00 11/01/2014 17:18

Il Cristianesimo è vero?


demonstratio christiana


Per rapportarsi a Dio l'uomo ha diverse possibilità, che si riducono a tre:


 



  1. affidarsi a una pura idea razionale di Dio (secondo lo schema illuministico-kantiano di una religiosità puramente razionale): ma, come abbiamo notato, questa possibilità si è rivelata talmente fallimentare da non poter essere praticata di fatto da nessuno;

  2. affidarsi a una religione, per religione intendendo un sistema di idee, riti, valori e regole, che hanno avuto origine in personalità religiose (come ad esempio Budda, Lao-Tze, Zoroastro), che hanno proposto agli uomini quello che loro ritenevano vero e giusto riguardo al divino, senza poter dire di avere avuto nella loro vita una esperienza incontestabilmente oggettiva, visibilmente fattuale, della potenza dell'Infinito come compimento dell'umano in tutti i suoi fattori.

  3. affidarsi all'Evento imprevedibile con cui Dio si rivela agli uomini, non in una idea (/libro, /dottrina), ma in una realtà oggettivamente documentabile, nella carne e nel sangue dell'umano, che si trova a sperimentare una potenza pienamente umanizzatrice, impossibile alle energie dell'uomo, e dunque segno dell'assolutamente Altro, l'Infinito Mistero.
    E' questa la via che parte dall'Antico Testamento, e che dunque è stata incoativamente sperimentata da Abramo, da Mosé e da tutti i grandi personaggi veterotestamentari, ma che ha trovato il suo pieno compimento in Cristo, Uomo-Dio.

Procederemo dunque ad esaminare dapprima l'improponibilità delle religioni (negando, per così dire, la negazione), per poi vedere, in positivo, i titoli di credibilità del Cristianesimo.

inadeguatezza delle religioni

Le religioni si distinguono dal Cristianesimo, come diceva il card. Daniélou, per questo: che nelle religioni è l'uomo che si sforza di andare verso Dio; nel Cristianesimo invece è Dio, il Mistero, che viene verso l'uomo, che, facendosi Uomo, in Gesù, colma l'abisso, altrimenti incolmabile, tra l'uomo e Dio.

In generale le religioni non devono comunque essere disprezzate: nella misura della sincerità di adesione ad esse, esse esprimono uno sforzo nobile, e testimoniano l'inevitabilità del senso religioso. Tuttavia tutte le religioni, per loro stessa ammissione, non riescono a svelare all'uomo il volto del Mistero.

In tale orizzonte l'infinito Mistero rimane inaccessibile, in una lontananza dove ogni ipotesi su di Lui diventa lecita (anche pensarne una capricciosa e arbitraria cattiveria).

in generale

Ad esempio nessuna religione, tranne, in parte, l'Ebraismo, riesce a spiegare convincentemente l'origine del male, che abbiamo visto essere una delle più grandi obiezioni contro l'esistenza di Dio.

Nessuna religione, poi, fornisce all'uomo la possibilità di essere fino in fondo sé stesso, non censurando niente di quanto la sua ragione gli presenta come vero e di quanto il suo cuore percepisce come evidentemente buono, ma valorizzando tutto l'umano in ogni suo fattore.

Nessuna religione infine sa prospettare un destino eterno per l'uomo saziante ogni desiderio, ma o azzera il desiderio (buddismo) o ne considera solo la dimensione edonistico-materiale (islam).

in particolare

Schematizziamo nello seguente specchietto i limiti delle principali religioni

l'ebraismo

Il suo fondamento è autentico: la storia dalla creazione a Gesù Cristo è storia di alleanza privilegiata tra il popolo ebraico e Yahwé. Tuttavia tali nostri "fratelli maggiori" hanno considerato scandaloso che Dio si sia fatto Uomo, ponendo con ciò un limite a Dio stesso, e presumendo di avere già capito tutto di Lui. S. Paolo dice che è stato in qualche modo Dio stesso a rinchiudere l'antico popolo eletto nel cerchio dell'incredulità:

"l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato" (Rm, 11, 25-6)

Dobbiamo pregare e operare perché si compia l'unità tra l'antico e il nuovo Popolo di Dio. Grandi cose per l'umanità ne possono nascere:

"Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione, se non una risurrezione dai morti?" (Rm, 11, 15)
il buddismo
  • Non propone la salvezza di tutto l'uomo, proponendo di rinunciare al desiderio, che invece fa parte integrante dell'umano. Così invece che garantire la felicità, propone la non-sofferenza.
  • Inoltre non riconosce Dio come realtà personale, ma come entità impersonale.
l'islam
  • Non si vede come siano conciliabili l'idea di un Dio perfetto e autosufficiente con l'essere solitario di Dio: solitudine non sembra conciliabile con perfezione.
  • Dio appare talmente lontano e inaccessibile, così nascosto è il suo intimo pensiero, che rimane il dubbio sulla Sua bontà e veracità, e l'uomo si trova a dover dubitare della sua ragione, e disposto ad accettare comandi che siano anche contro ragione.
  • Non sembra esserci spiegazione al problema del male: di fronte a tutti i disastri che ci sono sulla Terra, risulta impraticabile pensare alla integrità della natura umana. Insuperabilmente problematica è poi, di fronte alla sofferenza dell'uomo, la distaccata indifferenza di un Dio, che si limita a prescrivere regole.

Per maggior dettagli si veda sul sito Cultura nuova.

i Testimoni di Geova

Non meritano molte parole: è semplicemente ridicolo che Dio abbia aspettato fino all'800 per rivelare la vera interpretazione del Cristianesimo. Grotteschi poi sono i loro annunci della imminente fine del mondo, puntualmente smentiti dai fatti. Assai poco cristiano il loro comportamento aggressivo e minatorio per i tanti che ogni anno abbandonano tale setta.

il politeismo

Lo vorrebbero riscoprire certi intellettuali, a motivo della presunta intolleranza legata al monoteismo. Dimenticano troppo cose:

  • non i, ma un monoteismo è oggi usato a fini di intolleranza e di violenza;
  • il monoteismo vero, quello cristiano, ha prodotto una umanizzazione della società (vedi ospedali, orfanatrofi, lebbrosari, solidarietà, rispetto per la persona);
  • il politeismo che abbiamo conosciuto, quello greco-romano, non era tollerante, se non verso ciò che rientrava nel suo schema politeistico; quanto fosse intollerante verso chi tale schema infrangeva lo testimonia la persecuzione cruenta contro i cristiani sotto l'Impero Romano.
  • il politeismo storico inoltre ha dato legittimazione a crudeltà ed efferatezze imparagonabilmente più vaste e atroci di qualsiasi monoteismo: far sbranare dai leoni, o far ardere come torce esseri umani per dare spettacolo non sembra proprio essere segno di tolleranza e di civiltà.