CITAZIONI E PENSIERI DI SCIENZIATI

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00giovedì 6 dicembre 2012 22:38

ETA’ MODERNA

  

Isidor Isaac Rabi1898, fisico e premio Nobel, ebreo.
Ricevette la medaglia della Legion d’onore nel 1948 e incarichi organizzativi per il Comitato per il controllo e la non proliferazione delle armi nucleari, l’Agenzia statunitense per il disarmo e l’UNESCO. Misurò il numero quantico dello spin del nucleo e vinse il Premio Nobel nel 1944.

  • «La fisica mi riempiva di stupore, mi mise in contatto con un senso di una causa originale. La fisica mi ha portato più vicino a Dio. Quella sensazione è rimasta in me durante i miei anni nella scienza. Ogni volta che uno dei miei studenti veniva da me con un progetto scientifico, ponevo solo una domanda: “è in grado di portarti più vicino a Dio?”».
    (citato in “Physics Today”, American Institute of Physics, 09/99, e anche in K.J. Touryan,“From Objective-Realism to Subjective-Relativism: Can We Find a Golden Mean?”, in Perspectives on Science and Christian Faith, 53 (September 2001): 188-195. The Journal of the American Scientific Affiliation)

 

  • «I primi versetti della Genesi sono stati molto commoventi per me da un bambino. L’intera idea della creazione – il mistero e la filosofia di essa, affondò in me ed è qualcosa che sento ancora. Non c’è alcun dubbio che, in fondo, io sono un Ebreo ortodosso. La mia prima educazione, così colpito da Dio, il Creatore del mondo, così è rimasta».
    (citato in J.S. Rigden, “Rabi: Scientist and Citizen”, Harvard University Press 2000, pag. 21)

 
  
 

Edward Arthur Milne 1896, astronomo e matematico, cristiano
Sviluppò una toria della relatività alternativa a quella di Einstein, vinse la Medaglia d’oro della Royal Astronomical Society. Un cratere lunare porta il suo nome.

  • «Non siamo in grado di fare alcuna proposizione circa lo stato iniziale delle cose, il Divino atto della creazione di Dio è inosservato e senza testimoni»
    (citato in “
    Message from Professor Robert Jastrow)

 

  • «Per quanto riguarda la causa dell’universo, in un contesto di espansione, la nostra immagine rimane incompleta senza di Lui [Dio]»
    (citato in F. Heeren, “Show Me God”, Searchlight Publications 1995, p. 166-167)
     

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00domenica 9 dicembre 2012 17:53

Arthur Holly Compton1892, fisico e premio Nobel, cristiano
Premio nobel per la fisica nel 1917.  

  • «Il grande compito che ci è riservato è niente meno che sviluppare una civiltà in cui gli uomini crescano in vera libertà, per essere degni della loro grande eredità di figli di Dio”
    (da 
    “Zeitschrift für Wissenschaft, Kunst und Literatur”, Stoccarda 1957, 6, p. 613)

 

  • «Per quanto mi riguarda, la fede inizia con una consapevolezza che una intelligenza suprema ha portato l’universo in essere e ha creato l’uomo. Non è difficile per me avere questa fede, perché è incontrovertibile che dove c’è un piano c’è l’intelligenza. L’ordine di svolgimento dell’universo testimonia la verità dell’affermazione più maestosa mai pronunciata: “In principio era Dio”»
    (A. Compton, intervista al “Chicago Daily News”, Magazine Section, 12/4/1936)

 

  • «Dalla più tenera infanzia ho imparato a vedere in Gesù come l’esempio supremo di colui che ama i suoi vicini e che esprime l’amore nelle azioni che contano, che sa che le persone possono trovare la loro anima per perdere se stessi in qualcosa di grande valore, che morirà piuttosto di negare la verità. Quello spirito di Gesù vive così vitale negli uomini di oggi che mi fa sperare che seguendo le sue orme nel mio piccolo, anch’io possa vivere per sempre».
    (citato in M. Johnston, “The Cosmos of Arthur Holly Compton”, Alfred A. Knopf 1967, pag. 372)

 

  • «Per valutare se la religione sia accettabile per la scienza è importante esaminare l’ipotesi di una Intelligenza al lavoro nella natura. La discussione delle prove per un Dio intelligente è antica quanto la filosofia stessa. L’argomento basato sul “design”, anche se banale, non è mai stato confutata in modo adeguato. Al contrario, da quanto sappiamo sempre più sul nostro mondo, la probabilità che tutto sia dato da processi casuali diventa sempre più remota, in modo che pochi, infatti, sono gli uomini di scienza di oggi che difendono un atteggiamento ateo»
    (A.H. Compton, “The Freedom of Man”, Yale University Press 1935, pag. 73)

 

  • «Per me Dio appare in tre aspetti, che sono tutti strettamente correlati. Il primo aspetto di Dio è universalmente riconosciuto ed è attraverso l’amore dei propri simili, in particolare quelli per i quali si ha una responsabilità particolare. Il secondo aspetto di Dio che io riconosco è la base dell’esistenza e della vita e della motivazione, che credo essere come un potere cosciente. Questo potere mi appare come un particolare interesse per le sue creature coscienti che condividono la responsabilità di plasmare la loro parte del mondo. Più in particolare, seguo l’insegnamento di Gesù nel guardare a questo Potere come un padre saggio e amorevole. Questo riconoscimento di una sorta di parentela con il Creatore è per me una questione di vitale importanza. Come figli di Dio, tutti gli uomini sono dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili e questa “base cristiana” per la dignità dell’uomo è condivisa da tutti coloro che riconoscono la paternità di Dio, anche se non vengono chiamati con il nome di “cristiani”. Il terzo aspetto di Dio che riconosco è quello che si manifesta nella vita dei grandi uomini, il cui loro esempio è Gesù. Il suo insegnamento e l’esempio della sua vita costituiscono la guida più affidabile che ho trovato per modellare le mie azioni. E’ perché io accetto la sua leadership che mi definisco un cristiano»
    (A.H. Compton, “Atomic Quest: A Personal Narrative”, Oxford University Press 1956, pag. 344-347)

 

  • «La scienza ha creato un mondo in cui il cristianesimo è una necessità»
    (citato in H.E. Fosdick, “Dear Mr. Brown: Letters to a Person Perplexed about Religion”, Harper and Brothers Publishers 1961, pag. 16)

 

  • «Credo che nella sua insistenza sul valore intrinseco dei singoli uomini e donne il cristianesimo sia la chiave per la sopravvivenza e una buona vita nel mondo moderno».
    (A.H. Compton, “Atomic Quest: A Personal Narrative”, Oxford University Press 1956, pag. 344)

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00lunedì 10 dicembre 2012 15:29

Erwin Schrödinger1887, fisico, matematico e premio Nobel
È famoso per il suo fondamentale contributo alla meccanica quantistica, in particolar modo per l’equazione di Schrödinger, per la quale vinse il Premio Nobel nel 1933.

