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Ultimo Aggiornamento: 16/09/2023 21:46
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28/09/2012 18:31
 
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Il genetista Collins:
«ritengo che le leggi della natura siano opera di Dio»

Esattamente due anni fa, il 27 settembre 2010, il più influente e importante scienziato del mondo, il genetistaFrancis Collins, noto per aver guidato l’equipe di ricercatori che ha decifrato il genoma umano e attuale direttore delNational Institutes of Health, ovvero la principale agenzia di ricerca scientifica e biomedica del governo degli Stati Uniti (e quindi del mondo), ha risposto ad un paio di domande circail rapporto tra scienza e fede. Due ambiti che lo riguardano in prima persona, essendo lui ricercatore scientifico ma anche devoto cristiano, autore anche di Il linguaggio di Dio. Alla ricerca dell’armonia tra scienza e fede (Sperling & Kupfer 2007)

Egli ha ribadito una visione realista dei rapporti che intercorrono tra i due ambiti: «la scienza cerca di ottenere risposte rigorose alle domande su “come” funziona la natura, e generalmente è abbastanza affidabile [...], quindi, se volete rispondere a questo tipo di domande, come funziona la biologia per esempio, la scienza è la modalità per arrivarci. Gli scienziati sono turbati dal suggerimento che altri tipi di approcci possano essere adottati per ricavare verità sulla natura». Ecco il principale errore di alcune persone, che utilizzano argomenti teologici per spiegare contesti di competenza scientifica. Ma la fede, spiega Collins nell’intervista«risponde a una diversa serie di domande. Ed è per questo che io non credo ci debba essere un conflitto. I tipi di domande a cui la fede può indirizzare una risposta, sono nel campo filosofico: “perché siamo tutti qui?”, “perché c’è qualcosa invece che nulla?”, “esiste un Dio?”. Queste non sono questioni scientifiche e la scienza non ha molto da dire su di esse».

Per come è fatto (per come è stato creato), l’essere umano «ha bisogno di qualcosa che vada oltre la scienza, per perseguire alcune delle cose di cui gli esseri umani sono curiosi. Per me, ha perfettamente senso». Eppure, si lamenta il genetista, «alcuni miei colleghi scienziati che sono persuasi di essere atei, a volte usano la scienza come una clava sulla testa dei credenti, suggeriscono in sostanza che tutto ciò che non può essere ridotto a una questione scientifica non è importante e rappresenta una superstizione che dovrebbe essere eliminata. Parte del problema è che questi estremisti hanno occupato il palco, queste sono le voci che sentiamo». Eppure, «molte persone sono in realtà a loro agio con l’idea che la scienza sia una modalità affidabile per conoscere la natura, ma che non sia tutto, c’è un posto anche per la religione, per la fede, per la teologia, per la filosofia. Ma questa prospettiva di armonia non attira l’attenzione più di tanto, ho paura che nessuno sia così interessato all’armonia come lo è per il conflitto».

La seconda domanda permette una risposta più personale: «il mio studio nella genetica certamente mi dice, incontrovertibilmente, che Darwin aveva ragione sulla natura di come le cose viventi siano arrivati sulla scena, per discendenza da un antenato comune sotto l’influenza della selezione naturale per periodi di tempo molto lunghi [...]. Questa è una risposta a un “come?”. Lascia invece aperta la domanda del “perché?”. Altri aspetti del nostro universo, per me come per Einstein, sollevano interrogativi circa la possibilità diun’intelligenza dietro tutto questo. Perché, per esempio, le costanti che determinano il comportamento della materia e di energia, come quella gravitazionale, per esempio, hanno esattamente il valore che devono avere perché vi sia tutta la complessità dell’Universo? Questa è una cosa mozzafiato vista nella scarsissima probabilità con cui è avvenuta. E fa pensare che una mente potrebbe essere stata coinvolta nella fase di impostazione, ma allo stesso tempo non implica necessariamente che tale mente controlli le manipolazioni specifiche di cose che stanno accadendo ora nel mondo naturale». Anche la natura, come l’uomo, è dotata di libertà.

Tuttavia, conclude Francis Collins, «penso che le leggi della natura potenzialmente possano essere il prodotto di una mente. Penso che sia un punto di vista difendibile. Ma una volta che queste leggi sono entrate in vigore, allora penso che la natura vada avanti e la scienza ha la possibilità di percepire come questo funzioni e quali sono le sue conseguenze».

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