00 12/08/2012 14:25


YHWH: Il Nome sacro

Nel libro dell'Esodo cap.3 versetto 14 troviamo:
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».

Nel testo ebraico, il vocabolo tradotto con "Io sono colui che sono" , si trova nella forma di 4 consonanti detto TETRAGRAMMA e cioè: YHWH

Nello stesso versetto troviamo che Dio disse a Mosè di presentarLo agli Israeliti con un vocabolo abbreviato, che in ebraico si trova nella forma "YHW" (3 consonanti) e che viene tradotto dalla maggioranza dei traduttori affidabili, con "IO SONO"
Se osserviamo attentamente, vediamo che Dio fornisce una duplice autodefinizione a Mosè. Uno formato da 4 consonanti (YHWH) e uno formato da 3 consonanti (YHW) con cui Mosè avrebbe dovuto farLo conoscere agli ebrei, Suo popolo. Poi nel verso 15 continua riprendendo la forma completa del Nome che aveva voluto rivelare a Mosè e che si trova nel testo ebraico di tutto il Vecchio Testamento.

Quello che ci interessa notare è che Dio intende fornire non tanto un vocabolo fisso con cui nominarlo, ma una definizione che permetta fondamentalmente di comprendere CHI EGLI E' e QUAL'E' LA SUA NATURA, al fine di poter stabilire con Lui un rapporto di intima conoscenza e di comunione, basata non solamente sulla cognizione di un termine ma soprattutto sulla corretta e profonda comprensione del senso di tale termine.

Il nome, serviva a individuare le caratteristiche peculiari di una persona e a renderne note le qualità essenziali. Questo fece ad esempio Gesù quando cambiò il nome di Simone di Giovanni in Cefa (=roccia) per indicare ciò che sarebbe diventato realmente, roccia per la sua Casa. A maggior ragione il Padre stesso,rivelandosi con quel Nome voleva manifestare l'essenziale che costituisce la sua Persona.

Pertanto non servirebbe a nulla sapere come pronunciare YHWH , se non si potesse invece penetrare il vero significato che permette di comprendere la Sua reale natura: l'Essere che sussiste sempre, Colui che è sempre, e che non trae origine da nessun'altro, anzi che è l'Origine dell'esistente.
Sta di fatto che la vera pronuncia del termine, YHWH, mancando le originarie vocali nel testo ebraico, è molto probabile ma non assolutamente certo che sia "YAHWEH", pur essendo certo che non è "YeHoWaH" perchè le vocali in questo caso, sono state prese da scribi giudei, dal termine AeDONAI e incollate al Tetragramma per ricordare ai lettori di leggerlo " SIGNORE" al fine di non pronunciare il sacro Nome. Coloro che hanno utilizzato la forma errata del Tetragramma "YeHoWaH", pensano di aver ripristinato il sacro Nome di Dio, mentre in realtà hanno solo introdotto un vocabolo inesistente non conoscendone il corretto uso.
E' evidente che il Tetragramma, pur non essendo fondamentale conoscerne la scrittura o la pronuncia, deve essere reso in modo appropriato, senza storpiarne la forma ; la traduzione cattolica dai testi originali di Galbiati-Penna-Rossano, ad esempio lo riportano nella forma più adatta e cioè YAHVE' .
Quando la Bibbia ebraica fu tradotta in greco dai "settanta", essi tradussero il tetragramma nel modo con cui doveva essere letto e cioè con il termine Kyrios (SIGNORE) in tutto il Vecchio Testamento.
Tale traduzione è quella che usavano gli ebrei al tempo di Gesù e degli apostoli, e nessuno di loro trovò niente da opporre al fatto che i "settanta" avessero tradotto il tal modo il Tetragramma, anzi gli apostoli stessi composero gli scritti che formarono il Nuovo Testamento con lo stesso identico criterio, usando sempre il termine KYRIOS, riferendolo indifferentemente tanto al Padre, quanto al Figlio e quanto allo Spirito Santo. Ed ecco perchè le Bibbie hanno sempre mantenuto questa caratteristica: ci si comporta cioè esattamente COME SI SONO COMPORTATI GLI APOSTOLI.
D'altra parte, se tale traduzione, fosse stato contro la volontà di Dio, Egli avrebbe certamente provveduto a farlo rimettere; Gesù si sarebbe certamente espresso al riguardo, e gli apostoli avrebbero usato il Tetragramma o una forma analoga. Niente di tutto ciò è avvenuto, bensi essi hanno usato sempre il termine Kyrios, che noi a tutt'oggi traduciamo correttamente SIGNORE.
Anche queste considerazioni dovrebbero far comprendere che Dio desidera che si conosca il Suo Nome non nel senso di sapere come pronunciarLo, (considerato che ha permesso che la sicura pronuncia si perdesse nel corso dei secoli) ma nel senso di sapere CHI EGLI E' VERAMENTE, e ciò che vuole farci conoscere di Sè, attraverso quella definizione.
Ci si chiede tuttavia perchè scorrendo il Vangelo troviamo queste parole dette da Gesù
Giov 17,6 Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.

