.
Chiaramente è stata ripresa anche dalle nostre valide testate nazionali che non hanno mancato di darle risalto. Leggiamo, ad esempio, l’articolo del Corriere della Sera: vero modello di “informazione”:
Un altro sudario. Dell’epoca di Gesù. Una squadra internazionale d’archeologi l’ha trovato mesi fa, negli scavi d’una tomba a Gerusalemme Est. Nel Campo del Sangue che, secondo il Vangelo, Giuda Iscariota si comprò coi trenta denari del tradimento e dove, poi, s’impiccò. L’hanno studiato a lungo col radiocarbonio, passato alla Tac come si fa coi pazienti complicati. Ne hanno esaminato spore e tracce di Dna. Alla fine le conclusioni, univoche, sono finite sull’ultimo numero di “PloS One”, la rivista scientifica della Public Library americana: «Le parti di lenzuolo ritrovate, appartenenti a un sudario usato per seppellire le salme ai tempi di Cristo, rivelano per la prima volta che a Gerusalemme questi manufatti avevano un tessuto a trama molto semplice, ottenuta con l’uso soltanto di due fili intrecciati». La dimostrazione, secondo il team, che l’altro e ben più celebre sudario – la Sacra Sindone che ritrarrebbe il corpo di Gesù – sarebbe in realtà un falso: «L’ordito della Sindone, molto più complesso e con più fili, fu introdotto solo in epoca successiva».

Anzitutto l’articolo testimonia la mancata lettura dello studio citato. Se infatti i giornalisti avessero deciso di leggere lo studio dal titolo “Molecular Exploration of the First-Century Tomb of the Shroud in Akeldama, Jerusalem“, avrebbero letto quanto segue:
“The Tomb of the Shroud is a first-century C.E. tomb discovered in Akeldama, Jerusalem, Israel that had been illegally entered and looted. The investigation of this tomb by an interdisciplinary team of researchers began in 2000.”

Dunque la tomba è stata scoperta molto tempo fa e depredata, mentre gli studi su di essa sono iniziati almeno 9 anni fa! Non certo “mesi fa”…
Andando oltre è evidente che da nessuna parte nel testo dello studio si fa riferimento alla struttura del sudario. Da nessuna parte si parla di discrasie con la Sacra Sindone. Anzi, in molti passaggi dello studio, si evidenzia l’evidente stato di deperimento del tessuto associatosi ad elementi dello scheletro, dei capelli, ed altre tracce biologiche del defunto.
Quindi il Corriere ha copiato da una fonte chiaramente interessata a far dilagare una non notizia. Di quale fonte si tratta? Si tratta del Dailymail che riporta le conclusioni dell’archeologo Shimon Gibson.
Non stupirà sapere che si tratta dello stesso folle archeologo che ha collaborato alla realizzazione del film documentario di James Cameron (regista di Aliens e Terminator) e del sionista ebreo ortodosso Simcha Jacobovici sulla “Tomba perduta di Gesù“. Un documentario del 2007 nel quale si tentava di dimostrare – senza un minimo di fondatezza scientifica – che una tomba ritrovata a Gerusalemme fosse quella dell’intera famiglia di Gesù, Maria Maddalena compresa, in qualità di moglie di Gesù.
Questi a sua volta si basa sui dati della studiosa tessile Orit Shamir, capo del Department of Museum and Exhibitions and Curator of Organic Materials della Israeli Antiquity Authority, l’ente archeologico nazionale che cura l’ “ortodossia” di scavi ed esplorazioni in Eretz-Israel. La professoressa Shamir ha partecipato marginalmente a questo progetto di ricerca, dato lo stato di deterioramento del tessuto in questione. Il suo nome appare solo tra i “ringraziamenti”.

   

Questo articolo é stato pubblicato 17 dicembre 2009, 10:51 http://www.agerecontra.it/bin/press/?p=2387&cpage=1#comment-186

