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EVOLUZIONE E STRUTTURA NEL GENESI BIBLICO

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2021 17:56
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29/08/2010 14:07
 
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Cap. II - Il secondo giorno



Genesi, 1, 6: «Dio disse: vi sia un firmamento in mezzo alle acque: e separi le acque dalle acque».

7: «Dio fece il firmamento, e separò le acque che sono sotto il firmamento, dalle acque che sono sopra il firmamento.

8: Dio chiamò cielo il firmamento... Poi venne sera, poi venne mattina: un secondo giorno.

9: «Dio disse: Le acque che sono sotto il cielo, si ammassino in una sola massa, e appaia l'asciutto. E così avvenne.

10: «E Dio chiamò Terra l'asciutto e chiamò Mare la massa delle acque. E Dio vide che ciò era buono».

L'opera del secondo giorno fu quella di dividere in due parti tutta l'acqua che si trovava sulla nostra terra, sia negli oceani, laghi e fiumi, sia nelle nubi: la parte che rimase sulla terra, e la parte che salì e formò le nubi. Ci fu un'altra divisione nel terzo giorno: la divisione della terra in terraferma e acqua.

Questo racconto Biblico suppone che le acque, ora negli oceani, e le nubi fossero originariamente assieme sulla superficie della terra, prima che fosse fatta la divisione. Ciò accadrebbe solo se tutta l'acqua fosse in forma di vapore sospeso come un mantello sopra la terra.

Il racconto Biblico afferma: 1) che l'acqua era divisa; 2) che parte rimase sulla superficie della terra, e parte salì in forma di nubi; 3) che tutta la superficie della terra era coperta d'acque (il che richiedeva che a quel tempo non ci fossero montagne); 4) che il lavoro di divisione continuò fino al terzo giorno quando l'acqua fu riunita in mari e comparve la terraferma.

Ora questo racconto Mosaico, semplice quale sembra, è completamente dettagliato, e tutti i particolari sono pienamente confermati dalle scoperte della scienza moderna. E' straordinario che una descrizione così accurata della prima storia della nostra terra ci sia stata data da Mosè, ad un tempo quando la superficie della terra era esattamente come al giorno d'oggi, con le sue montagne ed i suoi oceani profondi. Tale descrizione non poteva essere stata congetturata a quell'epoca, e perfino al giorno d'oggi, sarebbe necessaria una profonda conoscenza della scienza moderna per fare una narrazione così esatta.


Ciò che la scienza moderna dice sulle condizioni originarie della terra


Abbiamo veduto che la teoria di Laplace, che la terra era una volta una massa infuocata lanciata fuori del sole, non gode più credito. L'altra teoria, che l'interno della terra è una massa di materia fusa che occasionalmente erutta, e che solo la crosta della terra si è condensata, è stata anche abbandonata. La scienza moderna è riuscita a trovare il modo di misurare il peso e la densità della nostra terra per mezzo delle leggi di Newton e con le indagini sulla velocità di propagazione delle onde elastiche provocate dai terremoti. E' riuscita a provare che la densità dell'interno della terra è parecchie volte maggiore di quella della superficie.

David Dietz nella "Storia della Scienza" (pag. 32) dice che la vecchia idea (basata sulla teoria di Laplace), che la terra aveva un interno fuso è stata abbandonata per la ragione che la terra, in complesso, ha una densità cinque volte e mezzo superiore a quella dell'acqua. Le rocce della superficie hanno solo due volte e tre quarti la densità dell'acqua, di modo che l'interno della terra deve essere due volte più denso e pesante delle rocce della superficie.