  • «Sono molto stupito che l’immagine scientifica del mondo reale intorno a me sia molto carente. Si danno un sacco di informazioni concrete, si mette tutta la nostra esperienza in un ordine magnificamente coerente, ma è orribile il silenzio su tutto quanto è davvero vicino al nostro cuore, su ciò che conta davvero per noi. Ci può dire una parola sul rosso e sul blu, sull’amaro e il dolce, sul dolore e il piacere fisico, ma la scienza non sa niente del bello e del brutto, del buono o del cattivo, di Dio e dell’eternità. La scienza a volte finge di rispondere alle domande in questi ambiti, ma le risposte sono molto spesso così stupide che non siamo inclini a prenderle sul serio».
    (E. Schrödinger, “Nature and the Greeks”, Cambridge University Press 1954, pag. 93)

 

  • «Il grave errore nelle direttive tecnologiche della regia culturale è il loro obiettivo nella possibilità di modificare la Natura. Sperano di porsi al posto di Dio, in modo che possano costringere la volontà divina ad alcune convenzioni meschine proprie delle loro menti nate dalla polvere»
    (citato in W.J. Moore, “Schrödinger: Life and Thought”, Cambridge University Press 1990, pag.349)

 

  • «Nella presentazione di un problema scientifico, l’altro giocatore è il buon Dio. Egli non solo ha posto il problema, ma ha anche messo a punto le regole del gioco -anche se non sono completamente note, metà delle quali sono lasciati per voi da scoprire o dedurre [...]. L’incertezza è come Dio stesso abbia ordinato i numeri in modo permanente e come abbia causato la vostra inerzia mentale, mentre la soluzione generale diventa possibile solo nella libertà da queste limitazioni. Questa è forse la cosa più eccitante del gioco»
    (citato in W.J. Moore, “Schrödinger: Life and Thought”, Cambridge University Press 1990, pag.348)

 

  • «Da dove sono venuto, dove andrò? La scienza non può dirci una parola sul perché la musica ci delizia, sul perché e come una vecchia canzone può spingerci alle lacrime [...]. La scienza è reticente anche quando si tratta di una questione di grande unità -l’Uno di Parmenide- di cui tutti noi in qualche modo facciamo parte, a cui apparteniamo. Il nome più popolare per questo nel nostro tempo è Dio -con la ‘D’ maiuscola [...]. Da dove vengo e dove andrò? Questa è la grande questione insondabile, la stessa per ognuno di noi. La scienza non ha una risposta».
    (E. Schroedinger, “Nature and the Greeks”, Cambridge University Press 1954, pag. 95-96)

 

  • «Noi esseri viventi apparteniamo tutti gli uni agli altri, in realtà siamo tutti membri o aspetti di un singolo essere, che possiamo chiamare Dio, mentre nelle “Upanishad” viene chiamato Brahman»
    (citato in W.J. Moore, “Schrödinger: Life and Thought”, Cambridge University Press 1990, pag. 477)

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00martedì 11 dicembre 2012 11:11


Arthur Stanley Eddington  , 1882, astrofisico, cristiano


Fu uno dei più importanti astrofisici dell’inizio del XX secolo, scoprì il limite che porta il suo nome.

  • «Sappiamo tutti che ci sono regioni dello spirito umano celati al mondo della fisica. Nel senso mistico della creazione intorno a noi, nell’espressione dell’arte, in un anelito verso Dio, l’anima cresce verso l’alto, e trova compimento in qualcosa impiantato nella sua natura»
    (A. Eddington, “The Nature of the Physical World”, Cambridge University Press 1929, pp. 327-28)

 

  • «L’idea di una Mente universale o Logos, sarebbe, credo, una deduzione abbastanza plausibile dallo stato attuale della teoria fisica. La mente, tuttavia, percepisce due regni, quello fisico e quello spirituale»
    (A. Eddington, “Swarthmore Lecture at the Friends Yearly Meeting”, London 1929)

 
  
  

Max Born1882, fisico, matematico e premio Nobel, cristiano/deista.
Risolse l’Equazione di Schrödinger della meccanica quantistica, per la quale si aggiudicò il Premio Nobel per la fisica. Insegnò presso l’Università di Cambridge e di Edimburgo.

  • «Coloro che dicono che lo studio della scienza rende l’uomo ateo, devono essere piuttosto sciocchi»
    (citato in F.E. Trinklein, “The God of Science”, Exposition Press 1983, pag. 64)

 
 
  
  

Albert Einstein1879, fisico e premio Nobel, deista
Contribuì in modo determinante alla fisica teorica e specialmente è noto per la sua scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico. Rifiutava l’idea di un Dio trascendente come quello cristiano, più volte tuttavia riconobbe la necessità di postulare un Creatore immanente come spiegazione ultima della realtà.

  • «Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità del mondo come a un miracolo o a un eterno mistero? A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all’ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d’ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall’uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del “miracoloso”, che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il “miracolo”, senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Capisco che devo ben esplicitare quest’ultima considerazione in modo che non ti venga in mente che, indebolito dall’età, io sia divenuto vittima dei preti».
    (A. Einstein, 
    “Lettera a Maurice Solovine”, GauthierVillars, Parigi 1956 p.102)

 

  • «La scienza contrariamente ad un’opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguitare finalità teologiche, poichè deve proporsi non solo di sapere com’è la natura, ma anche di sapere perchè la natura è così e non in un’altra maniera, con l’intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sè altre scelte quando creò il mondo»
    (citato in Holdon, 
    “The Advancemente of Science and Its Burdens”, Cambridge University Press, New York 1986, pag. 91)

 

  • «Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come ‘oppio delle masse’ – non posso sentire la musica delle sfere».
    (citato in Isaacson, 
    “Einstein: His Life and Universe”, Simon e Schuster 2008)

 

  • «Nelle leggi della natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante. Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell’esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere»
    (A. Einstein, 
    “Religione e scienza”, 1930)

 

  • «Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio»
    (citato in Isaacson, 
    “Einstein: His Life and Universe”, Simon e Schuster, pag. 27)

 

  • «Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso di ‘umiltà’. È un sentimento sinceramente religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. La mia religiosità consiste in un’umile ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri; in quanto al resto, sono solo dettagli»
    (A. Einstein, 
    “Pensieri di un uomo curioso”, Mondadori 1997)

 

  • «Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà»
    (citato in S. W. Hawking e W. Israel, 
    “Einstein. A Centenary Volume”, Cambridge University Press 1987)

 

  • «Chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno Spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili»
    (citato in H. Dukas e B. Hoffmann 
    “Albert Einstein: the Humane side”, Princeton 1989, p. 32)

 

  • «La mia religiosità consiste nell’umile ammirazione dello spirito infinitamente superiore che rivela se stesso nei minimi dettagli che noi siamo in grado di comprendere con la nostra fragile e debole intelligenza [...]. Io non sono positivista. Il positivismo stabilisce che quanto non può essere osservato non esiste. Questa concezione è scientificamente insostenibile, perché è impossibile fare affermazioni valide su ciò che uno “può” o “non può” osservare. Uno dovrebbe dire: “Solo ciò che noi osserviamo esiste”. Il che è ovviamente falso»
    (citato in D. Brian, 
    “Einstein a life”, Wiley 1996)

 

  • Il grande matematico cattolico Francesco Severi, amico di Einstein, nel suo libro “Dalla scienza alla fede” racconta che poco prima che Einstein morisse, mentre affrontavano il tema religioso, egli disse: «Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato»
    (citato in F. Saveri, 
    “Dalla scienza alla fede”, Edizioni Pro Civitate Christiana 1959, pag. 103)

 

  • In un’intervista, alla domanda: “Fino a che punto è influenzato dalla cristianità?”, egli rispose: «Da bambino ho ricevuto un’istruzione sia sul Talmud che sulla Bibbia. Sono un ebreo, ma sono affascinato dalla figura luminosa del Nazareno». L’intervistatore chiede: “Ha mai letto il libro di Emil Ludwig su Gesù?”. Risposta: «Il libro di Ludwig è superficiale. Gesù è una figura troppo imponente per la penna di un fraseggiatore, per quanto capace. Nessun uomo può disporre della cristianità con un bon mot». Ancora una domanda del giornalista: “Accetta il Gesù storico?”. Risposta: «Senza dubbio! Nessuno può leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa ad ogni parola. Nessun mito può mai essere riempito di una tale vita»
    (A.Einstein, Intervista sul 
    “The Saturday Evening Post”, 26/10/1929)

 

  • «Dio non gioca a dadi»
    (citato in 
    “Einstein e Bohr, Scienza e vita”, lettere ’16-’55, Einaudi 1997, pag. 176)

 
 

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00sabato 15 dicembre 2012 23:54
  •   

Guglielmo Marconi1874, fisico e premio Nobel, cattolico
Nobel per la fisica nel 1909, sviluppò la telegrafia senza fili.

