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"GLI ANELLI MANCANTI" sono stati TROVATI?

Ultimo Aggiornamento: 09/06/2018 14:39
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09/06/2018 14:39
 
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Nei libri di testo e nei musei i cosiddetti antenati dell'uomo sono spesso rappresentati con colore della pelle, villosità e lineamenti caratteristici. In genere queste riproduzioni presentano gli "antenati" più remoti con tratti scimmieschi e quelli ritenuti più vicini all'uomo con colore della pelle, villosità e lineamenti più umani.
Domanda:
Gli scienziati possono ricostruire in modo attendibile questi tratti basandosi sui fossili rinvenuti?
Risposta:
No. Nel 2003 Carl Stephan, esperto di medicina legale presso il Dipartimento di Scienze Anatomiche dell'Università di Adelaide, in Australia, ha scritto: "I volti dei primi antenati umani non possono essere oggettivamente ricostruiti o verificati". E ha aggiunto che i tentativi di farlo partendo dalle moderne scimmie antropomorfe "con tutta probabilità sono fortemente condizionati da idee preconcette, grossolanamente inaccurati e inattendibili".
La sua conclusione? "È verosimile che qualsiasi 'ricostruzione' del volto dei primi ominidi sia fuorviante"

Sono frutto dell'immaginazione
Se gli antenati dell'uomo non assomigliavano alle scimmie, come mai le pubblicazioni scientifiche e i musei di tutto il mondo sono pieni di ricostruzioni e riproduzioni di uomini scimmieschi? Su cosa si basano? Il libro The Biology of Race (La biologia della razza) risponde: "In queste ricostruzioni i tessuti muscolari e il pelo sono necessariamente frutto dell'immaginazione". E aggiunge: "Il colore della pelle; il colore, la conformazione e la distribuzione del pelo; i lineamenti; l'aspetto facciale: circa questi caratteri, per quanto riguarda gli uomini preistorici, non sappiamo assolutamente nulla".
Anche Science Digest afferma: "La stragrande maggioranza delle concezioni degli artisti si basa più sull'immaginazione che sull'evidenza. . . . Gli artisti devono creare qualcosa che sia una via di mezzo fra la scimmia e l'uomo; più il reperto è considerato antico, più scimmiesco è l'aspetto che gli attribuiscono". Donald Johanson, ricercatore di fossili, ammette: "Nessuno può essere sicuro su come esattamente si presentasse un ominide estinto".
Come riferì New Scientist, non ci sono "sufficienti testimonianze fossili per far uscire le nostre teorie dal mondo della fantasia".
Perciò, come ammette un evoluzionista, le rappresentazioni degli "uomini-scimmia" sono "per lo più pura fantasia . . . inventati di sana pianta".
Nel libro Man, God and Magic (Uomo, Dio e magia) Ivar Lissner pertanto osserva: "Come stiamo lentamente imparando che gli uomini primitivi non sono necessariamente selvaggi, dobbiamo anche capire che i primi uomini dell'Epoca Glaciale non erano né bestie brutali né mezze scimmie né cretini. Donde l'ineffabile stupidità di tutti i tentativi di ricostruire l'uomo di Neanderthal o anche quello di Pechino".

L'Australopithecus
Ulteriori ricerche hanno rivelato che il suo cranio "si differenzia da quello dell'uomo per altri motivi, oltre al minor volume cerebrale".
L'anatomista Zuckerman scrisse: "Se lo si confronta con crani umani e di scimmia, il cranio delle australopitecine risulta essere inconfondibilmente scimmiesco, non umano. Sostenere il contrario equivarrebbe a dire che il nero sia bianco".
Disse pure: "Le nostre scoperte non lasciano praticamente dubbi sul fatto che l'Australopithecus non assomiglia all'Homo sapiens ma alle attuali scimmie, antropomorfe e no".
Anche Donald Johanson dice: "Gli australopitecini non erano uomini".
Similmente Richard Leakey ritiene "improbabile che i nostri diretti antenati discendano da queste [le australopitecine]".
Se qualcuna delle australopitecine fosse trovata in vita oggi, verrebbe messa in uno zoo con le altre scimmie. Nessuno la chiamerebbe "uomo-scimmia".
Lo stesso può dirsi per gli altri "cugini" fossili che le assomigliano, come l'australopitecina di tipo più piccolo chiamata "Lucy".
Riguardo ad essa Robert Jastrow dice: "Il cervello dell'australopiteco non era grande in assoluto — solo un terzo del cervello umano".
È ovvio che anche questa creatura era semplicemente una "scimmia". Infatti New Scientist afferma che il cranio di "Lucy" era "molto simile a quello di uno scimpanzé".
Un altro tipo fossile è chiamato Homo erectus, uomo a stazione eretta. Le dimensioni e la conformazione del suo cervello rientrano in effetti nei limiti inferiori di quelle dell'uomo moderno.
Inoltre l'Encyclopædia Britannica osserva che "le ossa degli arti finora rinvenute non si distinguono da quelle dell'H[omo] sapiens".
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Alla luce delle prove esistenti è assolutamente ragionevole, addirittura scientifico, credere che siamo il risultato di un progetto intelligente. In ultima analisi è l'evoluzione, non la creazione, a richiedere una grossa dose di fede cieca e a pretendere che si creda nei miracoli senza nessuno che li faccia
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