La Shamir è nota, d’altra parte, per i suoi studi sul sudario di Akeldamà – lo stesso sudario dello studio di archeomedicina appena pubblicato – già da alcuni anni. Ne parla persino il sito del CICAP, l’istituzione criptomassonica capitanata e voluta a Torino da menti geniali come Piero Angela e Margerita Hack. Istituzione che ha recentemente messo in scena un esperimento di riproduzione della Sindone, già realizzato in passato, ma i cui esiti non dimostrano un bel niente perché la sindone riprodotta ha delle differenze strutturali rispetto all’autentica reliquia: semplicemente è un “disegno” che non tiene conto di tutte le presenze di sangue, pollini, liquido ematico, etc. presenti sulla Sacra Sindone.
Ritorniamo, però, per un attimo alla falsa notizia odierna. In realtà una notizia c’è: quel cadavere avvolto dal “sudario di Akeldamà” appartiene a un uomo morto di lebbra. Si tratterebbe del più antico caso di lebbra riscontrato storicamente su un cadavere. Ora, a noi la lebbra ricorda qualcosa. Ricorda Marco 1,40-45 e la guarigione miracolosa del lebbroso operata da Gesù. E sappiamo anche il tabù che circondava la malattia presso i Giudei. Tabù costantemente infranto da Cristo. L’impurità della malattia, e soprattutto di quella più orribile, come la lebbra era anche segno della “maledizione di Dio” subita dal malato (cfr. Levitico, 13). Così, ci chiediamo, possibile che un uomo morto di lebbra nel primo secolo dopo Cristo possa mai esser stato sepolto avvolto in un prezioso sudario? I necrofori non l’avranno invece avvolto in semplici bende, in un sudario più grezzo, come appunto quello di Akeldamà, onde evitare la contaminazione?
D’altro canto è da tutti riconosciuto che la Sindone ha una trama particolarmente complessa ed è molto pregiata. Sicuramente Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea avranno deciso di avvolgere il Cristo in un sudario “regale”, non certo in quello di un “impuro” lebbroso.
Ciò detto, temo che dovremo in qualche modo abituarci al rilancio da parte della stampa mondiale di bufale e affini sulla Sacra Sindone, in previsione della prossima ostensione. Sembra assurdo che attività propagandistiche di tal fatta possano accadere in quest’epoca di informazione diffusa e condivisa. Eppure quando si tratta di attaccare la Chiesa non si risparmia neanche la deontologia professionale.
In conclusione vorrei solo ricordare che un eminente professore della stessa Hebrew University di Gerusalemme, istituzione che ha partecipato alle ricerche di archeomedicina sul sudario di Akeldamà, è autore di un pregevolissimo studio sui pollini presenti sulla Sindone. Si tratta del Prof. Aninoan Danim: qui trovate un suo interessantissimo articolo in merito. (fonte: Fides et Forma, 17/12/09)
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02/04/2010 11:25
 
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IL CASO
Gli atei che bocciano Darwin
Il loro libro, uscito a febbraio, ha fatto rumore nel mondo anglosassone. E probabilmente lo farà in Italia, dove la traduzione è annunciata per metà aprile. D’altra parte, un titolo come "Gli errori di Darwin" sembra fatto apposta per suscitare contrapposizioni. Lo scopo gli autori l’hanno espresso chiaramente in un articolo pubblicato sulla rivista "New Scientist", in cui sintetizzano i contenuti del volume (in uscita per Feltrinelli): la selezione naturale ha mostrato un’insidiosa tendenza imperialistica, le sue spiegazioni ex-post si sono diffuse dalla biologia a un ampio numero di altre discipline, dalla filosofia alla psicologia, dall’antropologia alla sociologia, fino all’estetica e persino alla teologia; quindi, se si demolisce l’efficacia della selezione in biologia, cadrà anche la possibilità di utilizzarla (a sproposito, ritengono) in altre discipline.

Loro, il noto filosofo Jerry Fodor e lo scienziato cognitivo Massimo Piattelli Palmarini, tengono a precisare di essere atei e di non volere dare armi ai creazionisti o ai sostenitori del disegno intelligente. Ma pensano che ciò contribuisca al progresso della scienza, offrendo migliori spiegazioni, rigorosamente naturalistiche. Difficile non concordare sulle spesso generiche o infondate applicazioni del concetto di adattamento all’apprezzamento dell’arte, ai comportamenti matrimoniali o alle credenze religiose. Più controversa la tesi che altri meccanismi debbano rimpiazzare del tutto la selezione come motore dell’evoluzione. E meno facile di quanto dicano critici e sostenitori dell’ultim’ora entrare nel dibattito, piuttosto complesso, come peraltro il libro, non certo un pamphlet di semplice lettura. Quale dunque la tesi di Fodor e Piattelli Palmarini? Che l’evoluzione (cioè il mutamento delle forme viventi) non funzioni come l’ortodossia darwiniana pensa.