Giov 17,26 E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».
E' singolare e significativo che in tutti i testi originali (più antichi) del Nuovo Testamento non si trova mai riportato il tetragramma YHWH. Non era interesse degli scrittori ispirati far conoscere quel vocabolo, come abbiamo già accennato, ma piuttosto far conoscere e divulgare il Nome di Gesù, che è al di sopra di ogni altro Nome (Fil.2,10), nel quale noi possiamo essere salvati (At 4,12), e al Quale gli apostoli hanno reso testimonianza (At 1,8=MI SARETE TESTIMONI) fino alla morte .
Dunque, pensare che Gesù si sia sforzato di far conoscere il Tetragramma per definire il Padre Suo, è una interpretazione errata . Infatti , se così fosse, dovremmo trovare spesso tale vocabolo nei Vangeli. Mentre non lo troviamo menzionato neppure una sola volta. Gesù non lo pronuncia MAI, neppure nel momento più solenne della propria vita terrena; infatti davanti al sommo sacerdote per definire il Padre suo, usa un termine alternativo: "POTENZA" , come vediamo qui di seguito:
Mar 14,62 Gesù disse: «Io sono; e vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza, venire sulle nuvole del cielo».
NT in greco traslitterato:
Mar 14,62 ho de Iêsous eipen, Egô eimi, kai opsesthe ton huion tou anthrôpou ek dexiôn kathêmenon tês dunameôs kai erchomenon meta tôn nefelôn tou ouranou.


Si noti che Gesù non pronuncia il Tetragramma ma alla domanda di Caifa se egli fosse il Cristo, il Figlio di Dio, Gesù rispose risolutamente e solennemente: IO SONO (Ego eimi), quasi a rimarcare che in quanto FIGLIO DI DIO egli poteva ben dire di essere l'IO SONO rivelato a Mosè e dicendo di poter sedere alla destra della Potenza, fece inorridire il sinedrio perchè equivaleva a mettersi appunto alla pari con Dio, rafforzando in tal modo l'autoproclamazione di essere l'IO SONO, come aveva fatto già in varie altre occasioni. (vedi Giov.8, vers. 24+28+58) .
Quando Gesù pregando il Padre, dice che egli ha fatto conoscere il suo nome, intende dire che è venuto a farci conoscere la Sua Persona, le Sue qualità e caratteristiche, il suo Amore, la sua misericordia, la sua giustizia. Tali aspetti del Padre ci sono stati manifestati attraverso i suoi insegnamenti, attraverso le stesse parabole, attraverso le profezie e soprattutto attraverso la stessa vita di Cristo. Si pensi ad esempio alla parabola del figlio prodigo e all'atteggiamento del padre nei suoi confronti: il rispetto della sua libertà, la sua magnanimità, il perdono accordatogli dopo gli errori commessi, l'accoglienza e la festa per il suo ritorno, che sono significativi aspetti della Persona del Padre celeste. Questo e tanti altri elementi, Gesù voleva far conoscere ed ha fatto conoscere del Padre e non la pronuncia di un semplice vocabolo, che neppure gli apostoli si sono preoccupati mai di riportare nei loro scritti, anzi che si sono preoccupati proprio di non riportare nella forma di tetragramma, ma solo nella forma abbreviata di allelu YAH, che si trova in Apocolalisse (che significa : lodate l'IO SONO)
Quando Gesù insegna a pregare "sia santificato il tuo nome" non intende che sia santificato un vocabolo, una semplice successione di suoni, sia pure per identificare il Padre. Sarebbe come dare ad una etichetta un valore a se stante e quasi adorare qualcosa che serve per identificare Dio ma che non è Dio stesso.
Come intendere allora "sia santificato il tuo nome"? Alla luce di quanto detto, significa "sia santificato il Tuo Essere, la Tua Persona", con quelle qualità e caratteristiche che Gesù ci ha fatto conoscere attraverso se stesso.
Chi conosce il Tetragramma e la sua pronuncia, ma poi ritiene che Dio sia un giustiziere implacabile, oppure un Essere che gode delle sofferenze degli uomini, oppure che ci ha creati ed abbandonati, o ancora che è incapace di porre fine ai mali dell'uomo, o ancora che non bisogna curarsi del prossimo , che odia o porta rancore ai propri simili e finanche ai propri familiari, che non occorre osservare i suoi Comandamenti, in realtà non conosce il Nome di Dio, perchè non conosce neppure la caratteristica principali del vero Dio, che E' AMORE.
Impariamo allora a conoscere quel Nome, imparando a conoscere quella Persona, perchè " Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo."( Giov 17,3 )
Conoscendo la sua Persona, e cioè la sua personalità, potremo più facilmente entrare in intimità con Dio e quando avremo realizzato una unità spirituale con Lui, allora potremo dire di conoscere il Suo Nome; ma per molti questo non si realizza compiutamente nella vita presente. Sforziamoci, per quanto sta a noi di conoscerLo in questo senso, e in tal modo ne santificheremo il Nome, lasciando alla Sua grazia di completare in noi l'opera Sua, quando lo riterrà opportuno, rivelandoci così in pienezza il suo Nome che è Egli stesso.



Il Tetragramma nella Bibbia

[Modificato da Credente 04/11/2019 10:36]