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PROLOGO AL LIBRO DELLE PAROLE DEGLI ANZIANI [1]



In questo libro si raccontano la virtuosa ascesi, l’ammirabile modo di vivere e le parole dei santi e beati padri, per infiammare ed educare a imitarli quelli che vogliono condurre una vita celeste e vogliono percorrere la via che conduce nel regno dei cieli: bisogna dunque sapere che i santi padri, zelatori e maestri di questa beata vita monastica, una volta infiammati dall’amore divino e celeste, stimarono come nulla le cose che gli uomini ritengono buone e pregevoli, e cercarono innanzitutto di non fare niente per essere visti. Fu col nascondersi e col celare, per eccesso di umiltà, la maggior parte delle loro opere, che percorsero la via che è secondo Dio: perciò nessuno ha potuto descriverci con precisione la loro vita; tuttavia alcuni si sono dati grande pena per affidare alla tradizione scritta un po’ delle parole e delle gesta da essi compiute, non per piacere a loro, ma per risvegliare lo zelo dei posteri. Parecchi dunque, in diverse epoche, hanno messo in forma di racconto i detti e le azioni dei santi anziani, con uno stile semplice e disadorno, perché essi miravano a quest’unico scopo: l’edificazione di molti. Tuttavia, molto di questo materiale, essendo mescolato e non ordinato, presenta qualche difficoltà alla mente del lettore, che non riesce ad abbracciare con la memoria il senso sparso qua e là per il libro. Perciò siamo stati costretti a una sistemazione in ordine alfabetico, in modo che il materiale così ordinato possa offrire, a chi lo desidera, più utile comprensione e pronta edificazione. Quindi, ciò che riguarda il padre Antonio, Arsenio e gli altri, che cominciano per alfa, è raccolto sotto la lettera alfa; ciò che riguarda Basilio il Grande, Bessarione e Beniamino, è raccolto sotto la lettera beta, e così via fino all’omega. Ma poiché vi sono anche altre parole e azioni di santi anziani, che non presentano il nome dei protagonisti, le abbiamo raccolte in capitoli alla fine della sistemazione per alfabeto [2]. Dopo aver fatto ripetute ricerche in molti libri, abbiamo posto alla fine dei capitoli quanto abbiamo potuto trovare [3], perché l’anima ricavi da tutto edificazione, e si diletti delle parole degli anziani più dolci del miele e del succo dei favi [4], e noi, vivendo in modo degno della chiamata cui siamo stati chiamati [5] dal Signore, raggiungiamo il suo Regno. Amen.

[1] Alcuni mss. portano anche altri titoli: Prologo al libro sull’ascesi dei santi anziani, oppure: Prologo del libro dei santi anziani, che è chiamato Paradiso. L’antico redattore della raccolta, in questo prologo che a lui risale, spiega le ragioni che l’hanno indotto a intraprendere quest’opera.

[2] Si tratta della collezione sistematica, suddivisa cioè in capitoli per argomenti, che costituisce il nucleo principale della raccolta anonima che nella maggior parte dei mss. più importanti segue la raccolta alfabetica, e qui non pubblicata.

[3] Questa affermazione è molto meno chiara della precedente e ha costituito difficoltà per la critica; sembra infatti alludere a un’inchiesta successiva alla costituzione della raccolta, il che parrebbe molto strano se fosse ad opera dello stesso primo compilatore. Il Guy ha formulato l’ipotesi che la frase sia da attribuirsi a un secondo redattore, che l’abbia interpolata per motivare le innegabili aggiunte di copisti successivi (Guy, Rech. p. 15). O forse potrebbe alludere ai brani su un anziano che in alcuni mss. sono aggiunti alla fine della rispettiva lettera dell’alfabeto o seguono il gruppo di detti di un altro anziano. Oppure la frase potrebbe semplicemente riguardare le serie minori che nel nucleo più antico di anonimi seguono la raccolta sistematica. A ogni modo, rimane non del tutto chiara.

[4] Sal 18 11.

[5] Ef 4, 1.
[Modificato da Credente 26/11/2019 19:22]