Semplificando, nella riproduzione degli organismi avvengono degli errori di copiatura dei geni che portano a mutazioni fenotipiche, ovvero a cambiamenti nei caratteri fisici (o anche nei comportamenti). Alcune nuove caratteristiche permettono agli individui che ne sono dotati di meglio sopravvivere nel proprio habitat e, soprattutto, di riprodursi maggiormente, altre invece rendono un pessimo servizio (una gazzella più veloce si salverà dal leone, una più lenta finirà sempre mangiata). In questo senso, l’ambiente seleziona la più adatta tra le variazioni casuali e le specie evolvono. Niente, o quasi, di tutto questo, affermano invece gli autori. Non è l’ambiente a guidare il mutamento, sono vincoli interni di altro tipo, tra cui il funzionamento dei "geni maestri" (che comandano molte strutture dell’organismo), le leggi fisico-chimiche della forma e dell’auto-organizzazione… Per usare un esempio proposto da Piattelli Palmarini, nel fringuello una mutazione che altera la forma della metà superiore del becco produce cambiamenti congruenti nelle ossa del cranio, nella parte inferiore del becco, nei muscoli del collo e nei nervi. Ciò, in altre parole, impedirebbe di «selezionare e affinare separatamente ogni organo o tratto per il gioco cieco della natura». Le critiche alla critica non si sono fatte attendere. E non solo dai pasdaran del darwinismo. Su "Nature", una stroncatura "istituzionale" di Massimo Pigliucci. Michael Ruse, uno degli studiosi più noti dell’evoluzionismo, che si è confrontato con i fautori del disegno intelligente, ha parlato di «libro intensamente irritante» e di «cattivissimi argomenti».

Due filosofi e scienziati cognitivi del calibro di Ned Block e Philip Kitcher hanno cercato di demolire nel dettaglio le posizioni di Fodor e Piattelli Palmarini concludendo che, fatto salvo il rispetto per le loro opere precedenti, "Gli errori di Darwin", malgrado l’imponente letteratura citata, si basa su errori e distorsioni ed è destinato a creare confusione. «La scienza dai tempi di Darwin ha fatto notevoli progressi e sicuramente vi sono state invasioni di campo dell’evoluzionismo, ma ciò non scredita il principio generale della selezione naturale», commenta Francesco Scalfari del polo universitario di Asti, tra i fondatori della Società italiana di biologia evoluzionistica. «Il meccanismo della "exaptation" studiato da Gould e citato nel libro (vedi box) è ben noto: non costituisce una rivoluzione, ma un’ulteriore spiegazione nella concretezza della storia naturale».

Assai prudente anche Fiorenzo Facchini, paleoantropologo dell’Università di Bologna, contrario al fondamentalismo evoluzionista, ma non disposto a gettare tutto Darwin alle ortiche. Qualcuno ha parlato di «teoria evoluzionistica estesa», gli autori hanno replicato di volere invece operare «un vero capovolgimento». Per un singolo libro, che si basa soltanto su una rilettura di alcune ricerche, forse un obiettivo troppo ambizioso. Ma se le conquiste della scienza sono per definizione sempre rivedibili, anche l’attuale ortodossia darwiniana potrà subire ulteriori aggiustamenti nel tempo. E tutto ciò si farà sul campo, non con polemiche superficiali.
Andrea Lavazza
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04/04/2010 23:56
 
