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2.2 Obiezione: furono i discepoli a rubare il corpo di Gesù.

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Essendoci pochi dubbi sulla realtà storica del sepolcro vuoto ed essendo insostenibile che siano state le autorità ebraiche a sbarazzarsi del corpo di Gesù, rimane l’obiezione che a trafugare il corpo furono i discepoli, nascondendolo o sotterrandolo chissà dove.

Effettivamente è stata la prima ed immediata reazione dei membri del Sinedrio (e ciò, come detto, implica che il sepolcro era vuoto). La polemica ha lasciato traccia negli stessi vangeli, come in Mt. 28,11-15. Questa tesi è stata poi ripresa nella forma del complotto dai deisti del XVIII secolo.

Oggi gli studiosi contemporanei non hanno problemi a respingere tale obiezione, la quale sopravvive sostanzialmente nella stampa popolare e nei blog di divulgazione antireligiosa. «Non considero la frode deliberata una spiegazione utile. Molte delle persone che affermarono questo avrebbero passato il resto della loro vita a proclamare di aver visto il Signore risorto e molti di loro sarebbero morti a causa di questo»29, ha ad esempio scritto E.P. Sanders, eminente studioso di Nuovo Testamento alla Duke University.

Solitamente gli specialisti respingono questa ipotesi con diverse considerazioni decisive, ne segnaliamo solo quattro.

1) Innanzitutto, a parte le semplici accuse non ci sono basi documentali o fonti storiche a supporto e non è sufficiente ipotizzare che i seguaci di Gesù (un piccolo gruppo di pescatori, pubblicani e qualche donna) sarebbero stati psicologicamente predisposti all’astuzia delittuosa richiesta per un tale stratagemma, talmente ben organizzati da ingannare i loro contemporanei, il potere ebraico e quello romano. Nel Nuovo Testamento non c’è alcun appiglio per avanzare una psico-biografia criminale dei discepoli.

Negli scritti cristiani è proprio raccontato l’opposto: al momento della crocifissione, infatti, i discepoli erano confusi, disorganizzati, timorosi, dubbiosi e gravati dal lutto, certamente non mentalmente motivati, coordinati ​o attrezzati per progettare un’operazione degna di un film thriller. Scapparono, rinnegarono (Pietro lo fece tre volte) ed abbandonarono Gesù. A vegliarlo sotto la croce rimasero solo due donne ed un discepolo.

2) In secondo luogo, anche assumendo il trafugamento del cadavere da una tomba sigillata e probabilmente custodita da guardie armate (cfr. Mt. 28,11-15 e Mt 27,62-66), cosa avrebbero fatto del corpo? Il loro Maestro non avrebbe potuto essere sotterrato in un’anonima fossa ma avrebbero trovato una sepoltura estremamente dignitosa, che però inevitabilmente sarebbe divenuta oggetto di visite, preghiere e venerazioni più o meno clandestine. Il tutto senza che nessuno tra gli ebrei e i pagani di Gerusalemme si accorgesse (compresi parenti e conoscenti dei discepoli). Inutile sottolineare che la tomba di Gesù, meta di inevitabili pellegrinaggi, avrebbe dovuto inevitabilmente lasciare anche delle tracce archeologiche.

Inoltre, se furono così abili ed organizzati da attuare un’operazione del genere, perché si dimenticarono di fabbricare anche un alibi per sfuggire all’ovvia accusa di essere gli autori della sparizione del corpo? Più si prende realmente sul serio questa obiezione e più crolla sotto il suo stesso peso.

3) La terza questione è l’impossibilità per un ebreo del I secolo di inventare una resurrezione corporale individuale e prima della fine dei tempi, totalmente estranea e ripugnante al loro credo (ne parleremo più sotto) . Così, dopo aver pianificato il furto ed il nascondimento del corpo avrebbero inventato una inconcepibile (per loro stessi, innanzitutto) resurrezione corporale del loro Maestro, contraria alle Scritture? Chi speravano di convincere?

