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EVOLUZIONE E STRUTTURA NEL GENESI BIBLICO

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2021 17:56
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29/08/2010 14:09
 
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Cap. IV. - Il quarto giorno



Il racconto Mosaico è come segue:

Gen. I, 14: «Dio disse: Vi siano luminari nel firmamento del Cielo, per separare il giorno dalla notte, e divengano segni per le feste, per i giorni e per gli anni:

15: e divengano luminari nel firmamento del cielo, per fare luce sulla terra. E così avvenne.

16: Dio fece i due luminari maggiori: illuminare grande per il governo del giorno; e il luminare piccolo per il governo della notte, e le stelle».

Abbiamo già osservato che l'ordine Mosaico, nel quale la formazione del sole segue quella della terra, va d'accordo con le più recenti scoperte della scienza moderna. E' straordinario il fatto che Mosè abbia assegnato la formazione delle stelle allo stesso periodo.

Gli scienziati moderni sono ora praticamente d'accordo che il sole e le stelle furono formate da nebulose, e che la formazione impiegò milioni d'anni. La Teoria della Nebulosa, avanzata da Newton tre secoli fa, non è più una semplice teoria, ma è accettata praticamente da tutti gli astronomi, ed è basata sull'osservazione delle nebulose ancora in processo di condensazione. Un tempo, si potevano solo fare osservazioni durante le eclissi del sole, ma ora, per mezzo dello spettroeliografo, è possibile prendere fotografie in qualunque momento, e lo spettroelioscopio rende possibile l'osservazione del sole senza l'aiuto di fotografie.

Il risultato dell'osservazione moderna dimostra che il sole è un immenso globo di materia continuamente in combustione, e che il calore e l'energia che ne deriva, è milioni di volte maggiore di quella che si potrebbe ricavare da una uguale quantità del migliore carbone.

Fred Hoyle in The Nature of the Universe dice che, se il sole fosse composto di una miscela d'ossigeno e del migliore carbone, l'immensa massa sarebbe ridotta in cenere in appena due o tremila anni, all'attuale rata di consumo d'energia nel sole (pag. 29), mentre si calcola che la presente provvista di materiale combustibile nel sole continuerà a dare luce ed energia alla rata attuale per 10.000 milioni d'anni, e che dopo questo periodo, quando la vita sulla terra cesserebbe come conseguenza della combustione accelerata, il sole avrà ancora materia sufficiente per durare altri 40.000 milioni d'anni.

Gli astronomi non solo hanno potuto osservare che questo grande globo di gas incandescenti gira attorno al suo asse, ma hanno anche calcolato che la rivoluzione impiega 24 giorni all'equatore solare, e strano, 34 giorni ai poli. Che cos'è che fa girare questo grande globo a una velocità regolare e, allo stesso tempo, gli fa radiare luce e calore? Se si permettesse ai non iniziati di esprimere la loro opinione, essi probabilmente direbbero che la sorgente d'energia è dovuta ad una continua serie d'esplosioni atomiche che avvengono nel sole. Ma non è così. L'ordinato processo di rotazione ad una velocità regolare, l'emissione di luce e calore in quantità costanti, non è ottenuta col metodo violento di scissione degli atomi, ma da una combinazione. Papa Pio XII nel suo discorso all'Accademia Pontificia delle Scienze del 22 novembre 1951, riporta le più recenti scoperte della scienza in materia. Egli dice:

«Nel centro del nostro sole, secondo Bethe, e nel mezzo di una temperatura, che sale fino a 20 milioni di gradi, avviene una reazione a catena che ritorna su se stessa, nella quale quattro nuclei d'idrogeno si combinano a formare un nucleo di elio. L'energia così liberata va a compensare la perdita causata dalla radiazione del sole stesso».

Questa radiazione raffredda la superficie esterna del sole da venti milioni di gradi a circa 10.000. Se non fosse per questa coperta esterna intorno al sole, tutta la terra sarebbe vaporizzata in pochi minuti.

Questa attività dentro il sole è continuata su scala colossale per centinaia di milioni d'anni con assoluta precisione e regolarità. La sua superficie esterna è stata mantenuta ad una temperatura regolare conveniente agli abitanti della terra. Una regolare attività, su scala molto più colossale, è continuata nelle centinaia di milioni di stelle, per centinaia di milioni di anni. Tutto il materiale per gli innumerevoli milioni di stelle, sufficiente per migliaia di milioni d'anni, cominciò ad esistere quando furono pronunciate da Dio le parole: «Vi sia la luce».

