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SINTESI DEL CAMMINO SPIRITUALE (di s.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2011 19:58
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01/04/2011 19:54
 
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4) La contemplazione attiva

Chi si è esercitato nella meditazione e giunge facilmente a quella "attenzione amorosa verso Gesù" (che è il frutto di tutto il lavoro meditativo), potrà sperimentare un’improvvisa difficoltà a meditare e contemporaneamente, provare un nuovo gusto spirituale nell'intrattenersi con Gesù in quella "conoscenza confusa, amorosa, pacifica e quieta in cui beve sapienza, amore e diletto".(Cant.6,3)

Prima, per giungere a questo doveva faticare con il lavoro della meditazione; ora invece, con la propria costanza e diligenza, sostenuto dalla Grazia, può arrivare a gustare questo tipo di orazione che vien detta "contemplazione attiva".(Rom.8,37)


5) Purificazione attiva dello spirito.

L'anima ha tre facoltà: l'intelletto, la memoria e la volontà

Siccome" è impossibile che l'intelletto possa comprendere Dio per mezzo delle creature, sia celesti sia terrene: né l'intelletto con i suoi concetti può conoscere cosa simile a Dio, nè la volontà provare qualche gusto o diletto somiglianti a quelli che sono in Lui, nè la memoria collocare nella fantasia notizie e immagini capaci di rappresentarlo" - 2S.8,5-(1Cor.2,9), occorrerà purificare le tre facoltà dell'anima esercitandole con le tre virtù teologali: (1Cor.13,13)

a) ridurre l'intelletto a conoscere Dio unicamente attraverso le verità di Fede che lo manifestano come Egli è veramente senza l'ausilio di nessuna considerazione.

Appoggiarsi alla fede senza attaccarsi a ciò che si comprende, gusta, sente e immagina. Ecco quali sono le apprensioni soprannaturali che riguardano l'intelletto e che si possono manifestare ai 5 sensi corporei: (Gv.4,17)(Giosuè 10,22-27)


VISTA: figure e persone defunte, o santi, angeli, luci, splendori.

UDITO: parole, suoni, talvolta provenienti dalle figure viste.

ODORATO: odori soavi .

GUSTO: sapori piacevoli.

TATTO: diletti nel corpo come se tutte le midolla esultino e nuotino nel piacere.


Sebbene possano essere opera divina per invitare l'anima a seguire il cammino spirituale, non ci si dovrà mai ritenere sicuri ad ammetterli soprattutto trattandosi di apprensioni che cadono nei sensi e quindi maggiormente soggetti al pericolo d'inganno; si rischia di abbandonare la pura fede e l'umiltà (2Cor.11,14)


Ci si può attaccare a tali manifestazioni nutrendo per esse spirito di proprietà. Occorre rigettare con decisione tutti questi fenomeni da qualunque parte provengano; se provengono da Dio esse lasceranno i benefici che Dio si propone di arrecare alle anime, indipendentemente dalla loro volontà e così facendo non rischieranno di incorrere in errore. Gli stessi accorgimenti valgono tanto per i fenomeni che interessano i sensi esterni del corpo che quelli interni come possono essere ad esempio le visioni immaginarie, le locuzioni interiori, le profezie ecc., che qualche volta, come troviamo nella Scrittura (Giona 4,1-2)(Ez.22,28), possono essere male interpretate pur provenendo da Dio, producendo disistima delle cose divine, diminuzione di fede, penose disillusioni; tutte cose che non accadrebbero se si rimane umilmente distaccati da ogni tipo di fenomeno soprannaturale.

Se qualche volta il Signore sembra accondiscendere alle nostre aspettative che vi siano queste manifestazioni, lo fa per venire incontro alla nostra debolezza e talvolta non senza sdegnarsi come risulta dalla Scrittura ( 1 RE 28,15 - NUM.22,32).

In Cristo, il Padre ci ha manifestato ogni cosa e chiunque cercasse alcunché‚ al di fuori di Lui non lo farebbe senza colpa; e se nell'antica alleanza era possibile ricercare per le vie soprannaturali la volontà di Dio, ora questo non è più opportuno; tuttavia qualora si presentasse qualche evento straordinario è necessario parlarne col proprio direttore spirituale che avrà cura di sbarazzare l'anima da ogni inutile apprensione dirigendola per le vie della pura fede e dell'umiltà.(Mt.7,22)


b) ridurre la memoria a desiderare Dio unicamente attraverso la virtù della Speranza (Col.1,23) svuotandosi di ogni particolare ricordo di ciò che può aver visto, udito, odorato, toccato, gustato, in quanto nelle cose di Dio ciò che è naturale, più che aiutare ostacola; s’imprime necessariamente qualche affezione di gioia, di dolore o di timore, di odio o di futile speranza o di vanagloria, le quali sono a volte veri peccati veniali; inoltre generano sottilmente nell'anima grave impurità anche se i pensieri hanno per oggetto Dio. Per questo l'anima dovrà aver cura di oscurare la memoria circa tutte le cose mantenendola pura e vuota a tutto (Fil.3,10-14) per permettere di entrare solo a Colui che entra anche a porte chiuse quando vuole.(1Cor.7,30-32)


c) ridurre la volontà ad amare Dio unicamente attraverso la virtù della carità: amandolo presente in noi e nei fratelli con lo stesso amore con cui Egli ci ha amato per primo, non per i vantaggi che ce ne derivano ma perchè Egli è Dio e merita il nostro amore; accettando infine di fare sempre la Sua volontà.

La volontà non deve gioire, se non di ciò che è a onore e gloria di Dio, restando distaccati da tutti i beni temporali (ricchezze, case, campi, figli), naturali (bellezza, forza, intelligenza), sensuali, (piaceri, divertimenti), morali (grazia , virtù), spirituali ( immagini, icone, rosari ) e soprannaturali (carismi), che non abbiano come fine diretto la gloria di Dio.(Mt.19,29)

Rinunciando a tali gioie si ricava il vantaggio di ristabilirsi da dissipazioni e distrazioni e di fortificarsi nello spirito. (Luca 10,20)

Inoltre il Signore dona il centuplo quando si rinnega qualunque cosa per amor suo, ricordando comunque che il valore di qualsiasi rinuncia non dipende dalla quantità ma dall'amore di Dio e dal minor interesse di diletto, di conforto e di lode che si cerca per se stessi. (2Tim.1,3-5)


In questo esercizio di amore l'anima dovrà fare attenzione:

- a non fermare il proprio amore nelle creature che, cercheranno di catturare tutto o parte di quell'amore che dev'essere dato invece solo a Dio e alle creature solo in funzione di Dio.


- a non frenare la generosità, lo slancio, l'entusiasmo che sempre deve accompagnare ogni atto d'amore.

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Stretta è la porta e angusta la Via che conduce alla Vita (Mt 7,14)
 
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