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SCIENZATI CREDENTI IN DIO

Lo smithsonian Institute preoccupato
per gli scienziati credenti in Dio


Il piccolo gruppo di scienziati credenti in
Dio ha prodotto un certo trambusto nel
suo obiettivo di prendere d’assalto le roccaforti
della teoria dell’evoluzione e sostituirle
con un onesto punto di vista sulle
prove che dimostrano l’esistenza di un
Creatore intelligente.
L’ultimo importante incidente si è verificato
quando Richard Sternberg, direttore
della pubblicazione dello Smithsonian
Institute in Washington, D.C., fede pubblicare
un articolo favorevole all’esistenza
di Dio sul suo prestigioso giornale,
Proceedings of the Biological Society di
Washington. Non era preparato alla reazione
violenta degli evoluzionisti.
«Sto utilizzando il mio tempo cercando
di trovare un modo per recuperare
una carriera scientifica» - ha dichiarato
Sternberg allo scrittore David Klinghoffer
in un articolo del Wall Street Journal.
Sternberg, che ha due laueree in biologia,
dichiara che sebbene continui a lavorare
nel reparto di zoologia del museo, è
stato espulso dal suo ufficio e viene evitato
dai colleghi che gli chiedono di inviare
un reclamo alle superiori autorità competenti.
Dichiara di essere soggetto alla discriminazione
religiosa.
L’articolo in questione, L’origine delle
informazioni biologiche e le maggiori
categorie tassonomiche, scritto da
Stephen Meyer, dottore in filosofia della
biologia a Cambridge, cita i maggiori biologi
e paleontologi di scuole come ad
esempio Cambridge, Oxford, Yale e la
University of Chicago, che sono critiche
in relazione ad alcuni aspetti dell’evoluzione
darwiniana.
L’articolo dichiara che i sostenitori
della teoria di Darwin non possono spiegare
in che modo così tanti diversi tipi di
animali sono venuti a manifestarsi così
improvvisamente durante il breve periodo
geologico noto come l’esplosione cambriana.
Discute inoltre del fatto che il
meccanismo darwiniano richiederebbe
un tempo più lungo per la produzione
delle informazioni genetiche necessarie e
suggerisce che l’azione di un’intelligenza
creatrice fornisce una migliore spiegazione
in relazione a questi eventi.
«L’esistenza di Dio» - dichiara
Klinghoffer - «è difficilmente una proposta
su misura per qualsiasi religione particolare
». Quando il filosofo Antony Flew,
ateo, fece scalpore questo inverno dichiarando
di essere diventato un credente, ha
fatto riferimento all’esistenza certa di
un’intelligenza suprema.
«Il darwinismo, al contrario, è un
ingrediente fondamentale nel secolarismo,
quella fede aggressiva e quasi religiosa
che non ha però dei. La reazione
violenta degli evoluzionisti contro
Sternberg sembra essere, per molti aspetti,
un’istanza di una religione che perseguita
un rivale richiedendo lealtà a chiunque
entri in una delle sue “chiese“, come
il Museo Nazionale di Storia naturale.»
Questa citazione indica che il darwinismo
viene considerato da molti come una
religione, con sostenitori fanatici pronti a
denigrare e perseguire qualsiasi collega
che osi introdurre un’altra possibile spiegazione
dell’origine e dello sviluppo della
vita sulla terra.
Sarà interessante vedere il risultato del
caso Sternberg e se risulterà essere una
vittoria per gli evoluzionisti nei loro sforzi
continui di mettere a tacere discussioni su
punti di vista alternativi relativamente
all’origine e allo sviluppo della vita.
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05/04/2010 17:01
 
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Uto Ughi: «Il mondo oggi ha bisogno di risorgere»

«Oggi, più che mai, il mondo ha bisogno di risorgere». Uto Ughi riflette sulla Pasqua. «Il mondo ha bisogno di risorgere dalla bassezza morale, dalle volgarità che riempiono quotidianamente le prime pagine dei giornali. Ha bisogno di risollevarsi dalla corruzione, dall’inganno, dall’egoismo che sembrano dettar legge». Il grande violinista è un fiume in piena. Si dice convinto che la musica può e deve aiutare l’uomo in questa rinascita, «perché la musica ha una fondamentale componente spirituale. Rende meno arida, meno egoista, meno violenta la società». Ughi parla alla vigilia dell’apertura del festival Omaggio all’Umbria-Assisi nel mondo di cui è consulente artistico nonché nome di punta del ricco cartellone. E invita a guardare al Sepolcro. «Occorre fermarsi perché sembra che oggi l’uomo abbia toccato livelli di bassezza mai raggiunti».

Si fermi un attimo, maestro Ughi. Torniamo alla Pasqua. Perché ripartire da qui?
«Per ritrovare la nostra dimensione di uomini. Guardando quello che accade intorno a noi sembra che si voglia abbassare il livello della società al gradino più basso della scala morale. La Pasqua per me, come per tutti i credenti, è il cuore della fede, la certezza che Cristo ci dà di una vita nuova. Ma penso che la Resurrezione interroghi anche i non credenti e suggerisca loro la necessità di una rigenerazione, di un cambiamento spirituale. Occorre tornare al grande insegnamento di Dostoevskij che sosteneva che "la bellezza salverà il mondo". Una bellezza non certo estetica, come i modelli di oggi vorrebbero, ma una bellezza prima di tutto morale. La musica può sicuramente aiutare un risveglio delle coscienze, perché un paese che scade moralmente inevitabilmente scade anche culturalmente».