Come sarebbe la nostra terra senza il sole? David Dietz in The Story of Science risponde a questa domanda come segue: «Se il sole si spegnesse, la terra piomberebbe nell'oscurità mitigata solo dalla debole luce delle stelle, perché la luna, naturalmente, risplende solo di luce riflessa del sole. In pochi giorni, la temperatura diminuirebbe in tal modo che ogni pianta e ogni vita animale morrebbe gelata. Non molto dopo, gli oceani diventerebbero duro ghiaccio, poco dopo l'atmosfera stessa gelerebbe, formando prima uno strato d'aria liquida sulla superficie della terra, e poi uno strato d'aria solida».

Tale dovette essere la condizione originaria della terra, o della materia di cui è fatta, supponendo che fosse stata creata prima delle nebulose.

Per quanto riguarda la luna, si può presumere che la sua materia sia stata creata allo stesso tempo di quella della terra, ma la sua formazione è assegnata allo stesso giorno di quella del sole, perché non poteva compiere la sua funzione di riflettere la luce del sole fino a che le nebulose, da cui si formò il sole, non si fossero sufficientemente condensate.


La scienza moderna e il caso di Galileo


La condanna di Galileo da parte della Congregazione della Sacra Commissione nel 1616 sotto il Papa Paolo V, e ancora nel 1633 sotto il Papa Urbano VIII, è stata usata, d'allora in poi, dai nemici della Chiesa Cattolica quale argomento contro l'infallibilità del Papa, e come prova che la Chiesa Cattolica è contraria al progresso della scienza. Come risultato di un continuo travisamento, la questione è, tutt'oggi, fraintesa, tanto dentro quanto fuori della Chiesa Cattolica. Per esempio, F. Hoyle in The Nature of the Universe, pubblicata nel 1953, scrive: «Il conflitto fra la teoria Copernicana e la Chiesa Cattolica è ben noto, specialmente la parte rappresentata da Galileo». F. Hoyle non ci dà nessuna spiegazione della parte rappresentata da Galileo; ma nella stessa pagina (pag. 14) continua a dare maggiori ragguagli circa i movimenti dei corpi celesti, oltre all'informazione data da Copernico. Egli nomina Kepler, il contemporaneo di Galileo, che dimostrò che i pianeti rotano non in forma di cerchi, ma d'elissi; nomina Newton, il quale spiegò in termini di gravitazione i particolari dei movimenti planetari, ma non attribuisce niente a Galileo.

Il fatto che la terra gira intorno al sole non fu scoperto o provato da Galileo. La teoria risale al tempo dell'astronomo greco Pitagora (640-546); probabilmente era conosciuta dai primi abitanti dell'America Centrale, i quali possedevano un accurato calendario solare, uguale a quello corretto dal Papa Gregorio il Grande. Può perfino risalire ai tempi di Adamo, poiché è possibile ch'egli avesse ricevuto una conoscenza dell'opera della creazione prima della caduta.

Comunque sia, il credito della scoperta nei tempi moderni dei movimenti della terra e dei pianeti intorno al sole, appartiene ad un sacerdote cattolico Polacco, chiamato Copernico, il quale pubblicò, nel 1543, un libro su questo argomento, intitolato: De Revolutionibus Orbium Caelestium. Il Cardinale Nicola di Cusa sostenne la medesima teoria, e nessuno di loro incontrò opposizione da parte della Santa Sede.

«Il punto di dibattito fra Galileo e la Santa Sede, non era la verità della teoria di Copernico, ma l'interpretazione del brano nel Capitolo X di Giosuè, il quale dice che «il sole e la luna si fermarono». Galileo non si contentava di affermare la verità della teoria Copernicana, ma dichiarava che il sole era immobile, e che perciò la Bibbia conteneva un errore. Questo è provato da una lettera scritta dal dotto Cardinale San Roberto Bellarmino che allora era membro della Congregazione del Santo Ufficio, a Foscarini, amico di Galileo. In questa lettera il Cardinale dichiara che «Non ci sarebbe nessuna obiezione da parte della Congregazione a presentare il sistema di Copernico, come la migliore spiegazione dei fenomeni celesti, purché non si facesse menzione dell'apparente conflitto con la Bibbia. «Nell'autentico testo della condanna, proprio le prime parole sono che la Congregazione dichiara eretica la dottrina di Galileo che il sole è immobile.

 

La scienza moderna dà ragione alla Congregazione


Dal tempo di Galileo un grande progresso è stato fatto in astronomia, dovuto al miglioramento del telescopio, che fu inventato al tempo di Galileo da un ottico Olandese, Lippershey, ed all'invenzione dello spettroscopio, dello spettroeliografo e dell'elioscopio. Con l'aiuto di questi strumenti è stato provato che il sole non è immobile, ma gira sul proprio asse.

