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Charles Darwin

 

di Fiorenzo Facchini

Nella conclusione dell’opera L’origine delle specie di Charles Darwin, pubblicata 150 anni or sono, si legge:  “Vi è qualcosa di grandioso in queste considerazioni sulla vita”. Nella successiva edizione del 1860 e nelle altre che seguirono vi è un’ aggiunta:  “…e sulle varie facoltà di essa, che furono impresse dal Creatore in poche forme o anche una sola”. Sono sufficienti queste parole per fare ritenere che Darwin era credente? Qualche anno più tardi, nel 1879, scriverà:  “Nelle mie fluttuazioni più estreme non sono mai stato ateo nel senso di negare Dio. Credo che in generale (e sempre di più con il passare degli anni), ma non sempre, la mia posizione possa essere descritta più appropriatamente con il termine agnostico”.
Charles Darwin da giovane aveva avuto una educazione religiosa, ma con gli anni i rapporti con la fede cristiana si erano raffreddati. Le osservazioni naturalistiche che aveva fatto nel lungo viaggio intorno al mondo a bordo del brigantino Beagle dal dicembre 1831 all’ottobre 1836, lo portavano a riferire la grande varietà dei viventi alla diversità dell’ambiente, non ad atti creativi di Dio (non si può però escludere che ritenesse possibile un Suo intervento iniziale che desse un orientamento allo sviluppo di tutto l'esistente).