Avrebbe qualche pagina da suggerirci per iniziare questo percorso?
«Sicuramente, visto il periodo dal quale arriviamo, la Quaresima, direi la Passione secondo Matteo di Bach, il più grande capolavoro della storia della musica. Una pagina che tocca tutte le corde più profonde dell’uomo».

La «Passione secondo Matteo» racconta il dolore.
«D’altra parte la sofferenza è una compagna inseparabile della vita dell’uomo, così come la gioia. Almeno per me che sperimento quotidianamente entrambi questi sentimenti. Il maggior dolore è la perdita di chi si ama e la gioia più grande è la possibilità di amare ed essere amati dalle persone che vogliamo aiutare».
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09/04/2010 19:16
 
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Sindone, sfida alla scienza
La prima Ostensione della Sindone del terzo millennio è ormai imminente, dieci anni dopo quella del Giubileo. Da domani al 23 maggio circa due milioni di persone provenienti da tutti i continenti si daranno appuntamento di fronte alla Sindone nel Duomo di Torino. Come sempre accade ogni volta che viene indetta un’Ostensione, sui mass media si riaccendono le solite discussioni riguardanti presunte scoperte e nuove ricerche.

Studiosi di varie provenienze sostengono che la Sindone sarebbe un falso realizzato con le tecniche più svariate, ovviamente in epoca medioevale. Qualcuno afferma che la Sindone sarebbe l’autoritratto di Leonardo realizzato dal genio toscano in una vera e propria camera oscura utilizzando un busto con le proprie fattezze: in pratica l’invenzione della fotografia sarebbe da far retrocedere di quasi quattrocento anni! Leonardo però è nato cent’anni dopo le prime Ostensioni pubbliche documentate della Sindone in Europa. Altri affermano che l’immagine della Sindone è facilmente realizzabile con un pirografo. Altri ancora sostengono di aver ottenuto un’impronta identica a quella sindonica usando come matrici un corpo umano e un calco in gesso e utilizzando ocra rossiccia, tempera liquida, acido solforico, alluminato di cobalto e altre sostanze.

Per dimostrare che un’ipotesi teorica sulla formazione dell’immagine sindonica è significativa, è indispensabile effettuare esperimenti per verificarne l’attendibilità. Non è sufficiente però ottenere un immagine che ad un esame visivo appaia simile a quella presente sulla Sindone. Per poter affermare di aver ottenuto (non importa con quale tecnica o metodo) un’immagine identica a quella sindonica è indispensabile effettuare su di essa le stesse analisi fatte sulla Sindone ed ottenere tutti gli stessi identici risultati.

Tutte le teorie proposte fino ad oggi, pur interessanti di per sé, sono sempre risultate carenti o perché non sono state corredate da verifiche sperimentali serie o perché tali verifiche hanno evidenziato sulle immagini ottenute caratteristiche fisico-chimiche molto diverse da quelle possedute dall’immagine sindonica. Il processo che ha causato la formazione dell’immagine sindonica rimane pertanto ancora non noto e per giungere alla sua identificazione saranno necessari ulteriori studi sia teorici sia sperimentali.

Nel 1988 un campione di tessuto sindonico fu datato con il metodo del radiocarbonio (il cosiddetto C14): il risultato fornì una data medievale compresa tra il 1260 e il 1390 d.C. Questo risultato è tuttora oggetto di un ampio dibattito tra gli studiosi circa l’attendibilità dell’uso del metodo del radiocarbonio per datare un oggetto con caratteristiche storiche e chimico-fisiche così peculiari come la Sindone.

La datazione medioevale contrasta con vari risultati ottenuti in altri campi di ricerca ed inoltre non è facile accertare se nel corso dei secoli non si è aggiunto nuovo C14 a quello antico. Studi effettuati su tessuti antichi hanno fornito risultati sperimentali che sembrano provare che contaminazioni di tipo biologico, chimico e tessile sono in grado di alterare considerevolmente l’età radiocarbonica di un tessuto.

Poiché la Sindone è certamente stata sottoposta a contaminazioni di tipo biologico (lo provano le microtracce ritrovate su di essa), chimico (in conseguenza dell’incendio patito a Chambéry) e tessile (la zona del prelievo sembra possedere caratteristiche diverse dal resto del tessuto, facendo presumere che possa essere stata oggetto di un rammendo), i suddetti risultati sperimentali meritano di essere attentamente studiati e verificati mediante la realizzazione di un ampio programma di ricerche e di nuovi esami che consenta di valutare il problema dell’introduzione di un opportuno fattore di correzione alla data radiocarbonica del tessuto sindonico.