Secondariamente è stato provato che c'è una continua attività in ogni parte del sole, la quale consiste nella trasformazione dell'idrogeno in elio. In terzo luogo, si è osservato che il tempo impiegato dal sole per girare intorno al proprio asse varia da 246 giorni nella sezione equatoriale, a 34 giorni ai poli.

Che cosa è che produce la grande differenza di velocità di rotazione tra la sezione centrale e i poli? Lasciamo agli astronomi la soluzione di questo problema. Comunque, una teoria possibile è che la diminuzione di velocità sia connessa con la diminuzione della quantità di energia generata in ciascuna sezione.

La sola sorgente di energia per il sistema solare si trova nel sole.

Il comportamento delle macchie solari, che appaiono e scompaiono sulla superficie del sole in un ciclo regolare, tende a confermare la teoria che la rotazione del sole sul proprio asse è causata dall'attività interna, e che la terra e i pianeti ne sono pure influenzati. Queste macchie solari sono immense aperture nella superficie del sole, che qualche volta raggiungono perfino una larghezza di 80.000 km., da cui scaturiscono dei gas, con un movimento spirale. Queste macchie solari esercitano un'influenza sulla terra causando temporali magnetici, e manifestazioni di aurore boreali. L'astronomo Hale dimostrò che le macchie solari sono calamite d'immensa potenza.

Applicando i fatti suesposti alla spiegazione del miracolo riferito nel Capitolo X di Giosuè, il quale dice che «il sole e la luna si fermarono» possiamo trarre le seguenti conclusioni:

1) E' certo che il sole non è immobile, come Galileo sostenne, poiché ha un movimento interno, un movimento intorno al proprio asse, e un movimento nello spazio.

2) E' possibile spiegare il prolungamento della luce del giorno con una sospensione dell'attività del sole, che causerebbe un arresto dell'intero sistema solare. Galileo, che non conosceva i diversi movimenti del sole, pensò che il solo modo di spiegare il miracolo del prolungamento della luce del giorno fosse di attribuirlo esclusivamente ad una cessazione della rotazione della terra. Questo richiederebbe indubbiamente l'esercizio della onnipotenza di Dio, ma ciò sembrerebbe interferire nell'ordine e nell'armonia del sistema solare. Dio avrebbe benissimo potuto esercitare la sua potenza sospendendo l'attività dell'intero sistema alla sua sorgente nel sole, come in qualsiasi punto particolare, e ciò sembrerebbe più degno di Lui, poiché fu Lui che con il Suo onnipotente "FIAT" mise in esistenza l'intero sistema, e fissò le leggi che lo governano.

Dovrebbe essere facile per i Cattolici del nostro tempo accettare questa soluzione della difficoltà, tanto più che essa rivendica la giustezza della decisione presa due volte dalla Congregazione del Santo Ufficio e approvata dai Papi del tempo. Si deve notare che la condanna di Galileo non fu mai ritirata. La questione dell'infallibilità del Papa non fu mai messa in discussione nel conflitto con Galileo, ma si tratta di sapere chi avesse ragione.

Il dotto S. Roberto Bellarmino che supponiamo fosse il consigliere principale della Congregazione, conosceva la teoria Copernicana tanto quanto Galileo, e perciò era consapevole dell'obiezione ch'essa sollevava contro la tradizionale interpretazione del Capitolo X di Giosuè, a cui la scienza dell'epoca non forniva nessuna soluzione; ma essendo un uomo di Dio sostenne la dottrina dell'infallibilità della Sacra Scrittura e preferì essere frainteso che cedere. Egli non fece altro che seguire la regola dettata da S. Agostino, che abbiamo citato: «Qualunque cosa gli scienziati affermino nei loro trattati, che sia contraria alla Sacra Scrittura, vale a dire alla fede cattolica, noi dobbiamo o provare nel miglior modo possibile che è falsa, o comunque, crederla tale senza la minima esitazione.

Anche ai nostri giorni è avvenuto un miracolo nel sole a Fatima. E' vero che è di natura differente da quella descritta in Giosuè, ma ci dovrebbe rendere più facile accettare l'affermazione in Giosuè che il sole si fermò. La Beata Vergine che con la potenza di Dio compì il miracolo lo annunciò in anticipo. Quando arrivò il momento prestabilito, Essa permise alle 70.000 persone radunate ed agli abitanti dei dintorni di vedere il sole roteare sul suo asse, e poi lo fece discendere in direzione verticale su di loro. Dopo il miracolo, la gente che aveva viaggiato sotto una pioggia torrenziale che aveva reso fradici i loro abiti, li trovò perfettamente asciutti.

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