Come ha scritto il biblista José Miguel Garcia, «se i discepoli hanno davvero rubato il corpo di Gesù, per spiegare la sua scomparsa non avrebbero dovuto ricorrere alla difficile ipotesi della resurrezione; avrebbero potuto avvalersi della concezione ebraica del rapimento corporale in cielo, come la tradizione ebraica afferma nel caso di alcuni suoi personaggi»30. Sarebbe stato più naturale sostenere che Gesù venne corporalmente rapito, come accadde a Enoc, Elia, Esdra e Baruc nell’Antico Testamento. «Ciò nonostante», ha proseguito l’esegeta spagnolo, «gli apostoli affermarono insistentemente che il corpo di Gesù era scomparso dal sepolcro a causa della risurrezione dai morti»31.

Se avessero voluto convincere qualcuno, perché si discostarono così pesantemente dalla tradizione ebraica? Se dopo aver rubato il corpo avessero voluto affermare che Gesù era il Messia, Colui che compiva le profezie bibliche, perché inventare una resurrezione totalmente ignota ed estranea all’Antico Testamento?

N.T. Wright, professore di Nuovo Testamento all’Università di St. Andrews, ha osservato che tale invenzione da parte dei discepoli «presuppone che si sarebbero aspettati che gli altri ebrei fossero stati aperti alla convinzione che un individuo avrebbe potuto risuscitare dai morti. Ma niente di tutto questo era possibile. La gente di quel tempo avrebbe considerato una risurrezione corporale impossibile, esattamente come la ritengono molte persone del nostro tempo, seppur per motivi diversi»32.

4) Infine, manca il movente. Fecero tutto questo, inventarono cose assurde per la mentalità dell’epoca, a quale scopo? Non guadagnarono nulla, persero tutto, finirono perseguitati, fustigati, imprigionati per oltre dieci anni, infine martirizzati. Nessuno sottoposto a pressioni tali avrebbe continuato a sostenere una bugia, eppure non c’è traccia di arresa, confessione o tradimento dei compagni. «Non è così che si inventa», scrisse perfino il filosofo illuminista Jean-Jacques Rousseau.

 

 

2.2 Obiezione: la morte apparente di Gesù.

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Incredibilmente diversi razionalisti tedeschi, tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo, sostennero l’ipotesi della morte apparente (o dello svenimento) in croce, tesi abbracciata anche dall’idealista Friedrich Schleiermacher.

Gesù non sarebbe morto sulla croce ma in qualche modo sopravvisse, fu deposto vivo nel sepolcro, dove si rianimò e scappò, convincendo i discepoli di essere risorto dai morti. Inutile dire che oggi è una tesi abbandonata da chiunque.

A parte l’inspiegabilità di una sopravvivenza alla tortura fisica ed alla crocifissione, si fatica davvero a pensare come un uomo in fin di vita abbia potuto aprire dall’interno la tomba in cui era sepolto, affrontare le guardie (sempre che ve ne fossero realmente), raggiungere i discepoli e convincerli in qualche modo di essere risorto corporalmente, suscitando l’adorazione e diventando colui che ha vinto la morte. L’unica cosa convincente in quello stato sarebbe stata la necessità di urgenti cure mediche.

E poi? Che fine avrebbe fatto? Si sarebbe sposato e avrebbe dato i diritti della sua biografa a Dan Brown? «Soltanto l’ignoranza o l’ignominia possono creare un’invenzione così lontana dalla realtà»33, ha commentato sdegnato J.M. Garcia, docente di Nuovo Testamento all’Università Complutense di Madrid.

La morte in croce di Gesù è fuori discussione per gli studiosi. «Il fatto della morte di Gesù come conseguenza della crocifissione è indiscutibile, nonostante le ipotesi di una pseudo-morte o di un inganno che talvolta vengono avanzate. Non è necessario discuterne ulteriormente»34, ha replicato perfino lo studioso tedesco Gerd Ludemann, uno dei pochi accademici avvezzo a tesi controverse.

Un altro studioso laico, l’eminente John Dominic Crossan, ha commentato: «La morte di Gesù per crocifissione sotto Ponzio Pilato è sicura più di qualsiasi altro fatto storico. Anche se nessun seguace di Gesù lo avesse scritto nei cento anni dopo la sua crocifissione, lo sapremmo comunque da due autori estranei ai suoi sostenitori. I loro nomi sono Flavio Giuseppe e Cornelio Tacito»35, i quali riferirono come abbiamo dimostrato in un altro dossier della vita di Gesù di Nazareth.