  • «Ad ogni passo che la scienza fa, ci porta sempre nuove sorprese e risultati. Eppure la scienza è come una luce fioca di una lanterna tremolante in una foresta profonda, attraverso la quale l’umanità si sforza di trovare la sua strada verso Dio. E’ solo la fede che può portare alla luce e servire come un ponte tra l’uomo e l’Assoluto [...]. Sono orgoglioso di essere cristiano. Credo non solo come cristiano, ma anche come scienziato. Come un dispositivo senza fili, nella preghiera lo spirito umano è in grado di inviare onde invisibili per l’eternità, onde che raggiungono il loro obiettivo di fronte a Dio».
    (G. Marconi, “
    Discorso al I° congresso della Radio Industria italiana”, Bologna 5/5/1934, e citato in S. Popov, “Why I Believe in God”, Bulgarian Ministry of Education, Science, and Culture, letter No. 92-00-910/ 12 December 1992)

 

  • «Più lavoro con i poteri della Natura, più sento la benevolenza di Dio per l’uomo, la grande verità che tutto dipende dal Creatore e Sostenitore Eterno. La cosiddetta ‘scienza’, di cui mi occupo, non è altro che l’espressione della Volontà Suprema, che mira ad avvicinare le persone tra loro al fine di aiutarli a capire meglio e a migliorare se stessi».
    (citato in M.C. Marconi, “Mio Marito Guglielmo”, Rizzoli 1995, pag. 244)

 

  • «So quanto ti amo e amo la bellezza della natura – l’espressione della Volontà di Dio – dove si possono trovare i valori ideali eterni: la verità, il bello e il buono. L’unità armoniosa delle cause e delle leggi rappresenta la Verità, l’unità armoniosa delle linee, colori, suoni e idee costituisce la Bellezza, mentre l’armonia delle emozioni e la volontà costituisce il Bene, che essendo la massima espressione dell’Eterno e Supremo Creatore porta l’uomo a compimento e ci spinge a cercare la perfezione assoluta».
    (G. Marconi, lettera a sua moglie Maria Cristina, 17/03/1927, citato in M.C. Marconi, “Mio Marito Guglielmo”, Rizzoli 1995, pag. 260)

 

  • «Non credere che io sia ingrato a Dio per la sua bontà e la benevolenza, alla quale devo tanto, tutto. Ma Dio mi ha dato questo amore eterno e onnipotente, e sento che Egli lo ha fatto per il mio bene e, oso credere, anche per il tuo».
    (G. Marconi, lettera a sua moglie Maria Cristina, 01/04/1927, citato in M.C. Marconi, “Mio Marito Guglielmo”, Rizzoli 1995, pag. 248)

 

  • «Credo che sarebbe una grande tragedia se gli uomini perdessero la loro fede nella preghiera. Senza l’aiuto della preghiera forse avrebbero fallito, dove sono invece riusciti. Questo mi ha permesso di raggiungere quello che ho fatto, Dio ha fatto di me un semplice strumento della Sua volontà, per la rivelazione del suo potere divino».
    (citato in “Another Thousand Radio Replies”, Volume 3, 1942, pag. 20-21)

 

  • «”La scienza da sola non è in grado di spiegare molte cose, e soprattutto, il più grande dei misteri: il mistero della nostra esistenza. Lo credo non solo come un cattolico, ma anche come uno scienziato».
    (citato in L.L. Morrow, “Some Catholic Scientists”, in My Catholic Faith: A Manual of Religion, My Mission House 1949)

 

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00giovedì 27 dicembre 2012 23:20
  •  

Alexis Carrel1873, medico e premio Nobel, cattolico
Nobel per la medicina nel 1912 per i suoi contribuiti fondamentali ai progressi nelle tecniche di sutura dei vasi sanguigni ed alle ricerche sui trapianti.

  • Carrel, agnostico e scettico, sostituì un suo collega in un viaggio con dei malati a Lourdes. In quell’occasione fu testimone oculare di un miracolo accaduto a una giovane donna, Marie Bailly, che lui stesso aveva più volte visitato constatandone l’estrema e disperata gravità. Sotto la grotta di Lourdes la donna guarì improvvisamente sotto i suoi occhi e all’evento seguì la conversione cattolica di Carrel. La descrizione dei fatti vennero scritti dal Premio Nobel in un libro intitolato: Viaggio a Lourdes (1949)

 

  • Nel 1910 si recò nuovamente a Lourdes e anche allora assistette a una miracolosa guarigione, quella di un bambino di sei mesi cieco dalla nascita.
    (da 
    Wikipedia)

 

  • «Siamo amati da un Essere immateriale e onnipotente. Questo Essere è accessibile alle nostre preghiere. Dobbiamo amarlo sopra tutte le creature. E noi stessi amarsi gli uni gli altri. Una nuova era era iniziata. Il cemento era abbastanza per legare insieme tutti gli uomini, tuttavia, l’umanità ha scelto di ignorare l’importanza di questo nuovo principio. Non è affatto capito che solo l’amore reciproco avrebbe potuto salvarla dalla divisione, dalla rovina e dal caos. Né si è resa conto che nessuna scoperta scientifica è stata così carica di significato come la rivelazione della legge dell’amore di Gesù Crocifisso. Per questa legge, infatti, c’è la sopravvivenza della società umana [...] La nostra civiltà in verità si è dimenticare che è nata dal sangue di Cristo, e ha anche dimenticato Dio. Ma si capisce ancora la bellezza dei racconti evangelici e del Discorso della Montagna. Essa è ancora mossa da quelle parole di pietà e di amore che portano la pace, e talvolta anche la gioia agli afflitti, ai malati e ai moribondi»
    (A. Carrel, “Reflections on Life”, Hamish Hamilton 1952, Chap. 3, Part 6)

 

  • «Le parole di Gesù penetrano profondamente nella realtà della vita. Esse ignorano la filosofia, ma rompono tutte le convenzioni, sono così sorprendenti che, ancora oggi le troviamo difficile da capire. A colui che obbedisce alla legge della giungla, il comando di amare il prossimo come se stesso sembra assurdo [...]. La morale cristiana è incomparabilmente più potente della morale laica. Così l’uomo non potrà mai con entusiasmo obbedire alle leggi del comportamento razionale, a meno che non consideri le leggi della vita come i comandi di un Dio personale. Purtroppo, gli uomini più moderni non sono in grado di agire per amore dei loro vicini, del loro paese o di Dio, perché l’unica cosa che amano è loro stessi»
    (A. Carrel, “Reflections on Life”, Hamish Hamilton 1952, Chap. 6, Part 7 “The Need of God”)

 

  • «Gesù conosce il nostro mondo. Lui non ci disdegna, come il Dio di Aristotele. Si può parlare a Lui ed Egli ci risponde. Anche se è una persona come noi, Egli è Dio e trascende tutte le cose [...]. Il cristianesimo offre agli uomini la vetta più alta della moralità [...]. Si presenta per loro un Dio che può essere adorato perché Egli è alla nostra portata, e che dobbiamo amare [...]. Perché siamo qui? Da dove veniamo? Che cosa siamo? E’ assurdo credere nella sopravvivenza dell’anima? Solo la religione propone una soluzione completa al problema umano. Il cristianesimo, soprattutto, ha dato una chiara risposta alle esigenze dell’animo umano [...]. Il bisogno di Dio si esprime nella preghiera. La preghiera è un grido di angoscia, una domanda di aiuto, un inno d’amore. La preghiera ci dà la forza di sopportare preoccupazioni e ansie, di sperare quando non c’è nessun motivo logico di speranza, a rimanere fermi in mezzo a catastrofi».
    (A. Carrel, “Reflections on Life”, Hamish Hamilton 1952)

 

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00lunedì 7 gennaio 2013 23:30

Robert Millikan1868, fisico e premio Nobel, cristiano
Vinse il premio Nobel per la fisica nel 1923 per i suoi lavori sulla determinazione della carica elettrica dell’elettrone e sull’effetto fotoelettrico.

