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SINTESI DEL CAMMINO SPIRITUALE (di s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2011 19:58
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01/04/2011 19:56
 
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LA NOTTE PASSIVA


6) La notte passiva dei sensi.


Quando Dio vede che l'anima ha fatto tutto il suo possibile per purificarsi da ogni attaccamento affettivo ai beni creati e per cercare solo Dio in pura fede, allora Lui stesso si muove per purificarla: toglie all'anima ogni consolazione sia naturale che soprannaturale, immergendola nella aridità più profonda per tutto ciò che Lo riguarda.(Mt.4,1)


In genere l'aridità si manifesta nel modo seguente:

- prima l'anima pregava con fervore e con facilità; ora invece è incapace di formulare affetti e sentimenti per Dio.

- prima godeva nel pensare alle grazie ricevute dal Signore; ora si vede povera e peccatrice e degna solo di disprezzo.

- prima gioiva per il bene che riusciva a compiere o per le opere di carità; ora si sente inutile, fiacca e priva di entusiasmo.(Cant.3,1-2)

Questa situazione interiore può essere generata o direttamente da Dio nell'anima o da avvenimenti dolorosi che portano a sradicarsi dai vani attaccamenti.(Deut.1,19) "Dio si comporta con l'anima come una madre amorosa col suo tenero figlio, che dapprima porta sulle sue braccia e ricopre di carezze, ma poi man mano che cresce, lo depone dalle braccia e lo fa camminare con le proprie gambe, affinché egli, perdendo i difetti di un bambino, si dia a cose più sostanziali". (Eb.5,14)

Tuttavia a volte le aridità possono essere determinate dai peccati veniali e da vizi o imperfezioni; seguono i criteri per distinguere se l'aridità dipende dalla volontà di Dio:

a) L'anima che non trova gusto nelle cose spirituali non riesce a trovarne neppure in quelle materiali e sensibili.

b) L'anima non trovando gusto nelle cose spirituali pensa di non essere gradita al Signore e di non servirlo come conviene (nel caso fosse tiepidezza non si avrebbe tale preoccupazione); inoltre l'anima sente l'inclinazione a rimanere sola e quieta e una forza interiore derivante da un principio di arida contemplazione.(Ger.15,16-17)

Dapprima l'esperienza dell'aridità è dolorosa, (e alcuni tornano indietro verso le consolazioni derivanti dalle creature), poi, se accettata volontariamente come e perchè Dio la vuole, allora diventa fonte di nuova forza e luce interiore.(Lu.13,24)

Dall'aridità o vuoto della notte del senso, l'anima ricava l'umiltà di spirito in quanto vedendosi tanto arida e misera non pensa più di essere migliore degli altri ma anzi peggiore e questo corregge la superbia spirituale. Di qui nasce l'amore del prossimo perchè lo stima senza giudicarlo come faceva in passato quando vedeva sè piena di fervore e gli altri no.(1Cor.10,12)

Nell'aridità le anime diventano sottomesse e obbedienti nel cammino spirituale e si correggono dall'avarizia spirituale in quanto non trovano gusti in nessun esercizio devoto a cui si applicano con moderazione per il disgusto che vi provano volendo il Signore che le anime imparino a fare ogni cosa solo per amore (Cant.8,5). Vengono inoltre riformati i vizi della lussuria e della gola spirituale che derivavano appunto dai gusti che ora vengono estinti insieme a tutti gli altri gusti di cose materiali.

Anche gli ultimi tre vizi, ira invidia e accidia vengono vinti attraverso le tentazioni e i travagli dell'aridità in cui l'anima diventa mite con sè stessa e col prossimo.(Mar.16,9)


Se l'aridità resta nonostante la determinazione dell'anima ad accettarla volentieri secondo la volontà di Dio, a poco a poco, Egli la introdurrà in un nuovo e più perfetto rapporto con Lui:


7) quello della contemplazione passiva.

Mentre la contemplazione attiva era raggiungibile da chiunque con la propria diligenza e non era accompagnata da aridità, la contemplazione passiva invece è operata da Dio stesso senza che l'anima possa far niente per provocarla e nasce e cresce nell'aridità interiore; vi sono tre segni che permettono di distinguere se l'anima è condotta da Dio a questa nuova esperienza:

a) l'anima deve accorgersi di non riuscire più a meditare.

b) Pur non potendo meditare non sente il desiderio di pensare o gustare altre cose in particolare.

c) L'anima gode di rimanere nell'attenzione amorosa e generale di Dio, in pace interiore, senza considerare nulla in particolare nè passare col pensiero da una cosa all'altra.

In tale stato i sensi restano immersi nell'aridità mentre lo spirito, che inizialmente non distingue ancora quello che le accade, poco a poco si andrà abituando alla sospensione della meditazione e si troverà immersa in questa amorosa e pacifica avvertenza di Dio senza sforzo da parte sua; l'anima dovrà anzi evitare di far qualcosa come meditare, ragionare, e così via perchè disturberebbe l'opera che Dio va compiendo in lei.(Cant.8,14)


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