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LA FISICA E LA RICERCA DI DIO

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2023 19:54
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13/07/2019 22:44
 
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Il fisico Lee Smolin:
«gli universi paralleli? Su, basta fantasticare»

Lee Smolin, il tempo e la teoria del Multiverso. Il celebre fisico statunitense rifiuta categoricamente la tesi degli universi paralleli e negli ultimi anni ha sostituito la sua nota avversione alla trascendenza con una visione più possibilista.

 

“Su, ragazzi. Basta scherzare, è ora di tornare con i piedi per terra”. Potrebbe essere questa l’estrema sintesi dell’ultimo libro del celebre fisico teorico Lee Smolin, intitolato “The Singular Universe and the Reality of Time: A Proposal in Natural Philosophy (Cambridge University Press 2014). D’altra parte il “tornare con i piedi a terra” è anche il titolo di un suo articolo abbastanza famoso.

Smolin non ha bisogno di presentazioni, membro del Perimeter Institute for Theoretical Physics e docente presso l’Università di Waterloo e di Toronto, è noto per i suoi importanti contributi alla meccanica quantistica. La tematica affrontata è quella riguardante il Multiverso, la tesi secondo la quale il nostro universo sarebbe soltanto uno degli infiniti altri (10500 universi, per la “precisione”). Un’ipotesi che molti respingono in quanto inverificabile e priva di fondamenti scientifici. Tra essi proprio Smolin: «La scienza viene danneggiata quando si abbandona la disciplina di validazione empirica», ha scritto. Per questo, se vogliamo restare nel campo scientifico, «abbiamo ragione di credere nell’esistenza di un solo universo, l’universo in cui ci troviamo. Nulla è stato scoperto fino a oggi che giustifica la convinzione che esso sia solo uno dei tanti. La moltiplicazione degli universi nella cosmologia contemporanea è il risultato di un tentativo di convertire un fallimento in un successo per quanto riguarda la spiegazione del cosmo».

L’astrofisico Adam Frank, a sua volta, in un articolo del 2015 sul New York Times ha confermato che la fisica moderna è in crisi per l’incapacità di spiegare l’origine dell’universo, concordando che la teoria del Multiverso «si trova al di là delle nostre capacità di osservazione e non potrà mai essere direttamente indagata».

La questione rimane comunque aperta ed affascinante, sopratutto perché l’argomento degli universi paralleli è frequentemente utilizzato da chi prova turbamento verso l’unicità del nostro universo ma anche per il cosiddetto fine-tuning: le leggi fisiche che hanno permesso l’emergere della vita intelligente sembrano essere perfettamente calibrate per questo obiettivo, come se ci fosse alla loro origine una mente cosiente. Proprio su questo sito web, il prof. Paolo Di Sia, docente di Matematica presso l’Università di Verona, ha spiegato che «il multiverso è stato anche definito “l’ultimo dio dell’ateo” e utilizzato da atei e materialisti come un modo per evitare argomenti che potrebbero essere presi a favore dell’esistenza di Dio, come l’inizio dell’universo, il “cosmological argument”, il “fine tuning argument”», osservando comunque a sua volta che «tutte le prove attualmente disponibili sembrano condurre al fatto che l’universo abbia avuto un inizio».

Il Multiverso, nonostante ciò che ripetono molti sostenitori anti-teisti, non è affatto incompatibile con una spiegazione teleologica dell’origine del cosmo. Smolin, in ogni caso,  non è certo un credente. O, meglio, non lo era fino al 2006. Tutti conoscono (e citano) la celebre conclusione del suo libro più famoso, datato 1997: «Dunque non c’è mai stato un Dio, non c’è mai stato nessun pilota che ha fatto il mondo imponendo un ordine al caos e rimanendo poi al di fuori ad osservare e a prescrivere» (L. Smolin, La vita del cosmo, Einaudi 1998, p. 382).

Pochi, tuttavia, sanno che nel suo L’Universo senza stringhe, ha sostituito questa visione disincantata e pessimista con una decisamente più aperta e possibilista: «Che esista o meno Dio, la nostra ricerca del divino ha qualcosa di nobilitante», ha scritto. «E anche qualcosa che rende più umani, che si esprime in ognuna delle strade scoperte per raggiungere un livello più profondo di verità. Alcuni cercano la trascendenza nella meditazione e nella preghiera, altri ancora […] nella pratica di un’arte. Un altro modo di dedicarsi a questioni più profonde della vita è la scienza» (L. Smolin, L’Universo senza stringhe, Einaudi 2007, p. IX).

fonte UCCR


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