  • «”Il benessere umano e tutto il progresso umano, in fondo, si basano su due pilastri, il
    crollo di uno dei due porterà verso il basso l’intera struttura. Questi due pilastri sono la coltivazione e la diffusione in tutta l’umanità dello 1) spirito della religione, e 2) dello spirito della scienza (o conoscenza) [...]. Gli uomini saggi fin da quando hanno guardato con stupore l’ordine meraviglioso della natura e poi riconosciuto la proprio ignoranza e finitezza si sono accontentati di stare in silenzio e in segno di riverenza di fronte all’essere
    che è immanente nella natura, hanno ripetuto con il salmista, “Lo stolto ha detto nel suo cuore, Dio non c’è”»
    .
    (R. Millikan, Autobiography”, 1950, pag. 279, capitolo 21)

 

  • «La religione e la scienza nella mia analisi sono le due grandi forze sorelle che hanno tirato, e
    stanno ancora tirando, l’umanità verso l’alto»

    (R. Millikan, Autobiography”, 1950, pag. 286)

 

  • «La predicazione pratica della scienza moderna – ed è il predicatore più insistente ed efficace del mondo di oggi – è straordinariamente simile alla predicazione di Gesù. Il suo keynote è il servizio, la subordinazione dell’individuo al bene del tutto. Gesù predicava come un dovere -per il bene e la salvezza di tutto il mondo. La scienza si predica come un dovere -per il bene del progresso-. Anche Gesù ha predicato la gioia e la soddisfazione di questo servizio. “Chi avrà trovato la sua vita la perderà, e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà”»
    (citato in R.H. Kargon, “The rise of Robert Millikan: Portrait of a life in American science”, Cornell University Press 1982, pag. 147)

 

  • «Non vi è alcuna base scientifica per la negazione della religione, né vi è a mio giudizio una scusa per un conflitto tra scienza e religione, perché i campi sono completamente differenti. Gli uomini che sanno molto poco di scienza e uomini che sanno molto poco della religione effettivamente arrivano a litigare, e gli astanti immaginano che ci sia un conflitto tra scienza e religione, considerando che il conflitto è solo tra due diverse specie di ignoranza [...]. Lo scopo della scienza è quello di sviluppare -senza pregiudizi o preconcetti di alcun genere – una conoscenza dei fatti, le leggi e i processi della natura. Il compito ancora più importante della religione, invece, è di sviluppare la coscienza, gli ideali e le aspirazioni del genere umano».
    (R. Millikan, “A Scientist’s God”, Collier’s 24/10/1925)

 

  • «”Molti dei nostri grandi scienziati sono effettivamente stati uomini di profonde convinzioni religiose:
    Sir Isaac Newton, Michael Faraday, James Clerk Maxwell, Louis Pasteur. Tutti questi uomini non erano solo religiosi, ma erano anche membri fedeli della loro comunità. La più importante cosa al mondo è la credenza in valori morali e spirituali -la convinzione che c’è un significato e un senso all’esistenza- una convinzione che stiamo andando da qualche parte! Questi uomini non avrebbero potuto essere così grandi se fossero stati privi di questa convinzione»

    (R. Millikan, “A Scientist’s God”, Collier’s, The National Weekly, 24/10/1925, Collier’s Publishing Company).

 

  • «La scienza ha cominciato a mostrare noi un universo di ordine e di bellezza, un universo che non conosce capriccio, un universo che si comporta in modo conoscibile e prevedibile, un universo che può essere compreso, in una
    parola, un Dio che opera attraverso le leggi»

    (R. Millikan, “Science and Religion”, Yale University Press, 1930, pag. 79)

 

  • «La scienza dominata dallo spirito della religione è la chiave del progresso e la speranza del genere umano»
    (citato in R.H. Kargon, “The rise of Robert Millikan: Portrait of a life in American science”, Cornell University Press 1982, pag. 147)

 

  • «Mi addolora tanto quanto è successo a Kelvin, conoscere pareri rozzamente atei espressi da uomini che non hanno mai conosciuto il lato più profondo dell’esistenza [...]. Permettetemi, quindi, d’ora in poi di usare la parola Dio per descrivere ciò che è dietro al mistero dell’esistenza e ciò che dà senso ad essa. Penso che tu non mi fraintenda, poi, quando dico che non ho mai conosciuto un uomo ragionevole che non credeva in Dio»
    (R. Millikan, “A Scientist’s God”, Collier’s, The National Weekly, 24/10/1925, Collier’s Publishing Company)

 

  • «Per me è impensabile che un vero ateo possa essere uno scienziato»
    (citato in V.C. Grounds, “The Reason for Our Hope”, Chicago: Moody Press 1945, pag. 22)
     

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00giovedì 10 gennaio 2013 19:16
  •  

William Henry Bragg1862, fisico, chimico e premio Nobel, anglo-cattolico.
Assieme a suo figlio, William Lawrence Bragg, ha realizzato il primo spettroscopio ai raggi X dando il via ad una nuova scienza per lo studio della struttura cristallina. Per questi studi padre e figlio hanno ricevuto il Premio Nobel per la fisica nel 1915.

  • «La regola di Cristo e l’esempio mostrato da Dio come nostro Padre, e noi come suoi figli, è una società in cui l’amore governa su tutto. Se poi cerchiamo una regola di condotta, dovremmo pensare di essere come i bambini [...]. Noi confidiamo che questa vita è un preparazione: non una prova finale»
    (citato in G.M. Caroe, “William Henry Bragg (1862 – 1942): Man and Scientist”, Cambridge University Press 1979, pag. 164)

 

  • «Quali dovrebbero essere i principi di una nazione? Cristo li ha dichiarati sotto forma di due comandamenti: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore”, e “Amerai il prossimo tuo come te stesso”»
    (citato in G.M. Caroe, “William Henry Bragg (1862 – 1942): Man and Scientist”, Cambridge University Press 1979, pag. 111)

 

  • «A volte le persone chiedono se la religione e la scienza non si oppongano l’uno all’altro. Si, lo fanno: allo stesso modo come il pollice e le dita della mia mano si oppongono l’uno alle altre. Si tratta di un’opposizione per mezzo della quale tutto può essere compreso»
    (citato in G.M. Caroe, “William Henry Bragg (1862 – 1942): Man and Scientist”, Cambridge University Press 1979, pag. 161)

 

  • «La scienza è sperimentale, avanza step-by-step, apprendendo attraverso il successo e fallimento. Non è forse questa anche la via della religione, e in particolare della religione cristiana? Gli scritti di coloro che predicano la religione hanno insistito fin dall’inizio sul fatto che dev’esserci una confermato dai fatti. Se un uomo è attratto verso l’onore, il coraggio, la resistenza, la giustizia, la misericordia e la carità, deve seguire la via di Cristo e verificare da sé. Non ci sono risultati nel campo della scienza che lo ostacolano»
    (citato in D.C. Lindberg & R.L. Numbers, “God and Nature: Historical Essays on the Encounter between Christianity and Science”, University of California Press 1986, pag. 437)

 

  • «La convinzione della verità di qualsiasi fede, per quanto un uomo sia in grado di misurare la verità, deve essere acquisita con la pratica, ed è qui che lo scienziato trova un aiuto dal proprio lavoro. Ogni uomo, nel cerchio in cui si trova -può essere un piccolo cerchio, i suoi mezzi possono essere anche piccoli-, può provare la via cristiana, e scoprire per sé, acquisire le proprie convinzioni. Mette alla prova la sua fede. Per quanto riguarda la modalità reale dell’esperimento, non dirò nulla. Noi tutti lo sappiamo bene: è stato sancito in mille testimonianze, ed è tutta compresa nelle parole belle di San Paolo: “La più grande di esse è la carità”».
    (citato in G.M. Caroe, “William Henry Bragg (1862 – 1942): Man and Scientist”, Cambridge University Press 1979, pag. 170)

 

  • «Ci sono due tristi errori nel dibattio scienza-religione. L’uno è quello di supporre che la scienza, vale a dire lo studio della Natura, porti al materialismo. L’altro è che il culto di Dio può essere esercitato senza l’attrezzatura che la scienza fornisce»
    (citato in D.C. Lindberg & R.L. Numbers, “God and Nature: Historical Essays on the Encounter between Christianity and Science”, University of California Press 1986, pag. 436)

 

  • «Dalla religione viene scopo di un uomo, dalla scienza, il suo potere per realizzarlo A volte le persone chiedono se la religione e la scienza non si oppongono l’una all’altra sono:.. Nel senso che il pollice e le dita delle mie mani sono opposti l’uno all’altro . Si tratta di un’opposizione per mezzo del quale tutto può essere realizzata»
    (da “
    Science And Religion Quotes: What World’s Greatest Scientists Say About God, The Huffington Post 11/02/12)  

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00sabato 12 gennaio 2013 21:18
  •  

Max Plank1858, fisico e premio Nobel, cristiano/deista
Pilastro della fisica contemporanea e premio Nobel per la fisica del 1918. Ha spesso criticato i positivisti e l’atteggiamento antireligioso e antimetfisico, in particolare durante una conferenza nel maggio 1937 in Spagna dal titolo: “
Religione e Scienza”.