Pertanto al momento attuale il problema della datazione del tessuto sindonico risulta aperto e non ancora risolto. In questi ultimi trent’anni alcuni studiosi hanno affermato di aver individuato su ingrandimenti di fotografie della Sindone tracce grafiche variamente disposte. Queste tracce sono state interpretate come scritte in varie lingue (greco, latino, ebraico, aramaico) fatte direttamente sul telo o trasferite su di esso con varie tecniche. Altri studiosi hanno affermato di aver osservato anche tracce di petali di infiorescenze di fiori e di altri oggetti vari. Sono state inoltre identificate tracce di due monete poste sulla palpebra destra e sul sopracciglio sinistro.

Recentemente sono state proposte ricostruzioni storiche dell’immagine sindonica basate totalmente su tali presunte scoperte. Bisogna essere molto cauti nell’accettare tali risultati per evitare il rischio che si tratti di interpretazioni soggettive di segni casuali presenti sulle fotografie esaminate. La maggior parte delle suddette scoperte sono state fatte esaminando esclusivamente le fotografie in bianco e nero della Sindone scattate da Giuseppe Enrie nel 1931 realizzate su lastre ortocromatiche che posseggono caratteristiche tecniche tali da consentire un’ottima visione d’insieme dell’immagine sindonica, ma che provocano una consistente perdita di informazioni dovuta alla trasformazione in bianchi o in neri di tutte le sfumature intermedie dei grigi.

Per questi motivi tali fotografie non sono adatte allo studio scientifico dell’immagine in quanto, ingrandendole, si corre il rischio di vedere figure e sagome dovute alla grana della lastra e non all’immagine. La traccia che sembra essere più attendibile è quella individuata sulla palpebra destra e interpretata come quella lasciata da una moneta romana coniata nella prima metà del primo secolo d.C. Per potere esprimere un giudizio certo e definitivo su tali studi sarà necessario effettuare nuove fotografie ad alta definizione da esaminare con le più moderne tecniche di elaborazione di immagini.

È evidente che il futuro della ricerca sul misterioso lenzuolo dipende da una nuova campagna di raccolta di dati fatta direttamente sulla Sindone. La nuova ed affascinante sfida che la Sindone lancia alla scienza per il nuovo millennio è già iniziata.

Bruno Barberis, direttore del Centro internazionale di sindonologia

«La Sindone, come era da attendersi –  si mostra ora in una luce nuova. I buchi dell’incendio sono vuoti e suscitano l’impressione di un telo ferito. L’assenza delle toppe libera maggiore quantità di telo di quanto potessimo attenderci. La figura di un uomo sofferente è divenuta riconoscibile in modo più pieno, perché la continuità delle linee non è più interrotta dalle toppe. Le drammatiche lesioni dell’incendio rispecchiano letteralmente la piegatura d’allora del Telo».

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13/04/2010 10:55
 
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Grande folla per la Sindone
Il 2 maggio arriva il Papa
La pioggia, e il freddo, non hanno fermato i pellegrini in arrivo a Torino per vedere la Sindone.
Sono stati più di 48 mila quelli che, da ieri mattina alle 7, hanno posato gli occhi sulla celebre reliquia nella prima domenica dell'Ostensione. Un fiume in piena con code di oltre 2 ore, ieri mattina, che hanno creato qualche disagio e reso necessario l'intervento del Comitato organizzatore. Per oggi previsti altri 30mila pellegrini, E intanto ieri all'Angelus il Papa ha annunciato che anch'egli si recherà a Torino il 2 maggio per pregare davanti al sacro lino.

"All'incredulo Tommaso Gesù mostra i segni della Passione, fino a concedere di toccarli: la condiscendenza divina ci permette di trarre profitto anche dall'incredulità oltre che dai discepoli credenti. Infatti, toccando le ferite del Signore, il discepolo esitante guarisce non solo la propria, ma anche la nostra diffidenza". Lo ha sottolinato il Papa che (proprio mentre studiosi indipendenti contestano la datazione con il C14 del lenzuolo conservato a Torino) ha parlato della Sindone incontrando i fedeli a Castelgandolfo in occasione della preghiera del Regina Caeli. "Ieri ha avuto inizio la solenne ostensione: anch'io - ha annunciato - a Dio piacendo, mi recherò a venerarla il prossimo 2 maggio". Benedetto XVI si è anche rallegrato - nel suo breve discorso - del "vasto movimento di pellegrini, ma anche studi, riflessioni" che si è messo di nuovo in moto attorno a questo telo che porta impresse le drammatiche testimonianze delle ferite inferte a Gesù.

