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EVOLUZIONE E STRUTTURA NEL GENESI BIBLICO

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2021 17:56
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29/08/2010 14:05
 
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Speciale rivelazione sull'origine del mondo e dell'uomo


I decreti del Concilio di Trento e del Vaticano I dichiarano che i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento "contengono la rivelazione senza errore", che "furono scritti sotto l'ispirazione dello Spirito Santo e che hanno Dio come autore"; i brani delle due encicliche, or ora citati, ci obbligano ad accettare come vero e come corrispondente alla realtà oggettiva non solo tutto ciò che nella Bibbia riguarda la fede e la morale, ma anche ciò che riguarda l'ordine fisico e storico.

Nei primi capitoli del Genesi sono narrate cose dell'ordine fisico la cui conoscenza Mosè non poteva aver acquistato da fonti naturali. Il suo racconto della creazione è completamente dettagliato e definito. L'ordine è questo: Dio prima creò il cielo e la terra; poi creò la luce; poi divise le acque; poi fece apparire la terra asciutta e radunò le acque nei mari; poi creò le piante del regno vegetale; poi formò il sole e le stelle; poi creò i pesci, gli uccelli e gli animali nell'ordine dato; e per ultimo creò l'uomo.

L'opinione tradizionale sia prima che dopo Cristo, era che la narrazione Mosaica corrispondeva alla realtà, il che suppone ch'egli dovette ricevere la sua conoscenza dalla rivelazione. La narrazione Babilonese della creazione praticamente non dà nessun particolare, e quindi non poteva essergli di nessun aiuto.

Quando la scienza geologica rivelò l'ordine della creazione, si poté vedere che l'ordine Mosaico, per quanto riguardava la geologia, era accurato; ma che si sarebbe dovuto cambiare l'interpretazione comune della parola giorno. C'erano però delle difficoltà, senza risposta, contro l'ordine Mosaico da parte dell'astronomia: come poteva esserci luce e vegetazione prima della creazione del sole? Allora venne la teoria di Laplace che ignorò la narrazione Mosaica, e la teoria dell'evoluzione che rigettò la creazione speciale.

La maggior parte dei commentatori cattolici aderivano all’opinione che la narrazione Mosaica rappresentava la realtà oggettiva e spiegarono le difficoltà come poterono. Tuttavia commentatori come il canonico Dorlodot dell'Università di Lovanio, i quali avevano accettato la teoria dell'evoluzione, ricorsero alla dichiarazione di S. Agostino, "che lo Spirito Santo (che ispirò gli scrittori sacri) non intese insegnare agli uomini la natura dell’universo visibile", per giustificare la loro opinione che non dobbiamo cercare nella Bibbia informazioni sull'ordine della creazione, od anche sull'origine del corpo dell'uomo, e si riferirono al "concordismo" come se fosse un errore condannato dalla Chiesa.

Finalmente arrivò la scienza dei nostri giorni, questa volta non con teorie ma con conclusioni scientifiche, che ci misero in grado di difendere tutta la narrazione Mosaica nell'ordine datoci da Mosè. La teoria di Laplace se n'è andata per sempre; la nostra terra non fece mai parte del sole; "Sia la luce" si riferisce alla creazione delle nebulose infuocate, sorgente del sole; la terra prima era piatta, senza montagne e ricoperta d'acqua; la terra fu formata prima del sole; il resto dell'ordine Mosaico della creazione è confermato da ciò che la geologia ci ha rivelato; l’argomento laboriosamente fabbricato dalla paleontologia contro la speciale creazione dell'uomo è crollato.

Per spiegare come Mosè abbia potuto scrivere un racconto della creazione immensamente superiore, non solo dal punto di vista religioso ma anche scientifico, a tutte le narrazioni delle dotte nazioni pagane, e perfino alle narrazioni avanzate negli ultimi cento anni per sostituirlo, dobbiamo ritornare all'opinione che Mosè non solo fu ispirato dallo Spirito Santo affinché la sua narrazione non contenesse errori contro la fede e la morale, ma ch'egli inoltre ricevette dalla rivelazione sufficiente informazione circa i fatti della creazione, per rendere il racconto degno del suo Autore, lo Spirito Santo, e per meritare il rispetto dei veri scienziati di tutti i secoli.

Per spiegare la posizione ferma dei Papi sull'infallibilità della Sacra Scrittura, perfino su questioni d'ordine fisico, contro obiezioni formidabili, dobbiamo ricorrere alla dottrina dell'infallibilità Papale.

Mentre non dobbiamo ricercare nella Bibbia delle informazioni "circa la natura essenziale dell'universo visibile", è ragionevole pensare che Mosè abbia ricevuto da Dio sufficiente informazione circa i fatti della creazione per proteggerlo da erronee asserzioni in un racconto della creazione, che ha come autore lo Spirito Santo.

Sono stati registrati alcuni autentici casi di visioni e private rivelazioni, in cui furono date informazioni su fatti d'ordine fisico, impossibili ad aversi da qualsiasi fonte naturale.

Se dunque, in una questione di visioni o rivelazioni private, troviamo che fu fornita un'informazione d'ordine fisico per rendere il racconto vero ed accurato, perché non dovremmo "a fortiori" aspettarci di trovare proprio nella prima pagina della Bibbia una narrazione conforme ai fatti reali, anche se ciò implica una rivelazione di fatti d'ordine fisico?


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