  • «In qualunque direzione e per quanto lontano noi possiamo vedere, non troviamo da nessuna parte una contraddizione tra religione e scienza, ma piuttosto un pieno accordo proprio nei punti più decisivi [...]. Niente ci impedisce, anzi la nostra natura intellettuale tendente ad una concezione unitaria del mondo lo esige, di identificare tra loro i due poteri operanti su tutto, eppure pieni di mistero, l’ordinamento del mondo della scienza e il Dio delle religioni [...]. È un dato indubitabile della ricerca fisica che le pietre elementari dell’edificio del mondo non giacciono l’una accanto all’altra in gruppi isolati senza coesione, ma sono connesse tutte insieme secondo un piano unico, o, in altre parole, che in tutti gli eventi della natura domina una legalità universale, da noi, almeno fino ad un certo punto, conoscibile»
    (M. Plank, 
    “Scienza, filosofia e religione” Fratelli Fabbri Editori 1973, con introduzione di A. Einstein)

 

  • «Non ci può mai essere una vera opposizione tra religione e scienza, perché l’una è il complemento dell’altra. Ogni seria persona riflessiva si rende conto, credo, che l’elemento religioso nella sua natura deve essere riconosciuto e coltivato perché tutte le potenze dell’anima umana possano agire insieme in perfetto equilibrio e armonia. E infatti, non è un caso che i più grandi pensatori di tutte le età erano profondamente delle anime religiose»
    (M. Plank, 
    “La conoscenza del mondo fisico”, Boringhieri 1993, pag. 64-65)

 

  • «Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù della propria forza, la quale fa vibrare le particelle atomiche e che le tiene insieme come un minuscolo sistema solare dell’atomo. Così dietro questa forza dobbiamo supporre uno Spirito intelligente e consapevole. Questo Spirito è il fondamento di tutta la materia»
    (M. Planck, Conferenza tenuta a Firenze nel 1944)

 

  • «Sia la religione che la scienza hanno bisogno per le loro attività della fede in Dio, e inoltre Dio sta all’inizio, durante e alla fine dell’interno pensiero . Dio rappresenta la base e il coronamento di ogni ragionamento relativo alla visione del mondo»
    (M. Planck, “Religion und Naturwissenschaft”, Leipzig: Johann Ambrosius Barth Verlag, 1958, pag. 27)

 

  • «”E’ la costante, continua lotta contro lo scetticismo e il dogmatismo, contro lo scetticismo e la superstizione, che religione e la scienza lavorano insieme»
    (M. Planck, “Religion und Naturwissenschaft”, Leipzig: Johann Ambrosius Barth Verlag. XIV, 1958)

 

  • «In queste condizioni non c’è da meravigliarsi se il movimento degli atei, -che definisce la religione una deliberata illusione inventata da sacerdoti in cerca di potere-, che ha una pia credenza in un nulla di potenza superiore ma che con entusiaste parole di scherno fa uso di progressive conoscenze scientifiche in una presunta unità con esse, espande ad un ritmo sempre più veloce la sua azione disgregante in tutte le nazioni della terra ed a tutti i livelli sociali. Non ho bisogno di spiegare in dettaglio che, dopo la sua vittoria, non solo tutti i tesori più preziosi della nostra cultura svanirebbero, ma – che è ancora peggio – anche le prospettive in un futuro migliore»
    (M. Planck, “Religion und Naturwissenschaft”, Leipzig: Johann Ambrosius Barth Verlag, 1958, pag. 7)

 

  • Durante la seconda guerra mondiale, nel febbraio del 1945, il figlio di Planck, Erwin, è stato giustiziato dai nazisti per la partecipazione ad un tentativo fallito di assassinare Adolf Hitler. Planck scrisse in una lettera: «Se c’è una consolazione è nell’Eterno, e la considero una grazia del Cielo che la fede nell’Eterno è stata profondamente radicata in me fin dall’infanzia. Dio ti protegga e ti rafforzi per tutto quello che ancora può avvenire da questa follia a cui siamo costretti a vivere prima di raggiungere la fine»
    (M. Plank, lettera all’amico Anton Kippenberg, 14/03/1945)

 

  • «Che Dio esisteva prima che ci fossero gli esseri umani sulla Terra, che sostiene tutto il mondo, credenti e non credenti, nella sua mano onnipotente per l’eternità, e che Egli rimarrà sul suo trono ad un livello inaccessibile alla comprensione umana per molto tempo dopo la Terra; coloro che professano questa fede e che, ispirati da essa vivono in fiducia e venerazione completa, si sentono al sicuro dai pericoli della vita sotto la protezione dell’Onnipotente. Solo questi possono essere annoverati tra i veramente religiosi»
    (citato in G. Staguhn, “God’s Laughter”, Kodansha International 1992, pag. 152)

 

  • «Come fisico, cioè come uomo che ha dedicato tutta la sua vita a una scienza del tutto prosaica, l’esplorazione della materia, nessuno avrebbe sicuramente sospettato di me che io sia un visionario. E così, dopo aver studiato l’atomo, vi dico che non c’è nessuna materia come tale! Tutta la materia nasce e persiste solo a causa di una forza che fa sì che le particelle atomiche vibrino, che le tiene insieme nel più piccolo dei sistemi solari, l’atomo. Eppure, in tutto l’universo non c’è nessuna forza che è intelligente o eterna, e dobbiamo quindi supporre che dietro a questa forza ci sia una coscienziosa Mente o Spirito intelligente. Questa è l’origine stessa di tutta la materia»
    (M. Planck, “Christlicher Glaube in moderner Gessellschaft”, B. 2. Im Bann der Natur. S. 137)

 

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00martedì 15 gennaio 2013 17:38
  •   

Joseph Lister, 1827, medico e padre dell’antisepsi, cristiano
Rivoluzionò l’approccio dei chirurghi alla pratica operatoria e divenne il più importante scienziato britannico. Presidente della 
Royal College of Surgeons, gli venne dedicato il nome di un germe: la listeria.

  • «Io sono un credente nelle dottrine fondamentali del cristianesimo»
    (citato in H.M. Morris, 
    “Men of Science, Men of God”, Master Books 1982, p. 67 eAnswersingenesis.org)

 

  • La World Book Encyclopedia ha scritto: «tutta la vita, è rimasto timido, umile e sicuro nei suoi propositi, perché egli umilmente credeva di essere guidato da Dio»
    (da 
    World Book Encyclopedia, 15th edition, 1985, Vol. 7, p. 395 eAnswersingenesis.org)

 
   
  

William Thomson Kelvin, 1824, fisico e fondatore termodinamica, cristiano
Conosciuto anche per aver sviluppato la scala Kelvin, che misura la temperatura assoluta e per i suoi studi nell’analisi matematica dell’elettricità e della termodinamica che contribuirono ampiamente alla nascita della fisica moderna. Inventò il telegrafo elettrico.

  • «Credo che più a fondo si studi la scienza, tanto più ci si allontani da qualcosa di paragonabile all’ateismo»
    (S.P.Thompson, “The Life of William Thomson, Baron Kelvin of Largs”, Cambridge University Press 2011)

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00lunedì 21 gennaio 2013 14:50

Louis Pasteur1822, chimico, biologo e padre della microbiologia, cattolico
E’ universalmente considerato il fondatore della moderna microbiologia, ha inoltre operato nel campo della chimica, e di lui si ricordano la teoria sull’enantiomeria dei cristalli e innumerevoli altre scoperte.