Infatti la densità media della terra risulta di kg. 5,5 per decimetro cubo, mentre la densità media della crosta terrestre è inferiore ai kg. 3 per dmc. La temperatura, che si suppone provenga dall'energia sprigionata dalla disintegrazione delle sostanze radioattive della crosta terrestre, aumenta con la profondità, benché non a ritmo costante. A 60 km. di profondità raggiunge i 1000°, tale da fondere ogni tipo di materiale conosciuto. Al centro della terra la temperatura raggiungerebbe i 4000°. Tuttavia l'altissima pressione impedirebbe lo stato fluido, mantenendo il materiale in uno stato di aggregazione simile per viscosità a quello del vetro. La densità sarebbe di kg. 5 per dmc. alla profondità di 900 km., di kg. 7 fino a 2900 km. e di kg. 9-12 nel nucleo centrale.

I geologi sono ora d'accordo che le eruzioni vulcaniche sono solo disturbi della superficie, a una profondità di circa 15 chilometri.

Sebbene gli scienziati siano riusciti a calcolare il peso e la densità dell'interno della terra, essi sono riusciti solo ad esaminarne la superficie. Comunque, essi hanno stabilito che la superficie della terra fu sottoposta a un calore intenso. Abbiamo veduto che gli astronomi ora riguardano come praticamente certo che la materia di cui il sole è formato era originariamente sparsa su uno spazio immenso, e che roteava condensandosi gradualmente. La terra doveva trovarsi in quello spazio immersa nelle nebulose: ciò spiegherebbe le tracce di fuoco sulla superficie della terra, e il fatto che l'acqua nei nostri oceani era una volta in forma di vapore sospeso sulla terra. Inoltre gli scienziati hanno stabilito che 61 dei 92 elementi chimici trovati sulla superficie della terra si trovano anche nel sole. Questi elementi comuni al sole e alla terra sono principalmente i metalli, e formano solo una piccola proporzione della superficie della terra. E' almeno un'ipotesi possibile che questi elementi siano stati condensati dalle nebulose nelle quali la terra era immersa, e depositati sulla superficie della terra prima che le nebulose retrocedessero a formare il sole. Questa ipotesi spiegherebbe la presenza di un certo numero degli elementi sulla superficie della terra trovati nel sole, e spiegherebbe la lussureggiante vegetazione che esisteva ai poli nelle età passate.

In secondo luogo i geologi hanno stabilito con certezza che originariamente non c'erano montagne sulla terra, e che la terra era completamente coperta d'acqua. Se i lettori consultano le tabelle geologiche, in qualsiasi lavoro di geologia, essi troveranno che anche dopo la comparsa della terraferma, la superficie della terra era alternativamente sommersa e rialzata, e che quelle che sono ora alte montagne erano una volta sott'acqua. I geologi sono riusciti a collocare nell'esatto periodo geologico la formazione di tutte le grandi catene di montagne del mondo. Essi dicono che la formazione delle montagne non cominciò fino al periodo carbonifero, quando si formarono i depositi di carbone; che le montagne Rocky del Nord America, e le Ande del Sud America si formarono nel periodo Cretaceo, e che le Alpi e l'Himalaya non si formarono fino al periodo Terziario.

La scienza moderna e la Bibbia sono perciò d'accordo nell'affermare: 1) che tutte le acque degli oceani e delle nubi una volta erano unite, cioè formavano un'immensa cappa di vapore sospesa sulla superficie della terra; 2) che esse si separarono, parte mutandosi in acqua e coprendo tutta la superficie della terra e parte si ritirò dalla terra formando le nubi; 3) che la superficie della terra era piana e che non c'erano montagne.


Che cosa significhi la parola "firmamento"


Si può francamente ammettere che il significato della parola è alquanto oscuro; la lingua ebraica, ed altre lingue orientali, come quella Cinese, sono povere di parole astratte. Dobbiamo esaminare il contesto per trovarne il significato. Una buona spiegazione ci è data nella nota del versetto sei, Capitolo primo del Genesi, nella versione della Bibbia di Douai, una spiegazione ch'è stata accettata e citata dal Professore Windle in The Church and Science. "Firmamento": con questa parola si intende qui tutto lo spazio fra la terra e le stelle più alte, la parte più bassa del quale divide le acque che sono sulla terra da quelle che sono al di sopra nelle nubi».

