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La Conversione Di Saulo


Inoltre, la conversione di Saulo da Tarso suggerisce un miracolo potente. Inizialmente un nemico acerrimo della Chiesa (Atti 8:3; 9:1, Galati 1:13), egli fu totalmente trasformato per diventare un servo di Gesù. Scegliendo di soffrire per amore di Cristo (2 Corinzi 11:23 seg.), Paolo sacrificò tutto ciò che possedeva, sopportò le persecuzioni e predicò il Vangelo in città dopo città fino a Roma, dove morì infine martire. A lui si attribuisce una maggiore influenza sulle sorti dell'Impero Romano di qualsiasi altro personaggio del primo secolo a eccezione di Cristo stesso.[10] Nulla di meno della resurrezione di Cristo può neanche cominciare a spiegare una simile trasformazione totale.


Gli Altri Apostoli


Anche gli altri Apostoli vinsero le loro paure per far fronte alle sofferenze, alla prigionia, perfino la morte, per proclamare la Buona Novella del Cristo risorto in ogni parte del loro mondo. Si può forse pensare che questa gente morisse così gioiosamente per un semplice mito? "Ciascuno dei discepoli, a eccezione di Giovanni, morì martire… perché si aggrappavano con tenacia alle loro convinzioni e i loro proclami", osserva lo studioso Josh McDowell.[11]


In contrasto con altri che sono morti per una speranza non verificabile di una vita nell'oltretomba (ad es., mistici che cercano una reincarnazione, o militanti islamici che si aspettano di essere premiati da Allah), i discepoli di Gesù vissero e morirono per la loro pretesa storicamente verificabile che la tomba era vuota e che Egli era stato visto di nuovo vivo.


Il celebre studioso di giurisprudenza dott. Simon Greenleaf, fondatore della Harvard Law School, fa notare che:



"Propagando questa nuova fede, anche nella maniera più pacifica e inoffensiva, [i cristiani primitivi ricevevano]scherni, opposizioni… e una morte crudele. Eppure propagavano con zelo proprio questa fede, e sopportavano tutte quelle sofferenze senza esitazione, anzi con gioia. Mentre l'uno dopo l'altro veniva messo barbaramente a morte, i sopravvissuti [continuavano] semplicemente la loro opera con accresciuto vigore e determinazione… Le cronache delle guerre militari forniscono a mala pena un esempio di una simile costanza e pazienza eroica e di un tale coraggio invincibile… Anche se fosse moralmente possibile che essi si siano ingannati in materia, ogni motivazione umana cooperava per portarli a scoprire e a riconoscere il loro errore. Da queste [considerazioni] non c'è scampo se non nella perfetta convinzione e ammissione che erano uomini onesti, che testimoniavano di ciò che avevano accuratamente osservato… e che ben sapevano essere la verità".[12]



Il dott. Greenleaf è da molti considerato come uno dei più grandi cervelli legali nella storia degli Stati Uniti. Era stato in precedenza uno scettico accanito nei confronti del cristianesimo, e si era dato da fare per smentire la deità di Cristo. Alla fine, concluse che la Resurrezione era un fatto vero "al di là di ogni ragionevole dubbio". Greenleaf divenne credente dopo avere studiato le prove per conto suo. Molte fra le più brillanti menti legali sono d'accordo con Greenleaf nell'affermare che, se le prove della morte e della resurrezione fossero presentate davanti a un tribunale, la causa sarebbe indubbiamente vinta. Le pretese del cristianesimo sono benissimo sostenute e dimostrate da prove indipendenti e convergenti.