  • «La scienza fa gli uomini più vicini a Dio»
    (citato in Michael Patrick Leahy, 
    “Letter to an Atheist”, pag, 61, 2007)

 

  • «In futuro si riderà sulla stupidità dei moderni filosofi materialisti. Quanto più io studio la natura, più io rimango stupito dell’opera del Creatore. Di solito io prego mentre sono impegnato nel mio lavoro in laboratorio»
    (da 
    “The Literary Digest”, 18 ottobre 1902)

 

  • «Che vi è al di là? Lo spirito umano, spinto da una forza invincibile, non cesserà mai di domandarselo. Colui che proclama l’esistenza dell’infinito – e nessuno può evitarla – accumula in tale affermazione più di soprannaturale che possa esistere sui miracoli di tutte le religioni, perché la nozione dell’infinito ha il doppio carattere d’imporsi e di essere incomprensibile e quando questo concetto coglie la nostra comprensione non possiamo che inginocchiarci. Io vedo ovunque nel mondo l’espressione inevitabile dell’Infinito, attraverso di essa il soprannaturale arriva in fondo ad ogni cuore. L’idea di Dio è una forma del concetto di infinito»
    (citato in Camille Flammarion, 
    “Per la scienza dell’anima”, Società Editrice Partenopea 1923 e in William Osler, “The Life of Pasteur”, 1907)

 

  • «Benedetto colui che porta dentro di sé Dio e un ideale, e che gli obbedisce. Un ideale di arte, di scienza, o di virtù evangeliche. Tutti questi riflettono la luce dell”Infinito»
    (citato in Connie Robertson, 
    “The Wordsworth Dictionary of Quotations”, p. 320, 1998)

 

  • «I greci ci hanno dato una delle parole più belle della nostra lingua, la parola “entusiasmo” (un Dio dentro). La grandezza degli atti degli uomini sono misurati con l’ispirazione da cui derivano. Felice è colui che porta all’interno Dio»
    (citato in Frederic & Mary Ann Brussat, 
    “Spiritual Literacy: Reading the Sacred in Everyday Life”, 1998)

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00martedì 22 gennaio 2013 17:13

  

Maria Mitchell1818, astronoma, cristiana
Fu la prima donna americana a lavorare come astronomo professionista e scoprì una cometa.

  • «Questi immensi spazi della creazione non possono essere misurati dalla nostra limitata potenza, eppure piccola come è la nostra realtà rispetto alla infinità della creazione, breve come è la nostra vita in paragone ai cicli del tempo, noi siamo così intrecciati con il tutto, che la vibrazione delle parole che noi gridiamo, riempie tutto lo spazio e il suo tremore attraversa tutto il tempo»
    (citato in M. Bersanelli, “
    O protagonisti o nessuno, Meeting CL, Rimini 27/8/08)

 
   

James Young Simpson1811, medico e padre dell’anestesia, cristiano
Scoprì le proprietà anestetiche del cloroformio ed è considerato come uno dei padri dell’anestesia.

  • Alla domanda di un giornalista su cosa fosse la sua più grande scoperta, egli rispose:
    «Quando ho saputo Gesù Cristo era morto per i miei peccati»
    (citato in 
    jcsm.org)  

  
James Young Simpson, 1811, medico e padre dell’anestesia, cristiano
Scoprì le proprietà anestetiche del cloroformio ed è considerato come uno dei padri dell’anestesia.
Alla domanda di un giornalista su cosa fosse la sua più grande scoperta, egli rispose:
«Quando ho saputo Gesù Cristo era morto per i miei peccati»
(citato in jcsm.org)
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00mercoledì 6 febbraio 2013 23:44

Galileo Galileifisico, astronomo e matematico, cattolico
Considerato il padre della scienza moderna, rivoluzionò l’astronomia perfezionando l’uso del telescopio e scoprendo la rotazione della Terra, le macchie solari, le montagne della Luna, dei satelliti di Giove, le fasi di Venere, le stelle che compongono la Via Lattea, e introdusse il metodo scientifico (detto spesso metodo galileiano). Più volte ribadì di essere stato aiutato dalla grazia divina nelle sue scoperte.

  • «Tutte queste cose sono state scoperte e osservate in questi ultimi giorni per mezzo del telescopio escogitato da me, in precedenza illuminato dalla grazia divina».
    (G. Galilei, 
    “Sidereus nuncius” , MDCX, vol. 4)

 

  • «Nelle mie scoperte scientifiche ho appreso più col concorso della divina grazia che con i telescopi».
    (citato in F.Flora, 
    “Galileo Galilei, Lettere”, Einaudi 1978)

 

  • «Ma se sopra una tal resoluzione [accettare o rifiutare il Copernicanesimo] è sia bene attentissimamente considerare, ponderare, esaminare, ciò che egli scrive [Copernico], io mi sono ingegnato di mostrarlo in una mia scrittura, per quanto da Dio benedetto mi è stato conceduto, non avendo altra mira che alla dignità della Santa Chiesa e non indirizzando ad altro fine le mie deboli fatiche»
    (G. Galilei, 
    “Lettera a Dini”, 23/03/1615, Edizione nazionale delle Opere di Galileo, vol. V).

 

  • «Ho due fonti di continua consolazione. La prima, che nei miei scritti non ci può essere la pur minima ombra di irriverenza verso la Santa Chiesa; e secondo, la testimonianza della mia coscienza, che solo io e Iddio nei cieli conosciamo fino in fondo. Egli sa che, nella causa per cui soffro, sebbene molti abbiano potuto parlare più dottamente, nessuno, neanche gli antichi padri, ha parlato con più pietà o con maggior zelo per la Chiesa di quanto non abbia avuto io».
    (G. Galilei, 
    “Lettera a Nicolò Fabri di Peiresec”, 21/02/1635, Edizione nazionale delle Opere di Galileo)

 

  • «Procedendo di pari dal Verbo divino la Scrittura Sacra e la natura, quella come dettatura dello Spirito Santo, e questa come osservantissima esecutrice de gli ordini di Dio».
    (G. Galilei, 
    “Lettera a Padre Benedetto Castelli”, 21/12/1613, Edizione nazionale delle Opere di Galileo, vol. V, 282-285)

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00giovedì 21 febbraio 2013 10:51
Ambroise Paré1509, medico e fondatore della chirurgia, cattolico

Padre della chirurgia moderna, va a lui il merito di aver introdotto la legatura dei vasi in seguito alle amputazioni.

  • «Sono così determinato a non nascondere il talento che Dio è stato contento di concedermi nella Chirurgia, che è la mia vocazione in questa breve vita, che quanto più i miei giorni passano, tanto più duramente io mi sento guidato a lavorare mentre essi si consumano, per aiutare, se posso, quelli che avranno a che fare con me, finché Dio sarà felice di lasciarmi su questa terra»
    (A. Paré, 
    “Preface of The Book of the Plague”, 1568).

 

  • «Io l’ho bendato e Dio l’ha guarito»
    (frase che compare in molti suoi scritti, da 
    Catholic Encyclopedia)


    Nicolò Copernico1473, astronomo e religioso, cattolico
    Propose un nuovo sistema cosmologico che segnò l’avvio della rivoluzione scientifica moderna.

    • «Quale ammirevole simmetria del mondo e che sicuro nesso armonico tra il movimento e la grandezza delle orbite. Tanto divina è per certo questa fabbrica dell’Ottimo e Massimo Artefice!».
      (N. Copernico, 
      De revolutionibus orbius caelestium libri sex”, libro I, cap. X)

     

    Leonardo Da Vinci1452, artista, scienziato e pittore, deista/cristiano
    Uno dei più grandi geni dell’umanità mai esistiti. Dipinse miriadi di immagini raffiguranti la Vergine e altri personaggi religiosi, ironizzò più volte sulla Chiesa. Si convertì al cristianesimo negli ultimi anni di vita.

