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PERSECUZIONI CONTRO I CREDENTI IN CRISTO

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2023 12:13
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29/04/2013 20:10
 
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SOS KAZAKISTAN: ALLARME PER LA LIBERTA' RELIGIOSA NEGATA
La "Chiesa del silenzio" nel paese dell'ex blocco sovietico dove ancora vige la repressione nei confronti dei fedeli

GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO 29 APRILE 2013
Dai gulag di Stalin alle censure sui libri. In Kazakistan “la libertà religiosa non esiste”, denunciano le organizzazioni internazionali, mentre si intensificano gli episodi di persecuzione ai danni delle minoranze confessionali. I membri delle comunità religiose e i difensori dei diritti umani informano che nel paese non c’è libertà di fede.

L'ex repubblica sovietica è ricchissimo di risorse naturali (soprattutto petrolio) e anche l'Italia vi ha ingenti interessi economici nel settore energetico. Inoltre gli Stati Uniti hanno costruito negli ultimi anni enormi basi militari per rifornire di armi e materiale le proprie missioni in Afghanistan. Nelle biblioteche e nelle università kazache, tutti i volumi di letteratura religiosa, importati o stampati nel paese, devono essere sottoposti al controllo di ispettori statali, testimonia AsiaNews.

Nei giorni scorsi, l'Agenzia per gli affari religiosi (Ara) ha effettuato una verifica sui molti volumi della Biblioteca nazionale di Almaty. L'ispezione, definita "normale" dal direttore Gulisa Balabekova, rientra all'interno dei controlli obbligatori previsti dal nuovo Codice penale.Pochi giorni fa, il presidente Nursultan Nazerbayev ha dichiarato che nel Paese "la libertà religiosa è garantita", ma dall'inizio del 2013 gli episodi di persecuzione ai danni delle minoranze si sono intensificati. Il nuovo Codice Penale, proposto all'inizio dell'anno, ha infatti irrigidito le limitazioni ai danni dei gruppi confessionali, introducendo ferrei controlli sul possesso di libri religiosi e proibendo la discussione in pubblico della propria fede. Sergei Duvanov, giornalista indipendente kazako, riporta a Forum18 che in Kazakhstan è diventato rischioso anche promuovere l'ateismo. Lo testimonia il caso recente di un uomo arrestato nell'est del Paese per aver incitato al disprezzo delle religioni.

Tuttavia, le minoranze più esposte alle politiche adottate dal governo rimangono i gruppi islamici, i membri della comunità battista e i Testimoni di Geova; questi ultimi vittima di numerose sanzioni dall'inizio del 2013, puntualizza l'agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere.Lo stesso giornalista ha poi concluso affermando che "in Kazakhstan, la gente non è libera di predicare o promuovere la propria fede; la libertà di parola non si estende alla sfera religiosa". Guidato dal 1989 dal presidente Nursultan Nazarbayev (confermato con il 95% dei voti, nell’aprile 2011) negli anni immediatamente successivi al crollo dell'Unione Sovietica, il Paese è stato da più parti considerato un modello da seguire sia per il percorso intrapreso verso la democrazia che per il livello raggiunto nel rispetto dei diritti umani e del pluralismo religioso.

Come documenta il rapporto Acs sulla libertà religiosa, negli ultimi anni, è però aumentata la volontà del governo di rafforzare il controllo statale su tutte le attività religiose e un passo in questa direzione è stata l’approvazione di due nuove leggi contenenti pesanti restrizioni legali alla libertà di religione. Varate il 13 ottobre 2011 per volere di Nazarbayev, esse mirano alla nazionalizzazione delle comunità religiose, seguendo il modello di controllo utilizzato in Cina. Considerate parte della tradizione, solo la Chiesa ortodossa russa e la comunità islamica kazaka, sono escluse da queste restrizioni; per sopravvivere a livello nazionale ed evitare sanzioni, le realtà non autoctone devono dimostrare di avere almeno 5mila membri. «Le nuove leggi sulla registrazione e il controllo delle comunità religiose mettono a rischio la Chiesa cattolica; si prevedono, infatti, restrizioni sui visti dei leader religiosi stranieri, quando circa il 50% dei sacerdoti e dei vescovi cattolici, proviene da altri Paesi», ha dichiarato don Edoardo Canetta, missionario italiano e professore universitario, da 11 anni in Kazakistan.

L’applicazione delle nuove leggi sulla libertà religiosa hanno cancellato 579 comunità protestanti, sette islamiche, gruppi e comunità di fede, con meno di 50 persone registrate; secondo il Kairat Lama Sharif, responsabile per gli affari religiosi, dal 21 ottobre, data di entrata in vigore del provvedimento, il numero delle realtà religiose è sceso del 13%. Molte comunità protestanti, fra cui i cristiani battisti e gli Avventisti del settimo giorno, saranno costrette a celebrare le proprie funzioni in abitazioni private e sotto lo stretto controllo delle autorità. Il Governo ha inviato una lettera a tutte le comunità, invitandole ad adeguarsi alle nuove normative oppure a fermare subito le propria attività. Le autorità hanno concesso un anno per raggiungere il limite di fedeli necessario per la registrazione, ma, nei 12 mesi, nessuna realtà con un numero di fedeli inferiore a 50, potrà celebrare funzioni pubbliche, anche se in regola con le leggi precedenti.

vatican insider
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Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
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