00 22/05/2020 11:52
Il brano è quello di Gv 7,14-24:

"[14] Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava.​ [15] I Giudei ne erano stupiti e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?».​ [16] Gesù rispose: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato.​ [17] Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso.​ [18] Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia.​ [19] Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?».​ [20] Rispose la folla: «Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?».​ [21] Rispose Gesù: «Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete stupiti.​ [22] Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato.​ [23] Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?​ [24] Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!".

Commento:

Il contesto è quello della Festa delle Capanne, detta anche Festa dei Tabernacoli, o di Sukkot. Era una festa di 7 giorni che i giudei celebravano al tempio, in memoria dell'esodo nel deserto, quando gli israeliti, in viaggio verso la terra promessa dopo la fuga d'Egitto, erano costretti a riposare sotto capanne improvvisate. E gli ebrei nei secoli ripetevano quel gesto come memoria. Tra l'altro l'antica Legge di Mosè ordinava agli israeliti di utilizzare, per la celebrazione della festa, quattro tipi di piante: rami di palma, rami di cedro, rami di mirto, e rami di salice. (Pare che questi rami fossero legati fra loro con ...piante di Cannabis).
Nel brano del vangelo precedente a quello citato c'è un passaggio misterioso, perché in esso Gesù aveva affermato di non voler andare a quella festa. Disse proprio: “Andate voi a questa festa; io non ci vado” (Gv 7,8). Perché? Perché la fama di Gesù si era già molto diffusa, specie tramite miracoli che avevano cominciato a svelare più nitidamente la sua natura divina, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, da poco avvenuta. Anche la rivelazione a Pietro circa la sua divinità era appena avvenuta. Tutte queste cose mandavano in fibrillazione i giudei, tanto che Gesù, come descritto in Gv 7,1, "non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo". Ecco perché Gesù declina l'invito di amici e parenti di andare alla festa, rispondendo loro ben due volte: "il mio tempo non è ancora compiuto" (Gv 7,6 e 7,8).
Curiosamente però, partiti ormai tutti, "allora vi andò anche lui, non apertamente però: di nascosto" (Gv 7,10).
Quindi quello di Gesù non era stato un vero rifiuto, solo che occorreva prudenza, perché sapeva che i giudei lo aspettavano proprio per tendergli un agguato. Infatti in Gv 7,11-12 si narra che "i giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov'è quel tale?». E si faceva sommessamente un gran parlare di lui tra la folla". Ecco perché Gesù declinò l'invito di amici e parenti, preferendo andare alla festa delle capanne da solo: perché non voleva mettere a rischio la vita di chi lo voleva accompagnare.

Ma, spiegato il contesto, arriviamo ora al contenuto del nostro brano. Gesù arriva dunque A META' FESTA, che durava appunto sette giorni (a Lui piace sempre abitare al centro del sette, come una Menorah vivente).
Il fatto che non fosse stata la paura a frenarlo inizialmente, ma la preoccupazione per gli altri, lo si capisce dal fatto che Gesù, non appena salito al tempio, si mise subito a insegnare apertamente (Gv 7,14). Ed in modo così sapiente che gli stessi giudei dovettero riconoscere: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?»(Gv 7,15)
Premesso che sarebbe da dimostrare che Gesù da giovane non studiasse le Scritture, ma certo Gesù aveva il dono della SCIENZA INFUSA. Sapeva già le cose in cuor suo. Infatti risponde: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato» (Gv 7,16).
Tuttavia i giudei, che evidentemente non erano mandati dalla stessa Persona, gli risposero: “Tu hai un demonio!” (Gv 7,20).
E negarono perfino di volerlo uccidere, perché se non l'avessero negato, avrebbero implicitamente riconosciuto che Lui era un profeta. Infatti aveva appena detto loro: “Perché cercate di uccidermi?” (Gv 7,19).
Un altro tassello per chiarire l'irritazione dei Giudei è racchiuso nel fatto narrato poco prima da Giovanni, e cioè che avevano appena visto Gesù fare miracoli nel giorno di sabato, il giorno in cui ogni azione era proibita. E questo spiega l'ultima parte del brano, quando Gesù afferma: “Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato. Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!» (Gv 7,22-24).

Vorrei solo concludere accennando alla simbologia delle quattro piante che ho citato per la festa delle Capanne. Sappiamo che oltre alle capanne (sukkot), il secondo elemento che caratterizza la festa delle capanne è il lulàv: un fascio composto da un​ ramo di palma, due di salice, tre di mirto, e da un cedro.
Se ci si fa caso, la somma dà 7, che era il numero sacro per gli ebrei (i 7 giorni della creazione, i 7 giorni della settimana istituita da Mosè, i 7 bracci della Menorah...).
E qui abbiamo quindi una prima simbologia, che è quella numerica.
Poi però c'è anche il significato simbolico di ogni singola pianta: combinazione si scopre che sia il salice, sia il mirto e sia la palma, sono simbolo di fertilità, di fecondità. Mentre il cedro, che restava separato rispetto alle altre piante, è simbolo di eternità, di immortalità, quindi del sacro, di Dio.
Abbiamo quindi l'immagine della sposa (il popolo d'Israele) che stringe alleanza con Dio, alleanza caratterizzata dal numero 7 (i sette rami) di cui uno però è quello sacro (il cedro). Questo è tipico anche della Menorah: il candelabro ebraico a 6 braccia con un settimo al centro che rappresenta il sacro (o il giorno sacro, cioè il settimo, o shabbāt).
Accanto a questa interpretazione biblico-simbolica (che a parer mio è quella più centrata), vi sono anche interpretazioni antropologiche, per esempio quelle che affermano che "la palma è senza profumo ma il suo frutto è saporito; il salice non ha sapore né profumo; il mirto ha profumo ma non sapore e, infine, il cedro ha sapore e profumo": quattro vegetali che simbolicamente rappresentano tutti i tipi di uomo. E il cedro, avendo sapore e odore, secondo questa interpretazione, rappresenterebbe l'élite del popolo ebraico, l'uomo che opera bene e in coerenza con la Toràh.

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