    • Il Vasari, celebre studioso dell’arte, riferì che la conversione portò Leonardo ad un ripensamento critico della sua opera di artista, pentendosi di non aver dedicato più tempo e creatività al tema del sacro. E riporta: «Divenuto vecchio, Leonardo stette molti mesi ammalato; e vedendosi vicino alla morte, disputando de le cose cattoliche, ritornando nella via buona, si ridusse a la fede cristiana con molti pianti. Laonde confesso e contrito, se bene e’ non poteva reggersi in piedi, volse devotamente pigliare il Santissimo Sacramento fuor de ‘l letto».
      (Vasari, 
      “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori”, IV° Parte, 1550)



Coordin.
00venerdì 12 aprile 2013 09:07
"Senza la religione l’umanità si troverebbe oggi ancora allo stato di barbarie.
E’ stata la religione che ha permesso all’umanità di progredire in tutti i campi."
Albert Einstein
Credente
00lunedì 22 aprile 2013 08:58
“Chi non riesce più a provare stupore e meraviglia è già come morto e i suoi occhi sono incapaci di vedere”.“La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero. Sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza. L’uomo per il quale non è più familiare il senso del mistero, che ha perso la facoltà di meravigliarsi davanti alla creazione, è come un uomo morto, o almeno cieco.”

Albert Einstein
Credente
00mercoledì 15 maggio 2013 15:51
 «Tutta la mia argomentazione tende nella direzione di un Creatore, anche se lo scopo dei miei studi sul posto dell’uomo nell’universo è stato puramente scientifico, non religioso», 



 così diceva Alfred Russel Wallace. Forse però, se lui avesse inviato il suo lavoro ad una rivista scientifica al posto che a Charles Darwin, oggi forse molti sarebbero più restii ad usare la teoria dell’evoluzione come clava contro le persone di fede religiosa.
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00venerdì 8 novembre 2013 20:25
Non tutti sanno che

"L'universo è regolato con estrema precisione. [...] Il Big-Bang originale doveva possedere una certa densità, le stelle produrre carbone; la terra, trovarsi a una certa distanza dal sole; l'atmosfera, avere una buona composizione. Era necessario tutto questo perchè comparisse la vita. Erano possibili migliaia di altre combinazioni. I fisici le ricreano in laboratorio, ma nessuna ha originato la vita. Questo concorso di circostanze è troppo straordinario perchè il caso ne sia il solo responsabile. Ecco perchè sono certo che c'e un Creatore".

(Trinh Xuan Thuan, astrofisico americano di origine vietnamita, in Rene Laurentin, Dio esiste ecco le prove, Piemme, Casale Mon.to (AL) 1997, p. 70).

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00venerdì 21 marzo 2014 19:11

Carl Friedrich Gauss , matematico
Quanto al pensiero filosofico e religioso di Gauss, è possibile ricostruirlo soprattutto grazie alla biografia di Wolfgang Sartorius von Waltershausen, direttore del museo di mineralogia e paleontologia dell’università di Gottinga e grande amico di Gauss. Scrive il Sartorius, in un testo stampato a Lipsia nel 1856: “La idea inconcussa di una vita personale dopo la morte, la ferma fede in un Ordine ultimo, in un Dio eterno, giusto, onnipotente, onnisciente furono le basi della sua vita religiosa, in perfetta armonia con le sue ricerche scientifiche”.

Riporta anche alcuni pensieri espressi dal grande matematico: «c’è in questo mondo una gioia della mente che trova soddisfazione nella scienza, e una gioia del cuore che si esprime soprattutto negli sforzi dell’uomo per illuminare le preoccupazioni e i pesi l’uno dell’altro. Ma se il piano dell’Essere Supremo è quello di creare esseri su pianeti diversi e assegnare per loro godimento ottanta o novant’anni di esistenza, sarebbe in verità un piano crudele. Se l’anima vive 80 anni o 80 milioni di anni e poi deve un certo giorno perire, allora questa durata della vita è una mera dilazione del patibolo. Non conterebbe nulla. Uno è perciò portato alla conclusione che in aggiunta a questo mondo materiale ne esiste ancora un altro, puramente spirituale…». “Questa convinzione divina –chiosa Sartorius- fu cibo e bevanda per il suo spirito fino a quella mezzanotte silenziosa in cui  i suoi occhi si chiusero. ..”.

Sappiamo infatti che Gauss vedeva nella matematica un tentativo di leggere nel piano divino della Creazione, ma sapeva molto bene, d’altro canto, quali fossero i limiti del sapere umano. Narra sempre il Sartorius che in un’occasione lo sentì affermare: “è lo stesso per me se Saturno ha 5 o 7 lune. C’è qualcosa di più alto nel mondo”. Un altro biografo, il Dunnigton, riporta un’altra frase di Gauss: «Ci sono domande le cui risposte io porrei ad un valore infinitamente più alto che quello della matematica, per esempio quelle riguardanti l’etica, o il nostro rapporto con Dio, il nostro destino ed il nostro futuro; ma la loro soluzione resta irraggiungibile sopra di noi, fuori dall’area di competenza della scienza». Per questo leggeva, ogni sera, il Vangelo.

Altre notizie importanti sul credo di Gauss le troviamo nel suo epistolario con un caro ed intimo amico ungherese, il matematico Volfang Bolyai. Una lettera di Gauss, datata 3 dicembre 1802, si chiude così: «Ora mio caro, addio! Possa questo sogno che si chiama vita esserti soave, preludio alla vita vera nella propria patria nostra, dove i ceppi del corpo greve, le barriere dello spazio, i flagelli dei dolori terreni, il languore delle nostre misere e trepide brame non angustiano più lo spirito ridesto. Coraggio, e senza brontolii portiamo sino alla fine il nostro fardello; ma non perdiamo mai di vista la meta più alta. E, quando suona la nostra ora, rallegriamoci di deporre il carico e di vedere cadere il denso velame”. 

Quando Bolyai annuncia all’amico la nascita di un figlio, questi, dimostrando ancora una volta di possedere una visione religiosa dell’esistenza, dichiara: «Tu hai ora in mano i primi anelli della catena del destino di una esistenza eterna che si prolunga all’infinito. Grave e seria, ma dolce vocazione!».


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00venerdì 31 ottobre 2014 14:33
Albert Einstein

«Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di unsuperiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio» 

(A. Einstein, citato in Isaacson, 
“Einstein: His Life and Universe”, Simon e Schuster, pag. 27).
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00domenica 9 novembre 2014 21:17

Nobel per chimica Ciechanover:
«Dio dovrà sempre aprire le sue braccia su di noi»


Uno degli scienziati-medici viventi di maggior talento è sicuramente Aaron J. Ciechanover. Classe 1947, biologo israeliano, è premio Nobel per la chimica nel 2004 per aver scoperto come le proteine vengono smaltite dal nostro corpo. Ha dedicato la sua vita alla scienza e oggi insegna all’Israel Institute of Technology. L’Osservatore Romano lo ha intervistato e lui nelle varie risposte ha detto: «Occorre avere un approccio più “umanistico” alla scienza e comprendere più a fondo anche la nostra storia e la nostra cultura. Voi italiani ad esempio vivete in un Paese che ha una forte inclinazione religiosa, e io che vivo in Israele comprendo bene questo approccio. Io stesso sono un membro della Pontificia Accademia delle Scienze, vado spesso in Vaticano, capisco benissimo perché il Papa abbia fondato un consesso del genere, in cosa sia impegnato. Non possiamo spazzare via tutto l’uomo e dire: quelle che affronta la scienza sono questioni meramente logiche, Dio o concetti simili non c’entrano nulla. Anche se tu non sei personalmente un credente non puoi non capire il fatto che altri credono, non puoi entrare in questo negozio di porcellane cinesi senza alcuna attenzione e farle a pezzi. Io credo che il progresso della scienza debba assolutamente andare di pari passo con la crescita dell’umanità». L’intervistatore poi gli chiede un parere sul rapporto fra scienza e fede. Il Nobel risponde: «Io non penso che possiamo battere Dio, perché non sappiamo esattamente chi sia. Dio sarà sempre al di sopra di noi. Come dice un mio collega, David Gross, premio Nobel per la fisica, i segreti rimarranno con noi molto a lungo, man mano che il nostro progresso si spingerà più a fondo saranno sempre di più. Anche vivendo più a lungo non troveremmo mai soddisfazione. Così penso che in questo senso Dio dovrà pur sempre aprire le sue braccia su di noi».
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00giovedì 12 marzo 2015 14:04

La lettera di Albert Einstein:
«la scienza conduce ad uno spirito
immensamente superiore»

Einstein letteraSu alcuni siti web è stata ripresa una lettera del grande fisico Albert Einstein su Dio, indirizzata ad una giovane studentessa. Questa ragazza, di nome Phyllis, scrisse il 19 gennaio 1936 al già famoso scienziato riportandogli una domanda sorta nella sua classe: “Gli scienziati pregano? E cosa o chi pregano?”