Una spiegazione molto differente è data da alcuni scrittori moderni come P. Charles Hauret, secondo il quale per "firmamento" Mosè avrebbe inteso una solida struttura sopra la terra sostenuta alle estremità da delle colonne, e che in cima a questa struttura ci sarebbe stata una provvista d'acqua, che per mezzo di saracinesche verrebbe lasciata cadere sulla terra in forma di pioggia.

In primo luogo dobbiamo notare che il racconto Mosaico della separazione delle acque sulla superficie della terra in due parti, la parte che rimase sulla terra e quella che formò le nubi, e l'ulteriore raccolta dell'acqua sulla superficie della terra in oceani, è straordinariamente accurato. La questione di quale sia il significato ch'egli diede alla parola "firmamento", è solo un particolare. La teoria, che per "firmamento" Mosè intese una struttura solida, è assurda, e non è affatto una spiegazione moderna. E' basata sulla falsa supposizione che il racconto Mosaico della creazione non corrisponda alla realtà, ma esponga semplicemente la rozza nozione del suo tempo. Ma le nozioni di quei tempi non erano poi così rozze come alcuni scrittori moderni le presentano.

Gli astronomi di quel tempo sapevano molte cose a riguardo dei cieli. E' vero, ch'essi non avevano telescopi, ma facevano le loro osservazioni per mezzo di tubi cavi, puntati verso i corpi celesti e fissati in modo che quando un pianeta o una stella si muoveva, il movimento era reso manifesto, perché il tubo non era più puntato sul pianeta. Gli abitanti dell'America Centrale e dell'America del Sud avevano un esatto calendario solare con la correzione Gregoriana, centinaia d'anni prima di Cristo. Mosè naturalmente aveva veduto l'acqua a bollire e il vapore a salire; egli sapeva che l'acqua evapora sotto l'influenza del calore, e sale alle nubi, sapeva che le nubi non richiedono sostegno, ch'esse sono mobili e sospinte dai venti, e che quando piove l'acqua viene dalle nubi. Egli sapeva inoltre che i corpi celesti non sono fissi ed immobili, poiché i pianeti ricevettero dagli antichi il nome di "vaganti" e che le varie costellazioni hanno le loro stagioni per sorgere e tramontare. La definizione dunque di "Firmamento", come di una struttura stabile sostenuta da delle colonne, non ha fondamento.

Questa spiegazione della parola "firmamento" fu probabilmente suggerita dal linguaggio usato da Mosè per descrivere il diluvio. Nel capitolo sesto, versetto 11, egli dice: «Tutte le fontane del grande abisso furono rotte e le chiuse del cielo spezzate. E la pioggia cadde sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti». Il "grande abisso" evidentemente si riferisce all'oceano, cosicché nel racconto Mosaico il diluvio non fu causato solo dalla pioggia, ma anche dall'acqua dell'oceano che invase la terra. L'apertura delle chiuse del cielo è soltanto un linguaggio figurato per indicare che pioveva strabocchevolmente. Si può osservare di passaggio che la descrizione Mosaica del diluvio come di una tremenda catastrofe causata, non solo da piogge torrenziali, ma anche da una inondazione del mare rende insostenibili le teorie di alcuni scrittori moderni' che il diluvio fu semplicemente un fenomeno locale, come le inondazioni che avvengono periodicamente in Cina e in altri paesi, quando dei grandi fiumi straripano. Mentre, in tutte le inondazioni di cui abbiamo notizia, eccetto il diluvio, la distruzione di beni materiali è considerevole e le vittime umane sono relativamente poche, nel diluvio tutta la popolazione fu distrutta eccetto Noè e la sua famiglia. Nostro Signore, usando il diluvio come un esèmpio per descrivere la distruzione che avverrà alla fine del mondo, conferma l'opinione che il diluvio fu un disastro di immensa grandezza, e conferma la descrizione Mosaica.


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