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Perchè vi è l'ESISTENTE e non il NULLA ???

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2015 15:20
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21/09/2010 08:40
 
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Il nulla e l'essere
 di Pasquale Foresi
Fonte:    Città nuova

Come arrivare alla vera conoscenza, senza fermarsi al buio, quasi anticipo dell'inferno?

La ragione discorsiva non è atta a farmi cogliere nella sua immediatezza la realtà dell'essere. Dal momento che è l'espressione dell'intelletto in quanto legato alla contingenza, essa non può che procedere nella forma di una scansione temporale. Ora, poiché la realtà vera consiste, come abbiamo detto (Città nuova n. 14/2008), nell'essere partecipazione di Dio, quindi nell'essere atemporale, nell'essere eternità, soltanto nell'attimo presente, in quanto attimo dell'eterno, posso avere la percezione della realtà e dire così di conoscere atemporalmente, il che significa cogliere la realtà immediatamente nella sua totalità e oggettività. Con la ragione, invece, trasferisco la realtà nel tempo, sì che alla sua verità potrò approssimarmi solo progressivamente. Ma posso io cogliere la realtà, nella sua immediatezza e totalità, senza l'opera della grazia? Senz'altro posso conseguire una conoscenza filosofica vera mediante la ragione discorsiva, temporale e dunque tipicamente creaturale. Altra cosa è un tipo di conoscenza implicante l'esistere in senso pieno, l'io totale, diremmo, quale è pensato da Dio in relazione personale con lui: questa, penso, non possa raggiungersi senza l'aiuto della grazia. Ciò mi pare confermato dal fatto che, ad esempio, alcuni filosofi esistenzialisti, astraendo esplicitamente da un contesto di relazione con Dio, pervengono nel loro cammino conoscitivo, che pur presenta forme analoghe al nostro, non alla percezione dell'esistere in Dio e con Dio, ma alla percezione del Nulla: un nulla che ha una sua consistenza, che è un non essere esistente. Essi, non vedendosi in Dio, si conoscono in un buio che non è luminoso e che ha i tratti del nulla; in certo senso, si può dire che è l'anticipo dell'inferno. Il grande mistero dell'inferno è infatti questo: essere un nulla esistente, una esistenza al negativo, e non semplice non essere o carenza di essere e di esistenza, aristotelicamente intesa. Ora, se in una filosofia astratta è possibile pensare il niente come pura negazione, come nihil, come vacuum, in una filosofia che parte dalla percezione dell'esistenza, il niente, che in sé non sarebbe percepibile, richiede di essere pensato al positivo, quindi come un non esistente, come affermazione di una negatività. E di fatto, è il niente così inteso che, in alcune forme di esistenzialismo, viene percepito e che conduce ad una sorta di mistica naturale, ove il Nulla è l'unica vera spiegazione dell'esistenza. In esse la percezione del tempo, quale momento di congiunzione fra esistenza e temporalità, si accompagna, sì, alla percezione della atemporalità di sé, ma la percezione di queste due realtà simultaneamente esistenti e opposte - l'atemporalità nel tempo, l'essere infinito nella finitezza - sfocia nell'angoscia metafisica - dolore dell'essere che percepisce ciò che non è - e nell'incomunicabilità. In realtà, l'incomunicabilità fra me e gli altri è superata proprio dal fatto che ritrovo il mio stesso essere - partecipatomi da Dio, Dio partecipato - partecipato in tutti. E lo ritrovo nella misura in cui si attua fra noi quell'amore che è donazione totale di sé e che ha la sua fonte e il suo modello nella vita stessa di Dio, l'Unitrino. Esperienza dell'unità, ove ciascuno, seppur distinto, ritrova sé stesso nell'essere con gli altri, nell'essere negli altri. Questa visione dell'essere, che è in quanto è in relazione con Dio e quindi con gli altri uomini, mi dà di cogliere in ognuno il disegno di Dio, cioè la sua Parola nel Verbo e, al tempo stesso, il suo dover essere parola nel tempo. Qui è la radice più profonda del nostro essere uno: il percepire non tanto ciò che ciascuno è o appare, quanto ciò che Dio pensa di lui, che è già in lui, ma che deve emergere e scoprirsi a lui stesso e agli altri. E qui è anche la radice di una nuova forma di conoscenza: quella che ha da arrivare all'essenza dell'essere e all'essere dell'essenza che è dentro ciascuno di noi.

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