All’epoca erano pochi i personaggi che potevano rappresentare dignitosamente quell’intera elitè di personaggi riconducibili al nome “scienziato”, e certamente Einstein era tra questi. La semplicità e la natura della lettera avrebbero potuto scocciare o irritare uno scienziato di tal fama, ma ciò che più sorprende è proprio la stessa semplicità e la rapidità con cui il fisico rispose alla piccola studentessa, lettera che riporta la data del 24 gennaio 1936.

Lo scienziato non perde tempo e chiarisce subito un dato: «gli scienziati credono, danno per scontato che ci siano delle leggi di natura a cui ogni cosa, ogni evento, e così anche ogni uomo devono sottostare. Uno scienziato, quindi, non tenderà a credere che il corso degli eventi possa vedersi influenzato dalla preghiera, ovvero dalla manifestazione soprannaturale di un desiderio». Ma, Einstein non si ferma e aggiunge un “however”, un “tuttavia”. Aggiunge un altro tassellino al ragionamento precedente: «Ad ogni modo, dobbiamo ammettere che la nostra conoscenza reale di queste forze è imperfetta, per cui, alla fine, credere nell’esistenza di uno spirito ultimo e definitivo dipende da una specie di fede. È una credenza generalizzata anche di fronte ai successi attuali della scienza». Questo è sicuramente un punto fondamentale: la scienza di per sé non annulla “una specie di fede”, anzi la provoca essa stessa nelle sue falle e debolezze. Tuttavia, sembra lasciar intendere anche una contraddizione tra questa “credenza generalizzata” e i successi scientifici.

Ma la lettera non è ancora finita e Einstein pare affrontare proprio ora il succo del discorso, dando un giudizio molto più personale: «Allo stesso tempo, chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno spirito immensamente superiore a quello dell’uomo. In questo modo la ricerca scientifica conduce a un sentimento religioso di tipo speciale che è davvero assai differente dalla religiosità di qualcuno piuttosto ingenuo. Cordiali saluti, A. Einstein». Solamente chi è seriamente “impastato”, chi è davvero implicato nel ricercare la scienza diventa convinto di questo, è portato ad avere degli speciali sentimenti religiosi, cioè una particolare fede, che si distacca da quella comune, e che perciò contraddistinguerà l’uomo di scienza dalla massa.

A parte questa forma di elitarismo, è utile ricordare che per noi cristiani tutto ciò forse è abbastanza scontato, ma il fatto che un personaggio di tal statura intellettuale, lontano dalla fede cristiana, abbia scorto, anche se da lontano, più d’una sfaccettatura di quella virtù che noi chiamiamo Fede, ebbene non fa che confermare la verità “cattolica” (universale) della Rivelazione cristiana. In un’altra brevissima lettera, battuta all’asta il 15 febbraio 2015 negli Stati Uniti e scritta in italiano al collega Giovanni Giorgi, Einsteinafferma«Dio ha creato il mondo con più eleganza e intelligenza», e dopo aver fatto riferimento ad alcuni esperimenti conclude:«Non dubito della validità della teoria della relatività».

Inseriamo pure queste piccole lettere alle prove della religiosità di Einstein, ma soprattutto constatiamo come la nostra Fede, che viene suscitata e arricchita da Dio, venga avvistata e intravista anche da questi grandi geni che, seppur senza arrivare all’esperienza cristiana, confermano la necessità razionale di Dio.


Credente
00lunedì 18 maggio 2015 15:21
"L'universo è regolato con estrema precisione. [...] Il Big-Bang originale doveva possedere una certa densità, le stelle produrre carbone; la terra, trovarsi a una certa distanza dal sole; l'atmosfera, avere una buona composizione. Era necessario tutto questo perchè comparisse la vita. Erano possibili migliaia di altre combinazioni. I fisici le ricreano in laboratorio, ma nessuna ha originato la vita. Questo concorso di circostanze è troppo straordinario perchè il caso ne sia il solo responsabile. Ecco perchè sono certo che c'e un Creatore".

(Trinh Xuan Thuan, astrofisico americano di origine vietnamita)

Credente
00mercoledì 10 giugno 2015 23:31

"La scienza moderna è nata grazie ad alcune circostanze favorevoli dovute in buona parte al cristianesimo, che porta a vedere il mondo come l'opera razionale di un Creatore infinitamente sapiente e l'uomo come creatura fatta a immagine di Dio, con una intelligenza capace di penetrare nell'ordine impresso da Dio nel mondo. Questa scienza si è sviluppata grazie al lavoro e alle convinzioni di scienziati profondamente cristiani. La scienza e la fede sono alleate, non nemiche. E la fede cristiana offre aiuti più validi per evitare un materialismo che niente ha da spartire con la scienza, affinchè la scienza possa contribuire alla soluzione dei gravi problemi che oggi l'umanità deve affrontare".

(Sir John Eccles, Premio Nobel per la Medicina, in Mariano Artigas, Le frontiere dell'evoluzionismo, Ares, Milano 1993, p. 231 ).
Credente
00venerdì 11 settembre 2015 17:00




"Nelle leggi della natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante. Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell'esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere". 



(Albert Einstein, Religione e scienza, 1930)


 







Credente
00domenica 8 novembre 2015 18:01
Paul Davies (scienziato) :

1) Ogni cosa ha una causa;

2) quindi anche l’universo deve avere una causa;

3) tale causa non può essere parte dell’universo, perché il tutto non può essere causato da una sua parte;

4) quindi deve esistere una causa ultima (Dio) che non è soggetta alle limitazioni dei fatti contingenti, che sono caratteristici del mondo;

5) se ne deduce che Dio è necessario, non contingente.
Credente
00martedì 30 agosto 2016 19:12
Darwin: “
…171Perché, se le specie sono discendenti da altre specie attraverso graduazioni impercettibilmente sottili, non vediamo ovunque innumerevoli forme di transizione?… Invece quello che vediamo sono delle specie ben distinte… 280Allora, perché ogni formazione geologica non è piena di anelli intermedi? La geologia sicuramente non rivela nessuna di tali catene organiche finemente graduate; questa, forse, è la più ovvia e grave obiezione che si possa sollevare contro la mia teoria.”

“Sulle origini delle specie”, 1859, London:  John Murray, 1° edizione, pp. 171, 280.



Dott. Colin Patterson, Senior Paleontologo, Museo Britanico di Storia Naturale:
“Concordo pienamente con i Suoi commenti riguardo la mancanza di illustrazioni chiare di forme di transizione nel mio libro. Se fossi stato a conoscenza di una qualsiasi forma, fossile o vivente, li avrei sicuramente inclusi… Lo dico apertamente – non esiste alcun fossile per il quale uno possa difendere la posizione in maniera inattaccabile.” 

L.Sunderland, Darwin’s Enigma, Master Books, Arkansas, USA, pp. 101–102, 1998
Credente
00sabato 9 settembre 2017 17:36

Credente
00giovedì 7 giugno 2018 18:44
il fisico Jonathan I. Lunine, docente alla Cornell University dove è anche direttore del Center for Radiophysics and Space Research. Lunine è un’autorità internazionale sui pianeti abitabili extraterrestri ed è membro delle principali società scientifiche, convertitosi al cattolicesimo nel 2007 grazie, come ha dichiarato, 

«alla profondità del pensiero cattolico sulle più profonde questioni che noi umani ci possiamo porre, ma sopratutto l’aver conosciuto i fratelli ed i padri gesuiti dell’Osservatorio Vaticano, il cui impegno di vita tra fede e scienza mi commuove ogni volta che ci penso. La scienza crea un’altra via attraverso cui provare gratitudine verso il Creatore».
Credente
00mercoledì 9 settembre 2020 10:08

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