L'ostensione, ha spiegato il Pontefice, rappresenta "soprattutto uno straordinario richiamo verso il mistero della sofferenza di Cristo". Dopo la Risurrezione, ha detto ancora il Papa teologo, Gesù non si limita a visitare i suoi discepoli "va oltre, affinchè tutti possano ricevere il dono della pace e della vita con il 'Soffio creatore'". "Alla luce di questa parola - ha scandito ricordando l'odierna Giornata della Misericordia istituita da Giovanni Paolo II - incoraggio, in particolare, tutti i Pastori a seguire l'esempio del santo Curato d'Ars, che, nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perchè è riuscito a far loro percepire l'amore misericordioso del Signore". Per Joseph Ratzinger, "urge anche nel nostro tempo un simile annuncio e una simile testimonianza della verità dell'Amore. In questo modo - ha spiegato renderemo sempre più familiare e vicino Colui che i nostri occhi non hanno visto, ma della cui infinita Misericordia abbiamo assoluta certezza".

Proprio oggi il sito on line della rivista della Società Italiana di Statistica contesta l'attribuzione all'epoca
medioveale della Sindone fatta con il "C 14" nel 1988 dai laboratori di Tucson, Zurigo e Oxford: i dati rilevati, infatti, "non possono essere considerate come provenienti da un'unica ignota grandezza ed è quindi probabile la presenza di una contaminazione ambientale nel pezzetto di stoffa analizzato, che ha agito in modo non uniforme, ma in modo lineare, aggiungendo un effetto sistematico non trascurabile", spiegano i professori Marco Riani, dell'Università di Parma, Giulio Fanti, dell'Università di Padova, Fabio Crosilla, Università di Udine e Anthony C. Atkinson della, London School of Economics.
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20/04/2010 21:43
 
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Quando avranno letto la notizia immagino che gli sceneggiatori di Indiana Jones e lo stesso George Lucas saranno saltati sulla sedia. Insomma, la notizia battuta dall'agenzia adn-kronos farà sicuramente molto rumore. E se ne parlerà, anche all'estero,  per chissà quanto tempo. Solo una trovata pubblicitaria ? Ne sapremo di più, credo, nel giro di poche ore. Intanto vi riporto la notizia nella sua completezza:

Presto il mondo potrà ammirare l'Arca dell'Alleanza descritta nella Bibbia come il contenitore delle Tavole della Legge che Dio consegnò a Mosè e al centro, nei secoli, di ricerche e studi.

Lo ha detto in un'intervista video esclusiva all'ADNKRONOS, visibile sul sito Ign, testata on line del sito Adnkronos (www.adnkronos.com), il Patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia Abuna Pauolos, in questi giorni in Italia per il 'G8 delle Religioni', e che domani incontrerà il Papa Benedetto XVI per la prima volta e al quale, "se lo chiederà - ha proseguito il Patriarca - racconterò tutta la situazione attuale dell'Arca dell'Alleanza".

"L'Arca dell'Alleanza - ribadisce Pauolos - si trova in Etiopia da molti secoli. Come patriarca l'ho vista con i miei occhi e soltanto poche persone molto qualificate hanno potuto fare altrettanto, finora". Secondo il patriarca è custodita in una chiesa, ma per difendere quella autentica, una copia del simbolo religioso e' stata collocata in ogni chiesa del Paese.

L'annuncio ufficiale che l'Etopia consegnerà al mondo le chiavi del segreto millenario dell'Arca, verrà dato venerdì prossimo nel corso di una conferenza stampa alle 14 all'Hotel Aldrovandi a Roma dallo stesso Patriarca ortodosso d'Etiopia, insieme al principe Aklile Berhan Makonnen Haile Selassie, e al duca Amedeo D'Aosta, che sarà a Roma già domani mattina.

Secondo alcuni studi l'Arca venne trafugata da Gerusalemme dal figlio di re Salomone e portata ad Axum, considerata la Gerusalemme d'Etiopia. E proprio ad Axum sorgerà il Museo chiamato a ospitare l'Arca, il cui progetto è stato finanziato dalla Fondazione del principe, erede designato al trono da Haile Selassie poco prima di morire, Crhijecllu, acronimo delle iniziali dei nomi dei figli del principe: Christian, Jessica, Clarissa, Lucrezia.

Qualche settimana fa aveva fatto il giro del mondo la notizia secondo la quale sarebbe stata vista da un giornalista l'Arca autentica in una chiesa etiope. E' stato allora che il Patriarca Pauolos ha maturato la decisione di "dire una volta per tutte al mondo la verita'" sulla cassa di legno e oro con le Tavole della Legge di Dio. Il Patriarca ha giudicato maturi i tempi per chiudere definitivamente il capitolo sul quale fino ad ora nessuno storico, nessun ricercatore, nessun 'Indiana Jones', era riuscito a scrivere la parola fine.

Il Patriarca dell'antichissima Chiesa ortodossa d'Etiopia ha voluto accanto a sé in questa avventura il nipote dell'ultimo Negus, capo di una famiglia importane, il cui ruolo è riconosciuto sia in Etiopia che all'estero. Il principe erede che due anni fa riuscì a rappacificare le fazioni musulmana e cristiana al centro in Etiopia di un duro contrasto.

E' iniziato così il conto alla rovescia per svelare finalmente il mistero della sacra Arca dell'Alleanza, capace, secondo la leggenda, di sprigionare lampi di luce divini e folgori in grado di incenerire chiunque ne fosse colpito, come del resto efficacemente descritto nel cult movie 'I predatori dell'Arca perduta'. Dalla finzione cinematografica si passerà ora alla realtà.

Venerdì prossimo la conferenza stampa con l'annuncio ufficiale, un evento che è stato possibile anche grazie alla collaborazione di Paolo Salerno, collaboratore del principe e del giornalista Antonio Parisi, che da qualche anno segue le vicende storiche delle famiglie reali e di quella Etiope in particolare, e naturalmente dell'Arca dell'Alleanza.

Ma cos'è l'Arca dell'Alleanza , uno dei più grandi misteri dell'antichità sul quale fantasia, leggenda e storia hanno continuato a intrecciarsi per secoli? L'Arca, nella tradizione ebraica, contiene le Tavole della legge, cioè i Dieci comandamenti; il manufatto, in legno d'acacia, fu costruita da Mosè. All'esterno aveva decorazioni in oro ed è stata a lungo conservata dal popolo ebraico: ha accompagnato le sue vicissitudini, le battaglie e le sconfitte, le peregrinazioni e le lotte contro i filistei ed è stata conservata in diversi luoghi finché il Re Davide non l'ha collocata nella Rocca di Gerusalemme.

Ma è Salomone, figlio e successore di Davide, a far sistemare l'Arca nel Tempio di Gerusalemme da lui stesso fatto costruire. Questa narrazione s'intreccia poi con eventi storici e altre tradizioni religiose e nazionali. Di fatto l'Arca dell'Alleanza scompare nel 586 a.C. con la conquista di Gerusalemme da parte dei Babilonesi e la conseguente distruzione del tempio di Gerusalemme.

Tuttavia della sua effettiva rovina non c'è testimonianza scritta; da allora l'Arca diventa simbolo eternamente cercato dagli uomini e rintracciato in varie parti del mondo, dall'Africa al Medio Oriente. La tradizione etiope colloca l'Arca nel regno di Axum, dopo che Salomone l'aveva donata al figlio della Regina di Saba, Menelik I. Qui, sarebbe rimasta nel corso dei secoli protetta dai monaci ortodossi nella citta' santa di Lalibela nei pressi di Axum, dove si troverebbe tuttora.

L'Arca, che non è visibile a nessuno tranne un monaco che la custodisce, viene preservata nel complesso della cattedrale di Santa Maria di Sion, e' dunque nascosta a tutti e viene portata in processione una volta all'anno ma avvolta in un panno.

L'Arca ha accesso la fantasia di archeologi, scrittori, gruppi religiosi, sette di ogni tipo. Nella tradizione infatti si afferma che emana un potere particolare ma anche che chi la tocca veniva fulminato. Un oggetto che data anche la sua collocazione - Il Tempio di Gerusalemme - è stato di volta in volta al centro di storie legate alla Massoneria o ai Templari. Tuttavia va ricordato che sono molte in Etiopia le chiese nelle quali e' conservata un'''arca'', così come diversi studiosi - muovendosi spesso al limite del mistero e della leggenda - la collocano in varie parti del mondo.

fonte adn-kronos - http://www.adnkronos.com

 

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